Rhapsody Of Fire (Luca Turilli)
Sono tornati i Rhapsody Of Fire e ci propongono l’atteso doppio DVD intitolato Vision From The Enchanted Lands. Abbiamo raggiunto Luca Turilli per un’intervista a 360 gradi. Buona lettura.
Gaetano Loffredo
Buonasera Luca, ci risiamo!
Ciao Gaetano, quanto tempo eh? Ormai il nostro è un appuntamento fisso. E’ divertente, abbiamo la possibilità di continuare di volta in volta il discorso ripartendo da dove avevamo finito con l’intervista precedente.
Concordo! Ma direi di partire a testa bassa col DVD, di carne al fuoco ce n’è tanta. Come mai la scelta di pubblicare un collage di vari concerti?
Abbiamo atteso un bel po’ prima di pubblicare questo doppio DVD ma, Visions From The Enchanted Lands è solo un esperimento se confrontato col vero traguardo che ci siamo imposti: vogliamo un DVD con un concerto intero, un full show da headliner. E’ il sogno dei Rhapsody Of Fire. Questa è la prima testimonianza, seguirà qualcosa di davvero speciale. Posso anticiparti che stiamo programmando il tour da headliner, comincerà all’inizio del prossimo anno e finalmente torneremo nella nostra Italia. Ti assicuro che non è colpa dei Rhapsody se non riescono a suonare con una certa costanza nel loro paese.
Bene, ma oggi siamo qui per il nuovo nato. Purtroppo la qualità audio di tutto ciò che non riguarda il Live in Canada 2005, e mi sto riferendo al DVD naturalmente, non è all’altezza di quella del live americano, sei d’accordo?
Beh ma è naturale. Il tipo di registrazione è completamente diverso e non abbiamo ritoccato praticamente nulla. Quello che senti è ciò che il pubblico di fronte a noi sentiva in diretta e, francamente, dopo oltre dieci anni di carriera non mi va di preoccuparmi dell’aspetto superficiale: non ritocco un DVD perché dobbiamo apparire belli e bravi, pubblico quello che sono riuscito a fare in quella determinata occasione. Mi devono spiegare che senso ha ricostruire da cima a fondo la sezione audio di un concerto, mi sento il disco da studio piuttosto.
Ti fa onore e non posso che essere d’accordo. Divertenti, anche se forse troppo lunghi, i filmati del bonus DVD: ho scoperto che ti piace prendere in giro tedeschi e francesi.
Ma no dai, così mi imbarazzo, ci prendevamo in giro tra di noi… in tour ci facciamo tantissimi scherzi. Ci sono un sacco di incazzature che, invece, non sono state registrate e di conseguenza non sono finite sul DVD. Peccato perché avreste potuto vedere anche l’altra faccia dei Rhapsody Of Fire (ride ndg). Non abbiamo il budget dei Manowar e se loro hanno una telecamera che li segue ventiquattro ore su ventiquattro noi possiamo permettercene una che ci segue due o tre al massimo. Al giorno si intende (ride ancora ndg).
Ma non solo. Te ne parlavo in un’intervista precedente, noi siamo quasi tutti sposati o accasati, abbiamo delle idee e dei principi totalmente diversi da un gruppo come i Manowar che la sera dopo un concerto ha una ventina di ragazze che aspettano in fila per entrare nei camerini. Tutta un’altra vita. Insomma hanno molte più cose da registrare e non mi troverei a mio agio in quella situazione.
Tieni sempre conto, Gaetano, che il nostro messaggio vuole essere a tutti i costi positivo, ti faccio un esempio: un ragazzo poco fa, durante un’intervista, mi ha detto che suo fratello, grazie alla nostra musica, è uscito dal tunnel della droga. Ecco, queste cose valgono più di un concerto di fronte a cinquecentomila persone, capisci?
Certo, avevo una domanda in serbo: quando parlate di questo messaggio da portare in giro, ci credete davvero oppure è qualcosa che dovete fare per “contratto”?
