Vario

Skylark (Eddy Antonini)

Di - 12 Luglio 2004 - 16:45
Skylark (Eddy Antonini)

Ciao Eddy sono Eugenio Giordano di www.truemetal.it, credo che questa intervista possa essere una ottima occasione per approfondire il discorso sul vostro nuovo “Wings”. Come hai letto sulla mia recensione io ho scritto che questo è un disco di rottura col passato, ho espresso il mio disappunto rispetto a questa vostra scelta artistica. Vorrei sentire la tua opinione sulla direzione sonora del nuovo disco, sentiti pure libero di controbattere alle mie affermazioni come ritieni giusto.

Guarda, visto che tu ti definisci un fan degli Skylark mi sembra ovvio quanto mi dispiaccia che tu e altri nostri supporter non abbiate apprezzato Wings. Però io non riesco ad essere d’accordo con chi lo definisce un punto di rottura con il passato. Chi conosce gli Skylark dovrebbe riscontrare un sacco di punti di contatto con il nostro primo “Horizon and the Storm”, “Dragon’s Secrets” e il mio album solista. Certo chi apprezza gli Skylark soltanto per “Gate of Hell” o “Princess’ Day” può rimanere un po’ scioccato ma noi non siamo soltanto quei due dischi quanto piuttosto un progetto metal decennale dove ogni lavoro è, in maniera più o meno marcata, sempre diverso dal suo predecessore.

Credo non ti abbiano fatto piacere leggere le mie frasi in merito alla mancanza di una adeguata aggressività da parte delle chitarre nel sound di “Wings”. Da questa considerazione ho aperto una riflessione in merito alla difficoltà di identificare il vostro nuovo disco nell’ambito power metal. Mi farebbe piacere se mi esponessi le tue idee rispetto al suono delle chitarre, vorrei sapere quali scelte avete operato in merito e come giudicate il risultato finale. Se ritieni che le mie frasi siano sbagliate puoi spiegarmi il tuo punto di vista in questa sede.

Le chitarre non sono aggressive per diverse ragioni: chitarre massicce distruggono la voce di Fabio come è accaduto in “Hell” e “Heaven” perché lavorano sulle stesse frequenze; si dovrebbe avere tutt’altra strumentazione per registrare, tecnici sonori da mille euro al giorno ma siamo onesti… con i budget con cui lavoriamo, registrare la musica degli Skylark e in particolare un album come Wings è una vera sfida. Band che fanno il nostro genere con massiccio uso di orchestre e quindi costretti a mixare una valanga di tracce sono Rhapsody e Blind Guardian ma questi gruppi hanno budget nemmeno paragonabile a Skylark. Quindi bisogna fare delle scelte, o si cambiano gli arrangiamenti optando per una musica alla Stratovarius di Visions o si accettano dei compromessi. Lo ripeto a tutti da secoli, se negli anni ottanta la gente si fosse fatta le stesse paranoie mentali sulle produzioni, band come i Metallica, i Testament, gli Helloween non sarebbero esistite. Invece i loro primi dischi servirono per mettere in mostra le idee e piano piano arrivavano i soldi per migliorare la qualità sonora. Ora invece funziona diversamente, le cose stanno così: le case discografiche metal, gli studi di registrazione, i giornalisti, gli organizzatori di concerti si organizzano in una specie di cartello che porta vantaggio a tutti. Chi non segue queste regole viene boicottato perché potrebbe creare uno standard alternativo pericoloso, minando questa organizzazione ( A proposito di boicottaggi mi spiegate perché gli Skylark sono stati intervistati su un importante Magazine come Metal Hammer solo una volta per mezza pagina, mentre gruppi che vendono meno di noi hanno avuto altri trattamenti o perché non siamo mai entrati nelle bill dei più importanti festival Italiani mentre siamo stati invitati in Spagna, Germania e Giappone? Questa è follia e disonestà!).
Quando discuti con la gente senti discorsi del tipo, “cazzo come suona l’ultimo Stratovarius”. Oppure, “hai sentito come spaccano il culo le chitarre del nuovo Nightwish?” A me piacerebbe sentire frasi del tipo “che belli i pezzi del nuovo XXX” ma ormai questo è un fattore secondario. Lo sai che il 90% dei recensori di Wings non si è accorto che ci sono tre cantanti uomo e due donne soltanto perché sul promo queste note non comparivano? Lo sai che Valerio Volani degli Icycore è stato esaltato sul debut della sua band mentre per molti con gli Skylark è solo un’altra dimostrazione della merda che può offrire Fabio Dozzo? Tutto questo è tristissimo, comunque per tornare al discorso delle chitarre, Wings non è power metal quanto non lo sono il primo dei Rhapsody e il primo dei Labyrinth “No limits”. Se il metro di giudizio è questo allora posso accettare senza problemi il fatto che Wings non sia metal.

