Rhapsody Of Fire (Alex Staropoli)
Dopo uno stop forzato di più di tre anni, tornano sulla scena metal italiana e mondiale i Rhapsody Of Fire con il loro nuovo disco The Frozen Tears Of Angels. Abbiamo fatto un’interessante chiacchierata con un disponibilissimo Alex Staropoli. Buona lettura.
Stefano “Elrond” Vianello
Ciao Alex, bentornato sulle pagine di Truemetal.it. The Frozen Tears Of Angels è il vostro nuovo album che verrà pubblicato il 30 aprile e festeggerà il vostro ritorno dopo quasi quattro anni rispetto al precedente Triumph or Agony. Come sono nate le canzoni di questo disco e che cosa troveranno in esso i vostri fans?
Ciao, e grazie! Beh l’importante è dire che queste canzoni sono nate un anno prima di entrare in studio e sono state composte da me e Luca e anche insieme a Fabio, per cui questa è una grossa novità a cui teniamo. La band è più unita che mai anche da questo punto di vista. Diciamo che la cosa più importante da dire è che siamo partiti a comporre brani da zero: di solito abbiamo sempre avuto qualche canzone, qualche parte orchestrale, qualche ritornello che ci piacevano molto che avevamo già da parte per l’album dopo; in questo caso abbiamo volutamente composto tutto da zero, con l’ambizione di far suonare questo album molto moderno, molto fresco.
E’ molto evidente come le orchestrazioni e le tastiere rispetto a Triumph or Agony siano passate in secondo piano mettendo in evidenza la chitarra, forse più che in ogni altro lavoro prima d’ora, perché questa scelta?
Certamente perché io sono il primo ad aver voluto dare più spazio, più aria, alle chitarre e alla voce: dopo così tanti album così grassi e orchestrali, sia io, sia Luca, abbiamo sentito proprio il bisogno di snellire un po’ questa parte, anche se forse in Italia siamo un po’ più ferrati in materia di qualsiasi altra band. Per me era importante sentire le chitarre perché il non sentire bene il loro volume è stata sempre un po’ una mancanza e devo dire che il lavoro che ha fatto Luca l’ho apprezzato tantissimo e spero che tutti faranno altrettanto.
Abbiamo messo tantissimi riff, tantissimi brani che partono proprio con le chitarre, anche armoniche; sono cose che ho sempre adorato e mi piace che si senta il loro volume. Ho anche usato suoni di tastiera diversi dal passato, anche molta effettistica per concretizzare l’atmosfera tipica di questo momento della saga, cercando di trasformarla in musica facendo uso di molti suoni ed effetti legati all’ambientazione molto fredda e gelida di questo album.
Ovviamente i confronti con il disco precedente sono inevitabili: sbaglio o è stata leggermente accantonata la vena teatrale con parti recitate dai vari personaggi del concept per dar spazio a canzoni più dirette?
Certo, abbiamo sempre Christopher Lee e Susannah Yorck, però il desiderio era proprio creare un album con un impatto molto chiaro molto evidente.
Sea Of Fate è la prima canzone scritta a 3 mani Staropoli/Turilli/Lione, come vi siete divisi il lavoro?
Beh, diciamo che Fabio aveva una melodia e ci è subito piaciuta molto, ragione per cui l’abbiamo sviluppata all’interno del brano. È stato molto eccitante perché prima d’ora abbiamo sempre fatto tutto io e Luca e la nostra scelta è stata quella di dare più spazio a Fabio che ha avuto delle buone idee melodiche che abbiamo scelto di usare.
Questo è importante sia a livello compositivo, sia per l’unione del gruppo: trovo sia fondamentale che non solo io e Luca possiamo gioire per i nostri brani, ma anche Fabio. Una persona è anche più stimolata quando pensa “quella canzone l’ho composta anche io”, è tutta un’altra cosa. Il ruolo che è stato fatto finora di interprete, pur non avendo scritto un testo, è assolutamente incredibile perché sfido chiunque a cantare nei dischi che non ha scritto lui o comunque a interpretarli dando il massimo della passione e dell’emozione; già così Fabio ha fatto un lavoro incredibile, sapendo in più che ci sono dei pezzi che ha scritto anche lui, lo stimolo diventa ancora maggiore, sia se si parla di studio di registrazione, sia se si parla di live.