Ci crediamo al cento per cento. C’è stato un momento nel quale abbiamo trascurato un po’ questo messaggio e ci siamo fatti prendere da cambi di etichetta, contratti, e più in generale dal business. Poi ci siamo accorti che stavamo per perderci e abbiamo ripreso tutto in mano, abbiamo ragionato col cuore e oggi siamo più uniti che mai.
Torniamo sul doppio DVD: racchiude esperienze che risalgono al 2005. Sono passati due anni: cosa possono offrire in più in sede live, oggi, i Rhapsody Of Fire?
Per ora pochissimo. Non siamo riusciti a suonare con costanza a causa dell’incidente occorso al chitarrista dei Manowar, Karl Logan. Avevamo un contratto da rispettare che ora, per fortuna, è scaduto e siamo liberi di suonare quando e dove vogliamo. Nei prossimi anni ci butteremo letteralmente sui concerti dal vivo, hanno la priorità. Suonare da headliner o da spalla è differente, credimi.
Sai che mi ha davvero impressionato Alex Staropoli? In pratica utilizza 6 diversi strumenti durante un concerto, tutti sintetizzati ovviamente, ma non deve essere affatto facile. Che ne pensi?
In effetti è incredibile e per noi fondamentale. Il suo sforzo è notevole. Non avremmo la possibilità di ingaggiare qualche altro elemento, tipo un violinista o qualcosa del genere, i costi aumentano in modo spropositato. Per questo ci dobbiamo sacrificare, tutti non soltanto Alex.
Vedi, non c’è più la possibilità di avere produzioni come quelle di qualche anno fa, il filesharing sta distruggendo tutto e l’attività live è diventata l’unica in grado di far guadagnare etichetta e gruppo. Questa è l’unica verità.
C’è stata una impressionante serie di tagli, si arriva anche al 30% in meno. I Rhapsody Of Fire hanno perso tanto a causa del download ma così è successo per i Blind Guardian, per gli Hammerfall e un po’ per tutti. Arriveremo a un punto cruciale: o una band fa un certo numero di spettatori nei live, oppure è costretta a chiudere baracca e burattini.
La situazione è peggiorata rispetto a quanto mi dicevi un annetto fa?
Si, e non poco. Oggi siamo sulle stesse vendite di Legendary Tales, cento, centocinquantamila copie ma il problema lo abbiamo appena esce il disco: prima quella cifra la raggiungevamo in un anno, ora ce ne vogliono almeno due e per noi si tratta di una grossa perdita. Spiace dirlo, ma è così. Ho parlato con gente che fa parte di band famosissime e ti posso assicurare che noi ne risentiamo meno: più vendevi e più ti accorgi, oggi, del danno economico. Ragazzi fate un sacrificio e comprate pochi dischi ma originali. Se i Rhapsody fossero usciti 3 o 4 anni dopo, probabilmente sarebbero scomparsi, viceversa, se fossimo usciti 2 anni prima beh… saremmo molto più in alto, anche a livello economico.
Non stento a crederti Luca, è la legge del filesharing. E’ giunto il momento di parlare del nuovo disco Luca, hai carta bianca.
Ci stiamo lavorando già da qualche mese, ci incontriamo ogni giorno con Alex (Staropoli, ndg) e siamo in fase di stesura dei brani. C’è una novità, non mi sono occupato, come di consueto, soltanto della parte solista ma ho fatto un gran lavoro anche a livello di ritmiche. Mi piace un certo genere di chitarrismo, e ti accorgerai non appena avrai modo di sentire i nuovi pezzi. Alex ne è entusiasta! Non ha niente a che fare con la ritmica alla Manowar e si allontana un pochino dai canoni imposti da Triumph Or Agony. Ci sarà ancora qualcosa che ha composto Fabio (Lione ndg), Alex Holzwart interagirà molto di più rispetto al passato e poi… beh insomma è ancora un po’ troppo presto. Facciamo così: ne riparliamo tra tre/quattro mesi, quando usciranno i miei nuovi dischi solista. Solo allora avremo modo e tempo di chiudere il discorso sul nuovo disco dei Rhapsody Of Fire. Sei d’accordo?
