Simone Fiorletta
A breve distanza dall’uscita del suo secondo album solista, il positivo Parallel Worlds, abbiamo avuto la possibilità di intervistare il bravo chitarrista dei Moonlight Comedy, Simone Fiorletta. Con l’augurio di poter ascoltare presto nuova buona musica da parte sua, lasciamo la parola lo stesso Simone.
Ciao Simone, vuoi presentarti ai lettori di Truemetal raccontandoci la tua storia di musicista? Quando è nato il tuo amore per la chitarra, e come si è sviluppato nel tempo?
Ciao Riccardo. Mi sono accostato alla musica all’età di sette anni iniziando lo studio del pianoforte, affrontando così il mondo classico dei maggiori esponenti del calibro di Bach, Mozart e via dicendo. Dopo quattro anni, per la precisione ai miei 11 anni, ho iniziato a comprare i miei primi dischi Rock – Metal e così rimasi folgorato da quelle chitarre tanto dominanti in questo genere. Dopo una serie di eventi, convinsi i miei genitori ad acquistarmi la mia prima chitarra elettrica ed iniziai sin da subito, grazie al supporto di mio fratello e di miei due cugini, ad imparare le songs di gruppi quali Metallica, Megadeth per poi passare a Dream Theater e guitar-hero alla Satriani. Dopo pochi anni capii che la chitarra era la mia vita e doveva essere a tutti i costi anche il mio futuro; così iniziai a studiare seriamente con vari insegnanti e fondai, nel ’98 insieme ad Andrea Scala, i Moonlight Comedy… mio passato, presente e, dita incrociando, mio futuro.
Come è nata la tua collaborazione con l’etichetta Lion Music? Sei soddisfatto della produzione e del lavoro svolto per il disco?
Con la Lion Music ho avuto modo di pubblicare il lavoro dei Moonlight Comedy (The Life Inside). Ci siamo arrivati anche grazie alle varie collaborazioni che il nostro batterista ha svolto con il talentuoso tastierista Mistheria. Dopo la pubblicazione del nostro debutto, l’album ha ricevuto critiche davvero positive in tutte le parti del mondo e la maggior parte delle quali esaltava il mio operato all’interno della band. Così ne approfittai per propormi anche come solista al caro Lars Eric Mattsson della Lion Music e devo dirti che da parte loro ho trovato le porte aperte sin da subito.
Per quanto riguarda l’album in questione, “Parallel Worlds”, sono soddisfatto da tutti i fronti, tenendo in considerazione che è il mio debutto a scala mondiale. Posso aggiungere anche che la Lion è davvero una grande etichetta in quanto promuove i propri artisti in una maniera molto professionale.
Dal 2003 al 2005 hai già realizzato un demo e due full-length da solista, cui dobbiamo aggiungere un album con i Moonlight Comedy (2004): di carne al fuoco non ce n’è di certo poca. Da dove trai ispirazione quando scrivi la tua musica?
Hai ragione…e ancora non sai cosa ho sotto mano!
Per la stesura di questi album devo fare differenza tra quando compongo musica con i Moonlight Comedy e quando si tratta di Simone Fiorletta. Con la band, giustamente, non ho solo io voce in capitolo…di solito usiamo scrivere musica tutti e cinque insieme, anche se da un po’ di tempo, soprattutto per l’album nuovo che stiamo preparando, le parti musicali sono state create per la maggior parte da me ed Andrea, mentre testi e linea vocale se ne è occupato solo il nostro singer Emiliano Germani.
Da solista, invece, compongo interamente io la song, proponendo anche parti di batteria e basso senza obbligare i musicisti che mi affiancano a seguire le mie idee. L’ispirazione per la mia musica la traggo dalla mia vita…mi piace musicare, o quanto meno, provare a musicare le esperienze da me vissute in prima persona: immagino la mia vita come un cortometraggio ed io l’addetto alla stesura della colonna sonora.
Parliamo di Parallel Worlds: come mai hai scelto questo titolo? A che cosa fa riferimento?
So che potrebbe sembrare un titolo scontato, ma forse era l’unico che poteva rispecchiare il mio messaggio. Per me tutto ha un proprio “mondo parallelo”, per esempio credo che ognuno di noi abbia diversi caratteri e potenzialità che vengono fuori in diverse situazioni che si vivono; ognuno di noi prova diversi sentimenti pur facenti parte di uno stesso essere, insomma noi stessi siamo “mondi paralleli”.
Inoltre c’è anche il riferimento alla mia vita da solista parallela a quella della band.
Mi pare di aver riscontrato nel disco una certa predilezione per sonorità intime e introspettive, e mi pare che i risultati migliori provengano proprio da questa direzione (Alone in the Rain e Blue Eyes sono i pezzi che personalmente ho preferito). Come spiegheresti questa inclinazione, e come descriveresti la tua proposta musicale?
La maggior parte delle canzoni sono venute fuori pensando alla mia ragazza ed al rapporto che ho con lei. “Blue Eyes” è la mia espressione d’amore nei suoi confronti (prova ad indovinare il colore dei suoi occhi?!…), “Alone In The Rain” è nata dopo un litigio ed è stata pensata mentre rincasavo in una giornata di pioggia. Le canzoni più intime ed introspettive dell’album sono state scritte dal mio cuore e poi dalle mia mente! In queste tracce si può sentire veramente “Simone Fiorletta”.
Non amo dare una definizione alla musica che propongo dato che, come hai avuto modo di sentire, le canzoni sono abbastanza differenti tra loro, stilisticamente parlando, pur non allontanandomi troppo dal filone Rock. Non credo assolutamente di proporre musica originale, anche perché oggi come oggi credo sia quasi impossibile, però non credo neanche di essere la copia di qualcun altro o quantomeno il solito “guitar-hero” che approfitta della pubblicazione di un album per mostrare solo ed esclusivamente la propria tecnica.
