Hard Rock

Sammy Hagar: ‘I concerti non possono attendere il vaccino contro il COVID-19!’

Di Giuseppe Casafina - 20 Maggio 2020 - 0:12
Sammy Hagar: ‘I concerti non possono attendere il vaccino contro il COVID-19!’

Sammy Hagar, durante una intervista a Rolling Stone, ha detto che si sentirebbe a suo agio a tornare sui palchi prima dell’arrivo di un vaccino per il COVID-19:

Sì, lo farò. Certo, non troppo presto. Voglio assicurarmi che non si stia intensificando. Quando i casi staranno calando e sembrerà che il virus stia andando via. Voglio dire, è un’influenza, immagino, a meno che non ci sia qualcosa che non so. Quindi c’è una stagione in cui va peggio, qualcuno se lo beccherà sempre. È come il raffreddore o la polmonite. Qualcuno si becca sempre qualcosa.

Ma se la situazione si calmasse e sembrasse essere tutto ok, non avrei problemi a suonare in un arena all’aperto. Ho già parlato con i promoter e ai proprietari di quel tipo di posti. Ho detto: “E se mettessimo dei dispositivi per disinfettare? Disinfettanti per le mani, anche. E poi distribuiremmo mascherine. Non sto parlando di adesso, parlo del primo momento in cui si comincerà a riaprire. In un grande locale all’aperto, di biglietti ne vendi solo 10.000 su 19.000. Qualunque cosa. Mi sta bene.

Ha poi continuato:

Sinceramente preferirei ammalarmi e persino morire, se è quello che serve. Dobbiamo salvare il Mondo e questo Paese dalla crisi economica che arriverà che ucciderà più persone nel lungo termine. Guarda i senzatetto. Se vogliamo parlare di una pandemia, il problema dei senzatetto si è diffuso a Los Angeles, San Francisco e Chicago… sono stato in tutta l’America, amico. Quello è un problema che sta crescendo più velocemente di qualunque altra cosa. Questo arresto dell’economia lo farà aumentare di 10 volte e poi ci ammaleremo tutti e non potrai più camminare per strada. Preferirei vedere tutti tornare al lavoro. Se alcuni di noi devono sacrificarsi per questo, ok. Morirò perché i miei figli e i miei nipoti possano avere una vita in qualche modo simile alla vita che ho avuto io in questo meraviglioso Paese. Questo è semplicemente come mi sento al riguardo.

Non ho intenzione di andare in giro a diffondere la malattia. Ma potrebbe esserci un momento in cui dovremo sacrificarci. Andavamo in guerra per il nostro paese dove centinaia di migliaia di persone sono morte per mantenere la nostra libertà e mantenere questo paese in una condizione economica che permettesse a tutti di avere una macchina e una casa. I tempi sono cambiati, ma è così che mi sento per questa faccenda. Non credo che la cosa migliore sia trascinare questa situazione fino al momento in cui saremo tutti fottuti e senza una via d’uscita.

Qui il link all’intervista originale in inglese.

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