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Shining (Niklas Kvarforth)

Di Angelo D'Acunto - 28 Agosto 2011 - 15:00
Shining (Niklas Kvarforth)

Persona sincera e senza peli sulla lingua, Niklas Kvarforth. Abbiamo raggiunto l’artista svedese per parlare soprattutto dell’ultimo Född Förlorare, nonché della situazione in casa Shining e del prossimo futuro, che comprende le ormai imminenti date italiane (con tanto di registrazione di live album ufficiale) previste per il 2 e 3 settembre. Buona lettura.

Intervista a cura di Angelo D’Acunto e Tarja Virmakari
Traduzione a cura di Lucia Cal

Recentemente avete annunciato che il chitarrista Fredric Gråby ha lasciato la band (l’intervista è stata raccolta alcuni mesi fa, ndr), mentre il bassista Christian Larsson, precedentemente turnista, è diventato un membro ufficiale degli Shining. Commenti a caldo su questi avvenimenti improvvisi?

Certo, quando è successo avevamo appena deciso di girare il nostro primo video ufficiale: ce ne stavamo là, nel posto in cui si sarebbero svolte le registrazioni, ma Fredric non si è visto. Abbiamo cercato di metterci in contatto con lui telefonicamente e alla fine, dopo due ore e centinaia di chiamate e messaggi senza risposta, ci ha detto: ‘Sentite, adesso sto lavorando. Non posso più stare dietro alla band, ho deciso di lasciarla’. Inizialmente non siamo riusciti a metabolizzare la decisione di Fredric, ma pian piano ci siamo resi conto che ci aveva piantati in mezzo al nulla, a Liverpool, e ci siamo sentiti un po’ demoralizzati. E’ stato un membro della band per sei anni, rimane un caro amico, ma nell’ultimo mese gli Shining sono cresciuti e stiamo diventando una band piuttosto importante: per me, per Peter Huss, per Ludwig e Christian rappresenta il nostro lavoro e non possiamo metterlo a repentaglio perché uno dei membri non è affidabile. E per quanto riguarda Christian… non mi è piaciuto tanto all’inizio, tuttora non sono un suo grande fan siccome è il bassista! (ride, ndr). Ma sarà un collega leale, è davvero un bravo ragazzo e quindi gli abbiamo semplicemente detto che era ora diventasse un membro effettivo della band: adesso abbiamo una line-up completa e possiamo sembrare un’autentica band come i Ramones, o i Beatles, insomma un gruppo vero e non un dannato ‘progetto’. E’ triste, ma adesso Friedric è fuori dal gioco e troveremo chi possa prendere il suo posto.

“Född Förlorare” è stato presentato come seguito ideale di “Halmstad”, ma penso che anche “Klagopsalmer” possa essere considerato un capitolo evolutivo più feroce dello stesso. “Född Förlorare” tuttavia è molto più introspettivo, sei d’accordo?

Mettiamola così: abbiamo registrato “Född Förlorare” tre anni prima. Siamo entrati in studio mentre stavo vivendo una relazione molto seria con Helena, la mia fidanzata. Ci siamo seduti, rendendoci conto che avevamo tanto materiale per un nuovo album, ma eravamo vincolati dal contratto per Osmose Productions, a cui dovevamo un altro disco. Il problema era che la Osmose sembrava non recepire il fatto che volevamo diventare una band importante, siamo rimasti in questa situazione per 15 anni e volevamo cambiare. Abbiamo messo insieme tutte queste idee e ho detto a Peter e Fredric: ‘Ok, registriamo quest’album’. La fase compositiva è durata due giorni, sia per la musica che per i testi, quindi penso davvero che “Shining VII” sia il legittimo successore di “Halmstad”: quest’ultimo è stato un album significativo per noi, molto cupo, e devo dire che il nuovo disco è caratterizzato da una svolta ancora più tetra e sinistra, un suono, passatemi il termine, decisamente più diabolico.

Parliamo dei testi di “Född Förlorare”: quali argomenti affrontano? Si tratta per caso di un concept album?