Of course, ci risentiremo tra qualche mese. Domanda a bruciapelo Luca: a quanto ammonta, in percentuale, la parte campionata di un concerto dei Rhapsody Of Fire?
Beh, Alex Staropoli ci mette del suo suonando diversi strumenti. Sottrai quelli di Alex da quelli di una vera orchestra e ti rimane la parte campionata. Ma fare diversamente è impossibile. Sembra un vantaggio ma non sempre lo è: non possiamo sbagliare i tempi e la libertà è condizionata anche se possiamo aprire con un pezzo in qualsiasi momento.
Quindi fammi capire, c’è qualcuno dietro le quinte che ha il delicatissimo compito di “accendere” l’interruttore a vostro comando…
Esatto, questa è la parte più difficile in assoluto. E’ un lavoro di squadra che non ammette margini di errore. Non hai idea di quante volte proviamo e riproviamo questi meccanismi, c’è proprio una fase di preparazione dietro.
L’assenza dei sottotitoli pesa, anche se leggermente, sul rendimento finale del doppio DVD. Ci avete pensato?
Me lo sono chiesto anche io il perché, non è una cosa che dipende da noi, te lo posso assicurare. Qui si parla di un prodotto di proprietà esclusiva della Magic Circle Music e noi siamo stati pagati per rilasciare i diritti. E’ una scelta loro.
Mi risulta che stai lavorando sul tuo quarto disco solista e che, a quanto pare, si tratterà di una sorta di Keeper of the Seven Keys part III con Olaf Hayer unico protagonista nelle vesti del Michael Kiske della situazione. E’ così?
E’ così. Ci sarà comunque la voce femminile anche se molto meno presente rispetto al mio ultimo disco solista. Olaf Hayer ha superato tutte le difficoltà riscontrate nel periodo precedente, è in grande forma e ora è pronto per sostenere quasi tutto il peso delle nuove linee vocali. Utilizzerò una vera orchestra e il mio trademark non sarà snaturato, voglio tranquillizzare tutti, l’elemento cinematografico è indispensabile. Diciamo che le strutture di base si avvicineranno al miglior periodo helloweeniano.
Ho un’altra notizia: con molta probabilità riuscirò a portare on-stage il progetto solista di Luca Turilli, abbiamo avuto davvero tantissime richieste ed è giunto il momento di accontentare tutti.
Bene, anche perché c’è gente che freme per sentire dal vivo i pezzi dei vecchi dischi. E dei Dreamquest che mi dici?
Che il nuovo disco è pronto. Non mi chiedere il nome di chi ci canta perché dovrai aspettare la pubblicazione del disco tra qualche mese (ride ndg).
Mi hai anticipato, non te lo chiederò. Però torno sul discorso Italia, è mai possibile che non tornate a suonare nel vostro paese? I fans cominciano a lamentarsi…
E hanno ragione, finalmente il contratto che ci legava ai Manowar si è concluso, ora possiamo operare come meglio crediamo. E poi ti dico che, nonostante tutto, l’Italia resta il primo paese per noi a livello di seguito dopo la Germania. Dovevamo suonare al Gods Of Metal 2007 ma a causa di questioni economiche tra Joey De Maio e la Live In Italy non se n’è fatto più niente. Io ci sarei venuto pure gratis a suonare al Gods.
Cambiamo argomento: sei un fan dei Nightwish, hai ascoltato il singolo Eva?
Si, e a dire il vero non mi ha entusiasmato. Ma confido nel nuovo disco perché ormai i singoli che escono sono indirizzati alla massa ed Eva ha ben poco a che vedere col sound portentoso che i Nightwish hanno nel dna.
