Vario

Simone Fiorletta e Andrea De Paoli

Di Riccardo Angelini - 6 Maggio 2006 - 18:51
Simone Fiorletta e Andrea De Paoli

In seguito al recente sodalizio tra Andrea De Paoli (Labyrinth) e Simone Fiorletta (Moonlyght Comedy), abbiamo avuto occasione di scambiare due chiacchiere con i due musicisti, insieme ai quali è stato possibile approfondire i loro progetti, comuni e non, presenti e futuri. A loro la parola.

Ciao Simone e ciao Andrea, veniamo subito al punto: qual buon vento vi unisce?

Andrea: Per prima cosa un bel rapporto professionale e nello stesso tempo di amicizia. Ci siamo conosciuti per caso quando Simone mi mandò il suo disco solista ”Parallel Worlds”. Prima di mettere il cd nel lettore mi aspettavo il classico shredder con molta esibizione di tecnica e poco gusto, invece rimasi subito molto stupito dal sentire vere e proprie canzoni pervie di gusto e notevole pathos. In un secondo tempo ci incontrammo a Roma per un concerto dei Labyrinth e lì Simone mi invitò a partecipare al suo nuovo lavoro. Non ci misi molto ad accettare poiché  capii immediatamente di trovarmi di fronte  ad una persona in gamba che sa cosa vuole e sa muoversi bene in questo ambiente.

Simone: Ciao Riccardo…e continuo dicendo che per ora la “fune” che ci lega è il lavoro che stiamo svolgendo per il mio nuovo album. Ho deciso di dare un seguito a Parallel Worlds e questa volta sarò affiancato da una grande band, comunque avremo modo di parlarne tra poco.

In che cosa consiste esattamente questa vostra attività comune?

Andrea: Simone scrive le canzoni, registra tramite il suo sistema e mi manda i provini con le relative partiture. Importo tutto nel mio sistema, scrivo gli arrangiamenti e rimando indietro.In un secondo tempo ci consultiamo per analizzare il risultato anche se devo dire che mi si è  lasciato campo totalmente libero cosa che permetterà di farvi ascoltare il vero Andrea De Paoli di oggi in tutti i suoi aspetti, senza fronzoli e inibizioni di sorta.
Inoltre collaboriamo insieme per la stesura di colonne sonore televisive ,spot e reality shows.

Simone: Come detto prima, principalmente stiamo lavorando al mio disco, però ci sono già un po’ di cose in cantiere che procedono in maniera parallela. Innanzi tutto c’è da dire che io ed Andrea, a dire la verità Andrea prima di me, collaboriamo con “Les Enfants Production”: ci occupiamo di fornire jingles pubblicitari e quant’altro possa servire alla RAI e SKY.
Inoltre parteciperemo anche al nuovo disco del grande Tony Liotta…abbiamo anche altre cose in mano, però vogliamo aspettare che si concretizzino di più per poterne parlare.

Com’è nata l’idea di una collaborazione tra voi? Da quanto tempo avete cominciato a meditare su questo sodalizio?

Andrea: Il sodalizio e’ avvenuto con il tempo scoprendo la sinergia, la compatibilità professionale e caratteriale, caratteristiche che  permettono di lavorare nel migliore dei modi.

Simone: Una volta che la Lion mi ha fatto avere le copie del mio disco, non ho esitato nemmeno per un momento ad inviare una e-mail ad Andrea, che allora ancora non conoscevo personalmente, chiedendogli se fosse disposto ad ascoltare il mio lavoro. Ebbene si, è nato tutto da P.W. dato che lui l’ ha apprezzato a tal punto da non tirarsi indietro quando gli ho chiesto di suonare con me sui miei nuovi lavori…ed il resto è presente.
Ovviamente, come detto da Andrea, il tutto si è concretizzato una volta venuto fuori il grande affiatamento che è tra noi!!!

 

 

Concretamente, quali sono i primi risultati che ha portato/porterà la vostra collaborazione?

