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Saxon (Biff Byford)

Di Marcello Catozzi - 23 Aprile 2007 - 17:14
Saxon (Biff Byford)

Sono le 18.00 di una giornata estiva, con il sole che picchia senza pietà su questo mini container nel quale è stata organizzata la conferenza stampa ai Saxon. Dopo aver ultimato il sound check in vista del concerto che si terrà fra qualche ora, la band fa il suo ingresso nel locale interviste e si piazza dietro la scrivania, pronta a ricevere la mitragliata di domande sotto lo sguardo compiaciuto del simpatico Manager, che – per la cronaca – è anche il “deus ex machina”, intesa proprio come macchina organizzativa, della prossima edizione del Wacken Open Air Festival 2007. Ecco davanti a me, schierati, i mitici componenti di una band le cui canzoni hanno fatto entusiasmare un paio di generazioni di metallari. L’approccio è piacevolmente amichevole e confidenziale: la sensazione che si avverte nell’aria (calda) è di trovarsi al bar insieme a vecchi amici, davanti a qualche birra.

Here we go, dunque. Il caldo asfissiante e il sole che mi batte sulla schiena mi suggeriscono una spiritosata. Esordisco premettendo a Biff che sono solito formulare la seguente domanda a un grande frontman come lui.

Qual è secondo te il più grande cantante di tutti i tempi? Però guarda: affinché la tua risposta non sia influenzata dalla mia t-shirt (che ritrae i Rainbow, ndr), me la tolgo. E a quel punto, sfilandomi la maglietta, metto in evidenza il mio tatuaggio “votivo” con il logo di DIO. Nibbs Carter si mette a ridere divertito, mentre Biff – dal canto suo – mi guarda un po’ perplesso: starà certamente pensando che ho bevuto troppa birra. Tuttavia, professionalmente mi risponde sulla questione.

Sicuramente Ronnie James Dio è il migliore cantante della storia per me, specie se consideriamo il campo del Metal. Ci sono, peraltro, diversi altri vocalist che meriterebbero di essere menzionati, se pensi ad esempio a Bon Scott, per il suo modo particolare di cantare, o a Bruce Dickinson, quest’ultimo per la sua impronta tipicamente “british”. Lo stesso Ozzy, secondo me, ha uno stile personale inimitabile, e così pure Rob Halford. Potrei citarne altri, di altri gruppi, che sono dotati di voci eccezionali pur appartenendo a generi differenti (vedi i Journey, ad esempio).

Le domande proseguono a raffica da parte dei presenti.

Al di fuori del contesto del Rock e della musica Metal in generale, esiste qualche cantante che apprezzi particolarmente?

Oh sì, le cantanti (femmine) in generale! (risata collettiva, ndr)

Hai mai fatto lezioni di canto, esercizi particolari, studi per l’utilizzo della voce?

Assolutamente no.

Giunto a questo punto della tua carriera, ti senti più un musicista o più una leggenda, in sostanza un’icona del Rock?

Beh, sinceramente quello che sento, in questo momento della mia vita professionale, è di essere fortunato a trovarmi ancora qui, sulla breccia, in mezzo a tanti fans. Ovviamente mi sento un musicista, fortunato ripeto, con tanta voglia di cantare e suonare. Mi trovate forse annoiato? (sorriso sornione, ndr)

A proposito di motivazioni: dopo così tanti album e concerti, dove riuscite a trovare gli stimoli per creare un nuovo prodotto discografico e per affrontare un nuovo tour, con tutto ciò che ne consegue sul piano dell’impegno ecc.?

La risposta è semplice: ci piace quello che facciamo. Questa è la nostra vita, abbiamo l’ispirazione per scrivere canzoni ed è praticamente quello che facciamo. Prendiamo le ultime canzoni, ad esempio: ci piacciono molto e ci pare che i nostri fans siano dello stesso parere.

Come sono i vostri riscontri, in questa fase del tour?

Positivi al 100%. Abbiamo trovato molto calore, soprattutto in Germania, da parte del pubblico e le critiche sul nostro ultimo album sono più che buone. Per questo dicevo che siamo molto soddisfatti delle canzoni che abbiamo scritto.

Per quanto riguarda l’aspetto live, preferite suonare in grandi contesti oppure in piccoli club?

Biff: noi ci troviamo bene sia nei festival con migliaia di persone davanti, sia nei piccoli club con 200 persone; fra l’altro, in quest’ultimo caso, l’atmosfera è decisamente più calda e il contatto con la gente è più stretto, anche se, in certe occasioni, bisognerebbe risolvere il problema dei suoni, poiché spesso l’acustica non risulta all’altezza.
Nibbs: io sinceramente preferisco suonare su uno stage di grosse dimensioni (sarà perché gli piace saltare come un grillo in lungo e in largo sul palco,
ndr).