A proposito, sai che la spesa totale di Dark Passion & Play si aggira attorno agli 800 mila euro? Video compresi…
Non mi sorprende. I video costano moltissimo. Giusto per farti un esempio: Symphony Of Enchanted Lands 2 non è molto distante a livello di spese. Già solo per ingaggiare Christopher Lee e sua moglie bisogna staccare un assegno da minimo cinque cifre, figurati tutto il resto.
E l’etichetta guadagna almeno dieci volte tanto, capisci? Per questo non deve sorprendere…
Il nuovo Rhapsody Of Fire costerà meno di quello precedente anche se la produzione sarà ancora più curata. Tutto è stato organizzato affinché non ci siano punti morti nel processo produttivo, e noi abbiamo guadagnato un certa esperienza nel campo.
Quanto conta per voi il giudizio di un webzine o di una rivista Luca?
Tanto, tantissimo. Più che per noi per l’etichetta che attraverso i voti e i giudizi decide anche le sorti di una band. Il problema attuale è questo: tanti si stanno inventando il mestiere e mi capita spesso di parlare con finti giornalisti che non sanno nemmeno di cosa stiamo discutendo. Internet è un grande mezzo pubblicitario ma spesso diventa deleterio per noi artisti. Per fortuna non è il caso di Truemetal, che in Italia vale tanto quanto Rock Hard vale in Germania.
Sono costretto a rilasciare interviste che poi vengono automaticamente “corrette e rivedute” danneggiando il mio messaggio. Ti faccio un esempio: mi è capitato di parlare con un tizio straniero che mi ha chiesto cosa pensavo di un despota come Berlusconi e mi sono praticamente rifiutato di rispondere a una domanda a scopo puramente politico. Qualche settimana dopo leggo l’intervista, sai cos’ha scritto? Che ero al settimo cielo per la vittoria della sinistra alle elezioni e che avevo osannato Prodi. Mi sono attivato immediatamente per far moderare questo pessimo giornalismo. I Rhapsody Of Fire non hanno niente a che vedere con la politica.
Il discorso è molto ampio Luca, ma credo che si debba partire dal principio: sono le etichette che devono scegliere a chi mandare il disco promozionale e a quale rivista rivolgersi per un’eventuale intervista invece di mandare tutto al primo che capita, non credi?
Bravo! Tutto parte da lì. Speriamo che qualcuno se ne accorga, così è un caos!
Torniamo ai Rhapsody Luca, chi suona il pezzo di chitarra acustica in fingerstlyle nella suite The Mystic Prophecy of The Demonknight?
Bravo vero? Si tratta di Gunther Monno un chitarrista classico molto famoso in Germania. Io non suono la chitarra acustica ma compongo in acustica. Non avrei tempo, ci vogliono diversi anni per arrivare a buoni livelli di chitarra classica o acustica.
Un’ultima curiosità Luca: Daniele Carbonera ha messo in vendita la batteria di Legendary Tales. Non ci avete mica fatto un pensierino?
Ahahaha no no. Comunque ai tempi l’aveva pagata sette/otto milioni e il prezzo che chiede mi sembra adeguato.
Anche se oggi una batteria simile costa molto meno…
Davvero? Allora vuoi vedere che ci scappa l’affare per Daniele? (ride ndg).
Bene Luca, siamo al termine, hai altro da aggiungere?
Da domani (dal 17 luglio ndg) mi rinchiuderò a casa di Alex Staropoli: fase songwriting! Ti anticipo che ci sarà molta chitarra acustica sul prossimo disco, penso possa farti piacere. Ah, dimenticavo, sai che abbiamo pensato di risuonare il primo disco e regalargli la produzione odierna dei Rhapsody?
Davvero? Sono estremamente curioso, spero che l’idea vada in porto!
Vedremo…
Ok Luca, lascia pure un messaggio ai nostri utenti, noi ci risentiremo tra qualche mese in occasione dell’uscita dei tuoi solisti.
Ancora una volta grazie Gaetano! Un saluto a tutti gli utenti dell’ottimo Truemetal, ci rivedremo prestissimo in tour, abbiate ancora un po’ di pazienza.
Gaetano Loffredo