Report: Oliver/Dawson Saxon a Cermenate (Co), 18/1/07
Yorkshire, 1975.
Due giovani della working class inglese, cresciuti a pane e acciaio, hanno la passione per il rock. Di nome fanno Graham Oliver e Steve Dawson. Il primo è un aspirante chitarrista, il secondo si dà da fare con il basso. Mettono insieme una band, i Son of a Bitch. Da subito iniziano i problemi di line-up con gli altri componenti: per stabilizzare le cose si accordano quindi con i Coast, gruppo rivale, anch’esso con grane di formazione. Dei Coast fanno parte il cantante Peter Byford e il chitarrista Paul Quinn. Alla batteria viene reclutato Pete Gill, ex Gary Glitter band. Di lì a poco nascono i Saxon e il resto è storia, anzi, leggenda!
Uno dei due “ex ragazzi” del ’75: Graham Oliver, a sinistra.
Lombardia, 2007.
I due ex ragazzi Graham Oliver e Steve Dawson, dopo essere usciti dai Saxon ormai parecchi anni fa e aver riformato i Son of a Bitch – poi divenuti Oliver Dawson Saxon – si divertono ancora a girare per il mondo e proporre dal vivo i cavalli di battaglia degli allora Stallions of the Highway inglesi. Oltre ai due veterani di cui sopra, la formazione annovera l’ex Saxon – periodo Destiny – Nigel Durham alla batteria, l’ex Slash Band Wardi dietro al microfono e Haydn Convay alla seconda chitarra. Grazie all’infinita passione di un “dannato dell’heavy metal” come Roberto Cosentino, organizzatore dell’evento, i Nostri il 18 gennaio 2007 compaiono sulle assi del Black Horse Pub di Cermenate (Co). Il tempo pare essersi fermato, anche e soprattutto per via dell’ambientazione del locale, come se i due ormai ex giovani musicisti fossero ancora in fase di rodaggio con i Son of a Bitch e pronti a spaccare il mondo. Oddio, certe calvizie e certe rotondità addominali testimoniano brutalmente che non è proprio come vi sto raccontando, ma con una certa dose di immaginazione è sempre bello pensarlo.
L’altro ex ragazzo del ’75: Steve Dawson, a destra del singer Wardi
Il concerto inizia con Motorcycle Man, ed è subito headbanging sfrenato. Il pubblico, sicuramente NON quello delle grandi occasioni, apprezza, e gli OD Saxon godono come se stessero suonando al Monsters of Rock di Castle Donington, o quasi…
Graham Oliver, Wardi e Steve Dawson
Vengono sparati tutti i classiconi dei Saxon: Wheels of Steel, Heavy Metal Thunder, Dallas 1 PM, 747 Strangers in the Night – tanto per citare i più riusciti – oltre, a sorpresa, a Rock’n’Roll Gypsies e Redline, apprezzatissime dai cultori. Ottima poi Past the Point, uscita a suo tempo su Victim You, l’unico album dei Son of a Bitch della storia. Se nei pezzi precedenti la band è stata all’altezza della situazione, la stessa cosa non si può dire in occasione del brano Princess of the Night, suonato in modo SCANDALOSO. Si chiude, se non ricordo male, con And the Bands Played On, altro “must” da concerto.
Alla destra di Steve Dawson, Haydn Convay
Quello che alla fine è emerso è che i Nostri ci credono e si divertono ancora, nonostante siano nella fase “anta” da un bel pezzo. D’altronde l’essenza dell’heavy metal alla fine cos’è? Divertimento! Ossia quello che è rimasto attaccato a tutti i metallari convenuti, nel viaggio di ritorno verso casa, in una notte dell’inverno del 2007… e il giorno dopo via al lavoro, con le note di 747 che riecheggiano ancora lontane…
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Ringrazio l’amico Paolo Manzi di holymetal.com per le foto di questo servizio.