In alcune tracce, specialmente nei soli di Luca, si sentono alcuni riferimenti a melodie orientaleggianti che non mi sembra di aver mai colto nei vostri precedenti lavori. Nuova fonte di ispirazione quindi?
Ma, non diretta diciamo. Penso che Luca sia molto attratto anche da questo stile orientaleggiante e infatti si sente. Lo trovo interessante perché comunque c’è sempre un misto di tutto, si parte da un riff proprio in puro stile heavy metal per poi andare nei virtuosismi di chitarra; a lui piace tantissimo variare, usare vari stili per cui ritengo che difficilmente un assolo di adesso potrà annoiare, dal punto di vista melodico o dell’attrattiva sonora.
I soli di chitarra li ha eseguiti tutti Luca oppure, come nel precedente, molti sono stati suonati da Dominique Leurquin?
No no, questi sono suonati tutti da Luca.
Nel nuovo disco in molti brani appaiono spezzoni o tutta la canzone nel caso di Danza di Fuoco e Ghiaccio, cantati in italiano. La scelta delle lyrics in italiano viene da qualcuno in particolare oppure ha un obiettivo ben preciso?
Ma no, più che altro non è un obiettivo, è un colore che ci piace avere. Ovviamente forse per gli italiani che ascoltano, che sentono che abbiamo usato la lingua italiana alcuni potrebbero magari dire qualcosa, però al di fuori dall’Italia la cosa è molto apprezzata. Figurati che la Nuclear Blast, una delle prime cose che ci ha chiesto è “ma avete un brano in italiano?”. L’interesse è altissimo, più di quanto anche io lo immaginassi, ed io ero uno molto restio, non mi convinceva molto l’idea di cantare in italiano, però poi ho visto che il risultato era comunque molto buono per cui, non dico che sia una tradizione, però se c’è un brano come la Danza di Fuoco e Ghiaccio, Lamento Eroico, Il Canto Del Vento è ovvio che l’italiano suona in un modo in cui l’inglese non suona, ecco.
Credi che scrivere lyrics in lingue che sono meno conosciute dell’inglese in qualche modo possa limitare la diffusione della vostra musica all’estero?
No io non penso, anche perché poi qui si parla di un brano e di alcune frasette. No in realtà non penso proprio, anzi penso sia un valore aggiunto per tutto, se pensi poi che è incredibile il feedback che abbiamo quando suoniamo all’estero e tipo negli Stati Uniti o in Canada, le persone sanno le parole in italiano perché magari ci sono degli italiani che vengono a vedere il concerto, ci colpisce molto, io lo trovo bello da quel punto di vista.
Danza di Fuoco e Ghiaccio sembra uscita da un’opera di Branduardi. Si tratta di una coincidenza o effettivamente c’è qualcosa di questo “menestrello” che vi ha colpito a tal punto da spingervi a comporre un brano così ricercato e particolare?
Diciamo che non neghiamo che Branduardi ci è sempre piaciuto però, ovviamente, quando componi in quello stile inevitabilmente devi cantare in quel modo per cui è facile trovare delle analogie. Tu prendi qualsiasi tipo di melodia rinascimentale, la canti e viene fuori Branduardi perché lui è stato il primo a fare a livello -diciamo- commerciale quel tipo di musica. Se suoni quel tipo di strumenti (per esempio abbiamo utilizzato, a parte mio fratello che usa il flauto barocco, un liutista), ne metti insieme due come flauto e liuto, in dei cambi così particolari, rinascimentali o classici alla fine si crea subito quell’ambiente magico tipico del Rinascimento o Medievale, poi è facile fare delle analogie no?
