Salem’s Lot (Alessandro Bordigoni)
Intervista flash alqunato particolare quella fatta ai cult heroes Salem’s Lot, un quartetto davvero fuori dagli schemi. Pensate che stiamo parlando di una band che ha alle spalle qualcosa come quindici anni di onorata carriera e con all’attivo ben tre demos, ma nonostante tutto non riesce a scrollarsi di dosso il marchio di cult band. Venerati nella loro terra natia, ovvero la Sardegna, ma completamente sconosciuti nel resto della penisola, i Salem’s Lot potrebbero benissimo ambire al trono del true metal italico se solo qualcuno si accorgesse di loro. Perciò è con orgoglio che mi accingo a scambiare quattro chiacchiere con il loro frontman Thunderer, una persona alquanto squisita ma fuori dagli schemi proprio come la sua band.
Ciao Thunderer incominciamo subito con la prima classica domanda di rito: cosa puoi raccontarci sul passato dei Tuoi Salem’s Lot? Assieme ai Domine, siete fra le bands più longeve oggi in attività.
I Salem’s Lot nascono nel 1986. E’ stato il mio primo gruppo, ed e’ nato dalla volontà di provare a “fare” la musica che amavamo ascoltare. Abbiamo avuto il battesimo del fuoco l’anno successivo, davanti a 3000 persone. In quel momento ho capito che di quella sensazione non avrei piu potuto fare a meno.
Come mai in quindici anni di onorata carriera underground avete registrato solo tre demo tape? Forse il tutto è ricollegabile al fatto che la line-up non è mai stata molto stabile?
In qualche misura si’: il fatto di cambiare troppo spesso non ti aiuta a investire sul futuro. Naturalmente, questo non e’ il solo motivo, ne’ il piu’ importante. Forse la causa principale e’ il fatto di avere sempre privilegiato le esibizioni live, e il fatto di essere stati per lungo tempo degli studenti spiantati.
Da quello che ho potuto vedere su internet, nella vostra regione siete delle “star”, come mai nel resto della penisola sono in pochi a sapere dell’esistenza dei Salem’s Lot?
Macche’ star. Rifiuto categoricamente queste definizioni! Abbiamo un seguto fedele, che non ci stanchiamo mai di ringraziare per il loro appoggio, ma non siamo altro che un gruppo onesto che crede nella musica che suona. Nella penisola non abbiamo mai suonato, ma siamo disponibili a farlo, purche’ ci paghino le spese.
Mi spiegheresti il legame che intercorre fra il vostro nome ed il geniale Stefen King?
Naturalmente Salem’s Lot e’ il titolo di un suo romanzo (in italiano “Le notti di Salem”). King e’ uno dei miei autori preferiti: “Stagioni Diverse” e’ una lettura che consiglierei a chiunque.
Ma è vero che per un certo periodo avevate adottato il monicker di Grendel?
Verissimo, con la temporanea dipartita di Giacomo (il chitarrista) ho deciso di cambiare nome. Al suo rientro, ci e’ sembrato giusto ritornare alle originianche da questo punto di vista.
Quindi da quello che posso presupporre siete degli appassioanti di letteratura horror/fantasy?
Si’ tutti. Io in particolare amo moltissimo Hickman & Weis, Marion Zimmer Bradley, Tolkien, Timothy Zahn e William Gibson
Eppure la prima volta che mi sono imbattuto nel vostro sito, credevo di avere a che fare con una band di metal cristiano.
Non dire fesserie! Io in particolare sono pagano. Sono anche in contatto con il Clan dell’Antica Quercia, di Biella, e approfitto per salutarli.
Il vostro sound è fortemente radicato nel classic metal degli eighties, ma come siete riusciti ad infondere quel tipo di sonorità alle vostre composizioni?
Non facciamo niente di particolare. Quello e’ il nostro suono.
Credo che con un’adeguata masterizzazione, “Sacred sign” potrebbe fare la felicità di molti defender, tu come la pensi? Adoro “Sacred Sign”: e’ uno splendido lavoro e, si’, credo che potrebbe piacere molto. Invito chiunque sia curioso a scaricare gratuitamente i brani dal nostro sito www.salemslot.f2s.com.
Il tuo modo di cantare, la tua espressività mi hanno riportato alla mente il primo Bruce Dickinson, quello dell’esordio con i Maiden, quali altri cantanti pensi ti abbiano influenzato in tutti questi anni?
Senz’altro Eric Adams e David DeFeis dei Virgin Steele. Ammiro molto Fabio Lione.
Anche dal vivo so che vi piace proporre molte cover missate sapientemente con il vostro repertorio, come mai questa scelta?
Quando ti esibisci dal vivo, e’ importante mantenere il pubblico in un contesto familiare. Crediamo nella bellezza della nostra musica, ma l’H.M. non e’ un genere i cui brani si assimilano al primo ascolto, per cui “diamo tregua” al pubblico con delle canzoni che conosce e che ama. Inoltre, suonare cover e’ molto divertente.
Mi dicevi che praticamente non ascolti più metal da parecchio tempo, dedicandoti ad ascolti che spaziano da Mike Oldfield a Patti Smith, ma dove trovi l’ispirazione per comporre brani epic metal?
Ascolto ancora metal, ma ho anche altre passioni: la musica irlandese e celtica, le colonne sonore di John Williams, Mike Oldfield, Wagner. E’ in questa musica che trovo l’ispirazione. Dove Giacomo trovi la sua non lo so, ma credo che faccia lo stesso.
Dal 1986 anno della vostra fondazione ad oggi, come pensi si sia evoluta la scena true metal mondiale?
Non lo so. Dillo tu a me, sei tu l’esperto. No, non lo credo. Credo pero’, da appassionato di musica sinfonica, che scrivere per un’orchestra richieda una lunga preparazione e tanto studio, non solo un computer attrezzato: alcuni (pochi) gruppi riescono a farlo e il risultato e’ notevole. Il rischio che si corre e’ quello di fare brutta musica sinfonica, con tanti strumenti, si’, ma scontata e banale.
So che i vostri rispettivi lavori vi portano via parecchio tempo, ma come fate con le prove e con i concerti?
Ci ritagliamo lo spazio con grande abilita’. La cosa piu’ difficile e’ riuscire a trovare il tempo per comporre, ma c’e’ qualcosa di molto positivo nel fatto che non abbiamo bisogno di suonare per vivere. Questo ci permette di fare esattamente la musica che vogliamo, senza scendere a compromessi dettati dalla fame.
Il sogno di ogni musicista è quello di vivere di musica, ma la maggior parte delle volte bisogna rinunciare a qualcosa d’importante, tu a che cosa riusciresti a rinunciare?
Alla pizza! Se divento famoso, non mangero’ piu la pizza in segno di gratitudine agli dei.
Dopo tutti questi anni che cosa vi spinge ad andare avanti?
Un’immensa voglia di suonare, soprattutto dal vivo.
Progetti futuri dei Salem’s Lot?
Un nuovo CD e tanti concerti finche’ non schiattiamo tutti quanti.
Ma è vero che state cercando di rimasterizzare i vostri primi lavori? Come mai.
Per includerli in un’edizione speciale di “Sacred Sign” che includa tutti i demo, alcune interviste e una piccola traccia video.
Signor Bordigoni, si faccia una domanda e si dia una risposta!!!!!
DOTTOR Bordigoni, prego. Boh??? Il mio disco preferito di tutti i tempi? Kings of Metal dei Manowar.
Vuoi fare un saluto ai lettori di Truemetal.it?
Fight the good fight, and keep up the faith.
We hail you, Brothers.
Beppe “HM” Diana