No, non è un concept album: ho scritto tutti i testi mentre ero sotto gli effetti dell’eroina, avevo una dipendenza molto seria. Comunque non tocco quella merda da tre anni e non ho intenzione di farlo in futuro. Potrei assumere altri stupefacenti, ma non quello. Ad ogni modo, il punto è un altro: la prima canzone affronta un argomento relativo alla spiritualità, è stato il primo brano che abbiamo scritto e racconta come la periferia possa provocare sofferenza, cose che fanno male a vedersi. Il secondo parla del momento in cui perdi tutto, qualsiasi cosa conti nella tua vita, per esempio un amore importante, o i genitori, insomma, cose del genere. In un certo senso esalta la morte in maniera allettante e celebra il death metal: vedi, il senso del testo essenzialmente racchiude l’idea che, una volta attraversato il ponte, ci incontreremo di nuovo dall’altra parte. Il terzo brano invece credo sia il testo più misantropico che abbia mai scritto: approssimativamente, potrei definirlo come uomini che disprezzano gli uomini. È il mio modo per uscire dalla morsa della mia stessa rabbia, diciamo per elaborare questa sensazione ed accenderla. La quarta invece è davvero divertente: ho scritto una ballad, ma non doveva essere una canzone d’amore rivolta a qualcuno, ma l’ho dedicata all’eroina. La cosa divertente è stata che abbiamo avuto una delle più grandi popstar svedesi a cantare nei cori, che tradotti grossolanamente significano: ‘Senza di te io non sono nulla e senza di me tu non sei nulla, ma insieme noi siamo tutto’. Quando è entrato in studio, lui pensava si trattasse di una canzone d’amore, e io gli ho detto che lo era, solo che parlava di eroina. Allora mi ha risposto: ‘Succede a tutti i tossicodipendenti. Se continui a farti in questa maniera ti distruggerà la carriera’

Vorresti aggiungere qualche altro dettaglio?

Oh sì, certo! Non ho molto da dire riguardo al quinto brano, perché si tratta di una cover, abbiamo scelto una prog band svedese, mentre il sesto parla delle mie relazioni familiari… nel loro insieme i testi degli Shining vogliono indagare la sofferenza cogliendo i suoi vari aspetti, non essere solamente una rilettura della stessa. Spesso veniamo fraintesi, perché vengo considerato il tipo di persona che se ne sta a bere e poi scoppia in lacrime. Ok, lo faccio solo qualche volta…! (ride, ndr). Scherzi a parte, è qualcosa che distrugge la vita dei giovani teenager, imponendo la credenza che sia giusto nutrire idee sull’autodistruzione e il suicidio.

Questo disco contiene davvero molte storie. Sfortunatamente, spesso sono storie di vita vissuta, presumo che tu abbia avuto molte esperienze da cui trarre la tua ispirazione, spesso con l’intento di farle capire agli altri…

Sì, certo e non voglio che queste cose vengano semplicemente recepite, deve essere interiorizzato, impedendo che il male corrompa la nostra vita.

L’album è molto ricercato nei dettagli. E’ per caso questo il motivo per cui la data in cui doveva essere distribuito è stata posticipata, magari un’eccessiva pressione durante le registrazioni?

No, prima di tutto devo chiarire che non ci sono stati problemi in fase di registrazione. Quel che è successo, è che lo abbiamo registrato due anni fa e quel dannato figlio di puttana di un produttore che avevamo ha posticipato il mixaggio del disco perché aveva accettato altri lavori, per esempio gli Arch Enemy, che sono più importanti. In pratica ha fatto una stronzata, perché gli Arch Enemy avrebbero dovuto iniziare a mixare il disco e dopo sei settimane non avevano pronta nemmeno una canzone. Nel frattempo questo bastardo ha avuto la faccia tosta di chiedere più soldi! Comunque la produzione è stata davvero costosa e alla fine, spendere così tanti soldi per gli Shining è ridicolo. Poi d’un tratto ho ricevuto un messaggio del nuovo dirigente di Spinefarm Records, che voleva comprarlo. Ora fortunatamente facciamo parte della Spinefarm ed è praticamente dieci volte meglio di qualsiasi cosa fatta prima.

 

Il disco vede la partecipazione di numerosi ospiti del calibro di Erik Danielsson, Chris Amott, Nordman, Peter Bjärgö. La loro presenza ha influito in qualche modo sulla composizione?