Reign of Terror: non si era mai sentito un Fabio Lione così rabbioso! Cenni di screaming ne avevamo sentiti in When Demons Awake e The Mystic Prophecy Of The Demon Knight, ma qui si è surclassato.
Ovviamente siamo veramente fieri di aver creato un brano simile, perché tutti ne parlano (ride, n.d.r.) ! Tutti mi domandano, ma è Fabio che canta? Qualcuno non ci crede che sia lui alla voce, si, è incredibile la sua versatilità e le sue capacità di adattarsi e cambiare il registro di voce. E’ un brano che non vediamo l’ora di proporre anche dal vivo perché la cosa poi incredibile è che all’interno della band ognuno ha una canzone preferita diversa, per cui questo dimostra che questo album potrà riscontrare molto interesse visto che i brani sono a mio avviso molto validi e possono piacere a diverse categorie di ascoltatori.
E questo può essere secondo te un passo verso quel famoso Rhapsody in Black a cui si era accennato molto tempo fa?
Sì, potrebbe essere un primo passo, diciamo che con When Demons Awake avevamo cominciato timidamente, Reign Of Terror stabilizza l’idea e potrebbe essere uno stimolo per proporre quel progetto che avremmo voluto realizzare già anni fa ma non siamo mai riusciti a portare avanti per vari motivi. Aver firmato per Nuclear Blast apre varie possibilità e numerose porte, loro sono un’etichetta che ha molte band musicalmente molto aggressive, diciamo che è una cosa che interessa parecchio a entrambi; poi a noi quel tipo di genere piace, se fatto in una certa maniera, per cui potrebbe essere che in un futuro magari, chissà…
Nel vostro comunicato di novembre non viene fatto mistero della vostra felicità di firmare per la Nuclear Blast. quali sono le cose che sono migliorate dopo questa firma? L’etichetta vi ha dato carta bianca per comporre il nuovo album o è stata una decisione congiunta?
Diciamo che la scelta Nuclear Blast è stata una scelta evidente, abbiamo avuto l’opportunità e ovviamente l’abbiamo colta e ne siamo super felici. Basta guardare le band che hanno firmato nel passato per Nuclear Blast e sono tuttora lì, è evidente che offrono gran qualità di lavoro e supporto alle band; penso che non ci siano paragoni con nessun’altra etichetta in questo genere per cui siamo felicissimi di aver firmato con grandi prospettive per il futuro. Ovviamente il nostro ultimo album è stato rilasciato nel 2007, giustamente la Nuclear Blast ha voluto sentire, ci ha pregato, ci ha chiesto se avevamo qualcosa. Gli abbiamo fatto sentire quattro pezzi, i più tosti, quelli che proprio sapevamo che avrebbero colpito la loro attenzione e ovviamente l’accettazione è stata immediata, per cui siamo partiti subito alla grande. Abbiamo registrato volentieri un demo per farglielo sentire perché eravamo fieri del materiale che era già composto, già pronto, per cui non vedevamo l’ora di mostrarglieli e poi insomma di procedere con la registrazione e tutto quello che ne segue.
Rispondimi come puoi, ma la domanda ora viene spontanea: puoi dirci qualcosa a proposito dei contratti con la Magic Circle Music che vi hanno tenuti bloccati per tre anni o a causa dei procedimenti legali ancora in corso non puoi ancora pronunciarti su questa vicenda?
Assolutamente nulla, non si può dire niente, purtroppo mi spiace ma non si può dire nulla per il bene di tutti.
Cambiando discorso, in che rapporti siete rimasti con i Manowar?
In realtà diciamo che in questi ultimi tre anni siamo rimasti fuori da qualunque ambiente musicale, per cui siamo rimasti a casa, io ho lavorato insieme a mio fratello a una nuova band, a quello che era il mio progetto solista che non è più un mio progetto solista ma una vera e propria band, avendo appunto condiviso le composizioni con mio fratello. Poi abbiamo composto il nuovo album dei Rhapsody Of Fire, ci siamo anche riposati in mezzo, abbiamo comunque lavorato e fatto altre cose, seguito tutte le etichette della situazione per cui devo dire che da quel momento lì, cioè dalla fine di quel tour del 2007, siamo rimasti completamente isolati da qualsiasi situazione musicale o di business.