Innegabilmente le canzoni di “Wings” sono molto elaborate sotto il profilo compositivo. Ci sono molti spunti sinfonici che tolgono spazio alle chitarre e alle parti più tirate della vostra musica. Condividi questo punto di vista? Come valuti “Wings” sotto il profilo dell’energia espressa e come credi che reagiranno i fan degli Skylark ascoltando il nuovo “Wings”?

Stiamo parlando degli Skylark non di Malmsteen, non degli Stratovarius…non mi sembra che nessuno abbia mai accusato i Royal Hunt di usare troppe tastiere (guarda caso il compositore dei Royal Hunt è un tastierista).

Per la prima volta in uno dei vostri dichi (li ho tutti) mi è parso che manchi completamente un pezzo semplicemente power, veloce e diretto. Non voglio contestare la vostra scelta compositiva, ma non credi che questa novità possa spiazzare il vostro seguito più longevo? Come mai non avete sentito l’esigenza di mettere nella track list almeno un pezzo potente e veloce come avete sempre fatto?

Sarebbe stato commercialmente più saggio, ma anche più da puttane (anche se nella versione originale di Wings sarebbe dovuto apparire un brano in più lungo 18 minuti con un sacco di spunti power, poi tolto per una strategia commerciale, finalizzata alla divisione di Wings in due parti, decisa con la Scarlet). Pensa che un album come Wings richiede una fase di arrangiamento lunga più di un anno, mentre quella di “The Princess’ Day” durò soltanto due mesi. Quindi comporre speed power è sicuramente più semplice e meno dispendioso ma io ho il brutto difetto di scrivere quello che mi passa per la testa. Wings è un album che mi da emozioni, entusiasmo e siccome con gli Skylark non divento miliardario credo che questo aspetto per me sia fondamentale. Poi se i nostri fans più sinceri desiderano veramente sentire un paio di pezzi speed sul prossimo disco, beh,…è un piacere per me accontentarli perché sono molto riconoscente a tutti loro e solo il fatto di andare incontro ai desideri di chi ha sborsato soldi per comprare un mio disco o “perso” del tempo per venire ad un nostro concerto mi dona l’energia giusta per inserire quegli elementi nelle mie composizioni.

Le parti di tastiera sono veramente al centro del nuovo “Wings”, escludendo le mie considerazioni nella recensione, molti hanno notato che in questo disco si percepisce quasi una direzione solista delle tastiere rispetto al resto degli strumenti. Alcuni hanno detto che “Wings” è quasi un tuo disco solista. Cosa ne pensi? Trovi che il tuo strumento abbia condizionato così profondamente lo stile del nuovo disco tanto da allontanarlo dal vostro trade mark?

Sì, sono d’accordo, forse Wings è un po’ più solista del mio solista…ma non mi sembra una cosa così tremenda, anche perché non parliamo solo di paino o clavicembalo ma anche di arrangiamenti orchestrali su cui, in un modo o nell’altro, lavorano tutti i membri del gruppo.

La produzione di “Wings” ha richiesto un grande sforzo tecnico, come avete lavorato alla produzione del nuovo cd? Quali sono dal vostro punto di vista le differenze e i miglioramenti rispetto al passato degli Skylark? Come replicate a quelli che, come me, hanno sentito nel vostro sound recente un ammorbidimento incompatibile con i canoni del power metal?

