Vario

Skinless (Noah Carpenter)

Di Alberto Fittarelli - 19 Ottobre 2006 - 9:58
Skinless (Noah Carpenter)

Autori di un album davvero interessante, che torna a rispolverare il vecchio
sound senza perdere in modernità, gli Skinless si giocano tutto o quasi
con il nuovo capitolo della loro decennale carriera: che sia il momento giusto
per vederli passare nell’olimpo delle influenze storiche? Forse non ancora, ma
ci stiamo avvicinando…

Un ritorno coi fiocchi il vostro, niente da dire. Mi sembra che abbiate ridotto di molto la melodia presente sul precedente ‘From Sacrifice To Survival’, sei
d’accordo?

“In effetti il nostro obiettivo principale, registrando ‘Trample The Weak, Hurdle The Dead’, era quello di pubblicare il nostro album più pesante in assoluto; sei quindi nel giusto quando dici che c’è meno melodia che nel predecessore, ma devi considerare che non pensiamo a ‘From Sacrifice To Survival’ come ad un disco che rappresenta al massimo gli Skinless: si è trattato più che altro di un esperimento, volevamo ora tornare alla violenza dei primi
album.”

In ogni caso sembra che non abbiate mai perso una vostra personalità: dove credi che vi stia portando l’evoluzione del vostro
sound?

“Beh, sembra che molti dei fan di vecchia data in realtà fossero delusi da quanto avevano ascoltato sull’album prima, quindi ora vogliamo tornare alla violenza di sempre, come dicevo. Chiaramente le differenze che si notano in ‘From Sacrifice To Survival’ derivano dal fatto che fare sempre le stesse cose sarebbe stato troppo noioso e volevamo quindi sperimentare qualcosa di diverso: così ci siamo messi alla prova, tentando nuove strade…ora siamo appagati, non abbiamo bisogno di continuare su quella
via.”

Il nuovo cantante, Jason Keyser, già con Detriment e Mucopus, mi sembra abbia svolto un lavoro egregio in questo
senso…

“Sì, davvero un ottimo risultato il suo. È il fratello del bassista Joe ed è quindi in stretto contatto con noi da anni. Conosceva già il nostro nuovo materiale e, dato che ci era piaciuta la sua performance coi Detriment, per noi è stato facile sceglierlo come sostituto di Sherwood. La sua voce ha anche una timbrica black metal, il che la rende più oscura e carica di malignità.”

A proposito, qual è stata la vera ragione dell’abbandono di Sherwood
Webber?

“Aveva perso interesse in questo tipo di musica, voleva provare cose nuove su più fronti. È stato con noi per dieci anni, ma ora si è trasferito in Colorado per rinnovarsi del
tutto.”

Personalmente credo che ‘Spoils Of The Sycophant’ sia uno degli episodi migliori dell’album, principalmente grazie al suo groove. Quali sono le tue canzoni preferite?

“Sono d’accordo con te, ‘Spoils Of The Sycophant’ è una delle mie preferite insieme a ‘Deviation Will Not Be Tolerated’: credo che siano entrambe molto pesanti, ma che allo stesso tempo possiedano una certa melodia e siano in qualche modo “catchy”. Scorrono molto bene
all’ascolto.”

Mi risulta che stiate preparando un tour insieme a Malevolent Creation e Disgorge per il prossimo autunno, passerete anche in Italia?

“Ah, quel tour in realtà è stato annunciato prima che fosse definitivamente confermato, e infatti per quanto ne so non verrà effettuato. Suoneremo in Europa tra agosto e settembre, ma credo che l’Italia non sia in lista. Vogliamo tornarci, sono anni che voglio visitare
Roma!”

Dopo 14 anni di vita come band e quattro album, vi sentite in qualche modo “arrivati”? Credi che stiate iniziando ad esercitare una qualche influenza sulle band più
giovani?

“Questa è una buona domanda. Un ragazzo l’altro giorno mi ha definito una “leggenda del death metal” e ho pensato che fosse divertente, perché in realtà ne abbiamo ancora di strada da fare…ma non si può sapere quale sia il momento in cui considerarsi arrivati. Ci sono sempre posti in cui andare, cose da fare, album da vendere di più e da migliorare: noi cerchiamo solo di continuare ad aggiungere voci alla nostra lista di traguardi. So che ci sono diverse giovani band che ci considerano come un’influenza ed è una bella sensazione il sapere di creare una nuova generazione di pazzi
metallari.”

Come vi trovate con la Relapse Records? Credi che sia la label migliore per il tipo di musica che proponete?

“Ci piace la Relapse per diversi motivi: ognuno nello staff è sempre stato disponibile con noi, e siamo amici personali di diversi dipendenti dell’etichetta. È sempre sembrata il posto perfetto per noi. Credo che la nostra collaborazione abbia aiutato non poco gli Skinless a raggiungere un livello più altro, quindi siamo contenti dove siamo e non ci interessa il fatto di cercare altre
label.”

Mi sembra obbligatorio chiederti della cover dei Black Sabbath ‘Wicked
World’…

“Sono anni che discutiamo dell’idea di realizzare una cover dei Sabbath, ed alla fine la scelta è caduta su ‘Wicked World’: tutti quanti amiamo quella band e credo che questo brano non sia ancora stato coverizzato, e che si adatti bene al nostro stile. Mi piace com’è uscita, spero che non troppa gente pensi che abbiamo distrutto una canzone dei Black Sabbath!
(Ride, Nda)

Tra tanti ritorni di band death metal storiche, quale credi sia stato il più riuscito?

“Mi piacciono molto i nuovi album di Obituary e Bolt Thrower, sono due tra i miei gruppi death preferiti ed è fantastico sapere che stanno pubblicando ancora ottimo materiale. Tra l’altro i Bolt Thrower sono tornati al vecchio cantante ed il disco mi ricorda molto la loro vecchissima roba, album come ‘War Master’. È una gran cosa anche vedere i Suffocation tornare a spaccare
tutto!”

Alberto Fittarelli