Rush: Alex Lifeson, “Meglio essere ricordati per quello che abbiamo fatto che diventare una tribute band di noi stessi”
In una nuova intervista con i membri dei Rush, Alex Lifeson e Geddy Lee, condotta dal sito Cygnus-x1, i due hanno parlato dei due concerti in tributo a Taylor Hawkins (batterista dei Foo Fighters scomparso nel 2022), per la cui occasione i due si sono riuniti per la prima volta dal 2015 per suonare insieme la musica dei Rush:
Lee: Dave [Grohl] mi ha chiamato all’improvviso e mi ha detto: “Senti, stiamo organizzando un tributo, due spettacoli, e Taylor avrebbe voluto che tu e Alex ne faceste parte”. Gli ho risposto: “Beh, mi avevi già convinto prima ancora di chiedermelo”. Ma lui è molto saggio e intelligente, Dave. Ha detto: “Senti, una cosa che dobbiamo fare è assicurarci che non ci sia un solo batterista, perché non vuoi che la gente pensi che questi siano i Rush 2.0”. E ha coinvolto Omar Hakim ed entrambi sono volati a Toronto per provare con me e Al[ex Lifeson]. Ci hanno reso tutto così facile. Io e Al eravamo piuttosto nervosi all’idea di fare quello spettacolo, di essere di nuovo i Rush, e lui ha fatto tutto il possibile per metterci a nostro agio.
E, naturalmente, Dave ci ha presentato Paul [McCartney]. Eravamo alle prove in uno studio di registrazione qui a Londra. Dave è venuto da me e mi ha detto: “Hai mai incontrato Paul? Poi è uscito e Paul gli ha detto: “Non ho mai incontrato i ragazzi dei Rush prima d’ora” e l’ha fatto entrare. È stato, ovviamente, assolutamente affascinante. Parlava dell’imminente concerto, da musicista a musicista. Un vero gentiluomo.
E anche lui ha cercato di convincervi a tornare insieme!
Lee: E’ vero! Era così entusiasta dopo il nostro concerto. E’ diventanto il nostro più grande supporter, ha davvero cercato di convincere Al a tornare in tour!
Alex Lifeson ha parlato della possibilità che la band torni insieme:
Lifeson: Dopo quei due concerti e i mesi di preparazione che Ged[dy Lee] e io abbiamo affrontato, ero entusiasta della risposta del pubblico e di trovarmi di nuovo nel camerino a Wembley e a Los Angeles con tanti colleghi artisti che rispettavo e verso i quali sentivo un’affinità. Ma dopo qualche settimana tutto questo è passato e mi sono reso conto che, nonostante il dolore per la perdita, i Rush hanno chiuso in bellezza, suonando bene come sempre e con uno dei nostri migliori spettacoli durante il tour R40. Credo che preferirei essere ricordato per quello che abbiamo fatto piuttosto che tornare come la migliore tribute band dei Rush.
Geddy Lee ha poi raccontato di come il tour d’addio della band nel 2015, tour che si è svolto unicamente in Nord America, l’abbia lasciato con l’amaro in bocca e con la sensazione di aver deluso i fan europei:
Lee: Ho insistito molto per suonare più concerti, in modo da poter fare quegli show extra, ma non ho avuto successo. Mi sono sentito come se avessi deluso i nostri fan britannici ed europei. Mi è sembrato scorretto non averlo fatto, ma Neil è stato irremovibile nel dire che avrebbe fatto solo trenta concerti e basta. Per lui era un compromesso enorme, perché all’inizio non voleva fare nessuno concerto. Non voleva farne neanche uno. Quindi, nella sua mente, aveva già raggiunto un compromesso. Disse: “Farò trenta concerti, non chiedetemi altro”. E così è stato.
Sentivo di dover dare una spiegazione a loro, al pubblico. Anche per questo sono entrato nei dettagli della scomparsa di Neil nel mio libro, per far capire ai fan cosa è successo. Che non è stata una linea retta. Ecco quanto è diventato complicato l’intero mondo dei Rush dal 1° agosto 2015 al 7 gennaio 2020, quando Neil è morto. Erano tempi molto insoliti, complicati ed emotivi. I fan hanno investito tutto il loro essere nella nostra band e ho pensato che meritassero una risposta in qualche modo diretta su quello che è successo e su come la loro band preferita sia finita.
I Rush hanno concluso il loro ultimo tour nel 2015 e hanno annunciato qualche anno dopo che l’attività della band poteva dirsi conclusa dopo l’ultimo tour.
Il 7 gennaio 2020 il batterista Neil Peart è morto.