Ora che con i Rhapsody Of Fire la situazione si è sbloccata, vedranno la luce anche i vostri lavori solisti?
Questo bisogna vederlo. Come ti ripeto, con la Nuclear l’eccitazione è alta e le possibilità sono molteplici; per quanto mi riguarda (il tono di Alex cambia e si rabbuia, n.d.r.), ho una nota triste da dire, perché io stavo già lavorando con un cantante incredibile che è Midnight dei Crimson Glory e purtroppo lui, alcuni mesi dopo che abbiamo iniziato a lavorare, scrivere testi e cose, purtroppo è morto. Mi sono ritrovato a perdere un amico e il sogno di una vita, infranto proprio perché è una cosa a cui io e fratello Manuel tenevamo tantissimo e anche Midnight ci teneva, perché è stato due mesi a casa mia e stavamo per creare qualcosa di incredibile, lo dico senza falsa modestia, però purtroppo al momento non ho più in mano nulla, è stato un grosso dispiacere.
Ora quindi ricomincerai tutto da zero?
Eh, quindi si, i brani li avevamo composti proprio per lui, su misura per lui, per cui quando è morto ho detto “vaffanculo”, cioè come fai a sostituire uno come Midnight, non è possibile. Diciamo che a me e a Manuel adesso che è passato un po’ di tempo, ci piacerebbe trovare un ottimo cantante, ma la ricerca sarà molto ardua.
Cambiamo discorso, anche su The Frozen Tears Of Angels appare come voce narrante Christopher Lee, un’amicizia che è rimasta forte nel tempo. Com’è il lavoro accanto ad un personaggio così carismatico?
Ovviamente è stato incredibile, già averlo contattato, già che ci abbia detto si, è stato molto interessante perché noi l’abbiamo cercato come narratore e lui poi si è proposto come cantante per cui poi non l’abbiamo mai spinto a fare cose che non volesse fare. È stato lui a dirci “io vorrei cantare”, così gli abbiamo fatto fare il duetto con Fabio (The Magic Of The Wizards Dream su Symphony Of The Enchanted Land II, n.d.r.), per cui è nata un po’ da lui questa idea. Non è solo una cosa fatta per soldi, è stata una cosa fatta anche per passione per la musica, quando ha visto che persone siamo, che non siamo dei montati insomma, che la passione per la musica è la cosa più importante.
Al di là del fatto che fosse famoso, quando abbiamo sentito la sua voce nel Signore degli Anelli, lo avremmo voluto come narratore, poi il caso ha voluto che fosse lui a fare un passo verso di noi, quindi non è stata una cosa mirata per cercare la persona di successo, perché se ci avesse detto lui di no, non saremmo andati a cercare Sean Connery (ride, n.d.r.), è stato un fattore puramente artistico. Poi l’abbiamo rincontrato qui a Trieste perché era stato invitato a una convention di film di fantascienza e l’abbiamo rivisto quest’inverno, è stato piacevole rivederlo proprio qui nella nostra città.
A proposito di Christopher Lee, è da poco uscito il suo nuovo album, Charlemagne – By The Sword And The Cross, l’hai ascoltato? Che ne pensi?
Non l’ho sentito ancora. Lo so perché ce l’ha detto quel giorno in cui l’abbiamo incontrato, però non ho ancora avuto la possibilità di sentirlo.
Il nuovo album ha un artwork di forte impatto sia per l’immagine in esso raffigurata, sia per il forte contrasto che vi è tra i colori caldi e freddi. Nel vostro comunicato ufficiale si può leggere che la mano appartiene a un nuovo artista che collabora per la prima volta con voi. Di chi si tratta e che cosa rappresenta?
