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SinHeresy (tutta la band)

Di Alessandro Calvi - 7 Giugno 2012 - 11:01
SinHeresy (tutta la band)

I SinHeresy sono una giovane band di Trieste giunta, poco tempo fa, al debutto per Revalve Records con l’EP “The Spiders and the Butterfly”. Un disco interessante, che si discosta dai classici stilemi del gothic metal con voce femminile ricercando una propria strada personale e originale. Abbiamo, quindi, deciso di intervistare questo promettente gruppo per presentarlo e farlo scoprire ai nostri lettori.

 

Alex: Ciao ragazzi, come state? Per cominciare volete dirci qualcosa su di voi? A voi la parola: presentatevi.
 
SinHeresy: Ciao Alex e un saluto a tutti i lettori di TM. Come hai detto siamo una band giovane,  siamo in attività dal 2009 e l’età media si aggira sui 24 anni.  Dopo una prima fase di assestamento della line-up e di rodaggio durante la quale abbiamo dato alla luce un demo non pubblicato, siamo giunti all’esordio ufficiale con l’EP “The Spiders and the Butterfly”.  Il genere che proponiamo attualmente, se si vuole catalogarlo, è un symphonic metal con influenze derivate dal gothic, dal power e dall’heavy. Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti sin ora, ben aldilà delle nostre aspettative per avere appena un EP all’attivo, ma sappiamo di essere solo all’inizio e che la strada per emergere dall’underground è in salita; ciò nonostante abbiamo tutta l’intenzione di provarci.
 
Alex: Ok, cominciamo subito a parlare del disco. Si tratta di un EP e non di un album intero. Scelta vostra o dell’etichetta di puntare su un formato più ridotto per il vostro esordio discografico? Come mai?
 
SinHeresy: La scelta di esordire con un EP è stata nostra.  Prima di imbarcarci nella stesura e nell’incisione di un full-lenght volevamo capire se eravamo in grado di realizzare una produzione musicale a livello professionale e soprattutto se la nostra proposta poteva suscitare l’interesse del pubblico e della critica nel panorama del metal female-fronted, ormai saturo di band emergenti e non.  Al momento dobbiamo ammettere che si è rivelata una scelta vincente, anche se più di qualcuno si è “lamentato” per il fatto di avere solo cinque canzoni dei SinHeresy da ascoltare…
 
Alex: Parlando del vostro passato, so che in realtà siete nati come cover band dei Nightwish e che solo in un secondo tempo avete deciso di scrivere pezzi vostri. Devo dire che un po’ l’influenza della band finlandese si sente, ma siete riusciti a sviluppare un sound personale e originale. Come è nata l’idea di fare pezzi vostri e quali sono le vostre maggiori fonti di ispirazione?
 
SinHeresy: Sin dalla fondazione del gruppo l’intento era quello di fare musica propria. Inizialmente abbiamo scelto di proporci come cover band dei Nightwish per fare esperienza live e migliorare così l’amalgama del gruppo. E’ stata un’esperienza utile anche se ancora oggi ne paghiamo le conseguenze in termini di pregiudizi in quanto alcuni ci etichettano come band clone per partito preso ancora prima di aver ascoltato l’EP! Ovviamente i Nightwish e il loro sound unico rientrano nelle nostre influenze, ma alla pari di molte altre band e di molti altri generi.  Il nostro songwriting è caratterizzato dalla contrapposizione, a volte anche aspra, dell’amore del bassista Davide Sportiello per il gothic metal di band quali Within Temptation, Sirenia, Xandria e della predilezione del chitarrista Lorenzo Pasutto per il power-prog dei Symphony X e dei Kamelot. In ogni caso tutti i membri del gruppo mettono del proprio nelle nostre canzoni, siamo una band “democratica in questo senso”,  ed è dalla costante ricerca di equilibrio che cerchiamo di far derivare un sound il più personale possibile, pur non potendo nascondere il background musicale dal quale proveniamo.
 
Alex: Concentriamoci sul disco ora. Il titolo “Like the Spiders and the Butterfly” è molto evocativo, come è nato? Cosa vuole rappresentare? Inoltre, c’è un filo conduttore tra i testi o ciascuno è nato per conto suo? Ci volete raccontare qualche fatto, qualche situazione, qualche emozione che vi ha ispirato nella scrittura?
 