A parte le considerazioni fatte precedentemente, la produzione di Wings è sicuramente migliore rispetto a “The princess’ Day”, il basso è più incisivo, la batteria senza trigger ha un suono nettamente migliore, la voce è incredibilmente limpida, le tastiere più corpose, l’orchestra più reale (purtroppo non possiamo permettercene una vera). Le chitarre sono a mio avviso più presenti su Wings che in “The Princess’ Day” e a mio parere il suono è migliorato anche se è vero che una grossa frangia del popolo metal avrebbe voluto sentire una chitarra più sul sound degli Stratovarius. Ma noi abbiamo optato per una scelta diversa e non a caso abbiamo utilizzato una testata Brunetti. Volevamo che in Wings la chitarra accompagnasse le melodie e che le voci fossero i veri primi attori.

Con “Wings” avete definitivamente integrato la voce femminile di Kiara nel vostro sound. Ritieni questa operazione un vantaggio per l’evoluzione degli Skylark? Come è stata accolta dal pubblico e dalla critica la nuova cantante? Come valuti il suo operato sul nuovo disco?

Essendo entrata nella band poco prima della fine delle registrazioni il suo contributo è stato minimo ma noi siamo molto soddisfatti della sua voce. Sicuramente la sua presenza permette di esplorare nuove soluzioni ed è uno dei motivi per cui gli Skylark esistono ancora. Il pubblico avrà modo di apprezzarla più adeguatamente nei nostri prossimi lavori ma in Giappone si sono già levati apprezzamenti più che positivi, Burn magazine (che fra l’altro ha recensito con un brillante 80/100 Wings, miglior risultato di sempre per gli Skylark) oltre ad averla intervistata le ha dedicato anche uno speciale. E le sue performance in terra Giapponese sono state più che apprezzate dai fans.
Poi c’è chi non ha perso occasione per criticarla all’istante, sto parlando di certe web zine, per una esibizione all’Indian Saloon. Kiara non ha effettivamente cantato bene in quel concerto, anzi per quanto ci riguarda la sua esibizione è stata del tutto insufficiente ma questi signori invece di sottolineare due o tre particolari: uno, era il suo primo concerto, due, essendo il locale vincolato ad un limite acustico e avendo un batterista come Carlos che ha il brutto difetto di suonare alquanto forte (che guaio vero?…) sul palco non riuscivamo a sentirci, tre c’erano alcuni problema tecnici, non hanno perso occasione di stroncarci/la…Contenti loro. Io ormai lo ripeto da tempo, il problema del net non è il fatto che puoi scaricare i brani ma quanto che ormai qualunque incompetente può aprirsi un fanzine e criticare senza la giusta cognizione di causa. Poi rimanendo in tema di voci i miei cantanti faranno pure cagare se paragonati a Kiske o Ralph Scheepers ma se li accostiamo ai più osannati singers del nostro paese non credo proprio che le loro performance siano inferiori. E mi permetto di affermare ciò avendo alcune registrazioni “live-bootleg” delle “migliori ugole nostrane”.

Come state supportando il nuovo disco sotto il profilo live? Quali sono i vostri progetti in merito? Quando suonate dal vivo, i vostri fan come rispondono ai nuovi brani?