Andrea: Per prima cosa la realizzazione del nuovo lavoro solista di Simone Fiorletta previsto in uscita per gennaio 2007 su Lion Music, un tour di presentazione dei relativi brani sempre nello stesso periodo e come dicevo prima la realizzazione di colonne sonore per Rai e Sky. Inoltre e’ sempre presente la collaborazione con Tony Liotta, drummer  percussionista noto per aver collaborato con Chaka Khan, Tina Turner, Gianna Nannini, Chick Corea e altri

Simone: Più di qualcosa si è già mosso, pensa che il mio nuovo album, o meglio, la tracklist del mio nuovo album è già a buon punto…per ora sono già otto le canzoni pronte. Ovviamente il lavoro da fare è ancora tanto, calcolando che anche le registrazioni verranno fatte un po’ sparse in giro, ti spiego…la batteria la registreremo in Germania, dato che il grande Tony Liotta utilizzerà un po’ di cose che in Italia neanche esistono, e quindi sarebbe impossibile procurarsele; le tastiere si può dire che vengono registrate a Savona, dato che Andrea ha un suo home studio. Pasko (Sigma, Cans – Hammer Fall) è di Milano e quindi…
Mentre le chitarre questa volta le farò “in casa”, nel senso che sarò seguito da un grande fonico del mio paese nativo, Sandro Assante, a cui affiderò anche il missaggio.

Avete già avuto occasione in passato di lavorare assieme, dal vivo, in studio o in altre circostanze?

Andrea: Si, durante la tournèe  che ho fatto in Italia con Tony Liotta Human Steps feat. Chuck Fryers in quel di Frosinone. Simone e’ salito sul palco suonando tutti i pezzi dal primo all’ultimo senza averli mai provati ma solo suonati a casa propria.Veramente un fenomeno!

Simone: Dai Andrea, non esagerare…eh eh. Vedi Riccardo, a febbraio scorso il noto blues man inglese Chuck Fryers si è esibito in una tournèe italiana accompagnato da Andrea De Paoli, Tony Liotta, Pasko e William Marino. Ho avuto modo di organizzargli un live nel mio paese e così mi hanno chiesto di esibirmi con loro…capirai che non ho potuto non accettare, vero?! E così quella sera dell’11 Febbraio sono stato on stage accanto ad uno dei più grandi tastieristi in circolazione…

 

Qualche domanda per Simone: entro la fine dell’anno dovrebbe uscire il nuovo album dei Moonlight Comedy, Dorothy. A che punto sono le registrazioni?

Simone: La data precisa ancora non te la so dire, dato che stiamo valutando alcune offerte giunte dal Giappone, però dovrebbe uscire, come dici tu, entro la fine dell’anno al massimo.
Le registrazioni stanno procedendo nel migliore dei modi…in questi giorni stiamo finendo le voci, dopodiché concluderemo con il missaggio e masterizzazione. Basandoci sui suoni di entrata, siamo molto fiduciosi sulla riuscita del disco.

Che cosa è cambiato rispetto al vostro esordio, The Life Inside? In particolare, a che cosa fa riferimento il titolo?

Simone: Bhè, le differenze sono molte…come detto prima, il sound sarà molto diverso, ovviamente in positivo. Per quanto riguarda le canzoni, posso assicurarti che non siamo più i Moonlight Comedy di “The Life Inside”. A nostro avviso siamo stati in grado di fondere perfettamente melodia, tecnica, grinta e chi più ne ha più ne metta. Quando avrai il disco tra le mani, capirai ciò che voglio dirti…ovviamente per chi ha apprezzato il nostro debutto, con “Dorothy” non lo deluderemo affatto, anzi…
A proposito di “Dorothy”…hai presente “Il Mago Di Oz”?! Ecco, ci siamo ispirati alla bambina che guida tutti verso la vera conoscenza di se stessi, colei che fa capire che ciò che uno cerca, molto spesso lo ha molto vicino a se, forse anche dentro di se…no?!

A livello solista, come valuti il responso del pubblico al secondo disco? Ha avuto più successo in Italia o all’estero?