SinHeresy: L’EP non è un concept album, ma come hai detto i testi sono strettamente connessi l’uno all’altro. Derivano tutti da un momento particolare della vita di Cecilia, che ne è l’autrice. Lei predilige uno stile molto concreto per tradurre in musica e parole le proprie emozioni e le situazioni che vive. Ogni canzone descrive dei momenti, dei sentimenti, delle persone reali che l’hanno segnata profondamente. In particolare i testi sono incentrati su un rapporto con una persona che si è trasformato durante il tempo toccando tutti gli estremi che una relazione può avere: dall’amore al disprezzo, dal desiderio alla vergogna, ma anche dalla rassegnazione alla speranza, dall’insicurezza alla fiducia. Sono racconti di vita vissuta e riteniamo che in molti si possano identificare o abbiano vissuto situazioni simili a quelle descritte. L’origine del titolo è proprio questa: i ragni e la farfalla sono delle persone reali per noi, ma allo stesso tempo rappresentano l’idea che tutti nelle nostre vite, in diversi momenti, possiamo essere ragno o farfalla, predatori o prede, ombra o luce, spesso senza avere possibilità di scelta.
 
Alex: So che nei locali underground le cover-band son sempre molto più apprezzate rispetto a chi fa pezzi propri, sia dai gestori che, purtroppo, dal pubblico. Come è stato preso il vostro passaggio da cover-band dei Nightwish a gruppo originale?
 
SinHeresy: Il primo risultato è stato quello di suonare molto meno in giro…è vero, i locali sono sempre più in difficoltà e le cover band sono le uniche che ancora riescono a garantire un minimo afflusso di pubblico. Ciò nonostante preferiamo decisamente suonare davanti a 50 persone che vengono per noi, piuttosto che 200 che vengono per sentire delle cover. Una delle emozioni più belle per noi è stata sentire cantare la gente “Temptation Flame” mentre eravamo abituati a rivolgere il microfono verso il pubblico per “Wish I had an angel… “
 
Alex: Generalmente i concerti metal di gruppi stranieri famosi si svolgono soprattutto nel nord Italia. In realtà questi eventi si concentrano soprattutto attorno a Milano e anche il nord-est d’Italia è spesso sguarnito. Tant’è che molti preferiscono attraversare il confine per trovare un po’ di buona musica. Com’è il panorama underground della vostra zona?
 
SinHeresy: Il panorama underground è vivo nella nostra regione, ci sono molte band e molta voglia di fare sopratutto da parte dei più giovani. Quello che manca sono gli spazi. Nel nord-est siamo periferia, anche musicalmente parlando, pochi locali e pochissima attenzione delle istituzioni per le rock-band del territorio. Si punta sui grandi nomi che riempiono gli stadi, Metallica e Springsteen quest’anno per fare un esempio, e poco altro. Ci riteniamo molto fortunati ad aver avuto la possibilità di aprire ai Seventh Wonder a Trieste in aprile, uno dei pochissimi gruppi metal degni di nota passati nella nostra città negli ultimi anni, e ciò la dice lunga. Per gli amanti dell’heavy metal della nostra regione il vero polo di attrazione è Lubiana, capitale della vicina Slovenia. E’ toccata dai tour di quasi tutti i gruppi, anche i meno conosciuti, e in generale c’è una mentalità molto più aperta che da noi. Purtroppo come il nord-est è periferia dell’Italia, l’Italia è periferia nell’Europa del metal che conta.
 
Alex: Bene, fatto il primo passo (forse il più difficile), direi che è già tempo di pensare al secondo. Qualche idea su come sarà il vostro prossimo album? Avete già qualche canzone in cantiere? Sarà sempre un EP o questa volta vi cimenterete sulla lunga distanza con un disco completo?
 
