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Skid Row (Scotti Hill)

Di Stefano Burini - 2 Giugno 2013 - 8:30
Skid Row (Scotti Hill)

 

Ciao Scotti e, innanzitutto, benvenuto sulle pagine di Truemetal.it! Come va? Che atmosfera si respira all’interno della band di questi tempi?

Va alla grande! Si tratta di un annata decisamente eccitante per tutta la band. Siamo impegnati nel tour a supporto di a United World Rebellion – Chapter One e ci stiamo preparando a registrare il secondo capitolo. L’atmosfera all’interno della band è molto positivo e questo rende il lavoro molto semplice e addirittura divertente. Non siamo semplicemente una band, siamo anche amici molto stretti e avere un forte legame di fratellanza all’interno del gruppo è davvero importante per riuscire a raggiungere l’obiettivo che ci siamo prefissi.

Devo ammettere che le cinque canzoni che costituiscono il vostro nuovo EP ripropongono uno spirito ed un’attitudine che è sempre più raro trovare, di questi tempi. Per me è puramente Rock, al 100% e senza compromessi, né sterilmente “all’antica”, né troppo ammiccante alla modernità. Come la pensi al riguardo?

Prendiamo la cosa molto seriamente! Siamo orgogliosi di essere Rocker da tutta la vita. Quando facciamo le prove o ci prepariamo a registrare, ci mettiamo tutto quello che abbiamo. Ogni membro della band lavora al massimo delle proprie possibilità e così, combinando il tutto, otteniamo il massimo risultato. Sono in gioco il nostro nome e la nostra integrità e niente potrà comprometterli. Niente!

Forse non amate troppo fare paragoni con il passato, tuttavia, se mi permetti, ciò che mi convince maggiormente di questo mini-album è il fatto che riesca a suonare in perfetto stile Skid Row, pur avendo una sua identità “attuale” ben definita. Le varie canzoni hanno dei punti in comune talora con “Slave To The Grind” (come nel caso delle prime due) e talora con il vostro debut omonimo; tuttavia riescono a correre agilmente sulle loro gambe, lasciando indietro i fantasmi del passato. Ti riconosci in un’interpretazione di questo tipo?

Non sei il primo che fa questo tipo di analisi. La prendo come un complimento. Penso che la chiave di questo sound risieda nella scrittura a quattro mani ad opera di Rachel e Snake. Mi sembra che la loro ispirazione abbia trovato di recente nuova linfa. Da osservatore li ho visti passare, negli, attraverso alcune fasi di “blocco”, tuttavia mi sento di poter dire che quei tempi siano ormai alle spalle e che oggi Rachel e Snake siano tornati alla ribalta con moltissime ottime idee e con una visione rinnovata di chi e che cosa siano gli Skid Row.

 

Vista la riuscita complessiva, viene da chiedersi: perché un EP? E cosa puoi dirci in merito alla scelta del titolo “United World Rebellion – Chapter One”? Di che cosa parlano le varie canzoni? Accennavi, inoltre, ad un secondo capitolo: sarà l’ultimo o ce ne saranno altri? E, in ogni caso, perché dividere il tutto in più capitoli distinti?

Ci saranno tre capitoli. Con il continuo mutare delle modalità con le quali le persone fruiscono della musica, le band e le etichette sono sempre alla ricerca di nuovi possibili modi di far giungere loro la propria musica. Il download è certamente una figata, ma non ti permette di avere materialmente in mano un prodotto fisico. A tutti noi piace, al contrario, analizzare l’artwork nel dettaglio, poter leggere i credits e le note di copertina. L’EP è diventato una modalità di pubblicazione della propria musica molto diffuso. Puoi farne più spesso e risultano meno onerosi, dal punto di vista economico, per i fan. “United World Rebellion” sarà pubblicato in tre capitoli e il risultato finale sarà molto vicino a quello di un normale full length. I tre capitoli hanno un unico tema e un’unica atmosfera di fondo e così, quando li ascolterete l’uno in fila all’altro, avrete la sensazione di aver ascoltato un LP. Mi piace, inoltre, anche il modo in cui questo scelta influisce sulla gestione delle tempistiche tra tour e lavoro in studio: i tempi morti prima di cimentarsi con la creazione di nuova musica si fanno molto più stretti.

Come si sviluppa la fase di composizione? Chi si occupa dei testi? Oltre all’accopiata composta da Rachel e Snake, anche tu e gli altri membri contribuite? E, negli anni, questo processo ha subito cambiamenti od evoluzioni, anche in rapporto ai cambi in formazione, oppure no?