Simone: “Parallel Worlds” è andato bene, o almeno ha soddisfatto pienamente le mie aspettative. Ti parlo principalmente come critiche, dato che, come sai, il discorso “vendite” oggi come oggi non è dei migliori. Dopotutto se sto lavorando al nuovo album è soprattutto perché nel predecessore ho trovato la carica e lo stimolo ad andare avanti cercando di migliorare ciò che, a distanza di tempo, non mi soddisfava più.
Bene o male l’album è stato gradito un po’ dappertutto, per mia fortuna. Però forse in Germania, Norvegia, Olanda e Stati Uniti è stato accolto a braccia aperte, a tal punto da essere considerato una delle migliori release strumentali del 2005.

Quando uscirà il terzo capitolo?

Simone: Se riusciamo a rispettare tutti i tempi, tra Settembre e Novembre dovremmo essere impegnati nelle registrazioni per pubblicare l’album per i primissimi dell’anno nuovo. Sul sito della Lion Music (www.lionmusic.com) è già pubblicizzato per Gennaio, però dobbiamo vedere se ci rientriamo con i tempi…noi ci proviamo.
 

Ora veniamo ad Andrea: sarà una domanda scontata ma… a quando un nuovo disco dei Labyrinth?

Andrea:  Siamo ora in corso di pre-produzione, abbiamo già 18 pezzi pronti di cui 4 già inseriti nel promo di presentazione alle nostre labels. Stiamo lavorando sugli arrangiamenti, sul packaging e la grafica nonché  al sito nuovo che dovrà essere disponibile a giorni. I Labyrinth sono in piena attività di febbrile lavoro.

Il vostro ultimo lavoro, Freeman, è stato un disco ambizioso, ormai lontano dai canoni power cui la band si era ispirata in passato, che ha spaccato in due il pubblico e la critica. Contate di proseguire sulla stessa strada anche in futuro o tenete in considerazione la possibilità di tornare su sentieri più tradizionali?

Andrea: I Labyrinth sono essenzialmente musicisti che guardano più al lato artistico/evolutivo, in pratica l’aspetto che nel nostro mestiere da’  più soddisfazione, ma nello stesso tempo prendono in seria considerazione l’idea di accontentare i propri fans nonché  di attirarne di nuovi.Ad ogni modo l’unico nostro  album che poteva essere inserito in un contesto power speed  prog è stato “Return to Heaven Denied” ma se lo si ascoltasse più attentamente di quanto in molti abbiano fatto scoprirebbero  canzoni come “state of grace”, “falling rain”, “heaven denied”, “night of dreams” comunque più raffinate e ricercate rispetto a come e’ classicamente suonato e composto il power metal. Freeman non e’altro che la musica che i Labyrinth scrivono nel 2005 a quasi 10 anni di distanza rispetto a quando ciascuno di noi aveva una media di 20 anni a testa. Nello stesso tempo Freeman e’ un album di transizione visto che i brani che andranno a comporre il nuovo album pur essendo strutturalmente simili a quelli appunto di Freeman a livello di atmosfere si avvicineranno molto a quello che era il succo di Return to heaven denied e No Limits cioè la  presenza dello stile Labyrinth.Attualmente C’e’ più freschezza, tonalità meno oppressive e più canzoni nei pezzi nuovi. Freeman era certamente più oscuro, più ambiguo anche nella grafica. Il prossimo album  sarà più fresco e innovativo in tutti i suoi aspetti e saranno presenti fortissimamente il marchio e l’identità dei Labyrinth.

Mi risulta che attualmente tu sia impegnato sul nuovo disco solista di Simone. Senza che lui ti senta, dimmi in un orecchio: come ti trovi a lavorare al suo fianco? Si comporta da despota o tiene in considerazione anche le idee degli altri musicisti?

Andrea: Non potrei mai lavorare con un despota perchè  non sono uno che generalmente ama rispettare regole imposte.Quando si scrive musica in più di una persona bisogna far funzionare diverse teste contemporaneamente lavorare in perfetta sintonia mettendo in campo  molta testa, senso di autocritica e buon senso. I miei arrangiamenti devono far crescere un pezzo e quando questo non succede bisogna provare e riprovare fino a che non si e’ raggiunto l’obiettivo.Con Simone mi sembra di suonare da una vita, si lavora con assoluta perizia ma nello stesso tempo con divertimento e goliardia.

Simone: Guardate che vi ho sentito…

Quanto a te, hai mai pensato a iniziare una carriera solista?