Assolutamente no. Però è ovvio che quando stavo registrando le mie parti alla voce, volessi inserire una maggiore varietà: ho scelto Erik perché mi piaceva il suo approccio, mi piace come persona ed ero sicuro avrebbe fatto un ottimo lavoro. Peter Bjärgö invece ha uno studio a Eskilstuna chiamato Erebus Odora e negli ultimi tre anni ci ho registrato tutte le mie sessioni alla voce e anche album di altre band per aiutarlo con il lavoro di registrazione allo studio. E’ un cantante eccezionale, ha i suoi progetti come Arcana e Sophia, gli ho chiesto di contribuire e l’ha fatto. Infine Christopher Amott è un grande amico di Peter Huss e questo è il motivo per cui ha pilotato qualche assolo, mentre riguardo la partecipazione di Nordman avevo già commentato prima.

Ho trovato molto appropriata l’aggiunta di nuovi strumenti come il mellotron, non solo perché contribuisce ad accentuare l’atmosfera malsana che caratterizza il disco, ma concorre a creare una certa attitudine che potremmo definire progressive. Tutto questo non sembra casuale, che ne pensi?

Non ne ho idea! Prima ho pensato a tutto quello che volevo fare, ed è finita in questo modo! (ride, ndr). Quando registri in maniera molto impegnativa spesso ti trovi a suonare con quello che vedi intorno, quindi capita che provi anche cose nuove. Fortunatamente abbiamo avuto il privilegio di suonare con un musicista norvegese che possedeva un mellotron originale, uno di quelli che trovavi negli anni ’70, coloro che sono piuttosto appassionati di vintage anni ’70 possono capire: contribuisce a rendere unico il lavoro. Ho anche apprezzato il fatto che il museo di storia della musica norvegese abbia cercato di comprare alcuni suoi strumenti, che ovviamente lui non ha venduto. Il mellotron è uno di quegli strumenti che ho sempre voluto introdurre nel modo di fare musica degli Shining; mia moglie mi odierà per non aver detto che era il sassofono…

Ma no, io adoro il sassofono!

Anche io! Infatti credo proprio che lo inserirò nell’ottavo album… sperando di riuscire a comporre un intero disco e non solo la musica per il sassofono!

Hai iniziato con gli Shining quando eri molto giovane: cosa ti ha portato a intraprendere questo percorso di musicista, ma soprattutto, perché hai scelto questo genere particolare?

E’ stata mia nonna a farmi conoscere il black metal, è stata lei a darmi i primi dischi storici… con gli Shining ho iniziato nel 1996-97, uno scenario in cui pullulavano centinaia di black metal band che tentavano di emergere… ho provato ad ascoltarli e mi parevano senza sostanza, non riuscivo a trovare nulla che mi piacesse. Allora è stato come prendere coscienza, mi sono detto tra me e me ‘Hey, è ora di fare un tuo album’. All’epoca avevo 12 anni, ho fatto il primo disco quando ero dodicenne, oppure avevo quattordici anni… o quindici, insomma qualcosa del genere. L’unica ragione per cui l’ho fatto è che avevo un bisogno impellente di distruggere e ho capito che il black metal per me era la risposta per contagiare chi mi ascoltava comunicando la mia devozione a Satana e la mia propensione ad atti autolesionistici e pensieri suicidi, sempre inseriti in musica. Anche se quando ho parlato della mia devozione verso il diavolo, è perché sono l’unico nella band a dimostrare una certa forma di religiosità: questo è il motivo per cui non considero gli Shining una black metal band, l’autentico black metal tratta tematiche prettamente sataniche e gli Shining non lo hanno mai fatto, se non in qualche sporadica occasione.

 

Cosa ti ha motivato in tutti questi anni a continuare il progetto degli Shining?

Ancora una volta, è qualcosa che mi brucia dentro, nel profondo del cuore. Questo è quello che volevo fare nella mia vita: ora posso farlo su ampia scala, il progetto si è ingrandito, ci siamo evoluti, e speriamo di riuscire a suonare in qualche arena oltre a realtà come i piccoli club. Non vediamo l’ora che accada, aspettiamo quel giorno e stiamo lavorando sodo, possibilmente tutti insieme, perché il mio amore per le tenebre non può mai estinguersi. L’oscurità, l’esplorazione a tratti fanatica delle tenebre, è più importante di tutto il resto. Conta più della mia famiglia, del futuro… di qualunque altra faccenda, è l’unica cosa che è veramente importante e penso che sia per questo motivo che gli Shining funzionino e che continueranno a funzionare ancora per una ventina d’anni a venire.

