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Samael (Vorph)

Di Alberto Fittarelli - 7 Marzo 2009 - 13:40
Samael (Vorph)

Se c’è un gruppo incapace di lasciar intravedere le sue evoluzioni, album dopo album, quello sono i Samael. La band di Sion, svizzera francese, ormai da un quindicennio bandiera del metal estremo sperimentale ed evoluto, aveva ormai intrapreso un cammino elettronico/industrial che lasciava comunque ampi spazi per esperimenti, ma sembrava sostanzialmente definito. E a loro la parola “definito” non piace.

Ecco allora che se ne escono con un album destinato a prendere tutti a sberle in faccia, ammiratori e detrattori, tutti insieme: “Above” è black metal puro, (quasi) incontaminato, diretto e cattivo, anche se venato di quella melodia che ha fatto grandi i migliori dischi svedesi del genere. Superata la sorpresa, richiusa la mandibola, chiediamo al cantante, paroliere e leader Vorph se non abbiano per caso sbagliato anno: “Tutto è iniziato come un progetto parallelo, al principio: Xy ha scritto alcuni pezzi velocissimi e totalmente basati sulle chitarre, io ho buttato giù delle vocals più per divertimento che per altro, e senza che ce ne accorgessimo avevamo una quantità di materiale sufficiente per pubblicare un album. Pensando che fosse un po’ troppo estremo per i Samael, ci venne l’idea di creare un nuovo gruppo chiamato Above; ma l’anno scorso, appena prima di realizzare il mastering, ci siamo messi a riascoltare questi pezzi e ci siamo detti che sarebbe stato divertente inserirne alcuni nei concerti dei Samael… Da cosa nasce cosa, ed ecco come è nata l’idea di usarlo come nuovo album dei Samael.” Semplice, no? Una cosa nata per divertimento, e per divertimento divenuta un (grande) album, viene elevata a diventare la nuova linea dei Samael, uno dei gruppi più influenti della scena. Confusi? Immaginatevi come potevano esserlo i restanti due membri della band, il bassista Masmiseim e il chitarrista Makro“Siamo tutti abituati alle sorprese in realtà, e il nuovo materiale è piaciuto immediatamente sia a me, sia a loro due, quando l’abbiamo ascoltato. Lo vediamo come il contrappasso del progetto Era One: quello era dilatato, atmosferico, sperimentale, mentre sul lato opposto della medaglia Above è un album metal, diretto e aggressivo. Era One doveva essere davvero un progetto a parte, ma poi finì nel catalogo Samael per motivi contrattuali; questa volta abbiamo pensato di sorprendere tutti, anche noi stessi a dire il vero, con materiale così diverso.”

E allora la sorpresa è tutta nostra. Un consiglio? Fate partire la terza canzone, ‘Polygames’, e restate annichiliti dal suo attacco grind. Sì, ho scritto “grind”. Dopo i primi secondi, però, ecco che il pezzo si trasforma in uno dei più melodici e affascinanti dell’intero album, richiamando scenari scandinavi sepolti dal ghiaccio da ormai un decennio, se non di più. E di cosa tratteranno i testi, questa volta? “Questa volta non avevo nulla di pronto a livello di testi, prima di ricever la musica. Di solito scrivo alcune lyrics prima e poi vedo come si adattano alla musica. Per “Above” è stato diverso, ho semplicemente fatto partire i pezzi e scritto qualsiasi cosa mi venisse in mente. Gli argomenti abbastanza vicini a quelli che ho trattato negli ultimi tre album, ma le parole sono decisamente più crude e l’approccio più “frontale”, diretto, meno metaforico, per adattarsi alla musica. “Polygames” è un piccolo gioco di parole, in francese si riferisce ovviamente alla poligamia, mente in inglese potrebbe essere inteso come qualcuno attivo su diversi giochi. Nel testo del brano faccio dei paralleli tra questi due significati.”