La maggior parte del lavoro in fase di composizione è un lavoro di squadra ad opera di Rachel e Snake. Snake ha una grande predisposizione a creare riff che ti entrano direttamente in testa, quel genere di riff che ti fa venir voglia di fare air guitar. Rachel, dal canto suo ha un dono per le liriche e i giochi di parole ed è in grado di uscirsene, a volte, con delle idee davvero interessanti. Anche io compongo, ma preferisco non disturbare in alcun modo la loro alchimia. Penso che diano il meglio quando lavorano in squadra. Poi, una volta entrati in sala prove per suonare, tutti quanti contribuiamo a lavorare su ciò che che viene presentato. La band è, in ogni caso, sempre aperta alle idee di tutti i componenti e non ci sono regole in merito a chi scriva cosa. Non si sa mai da dove può venire una buona idea…

Sono passati ben sette anni tra “Revolutions Per Minute” e questo nuovo EP. Come mai tutto questo tempo? Cos’è successo nel frattempo? Vi siete dedicati ad altri progetti o, magari, c’è stato semplicemente un periodo di pausa?

Siamo sempre stati in tour con regolarità, per tutto il tempo. Tutti quanti abbiamo vari progetti sui quali lavoriamo, tuttavia gli Skid Row rappresentano sempre la nostra assoluta priorità. Johnny ha registrato alcuni dischi country, Snake fa da manager ad alcuni gruppi e Rachel produce gli album di altri, Rob ha un suo progetto parallelo e, infine, io ho avuto modo di lavorare sul mio disco solista. Questo è il genere di cose che facciamo nei periodi di pausa, ma quando arriva il momento degli Skid Row lasciamo da parte tutto il resto e ci dedichiamo a tempo pieno alla band.

 

 

Rispetto a quell’album, peraltro, l’atmosfera mi sembra abbastanza differente: il mood è più aggressivo e “incazzato” e il sound più compatto e, tutto sommato, più Skid Row-style, sia in termini di riffing che di sonorità. Cosa ne dite? Come è cambiato il vostro sound negli anni? Quali sono le ragioni che vi hanno portato a modificare di volta in volta il tiro fino ad arrivare a ciò che possiamo sentire ora tra i solchi di “United World Rebellion”?

Io penso a “Revolutions Per Minute” come al nostro disco più “sperimentale”. Abbiamo provato a fare qualcosa che non avevamo mai fatto prima di allora. Come musicisti è naturale provare a fare cose nuove. A volte funziona, a volte no. Sono convinto che “Revolutions Per Minute” sia un bell’album ma che non abbia il feeling di un disco degli Skid Row. Il nuovo “United World Rebellion” suona molto più Skid Row e penso che ciò sia dovuto all’ingresso nella band del nostro nuovo batterista, Rob Hammersmith. E quest affermazione non vuole essere una mancanza di rispetto nei confronti dei nostri precedenti batteristi, tuttavia credo che Rob abbia riportato nel gruppo una certa attitudine che avevamo un po’ perso per strada. L’ho percepito fin dal primo giorno. Il suo stile di batteria, la sua guida e i suoi input creativi sono fonte di ispirazione per noi e, improvvisamente, abbiamo ritrovato una grande energia che non ci eravamo resi conto di aver perso.

Andrete in tour a supporto di questo nuovo EP? Se sì, passerete per l’Europa e, in particolare, per l’Italia? Che ricordi avete dei concerti tenuti in Italia?

Andremo in tour in tutto il mondo durante il 2013 e registreremo il secondo capitolo di UWR. La fase di scrittura è andata molto bene e siamo tutti molto entusiasti all’idea. Quando le registrazioni saranno finite torneremo in Europa, in autunno. Non ho ancora avuto modo di vedere le date, quindi non ti so dire in quali paesi faremo tappa, tuttavia l’Italia rimane in testa alla mia personale lista delle mete in cui suonare. La gente fa un gran casino e non smette mai di urlare e incitarci. In nessuna delle occasioni in cui ho suonato in Italia negli ultimi venticinque sono rimasto in qualche modo deluso…

Ti ringrazio per il tuo tempo, Scotti, e lascio a te la possibilità di concludere quest’intervista come meglio credi!

E’ sempre importante, per gli Skid Row, mostrare la nostra gratitudine nei confronti di tutti i nostri sostenitori. Sia che voi siate nuovi fan, sia che facciate parte di coloro che ci seguono fin dal principio, siete parte di noi. Grazie a tutti!

 

Intervista raccolta da Stefano Burini