Andrea: Ci ho pensato diverse volte ma per questioni di impegni e tempo preferisco lavorare nel campo delle collaborazioni anche se un giorno pubblicherò un disco completamente mio. Magari quando troverò un periodo tranquillo.

Una domanda probabilmente banale, ma che mi incuriosisce: a cosa è dovuta la decisione di ‘inglesizzare’ il tuo nome? Ha a che fare in tutto o in parte alla scarsa considerazione in cui erano/sono spesso tenuti i musicisti metal italiani, o ci sono altri motivi?

Andrea: In realtà non e’ una domanda banale. Già negli anni sessanta attori, registi e cantanti usavano pseudonimi. Sergio Leone era Bob Stevenson, Enzo Barboni E.B Clucher, Carlo Pedersoli Bud Spencer. Era necessario fare questo per poter esportare un prodotto italiano all’estero e nello stesso tempo per farlo funzionare in Italia dal momento che siamo e saremo sempre esterofili nella media.
Stessa cosa e’ avvenuto per noi a metà degli anni novanta.

Torniamo alle domande comuni: quali sono le realtà che ritenete più interessanti nella scena metal attuale?

Andrea: Secondo me il metal moderno dovrebbe essere potente, melodico, originale, prodotto al massimo livello. Le tastiere moderne, i suoni che da loro derivano interessanti e accattivanti.
Ci sono arrivati vicinissimi i Rammstein in Mutter, praticamente perfetto. Il problema e’ che e’ veramente dura scrivere qualcosa di più geniale di più efficace di quello che sono stati i Metallica tra l’83 e l’86. Basta ascoltare Ride the Lightning, o Master of Puppets .Lì e’ contenuta la bibbia dei riffs e il manuale del perfetto metal.
Quello che  mediamente spesso il musicista metal di oggi scorda o non riesce più  a fare e’ quello di scrivere canzoni Heavy Metal che entrino nella storia.Quando succederà il movimento avrà una nuova esplosione. O probabilmente e’ semplicemente un periodo di transizione, un ciclo che si chiude e  si riaprirà tra qualche anno o prima, speriamo.

Simone:  Da anni seguo molto i Labyrinth…quindi dico LABYRINTH! Però abbiamo altre grandi realtà come Rhapsody, Eldritch, Lacuna Coil…MOONLIGHT COMEDY! Eh eh…non so se hai notato che, a differenza di molti nostri concittadini, cerco sempre di elogiare il Metal “Made In Italy”!

Quali sono invece i dischi del passato che rappresentano le fondamenta della vostra identità musicale?

Andrea: La mia formazione musicale si e’ sviluppata a tappe. Da molto piccolo nella mia casa si ascoltavano  I Rondò Veneziano e l’opera drammatica e buffa italiana da Puccini passando per Verdi e altri. Poi c’e’ stata una svolta e ho cominciato a sentire dalle radio la new wave del pop anni ’80, anni importantissimi in  cui si sfruttavano insieme synth analogici e digitali. La passione per il Rock e’arrivata alla fine degli ’80 ascoltando  Aerosmith, Faith no more e Iron Maiden.
Considero fondamentali i dischi degli Iron fino al ’90, i primi 4 dischi dei Metallica, Images and words e Awake dei Dream theater.
Successivamente sono approdato alla fusion di Chick Corea, Herbie Hancock, Alain Caron, gli Incognito e tutto ciò che ha sonorità acid o latin jazz. Insomma la musica mi piace in ogni suo aspetto basta che sia di buona qualita’!

Simone: Anche se sono cresciuto principalmente in un gruppo ed ascoltando musica “cantata”, se devo nominarti qualche album oppure il relativo artista a cui mi sento legato, bhè allora ti dico Satriani, Neil Schon e Neil Zaza. A questo tipo di domande rispondo sempre con questi tre nomi…ormai fanno parte di me!!

Sebbene negli ultimi anni si possa dire che il pubblico italiano stia prendendo coscienza del valore della scena nazionale, non sono pochi coloro che la ritengono in un modo o nell’altro inferiore rispetto a quella estera. A che cosa pensate sia dovuta questa opinione?

