Rob Rock

Di Fabio Vellata - 8 Dicembre 2007 - 23:07
Rob Rock

Tra i migliori singers in ambito metal, Rob Rock è da pochissimi giorni nuovamente sul mercato con un nuovo album dal titolo “Garden Of Chaos”, successore dell’acclamato “Holy Hell” pubblicato nel 2005.
Il cd in sottofondo in una tranquilla serata di fine estate: l’atmosfera ideale per una distesa e rilassata chiacchierata “promozionale” in compagnia del simpatico artista statunitense.




Pronto, Ciao Rob, qui è Fabio di Truemetal!
E’ un grande piacere intervistarti.

Ciao Fabio! Tutto bene?
E’ un piacere anche per me!

Ti lascio immediatamente la parola.
Presenta come meglio desideri il tuo nuovo disco ai nostri lettori.

Domanda ad ampio respiro!
Beh, essenzialmente, quando ho iniziato a lavorare sul nuovo album ho pensato di fare riferimento a quanto già proposto su Holy Hell, mantenendo il medesimo approccio incentrato su di uno stile fatto di musica heavy con forti iniezioni di melodia, aggiungendo però una varietà di canzoni maggiore.
Il risultato è un disco dalla forte connotazione metal, che partendo da quanto fatto per il precedente, aumenta tuttavia il proprio assortimento, arricchendosi di ulteriori sfumature.
Abbiamo, in tal modo, realizzato brani come “Spirit In The Sky”, “Only A Matter Of Time” e “Ode To Alexander”, per citarne alcuni, che differiscono decisamente per toni ed attitudine, permettendomi, tra l’altro, anche di variare parecchio il mio modo di cantare.
Molti singers nel genere che propongo, cantano solitamente con uno stile molto tradizionale e consolidato: personalmente ho cercato di andare oltre a ciò, offrendo ai miei ascoltatori una prova che metta in luce le mie doti di interprete.

Un quesito classico: cosa si cela dietro ad un titolo come “Garden Of Chaos”?
Abbiamo a che fare con una sorta di concept?

In un certo senso direi di si.
Quando ho iniziato le lavorazioni, avevo in mente un soggetto, riferito al giardino dell’Eden, un luogo che stava alle origini ed in cui tutto era assolutamente perfetto.
Ora invece questo stato di perfezione si è perduto: viviamo in città caotiche, ipertecnologiche e piene di inquinamento, tutti siamo stressati e troppo oberati da impegni, ed il nostro mondo è un vero caos…tanto che, quello che un tempo era un Eden, ora è divenuto il giardino del caos (Garden Of Chaos).
Questa è in sintesi la connotazione che ho voluto dare all’album, un concetto riguardante uno stato di perfezione originario che con il tempo abbiamo distrutto con le nostre mani.



L’artwork è notevolmente rappresentativo di quanto mi hai appena descritto.

Assolutamente!

Ma perché hai scelto di uscire sul mercato con due copertine diverse, una per USA / Europa e l’altra per il Giappone?

Quella giapponese era in realtà la mia idea originaria, la prima scelta, pensata e disegnata da mia moglie Liza.
Qualche tempo fa tuttavia, durante il mio tour in Sudamerica, ho avuto l’occasione di lavorare con un ottimo disegnatore chiamato Felipe Machado, che mi ha proposto un’idea diversa per la cover del mio nuovo disco.
Mi è subito piaciuta molto, ma non avevo comunque intenzione di sprecare quanto già elaborato da mia moglie. Per questa ragione ho compiuto una scelta: la prima copertina, riservata al mercato del Sol Levante, la seconda a quello europeo ed americano.
Devo dire, tra le altre cose, che in Giappone, dove l’album è già uscito (pubblicato il 22 agosto NdA), sembra sia piaciuta molto.



E il disco che accoglienza ha ricevuto?

Molto molto positiva. Da quelle parti sono stati molto contenti di poter avere sul mercato il cd quattro settimane in anticipo rispetto al resto del mondo.
Sino ad ora sta andando parecchio bene, grossomodo sulla falsariga di quanto accaduto per “Holy Hell”.

Questo è il secondo cd che realizzi con la medesima line up.
Suppongo tu sia molto soddisfatto dell’apporto di CarlJohan Grimmark e di tutti i tuoi compagni.

Certamente!
In effetti nei primi dischi ho, di volta in volta, quasi sempre cambiato musicisti.
Carl Grimmark, Andreas Olsson e Andreas Johansson avevano già suonato con me su “Holy Hell”, dandomi dei risultati davvero ottimi, tanto che decisi di confermare l’intero organico anche per il successivo tour.
Al termine del tour, visto il buon affiatamento che avevamo raggiunto, l’idea di continuare insieme è stata immediata, ed il loro contributo è così divenuto fondamentale anche per “Garden Of Chaos”.
Sono davvero soddisfatto di questa scelta!