Restando nell’ambito di questo tour 2007, sapresti dire per quale motivo vi accompagnano i Masterplan? Si è trattato di una scelta del Management (a livello di casa discografica), o avete scelto voi la band di supporto?

Siamo stati proprio noi a scegliere i Masterplan e a volerli con noi, perché il loro stile si addice particolarmente al sound dei Saxon. Siamo comunque molto amici e ci piace toureggiare con loro e ci divertiamo moltissimo insieme.

I Saxon da qualche tempo hanno caratterizzato la loro produzione con una sorta di “refresh”, grazie soprattutto a una minuziosa attenzione ai suoni. Biff, parlando di altri artisti, di altre band: ce n’è qualcuna che apprezzi particolarmente, o meglio potresti suggerire qualche band che, come i Saxon, si distingue per questa “freschezza” di suoni?

Sì. Potrei citare i My Chemical Romance: mi piacciono molto per lo stile e per il sound. Mi pare che si possano riscontrare delle affinità, nella produzione, rispetto al citato “refreshing” dei Saxon, per quanto concerne appunto i suoni.

Rimanendo nel campo della tecnologia in ambito musicale, cosa pensate di Internet e del fatto che la musica sia diventata accessibile a un numero sterminato di persone?

Beh, riteniamo anzitutto che Internet sia un importantissimo mezzo di comunicazione da cui, ormai, non si può più prescindere. Dal punto di vista nostro, di musicisti, siti come Myspace consentono a una band di proporsi a una fascia di utenza rilevante in termini numerici e pensiamo che ciò sia un elemento senza dubbio positivo.
Per quanto concerne il discorso del “download”, sinceramente non sono preoccupato o turbato per il fatto che molte persone abbiano la possibilità di scaricare gratuitamente le nostre canzoni. Anzi, ti dirò che la cosa mi fa piacere: se un milione di persone scarica le nostre canzoni, ciò significa che abbiamo un milione di fans e la cosa ci riempie senz’altro di gioia!

Cosa pensate dei video clip in ambito Metal?

Biff: innanzitutto, direi che non ci riteniamo una band da video clip. Pensiamo che un video ha un senso, fondamentalmente, se si tratta di un gruppo già affermato, famoso, tipo i Metallica ad esempio. Anche nel caso in cui una band dispone di un buon singolo, conviene magari affrontare il discorso e canalizzare il prodotto attraverso MTV. Per quel che mi riguarda, è previsto un video che sarà girato in Australia, con Lemmy, il cantante dei Rose Tattoo e altri musicisti. La produzione ci sta lavorando. Quanto ai Saxon, non è comunque escluso che si possa fare un video, in futuro.

Riguardo ai video, ogni tanto mi riguardo con immenso piacere “The eagle has landed” e “The Saxon chronicles”. Posso chiederti quando potremo rivedere la vostra aquila troneggiare in cima al palco? Come mai sempre più raramente i vostri fans possono ammirare quella che Biff chiama affettuosamente “fucking pidgeon”?

In effetti abbiamo rispolverato l’aquila solo nei contesti di una certa importanza e grandezza, nel senso letterale del termine. Infatti l’aquila pesa parecchio e ci sono problemi logistici legati al trasporto e all’installazione, nel senso che necessita di una robusta impalcatura. A parte ciò, non la usiamo spesso anche perché, altrimenti, i nostri fans si stuferebbero…

Negli ultimi tempi avete pubblicato un’antologia e un dvd, con particolare attenzione ai vecchi pezzi più celebri. Non pensate che ciò possa disorientare leggermente i fans, specie quelli di nuova acquisizione, con riferimento alle giovani generazioni?

No, assolutamente. Le nostre scelte sono dettate da un criterio di omogeneità, in quanto sono rivolte a tutti i fans indistintamente, sia a quelli giovani che a quelli meno giovani. La soddisfazione più grande, per noi, è vedere sotto al palco diverse generazioni che cantano le nostre canzoni, sia quelle vecchie sia quelle più recenti. A Monaco, ad esempio, abbiamo notato che soprattutto i più giovani continuavano a chiederci di suonare le nostre vecchie canzoni. Anche per questo abbiamo voluto inserire un DVD nell’edizione speciale dell’ultimo album, con un estratto di vecchie canzoni stile anni 80. E pare che la cosa sia piaciuta molto.

E’ a questa motivazione che si riconduce la scelta della set list del tour 2007?

Esattamente. Ci sono molte canzoni del nuovo album, frammiste a molte vecchie canzoni, per poter appunto accontentare tutti.