Penso che gli Shining abbiano raggiunto una certa notorietà a livello europeo. Sei soddisfatto di questo risultato, o all’inizio le tue intenzioni erano differenti?

ll mio obbiettivo è sempre stato quello di raggiungere ulteriori traguardi e un pubblico sempre più ampio. Nel genere o sottogeneri del black metal si fa sempre un tipo di registrazione puerile, questi fottuti CD che fan ridere su dei ridicoli computer e distribuiti a degli stupidi amici da etichette altrettanto stupide. Ognuno alla fine può fare black metal come crede, ma io ho sempre desiderato diventare più professionale. Il fatto è che queste persone, spesso attratte dalla scena black metal, la pensano diversamente: non è ‘true’ vendere 15 mila copie, ne devi vendere al massimo 500. Ci sono due possibilità per questo: la prima, è che fondamentalmente la loro musica fa schifo, quindi non riescono a vendere più di 500 copie in croce; oppure, se la prendono, dicendo ‘Ma si, stiamocene nell’underground!’ e stronzate simili. L’altra cosa che pensano è ‘No. Questo è l’unica via possibile’. Bene, fottetevi tutti!

All’inizio mi hai detto che non ti rispecchiavi in un certo tipo di black metal e dovevi trovare la tua strada: come spiegheresti la tua tipologia di proposta musicale, tra continui cambi di stile ed evoluzione progressiva?

Ho tre parole per spiegare il tipo di musica che faccio: ‘dark fuckin’ shit’.

Ok, penso di aver colto…

Sai, il problema risale al 1996, quando ho iniziato con gli Shining: ho avuto questa idea fenomenale, scusa se posso sembrare arrogante, ma… ho avuto davvero un’idea fenomenale: volevo distaccarmi dal black metal classico perché non volevo indagare gli aspetti del Satanismo nella mia musica. In un certo senso, lo faccio sempre personalmente, ma non volevo diventasse una tematica del gruppo. Sono sempre stato affascinato in maniera morbosa dall’autolesionismo, dall’annichilimento in linea generale, quindi mi sono detto: perché non chiamarlo ‘suicidal black metal’? Sfortunatamente adesso sembra diventato un sottogenere piuttosto popolare, hai presente questo continuo citazionismo di ‘suicidal black metal’, ‘depressive bla bla bla…’. Stronzate. Il problema di queste persone è che hanno frainteso il concetto primigenio del male, che è molto semplice e diretto: è cantare e glorificare la morte e l’abisso in tutti i suoi significati, e così nutrire forzatamente l’ascoltatore, in modo da rovinarli e fare in modo che distruggano la loro vita in nome del diavolo. Invece la gente che ora suona in queste sedicenti ‘suicidal’, ‘depressive’ band, questa orda di mongoloidi (ride, ndr). Beh, cantano solamente di faccende come ‘Oh, la vita è così ingiusta… i miei genitori mi trattano male, non mi lasciano solo’… capisci, questa merda! E mi fanno veramente girare le palle, perché ho creato qualcosa che alla fine si è rivelato essere un grosso, grosso, grosso errore. E’ diventata una farsa.

Abbiamo già parlato dei motivi che hanno spinto Fredric e Christian ad andarsene, ma cosa ne pensi dei cambiamenti costanti nella line up degli Shining?

Perché sono una persona con cui è davvero difficile lavorare. Non per me nello specifico, ma perché pretendo sempre il 110% dalla gente con cui lavoro: non vedo alcun senso di fare qualcosa se la svolgi all’80% delle tue possibilità. Devi essere conscio del fatto che tutto quello per cui lavori farà del male a qualcuno; questa regola è sempre valsa per gli Shining ed è anche uno dei motivi per cui alcuni dei membri precedenti sono stati licenziati. Invece altri se ne sono andati perché si sono spaventati di quel che gli Shining professano. All’inizio partivano dicendo ‘Yeah, sono d’accordo su tutto quanto!’ e balle varie, ma alla fine quando si iniziava a fare sul serio e vedevano il lato oscuro del male, sono scappati, impauriti come dei fottutissimi polli.