SinHeresy: Hai ragione, dopo aver rotto il ghiaccio è ora di cavalcare l’onda. Abbiamo già cominciato a lavorare senza sosta al nostro primo full-lenght che vorremmo pubblicare per l’inizio del 2013. Abbiamo tante idee e allo stesso tempo siamo molto attenti a ogni dettaglio. Dalle recensioni ricevute per l’EP sentiamo che ci sono  forti aspettative nei nostri confronti e questa pressione ci carica ancora di più, in primis per non deludere noi stessi all’esordio con un album completo.  Dalle prime bozze di canzoni possiamo dire che proseguiremo sulla strada del contrasto tra ritmiche complesse e tirate, voci melodiche e atmosfere evocative, forse leggermente più aggressive e meno oscure dell’EP.  Inoltre intendiamo avvalerci di diversi ospiti, tra cui un vero coro polifonico. Il progetto è ambizioso ma confidiamo di realizzarlo, pur sapendo che ci attende un’estate di  full-immersion “in buso”, come a Trieste chiamiamo la sala prove.
 
Alex: Siete una band giovane, sia perchè siete al primo disco che anagraficamente. Cosa pensate del panorama metal attuale? In particolare di quello italiano? Cosa ci vuole per riuscire a emergere dalla massa e ottenere un contratto?
 
SinHeresy: Secondo noi il metal a livello mondiale, e anche italiano, negli ultimi anni ha conosciuto una forte espansione in quanto a numero di band e un contestuale abbassamento della qualità. Le produzioni, anche di gruppi emergenti, sono sempre migliori, ma il songwriting si sta appiattendo sulla scia dei pochi gruppi che sono riusciti a affermarsi negli anni 2000. Trivium, Nightwish, Rammstein  ad esempio sono band icona, fondatori o massimi esponenti di un genere e dietro a loro sorgono gruppi come funghi che però non hanno molto da dire se non ripetere schemi già sentiti.  E’ vero, anche noi siamo nati sulla scia dei Nightwish, ma la scelta di proporre un genere attinente al loro non deriva da volontà di emulazione o perché va di moda, ma perché al momento sentiamo che il metal sinfonico ci da gli strumenti per esprimere noi stessi attraverso la musica.  Senza ipocrisie per ottenere un contratto al giorno d’oggi ci sono due possibilità: spendere tanti soldi, oppure (cosa sempre più rara) trovare qualcuno che creda nella sincerità della propria proposta musicale. Ormai è difficile essere originali o innovativi, ma ciò che il pubblico continua e continuerà a premiare, e di conseguenza le etichette serie, è la capacità di trasmettere emozioni. Se la band crede in quello che fa e lo sente suo nel profondo anche l’ascoltatore lo farà. Poi, come per tutte le cose, bisogna essere al posto giusto al momento giusto…
 
Alex: Cosa ne pensate del file-sharing? Da molte case discografiche è visto come la rovina del mercato musicale. Alcuni gruppi che abbiamo intervistato, invece, lo considerano un ottimo sistema per riuscire a farsi conoscere, anche per chi, magari, è ancora agli inizi e non può contare su molta pubblicità. Voi da che parte vi schierate?
 
SinHeresy: Dalla parte dei “pirati”, naturalmente! Il file-sharing è la rovina del “vecchio” mercato musicale e dei ricavi faraonici delle major, ma per le band emergenti è il principale mezzo per farsi conoscere. Le etichette usano questa scusa per stringere i cordoni della borsa e non investire più sulle nuove leve,  a favore delle vecchie glorie e dei loro cachet milionari. In realtà ignorano volutamente il fatto che, soprattutto nel metal, il vero fan continua ad acquistare in maniera tradizionale i cd dei gruppi che ama, magari dopo averli ascoltati “gratuitamente”.  La rete è democratica, mette a diretto contatto il gruppo con i fan, e ciascuno e libero di cercarsi la musica che gli piace senza passare per nessun filtro.  Anche il nostro EP è stato “piratato”, e noi preferiamo vedere  il bicchiere mezzo pieno del numero di fan che questo ci ha portato rispetto a quello mezzo vuoto dei soldi persi perché non si tratta di download legali.
 
Alex: Ok, l’intervista è giunta al termine. Spero che questa chiacchierata vi attiri l’attenzione dei nostri lettori perchè ve lo meritate. A voi l’ultima parola per salutarci.
 
SinHeresy: Grazie Alex per questa opportunità, TrueMetal è da sempre un punto di riferimento per noi.  Speriamo di aver incuriosito più di qualcuno a dare un ascolto al nostro EP. Ciao a tutti dai SinHeresy.
 
 
 
Intervista raccolta da:
Alex “Engash-Krul” Calvi