L’approccio lirico di Vorph è comunque cambiato nettamente ormai 10 anni fa: dalla misantropia dei primi album, sino alla svolta (ancora solo musicale) di “Ceremony of Opposites” e “Passage”, con “Eternal” il cantante iniziò a sviluppare tematiche inquietantemente… positive. Difficile non ricordare il ritornello di “Together”:

Together we will live, this century got so much more to give
Together we will leave, giving to the world a better place to grow

Un bel cambio di direzione, rispetto a qualche anno prima. Che sia ora il momento di invertire nuovamente la marcia, vista la rivoluzione musicale? ” ‘Above’ è per l’appunto sulla stessa linea di quanto ho scritto da “Eternal” in poi. Credo che prima del 1999 stessi usando il mondo e la realtà esterni per parlare di me stesso, dopo quella soglia ho invece usato me stesso per parlare del mondo. Ciò che è rimasto uguale, invece, è la voglia di unire le due cose.”

Ora, la domanda che verrà in mente a tutti quelli che hanno visto i Samael dal vivo è: come faranno a riprodurre questi pezzi su di un palco, e come li accorderanno al restante materiale? Xy suona infatti le tastiere, principalmente, lavorando sui pad elettronici solo per alcune linee particolarmente ritmate. Qui, di tastiere ce ne sono pochissime, se non nulla, e comunque solo di sfondo; e il blast beat sembra essere la soluzione principale. Un ritorno a un drumkit acustico? Vorph lo nega con decisione: “Non c’è nessuna intenzione, arrivati a questo punto, di tornare alla batteria acustica: abbiamo usato la drum machine per più di un decennio ormai e siamo ancora del tutto felici di quella formula. Questa è una delle cose che rendono i Samael diversi dal resto dei gruppi, e per quanto ne so siamo l’unico gruppo ad usarla in questo modo. Vedremo a breve come funzionerà la cosa, dato che tra una settimana partiremo per gli USA per supportare i Carcass. “Above” verrà pubblicato solo il 7 Aprile da quelle parti, ma suoneremo “Black Hole” come introduzione all’album. Durante il recente tour europeo coi Deicide, invece, non abbiamo suonato nessun brano nuovo: abbiamo 20 anni da ripercorrere dal vivo e non è stato quindi necessario aggiungere nessun pezzo nuovo.”

Anche l’artwork sembra essere leggermente più esplicito di quanto fatto dal gruppo da “Passage” in poi: per la prima volta da anni, una figura umanoide prende possesso della copertina, anche se la luce prevale di molto sull’oscurità… “È stato Patrick Pidoux a realizzarla – ci dice Vorph – lo stesso che ha creato la cover di ‘Solar Soul’, ed eravamo soddisfatti del risultato. Gli ho dato qualche istruzione generica su come volevamo la cover, ma a dire il vero lui ha fatto di testa sua, e alla fine siamo rimasti comunque felici di ciò che ha fatto. Credo che si adatti bene al titolo dell’album e ad alcune delle canzoni, come Illumination, Earth Country, On The Top Of It All… Poi ognuno può vederci ciò che vuole.”

E come può aver reagito mamma Nuclear Blast, a sentirsi recapitare materiale così poco “radio friendly”? Si sa, ormai la NB è la major delle indie, e non notare ammorbidimenti o standardizzazioni nei gruppi del suo roster è molto raro… “Siamo davvero contenti della Nuclear, sono una delle etichette più grosse per questo tipo di musica e sanno esattamente cosa stanno facendo. Sono stati elettrizzati quando hanno sentito ‘Above’, e probabilmente questo è un buon segno.”

Direi! Ora tutto sta a vedere se l’etichetta potrà e vorrà finanziare progetti ambiziosi per il gruppo, come magari un DVD che renda finalmente a pieno l’aspetto visuale dei Samael, dopo quel “Black Trip” (su Century Media) riuscito solo a metà: “Ne abbiamo parlato spesso, abbiamo già del materiale pronto, ma dobbiamo filmare un intero concerto con qualità abbastanza alta da poterne trarre un DVD. Non c’è un progetto a breve termine per questo, ma sicuramente è qualcosa che vogliamo fare.”

Alberto Fittarelli