Hanno capito che non erano pronti nel vedere una cosa simile…

Probabilmente non saranno mai pronti! Ma credono di esserlo perché ci scherzano con queste cose e se giochi con il fuoco, alla fine ti bruci.

Spesso i musicisti cambiano attitudine sul palco, come se mentre suonano recitassero una parte, dietro una maschera. Quello sul palco è lo stesso Niklas di tutti i giorni o anche tu segui una sorta di copione quando suoni?

Mettiamola così: sicuramente quando salgo sul palco, sento l’adrenalina scorrere nelle vene e divento quello che vedi. E’ un po’ come quello che fa Alice Cooper, sale sul palco come Alice Cooper e quando scende è un altro e fa cose diverse. Però io sono sempre dedito agli eccessi: sono una persona caratterizzata dall’eccesso, anche se nel mio quotidiano vivo insieme alla mia ragazza, ho due gatti che adoro… ma l’80% di me rimane quello caratterizzato dall’oscurità, dalle emozioni negative. Quando salgo sul palco, non solo questa oscurità mi caratterizza al 100%, ma è come se queste sensazioni si moltiplicassero e diventano quello a cui penso. Le vivo ma devo esercitare un forte autocontrollo, perché se non lo facessi, credo che gli Shining non durerebbero altri due anni. Se non controlli l’istinto, è finita. E’ molto importante, devi essere sincero riguardo a quello che fai e se non lo sei, la tua musica non può avere successo e non puoi continuare come band. Questo succede se non ti dedichi 100% al gruppo…

Ascolta, non credi che dopo tutti questi dischi sia tempo di registrare un DVD?

Sì, ne faremo uno l’anno prossimo!

E sai già qualcosa che puoi rivelarci in anteprima?

No ma posso dirvi un’altra cosa. La vostra webzine è italiana, vero? Ecco il 2 settembre suoneremo a Cervia e il 3 suoneremo a Retorbido (le due date sono poi state confermate, seppur con qualche variazione, ndr). Questi concerti saranno davvero speciali perché verranno registrati e ne faremo un doppio CD live che verrà distribuito entro la fine dell’anno. Faremo uno spettacolo di due ore e suoneremo molti brani che non avevamo in setlist da anni e altri che non abbiamo mai suonato dal vivo, pezzi tratti dal primo album e cose simili. Questa è un’occasione davvero speciale per l’Italia, gli Shining registreranno un double live album nel vostro Paese.

Questa domanda è piuttosto personale riguardo al tuo passato. Anni fa sei scomparso per sei mesi e si è diffusa la voce di un tuo tentato suicidio. Era stato dichiarato che ti avrebbe sostituito un cantante di nome ‘Ghoul’,che si è scoperto essere te: vorrei capire che cosa ti passava per la testa in quel periodo.

Me ne sono dovuto andare per diverse ragioni, motivi che avrebbero potuto portare alla mia morte. Sono partito per la Norvegia senza dire niente a nessuno, avevo quest’idea in testa di fottere i membri della band, facendo loro credere che c’era questo nuovo cantante che avrebbe preso il mio posto. Gli ho fatto credere che durante il concerto che avremmo tenuto ad Halmstad, si sarebbe presentato per eseguire il primo brano. Io sono spuntato dal retro, avevamo questo cambio di set dopo l’assolo alla batteria e stavo parlando con i due chitarristi, erano fottutamente arrabbiati con me per questo scherzo perché credevano fossi morto. Ad ogni modo è una storia veramente lunga e non mi sento in condizioni di ripeterla.

Ok Niklas, ti ringrazio molto. Ti lascio lo spazio per concludere questa intervista come preferisci, cosa vuoi dire ai nostri lettori italiani?

I tuoi occhi mi fanno sognare (in italiano perfetto, ndr). No, davvero, non saprei… succhiami la minchia (nuovamente in italiano perfetto, ndr). Ci vediamo a settembre!.