La canzone “Lullaby for Laura”, oltre ad avere un contenuto piuttosto atipico (molto particolari i vocalizzi di Emiliano Germani), è un’eredità di The Beginning rispolverata come bonus track. Come mai questa scelta?
In “Lullaby For Laura” la cosa che mi piace molto è che ho fatto cantare Emiliano facendogli utilizzare solamente le vocali del nome Laura ( A – U – A ) e sono soddisfatto della riuscita di questa ninna nanna.
Ho voluto riproporla perché secondo me è il momento più bello dell’album “The Beginning”, nettamente differente dal più maturo “Parallel Worlds”!
Che cosa mi puoi dire delle tue influenze musicali a livello di stile? Quali sono i tuoi punti di riferimento?
Quando scrivo musica, non penso mai cose del tipo “Voglio fare una canzone alla Satriani…” piuttosto penso “Oggi come mi sento? Come “suonerebbe” il mio stato d’animo?”…quindi più che punti di riferimento, posso dirti quali chitarristi, solisti e non, mi piacciono nel loro modo di suonare. A parte i nomi che conoscono tutti, Satriani e via dicendo, amo molto Neil Zaza e Neil Schon! Però credo che nel mio lettore cd girino di più gli album di Zaza che secondo me è stato in grado di unire perfettamente tecnica e melodia!
Satriani e Vai, due autentici maestri delle sei corde che mi paiono riconoscibili nel tuo stile, sono sicuramente tra i chitarristi più influenti del momento, insieme ad altri mostri sacri come Petrucci e Malmsteen. Parlando in generale, secondo te, questa predominanza corre il rischio di mettere in ombra altri grandi interpreti dello strumento, musicisti spesso altrettanto validi ma, per una ragione o un’altra, meno chiacchierati dei precedenti?
Secondo me dipende solo ed esclusivamente dall’ascoltatore, non dall’artista in questione. Personalmente non posseggo tantissimi album di artisti arcinoti, tipo quelli da te menzionati, piuttosto preferisco scoprire album di artisti meno conosciuti ma che comunque hanno molto ma molto da dire! E’ anche vero, però, che la maggior parte degli ascoltatori bada al nome e non alla sostanza dell’album ed è per questo che anche nelle recensioni spesso leggiamo “Album stupendo, il migliore della sua carriera…”, se si parla di un musicista famoso mentre se si tratta di un’esordiente spesso incappiamo in “La solita cosa già sentita, niente di originale, la copia di…” senza pensare che la musica è musica indipendentemente da chi la compone!
Che cosa ritieni debba avere un brano strumentale incentrato sulle chitarre per conquistare anche coloro che non sono abituati a questo tipo di musica?
Melodia, melodia e melodia! Ciò senza andare a discapito della tecnica se il compositore ha anche questa potenzialità. Non vorrei sembrare presuntuoso, però posso dire che mi hanno scritto molte persone, italiani e non, dicendomi di aver apprezzato il mio album e molti dei quali non erano neanche musicisti!
Il 2005 è ormai agli sgoccioli: quali sono stati a tuo avviso gli album più meritevoli dell’anno, quelli che hanno lasciato un segno?
Io sono un grandissimo fan dei Labyrinth (a questo punto ne approfitto anche per salutare il mio caro amico Andrea De Paoli!) e non posso non menzionarti “Freeman”, album della band in questione. Molto bello anche il debutto dei Circus Maximus, soprattutto da un punto di vista tecnico-compositivo.
E quali, se ce ne sono stati, ti hanno deluso o lasciato un po’ di amaro in bocca?
Nessuno…semplicemente perché ho imparato ad amare la musica e rispettare tutti i musicisti.
Quali sono i tuoi piani futuri per la tua carriera da solista e nei Moonlight Comedy?
Con i Moonlight Comedy dovremmo entrare in studio per la metà di Gennaio per iniziare le sessioni di registrazioni del nuovo album.
Da solista, invece, sono già a lavoro sulle nuove canzoni e questa volta sarò affiancato da musicisti davvero eccezionali nonché di fama internazionale. Alle tastiere ho l’onore di avere Andrea De Paoli (Labyrinth – www.andreadepaoli.com), al basso Pasko (Sigma, Cans – Hammer Fall) ed alla batteria il mostro sacro della batteria Tony Liotta (Tina Turner, Chick Corea ed altri – www.tony-liotta.de).
E quali sono i tuoi piani per quanto riguarda l’attività live?
Per ora sono fermo dato gli impegni con i Moonlight Comedy…però contiamo di avere un’intensa attività live dopo la pubblicazione del nostro secondo lavoro.
Da solista, invece, “Parallel Worlds” è nato come progetto studio, per questo ho fatto solo un live di presentazione nella scuola di musica in cui insegno (Music Station – Sora) ed un live con i Listeria a Reggio Emilia. Però posso anticiparti che con De Paoli, Pasko e Liotta abbiamo intenzione di portare anche dal vivo l’album che stiamo preparando.
L’intervista è giunta al termine, lascio a te quest’ultimo spazio per chiuderla nel modo che preferisci.
Innanzi tutto voglio ringraziarti per la recensione e per la tua disponibilità nell’intervistarmi. Dopo di che mi auguro che il mio album possa piacere o quanto meno interessare i lettori del mitico web magazine Truemetal e ringrazio tutti coloro che hanno speso parte del proprio tempo in mia compagnia leggendo questa intervista e…venitemi a trovare su www.simonefiorletta.it.