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Rob Halford: un sogno quando siamo sbarcati per la prima volta in America nei ’70 e lo è ogni volta

Di Orso Comellini - 8 Maggio 2019 - 16:37
Rob Halford: un sogno quando siamo sbarcati per la prima volta in America nei ’70 e lo è ogni volta

Parlando al programma radio “Whiplash” riguardo all’imminente cinquantesimo anniversario dei Judas Priest, Rob Halford ha raccontato di quanto ami suonare negli States, dalla primissima volta, fino ai giorni nostri.

Quando i Judas Priest sono sbarcati qui negli States per la prima volta, nella seconda metà dei Settanta, è stoto un sogno che diventava realtà, per una band britannica come i Priest. Oserei dire che sia così per qualsiasi band che va a suonare in America. L’America è tuttora un gran melting pot di stili musicali e molti musicisti farebbero di tutto per visitarla e stabilirvisi, per creare un punto d’appoggio e una fanbase. Perciò quelle nostre prime avventure, aprendo per i Foghat, Molly Hatchet e 38 Special, mi riportano solo a bei ricordi. Quella volta in cui abbiamo aperto per i Led Zeppelin al ‘Day On The Green’ nella Bay Area… Grandiosi ricordi, con i quali conviveremo per sempre. Adesso stiamo portando in scena il tour di “Firepower”, passando da città come  Los Angeles, Atlanta, Denver, Miami, Seattle, New York City, Portland  – diamine, sembra quasi che abbiamo suonato in ogni dove negli States, perché le prime volte che siamo venuti abbiamo suonato per mesi e mesi. Vogliamo portare il gospel dei Priest ad ognuno dei 4 angoli del Paese ed è quello che facciamo. Ogni città in cui andiamo, guardo dal finestrino del bus e mi vengono in mente ricordi rilevanti. Un qualcosa che mi tengo caro e del quale sono grato. Specie ai metal maniacs che tengono la fiamma accesa e così forte.