Andrea: Come dicevo prima siamo esterofili e cio’ non contribuisce alla crescita dei nostri gruppi. Le band italiane possono fare mille sforzi ma se dal mercato e dall’ascoltatore italiano non c’e uguale risposta e’ tutto inutile. Ogni gruppo Europeo a buoni livelli nel proprio paese colleziona dischi d’oro e d’argento. I Moonspell in Portogallo, I Nightwish gli Stratovarius e gli Hammerfall sono sempre in alta classifica in Scandinavia, persino i Mago de Oz vendono 50.000 copie a disco in Spagna e non perche’ sono piu’ bravi ma sono piu’ sopportati dall’ intero sistema culturale. Qua tutto cio’ e’ impossibile. Primo perche’ il metal non vende  secondo perche’ il mercato stesso e’ collassato. Fino a qualche hanno fa il disco d’ oro in Italia era 100.000 copie ora credo sia 40.000.
Conosco tantissimi musicisti italiani anche al di fuori dal metal che hanno successo dirompente in altri paesi come Sudamerica, Giappone, Stati Uniti o Australia.
Mi piacerebbe tanto che ci fosse un grosso fermento anche qui ma se questo non si verifichera’ le band italiane potranno  sempre puntare, come gia’ fanno i Labyrinth i Rhapsody i Vision divine e i Lacuna coil, etc., su altri mercati.

Simone: A questa domanda avrei molto da dire, però mi limiterò…partendo dal presupposto che ciò non avviene solo in ambito Metal ma anche Pop, Black Music, Dance e quant’altro, posso dirti che ai miei occhi, purtroppo, la maggior parte degli italiani sono “pecoroni” nel senso che seguono troppo ciò che l’estero ha “da dire”. In Italia abbiamo grandissimi gruppi che comunque nella nostra patria vengono sempre ritenuti nell’underground mentre magari all’estero hanno un gran seguito. A parte i gruppi con una carriera alle spalle…e quelli emergenti?! Come può una band alle prime armi riuscire a farsi strada se i propri concittadini sono i primi a tagliargli le gambe?! Nelle altre nazioni è tutto diverso, il gruppo diventa prima ultra seguito in “casa” e poi affronta il pubblico mondiale…allora si che si può spaccare il culo alla concorrenza!!!

 

In riferimento all’attività live, trovate maggiore disponibilità a livello organizzativo in Italia o all’estero? Avete notato dei cambiamenti negli ultimi anni a questo riguardo?

Simone: A questa domanda lascio rispondere Andrea che di sicuro ne sa qualcosa più di me!!!…

Andrea: La disponibilità c’e’, l’ impegno da parte degli organizzatori di eventi e’ costante, ci sono dei buoni festival in tutta Italia e per tutto l’anno quindi da questo punto di vista non ci possiamo lamentare. Forse solo in Giappone sono ad un livello di preparazione un po’ superiore ma per il resto l’Europa per i concerti dal vivo e’ pressoché uguale all’Italia

Sempre per quanto riguarda le esibizioni dal vivo, che cosa avete in programma nell’immediato futuro?

Simone: Salvo spiacevoli imprevisti, il 19 di Luglio con i Moonlight Comedy presenteremo il nostro nuovo album ad Isola Del Liri (FR) ed ospiti della serata saranno i Labyrinth.
A parte questo, una volta che sarà pubblicato il mio nuovo album, ci sarà un tour promozionale con la stessa line-up del disco!!!

Questa era l’ultima domanda, a voi la parola per concludere come preferite l’intervista. Ciao!

Andrea: E’ stato un piacere partecipare alla vostra intervista. Spero di essere stato esauriente!
Vorrei invitare tutti ad ascoltare il nuovo lavoro di Simone che uscirà a gennaio 2007. Prima di questa data ci faremo risentire per darvi eventuali notizie.
Auguro a tutti buon lavoro e un estate piena di sole, tante nuove conoscenze interessanti (immaginate cosa intendo…) e tanta tanta buona musica.
A presto

Simone: …senza dilungarmi, voglio solo ringraziarti per la disponibilità e gentilezza nell’intervistarci ed invito te e tutti i tuoi lettori a venirci a trovare su www.simonefiorletta.it e www.andreadepaoli.com