Questa persona si chiama Felipe Machado, è un ragazzo colombiano che quasi per scherzo abbiamo conosciuto quando abbiamo suonato in Colombia, infatti è venuta fuori una foto che ha fatto insieme a Luca quando era un ragazzino. In questi anni ha sviluppato delle capacità grafiche incredibili, aveva già collaborato con delle band della Nuclear Blast e quando abbiamo visto i suoi lavori abbiamo detto “wow, magari questa è proprio la persona giusta”, gli abbiamo sottoposto la copertina e già dal primo schizzo che ha fatto siamo saltati giù dalla sedia, perché era finalmente quello che ci aspettavamo da un grafico, lo chiamo grafico, ma è molto di più, è un artista.
Non voglio togliere nulla alle nostra copertine del passato che erano comunque dei quadri a tutti gli effetti, fatti a olio o fatti con l’airbrush mixati anche con qualcosa di digitale però alla fine la maggior parte era proprio un vero dipinto fatto a mano. Per quanto belli però non riuscivano mai a dare questa serietà di impatto grafico come questa, come la copertina di The Frozen Tears Of Angel, per cui ne siamo veramente contenti insomma.
Ci sarà un tour a supporto di The Frozen Tears Of Angels? Ci sarà qualche data in Italia? Ormai l’ultimo concerto dalle nostre parti risale a un sacco di anni fa….
Ci deve essere si! Al momento stiamo cominciando a programmare il tour, non ci è stato possibile farlo prima e sarà probabilmente un tour che comincerà verso la fine dell’estate o in autunno e ovviamente non vediamo l’ora di tornare a suonare dal vivo.
Il motivo per cui non vi siete proposti per alcun festival estivo è dunque questo?
Si, diciamo che a livello di tempistica purtroppo non ci è stato possibile organizzarci ma, dopo il nuovo album, il naturale passo successivo sarà quello di suonare dal vivo e ci è possibile, e questa volta intendo seriamente che è possibile, e speriamo di fare tante date in Italia.
Qualche giorno fa, ho provato a chiedere agli utenti del forum di Truemetal se avessero qualche domanda interessate da proporvi e un paio di utenti hanno colpito nel segno. Le domande sono queste:
20. ^v^ Lestat ^v^ chiede: oltre a Rhapsody In Black, all’epoca di SOELII si parlava anche di un progetto incentrato sul Signore Degli Anelli che cosa ne è stato?
Ma no, quella era un’idea che precedeva questa nuova parte della saga. Eravamo talmente eccitati e gasati dopo aver visto il film che volevamo fare qualcosa in quel senso, però poi ci siamo detti che era meglio provare qualcosa di nostro.
Dargor dice: ai tempi c’era anche l’idea per un fantomatico videogioco ambientato nelle terre di Algalord, è rimasto solo un sogno o lo sta programmando in segreto il buon Luca Turilli ?
Mah, diciamo che Luca si è già fatto scivolare varie cose (ride, n.d.r.) e questa forse era la cosa un po’ più così… Diciamo che l’interesse e l’unione della nostra musica con i videogiochi è sempre stata molto forte perché molti utenti appassionati di giochi di ruolo ascoltavano o ascoltano la nostra musica per cui Luca, da grosso appassionato, ha avuto questa idea. Però poi sai, realizzare una cosa simile richiede un certo lavoro professionale per essere ben fatta, non è che te la puoi fare tu in casa. Magari in un futuro, il mio sogno personale è quello che la musica dei Rhapsody Of Fire venga usata in qualche film o qualche videogioco per cui l’unione del supporto visivo con quello della nostra musica sarebbe incredibile, è un sogno che abbiamo da sempre.
Bene Alex, questa era l’ultima domanda, grazie mille per la tua disponibilità. A te l’ultima parola in chiusura.
Grazie a te, speriamo di vederci presto in sede live. Sinceramente, ripeto, non suoniamo da tantissimi anni in Italia e quindi siamo veramente stufi di aspettare, non vediamo l’ora di tornare e di portare dal vivo qualche brano di questo nuovo album e risuonare i vecchi successi e dare e ricevere di nuovo questa grande energia che si crea tra noi e il nostro pubblico specialmente quello italiano.