Tra l’altro, so che in fase di songwriting è stato coinvolto anche Gus G. dei Firewind…

La gran parte dei brani è merito mio e di Roy Z, Gus ha collaborato invece alla stesura di un paio di pezzi, tra cui la title-track, che, per inciso, è una canzone che amo molto.
E’ un ottimo songwriter oltre ad essere un bravo musicista, tanto che ho voluto coinvolgerlo facendogli suonare anche alcuni assoli, compreso quello della bonus track “Ride The Wind”.

Proprio parlando dei brani allora, non puoi esimerti dal dirmi a quale sei più legato e reputi rappresenti meglio il disco.

Garden of Chaos, come già accennato, è senza dubbio il pezzo che meglio incarna lo spirito dell’album, ma anche “Only A Matter Of Time” è molto indicativa, soprattutto per quanto concerne il tipo di stile presente nel cd.
Sicuramente queste due, non ho dubbi!



Voglio farti ora una domanda un po’ più personale.
Hai iniziato a fare musica ad alti livelli nel 1986, con il progetto M.A.R.S., passando poi a ricoprire il ruolo di frontman nelle bands di Chris Impellitteri ed Axel Rudi Pell, per giungere infine alla tua attuale carriera solista.
Dopo tanti anni vissuti nell’ambiente, la musica per te cosa rappresenta oggi? E’ ancora un’ardente passione, o si è lentamente tramutata in un lavoro da svolgere al meglio delle tue possibilità?

E’ solo ed esclusivamente la passione a mandarmi avanti.
La creazione di un disco è qualcosa che assorbe la gran parte delle tue energie, e se non hai alla base un grande amore per ciò che stai facendo, è facilissimo che ciò diventi, a lungo andare, tedioso ed opprimente, in poche parole, senza significato.
Se questo diventasse come un lavoro, perderebbe la componente fondamentale che risiede nel divertimento che deriva dal comporre e suonare.
E’ davvero tutta una questione di passione ed amore per la musica!

Dai tuoi esordi ad oggi, cosa è cambiato a tuo parere in positivo ed in negativo?

A mio modo di vedere, da quando ho iniziato ad oggi, le cose sono cambiate decisamente in peggio.
Un tempo artisti come me potevano contare su maggiori possibilità di mettersi in mostra e farsi conoscere anche al grande pubblico, oggi invece non è più così.
Mi ricordo ad esempio, la MTV degli anni ottanta: non passavano altro che grandi band hard rock e metal, mentre adesso questo tipo di musica è destinato all’underground ed a un numero abbastanza ristretto di appassionati.
La sopravvivenza commerciale di molti gruppi è spesso alquanto complicata, tanto che può anche capitare di non sapere se ciò che stai facendo potrà poi avere un seguito in futuro.

Cambiamo argomento un’altra volta.
Sei solito dedicare i tuoi albums alla “Gloria di Dio”. Che tipo di approccio hai con religione e spiritualità?

Il mio approccio verso Dio intendi?
Sono cristiano, credo molto nella Bibbia e nella figura di Gesù: il suo insegnamento di grande rispetto ed amore per il prossimo è ciò che, più di ogni altra cosa, cerco di mettere in pratica nella mia vita e di diffondere il più possibile, condividendolo con tutti.
Con questo però, non voglio affatto atteggiarmi a predicatore: nelle mie canzoni, infatti, non cerco mai di lanciare prediche o tentare insegnamenti puntando il dito contro qualcuno, sebbene io sia convinto che un po’ della mia fede entri in gioco, per forza, anche nei miei componimenti.
E’ un grande aiuto nei momenti difficili, ed è per questo che leggi quella dedica nei miei albums!

Che obiettivi ti sei posto di raggiungere con Garden Of Chaos?
Non dirmi di vendere un milione di copie perché lo dicono sempre tutti!

Ahahahahahah, beh, non sarebbe male però!
Mi basta che il disco piaccia alla gente quanto è piaciuto a me: sono molto orgoglioso del risultato che ho ottenuto e credo di aver prodotto un lavoro soddisfacente.
Tu che ne pensi?

Mi sembra un ottimo disco in effetti.

Ti ringrazio, è questo che importa di più, che il disco sia apprezzato da chi lo ascolta.


Cosa ti riserva il futuro?

All’inzio del prossimo anno quasi sicuramente saremo in tour in giro per l’Europa, poi a marzo ci dirigeremo oltreoceano per un nuovo tour sudamericano.

Ci sarà sicuramente spazio per un passaggio anche dalle nostre parti…

Certamente ce ne sarà occasione!
In Italia siamo stati recentemente per il tour con i Circle II Circle, ottima esperienza!

Come sempre accade, eccoci ai saluti finali.
A te la classica chiusura di intervista Rob.

Anzitutto un doveroso saluto ai fans ed ai lettori di Truemetal per il loro sostegno.
Mi raccomando, date un ascolto al mio nuovo cd e soprattutto, acquistatelo originale!
Spero di incontrarvi durante i miei prossimi concerti dalle vostre parti!

Beh, abbiamo davvero finito! Ti auguro buone cose ed il miglior successo per il tuo nuovo disco Rob!

Grazie Fabio, è stato un piacere, auguro ogni bene anche a te ed ai vostri lettori.
A presto!!!