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Septicflesh (Sothiris V)

Di - 8 Giugno 2008 - 12:00
Septicflesh (Sothiris V)

Tornati in grande stile con la loro ultima fatica Communion I Septicflesh hanno recentemente calcato il suolo italico in supporto ai Vader, altra band sacra della scena estrema proveniente da territori storicamente svantaggiati per quanto riguarda il metallo più intransigente. Incontro in questa intervista Sothiris V, il quale mi rivela alcuni particolari interessanti riguardo I retroscena dello split, della reunion e dell’ultimo lavoro Communion.


Benvenuto su Truemetal Sothiris. Siete tornati dopo 5 anni, come vi sentite?

Gioiosi ed eccitati. Alla fine siamo tornati e lo abbiamo fatto con uno dei più importanti album nella storia della band.

Perchè vi siete divisi 5 anni fa e quali sono le ragioni di questa reunion?

Ci furono un sacco di circostanze che ci portarono a prendere la decisione di interrompere con la band. La nostra etichetta di allora, Hammerheart records, ebbe alcuni seri problemi legali e finanziari e sull’altro fronte I membri del gruppo volevano focalizzarsi maggiormente sulle loro vite e sui loro obiettivi personali. C’era anche il bisogno di suonare cose differenti. Comunque mentre il tempo passava la nostalgia cominciava a strisciare nelle nostre anime, quindi, nonostante gli altri lavori e I progetti personali decidemmo che c’era spazio nelle nostre vite per I Septiflesh. Naturalmente prima di decidere di procedere con questa reunion abbiamo discusso argomenti importanti come il sentiero musicale della nuova era e ciascuno di noi ha presentato le proprie idee personali e l’alchimia c’era. Anche la lealtà e l’intensa volontà dei nostri fans ha giocato un ruolo importante in questo ritorno comunque.

Parlando della vostra musica credete di poter essere ancora innovativi dopo 18 anni di carriera?

Se avessimo creduto qualcosa di diverso non avremmo mai riformato la band. Ci sentiamo più maturi di sempre nelle nostre capacità compositive, le nostre canzoni adesso sono più focalizzate, anche se rimane molto spazio per la sperimentazione. Una delle parti più divertenti del processo compositivo è l’aprire nuovi regni musicali che non aspettano altro che essere esplorati- Communion cattura le clo spirito caratteristico dei Septicflech, ma compie anche un passo avanti.

Quali sono le vostre motivazioni ad oggi?

Non abbiamo nessuna preoccupazione riguardante le pressioni adesso, solo un grande bisogno di goderci il momento. E’ come essere tornati dalla morte: la tua prospettiva cambia e tendi ad apprezzare ogni piccola gioia.

Ci avete lasciato con Sumerian Demons, un album a metà tra il black ed il gothic, ma ora tornate con questo Communion, il quale è sicuramente più orientato verso il brutal. Perchè questo cambiamento?

Non componiamo mai dandoci delle restrizioni basate su uno specifico genere musicale. I nostri album rappresentano le nostre emozioni e la nostra ispirazione nel momento in cui li creiamo. Abbiamo più di una dimensione e la commistione alchemica di esse crea l’atmosfera predominante di ciascun disco. Sembra che le nostre sensazioni fossero intensamente oscure questa volta, inoltre sentivamo il bisogno di spingerci verso l’estremo a livello di suono.

Come mai nel vostro ultimo album avete deciso di lavorare con un’intera orchestra di 80 elementi?

Era giunto il momento. Avevamo sempre avuto elementi neoclassici, ma non avevamo mai avuto la possibilità di registrarli in maniera totalmente naturale. Chris inoltre adesso è un esperto di arrangiamenti classici in quanto ha lavorato un sacco in questo campo durante gli anni in cui I Septicflesh sono stati a riposo. Una delle prime cose su cui ci siamo trovati d’accordo discutendo sull’opportunità di una reunion è stato il non scendere a compromessi sulla nostra classicheggiante, indipendentemente da queanto questo sarebbe costato.

Era un sogno che coltivavate da molto quello di lavorare con un’orchestra sinfonica oppure è stata un’idea che è sbocciata durante la lavorazione di Communion?

Avevamo già lavorato con tanti musicisti classici e cantanti di stampo operistico nel passato, ma non in questa scala. Potremmo dire che questo è quello che abbiamo sempre voluto, la differenza è che ora abbiamo solo deciso di portarlo avanti a piena potenza. La nostra volontà era quella di creare una colonna sonora oscura ed occulta.

Solitamente è complicato avere arrangiamenti complicati e rimanere aggressivi e diabolici nella medesima canzone. Aggiungere qualche traccia di tastiera è relativamente facile, ma lavorare con un’intera orchestra è uno sport diverso. Qual’è il segreto del vostro successo?

Il nostro segreto è che tutto ciò che sentite in Communion è composto dai Septiflesh, non abbiamo avuto bisogno di nessuno che scrivesse gli arrangiamenti classici in quanto avevamo Chris Antoniu a bordo, il quale è anche il nostro secondo chitarrista. Perciò tutto quello che sentite nel disco è stato costruito mantenendo il principio di conservare un corretto bilanciamento tra le nostre differenti estremità e fare qualcosa di compatto e duro come una roccia.

Un’altra parte interessante del vostro album è l’unione di canzoni più brutali con altre più melodiche. Potreste spiegarci le ragioni di questa scelta?

Perchè la melodia è una parte del sound dei Septicflesh. Non siamo la tipica band black metal e non lo saremo mai, noi suoniamo con emozioni e le nostre melodie trasportano pallide sensazioni e colori dietro di esse.

Perchè, pur usufruendo di un intero coro, non avete ripetuto l’esperimento di The Ophidian Wheel, collaborando con una cantante donna?

Perchè non era necessario. Le linee vocali che abbiamo composto io e Seth sono esattamente ciò di cui le canzoni hanno bisogno, una voce femminile avrebbe dato a tutto un umore differente intaccando l’atmosfera che volevamo ottenere.

Perchè avete cambiato il vostro stile musicale così tante volte nella vostra carriera? Possiamo dire che con questo album siete arrivati alla conclusione della ricerca oppure siete ancora nel mezzo di essa?

La ricerca non si ferma mai. Se dovessimo sentire una cosa del genere ci divideremmo.

Adesso nominerò tre band che cercano di unire nel loro sound aggressività e suggestioni sinfoniche. Potreste dire se le apprezzate e se vi sentite connessi con esse?

Dimmu Borgir: Hanno creato un sound molto oscuro e personale. Satana è contento.
Behemoth: Riffing pesante, sensazioni occulte, mi piacciono.
The Ocean: Mi piace il loro approccio brutale e al contempo progressivo verso il death metal.

Siete musicisti esperti: potreste dirci a quali cambiamenti avete assistito nella scena Black e Death nei vostri 18 anni di carriera?

Abbiamo visto un sacco di mode andare e venire, ma in ogni caso ci sono sempre grandi band che si uniscono alle fila del nostro genere e questa è la cosa più importante. In generale nell’ultima decade la musica metal è stata più viva ed attiva nella sua parte estrema.

Pensate che l’industria musicale vi abbia offerto abbastanza possibilità durante la vostra carriera o pensate che avreste meritato di più?

Probabilmente è più vera la seconda, ma d’altra parte siamo grati del fatto di aver potuto emergere tra la folla e guadagnarci una fama nella scena, specialmente ricordando che veniamo da un piccolo paese che è relativamente giovane per quanto riguarda la storia del metal.