Descrivici quali sono le vostre sensazioni sul palco, dopo tanti anni di carriera.

Sul palco si sente molto feeling: sia tra di noi, sia tra noi e l’audience, che ci trasmette a sua volta questo calore e questo feeling. Per noi è naturale, dopo tanti anni, stare sul palco a suonare per 2 o 3 ore. Un misto di passione e intensità emotiva.

Tornando al vostro ultimo album: abbiamo parlato prima di “refresh” nello stile e nei suoni. Come si può classificare “The Inner Sanctum” nel contesto generale, con riferimento allo stile o al genere?

Direi che si tratta di una miscela di Hard Rock e Heavy Metal, il che in fondo rispecchia la nostra storia. Infatti abbiamo sempre scritto canzoni prettamente HM, quali Motorcycle Man, e molte altre di stampo Hard Rock. In sostanza, ci sono tracce che presentano lo spirito degli anni 80 ma nello stesso tempo sono dotate di un taglio moderno, grazie soprattutto alla produzione.

E’ raro trovare una ballad nei vostri dischi. Raccontaci come è nata l’idea di inserire “Red Star Falling”.

Anche in questo caso possiamo tirare in ballo l’ispirazione. Eravamo in sala di incisione e ci stavamo divertendo a fare un po’ di jamming, scambiandoci gli strumenti fra di noi. Sono scaturite alcune idee risultate piuttosto interessanti e abbiamo provato a sviluppare questi embrioni musicali, alcuni curiosamente di stampo “prog rock”; abbiamo visto che ci piaceva la forma che stava prendendo questo “progetto”, e quindi abbiamo continuato su questo percorso, confezionando infine quella canzone.

Biff, cosa ci puoi dire sui testi? Da quali tematiche traggono origine le tue idee per il songwriting?

Biff: Mi piace scrivere su argomenti quali la libertà, la giustizia, e alcuni valori fondamentali della nostra vita, nella misura in cui li sento particolarmente vicini a me. Potrei citare, come esempi, “Never surrender” o “Back to the wall”.

Biff, conosco e apprezzo assai il tuo interesse per la storia, specie per la storia antica. Se ti chiedessi come vedi il presente e quali sono gli scenari che si aprono per i nostri figli, in questo nostro mondo afflitto da problemi di varie tipologie (guerre, terrorismo, inquinamento, immigrazioni ecc.), cosa mi risponderesti?

Beh, ti confesso che si tratta di questioni piuttosto angoscianti. Vedo il presente come molto pericoloso, a causa delle problematiche che hai citato. Sinceramente non trovo una risposta, posso solo dirti che avverto questo pericolo costantemente; penso al crimine che ha raggiunto dei livelli veramente critici, specie in Inghilterra; c’è una canzone, nell’ultimo album, che è stata ispirata proprio da queste situazioni di estremo rischio. Purtroppo siamo tutti coinvolti nella politica, ed è una realtà molto difficile da interpretare.

Più in generale, dove nasce e da cosa trae ispirazione la storia dei Saxon?

Il nostro contesto storico e sociale è quello di piccole città di lavoratori, passate attraverso i momenti più caldi (mi riferisco agli scioperi degli anni 60). Sto parlando della cosiddetta “working class”. Noi non veniamo dai contesti universitari, dalla scuola: noi veniamo da piccole città dove la vita era particolarmente dura e, forse, proprio per questi motivi la nostra musica ha assunto determinate peculiarità, in quanto appunto si è forgiata sulla base di queste premesse ed esperienze di vita.

Lemmy vi ha citati nel suo libro, scrivendo: “quegli strani ragazzi non si drogano”. Che ne pensate? E’ vera l’affermazione dell’autore?

Nibbs: beh, per quel che mi riguarda, io sono già fatto di mio. Non ho quindi bisogno di assumere droghe! (risata generale, ndr)
Biff: infatti, confermo che non abbiamo mai preso droghe. Il motivo fondamentale, dal punto di vista storico, è che non potevamo permettercelo, quando eravamo giovani, visto che veniamo dalla “working class”. Ma a parte gli scherzi, la cosa non ci ha mai interessato. Non ne abbiamo mai sentito il bisogno e non fa parte della nostra vita. Negli USA, di recente, qualcuno ci ha offerto un vassoio e pensavo fosse zucchero, invece si trattava di cocaina!

Si conclude così, dopo quasi un’ora, la piacevole e tranquilla conferenza stampa con i Saxon, rivelatisi ancora una volta personaggi alla buona, disponibili e simpatici. La speranza è che il loro straordinario “State of grace” continui per tanti anni ancora, regalandoci concerti come quello che avrà inizio fra qualche ora!

Marcello Catozzi