Abbiamo appena concluso con incredibile successo la nostra seconda tournee Giapponese…ecco, questo è il paradosso, nella terra del Sol Levante c’è gente pronta a sborsare un sacco di soldi per portarci a suonare pagandoci fior di ristoranti e l’alloggio all’Hilton Hotel e qui in Europa gli addetti ai lavori ci considerano parenti della merda secca…vai a capirlo il mondo. Prima, come ho già accennato, avevamo fatto qualche data di Warm up col solo scopo di far prendere confidenza a Kiara con le condizioni on stage e credo che non ci sia posto più schifoso dell’Italia per esercitarsi. Per questo, fra altri motivi, avevo deciso di abbandonare il discorso Live nel nostro paese, ma avendo una cantante nuova in line-up è doveroso farle fare più esperienza possibile. Io ancora non riesco a capacitarmi delle ragioni per cui i concerti in Italia, se non si tratta di Baglioni o Vasco Rossi il più delle volte si rivelano deludenti e pietosi. Dopo aver visto gli Iron a Londra qui da noi sembra di vedere una cover band. Bon Jovi che è solito suonare per tre ore quando viene a trovarci resta on stage un’ora e mezza tanto fanno cagare le condizioni che trova sul palco ma soprattutto fuori. I Primal Fear o i Gamma Ray a Stoccarda sono tutt’altra energia e convinzione e quello che è accaduto all’ultimo Gods è veramente penoso. C’è stato un temporale di 15 minuti e sembra che ci sia stato il diluvio universale con tanto di Noè, l’arca e vari animali. Non mi sembra che i telegiornali di quella sera siano iniziati raccontando della tromba d’aria di Bologna. Per carità, ha grandinato, ma a Giugno è normale anzi, ricordo che al Monsters of Rock del 90 successe nella stessa arena la stessa cosa, solo che il temporale durò almeno un’ora. E appena finito tutto proseguì come se nulla fosse successo, e i gruppi tagliarono 5 minuti di scaletta a testa. Qui no, probabilmente per risparmiare sull’uso dei materiali il palco non è stato protetto a dovere ma quanto mi fa più riflettere è che quelli dell’organizzazione presenti alle casse alle 20.00 raccontavano ancora che gli Stratovarius avrebbero suonato, mentre i ragazzi del service ammettevano che sarebbe stato impossibile. Malafede? Non so, fate voi, di sicuro mi chiedo perché il giorno dopo verso le 11 sul sito ufficiale non compariva la notizia che gli Stratovarius avrebbero suonato e che il biglietto del giorno prima era valido fino alle 14. Internet è un mezzo che si aggiorna in tempo reale. Soltanto chi è rimasto fino al termine dei Priest lo sapeva. Se il maltempo dovesse essere davvero così determinante allora in Inghilterra e nel nord Europa dovrebbero saltare tre concerti su quattro. Io ho suonato in Germania dopo che aveva finito di grandinare e tirare vento da un quarto d’ora, mentre suonava una altro gruppo e si trattava di un festival piccolo. Il brutto è che chi ci rimette sono i ragazzi che spendono 40 euro (forse dico una cazzata, ma perché una serata all’Heineken con tanto di Metallica o Iron o Bon Jovi costava meno?) per una giornata di musica. Per la cronaca, la stessa sera a Roma, Vasco Rossi ha suonato sotto una pioggia torrenziale senza alcun problema. Questo non è più il mio metal, ma solo un’industria più vergognosa di quella del POP, perché almeno gli addetti ai lavori di quel genere non vengono a fare discorsi sulla purezza dei sentimenti e della musica. Se amate davvero un gruppo cercate di vedervelo all’estero se ne avete occasione.


Pezzi come “Another reason to believe” sono una novità per gli Skylark, si tratta di composizioni molto orecchiabili e decisamente apprezzabili anche da un pubblico esterno al metal. Concordi con le mie affermazioni? Con quale spirito sono nati questi pezzi? Pensi che nel futuro degli Skylark ci saranno sempre più spesso composizioni di questo tipo?

Questo è effettivamente un pezzo che ricorda l’hard rock eighties…ma stiamo parlando di un brano solo di 5 minuti. Non so, in futuro vedremo… di sicuro se uno stile simile dovesse prevalere nelle composizioni allora sarebbe più giusto che il progetto non si chiamasse Skylark; prendiamola come una voglia di sperimentare qualcosa, servirebbero però altri canali distributivi…magari come dici tu sarebbe da proporla al festivalbar, ma siamo troppo brutti per apparire su un network nazionale…

“Wings” è il vostro primo disco con la Scarlet, l’etichetta come ha giudicato il risultato finale? Come stanno lavorando per supportarvi? Come si stanno muovendo per sponsorizzare il disco all’estero?

Non voglio commentare i nostri rapporti con le case discografiche. Preferisco cogliere l’occasione per una considerazione generale che non c’entra con la Scarlet o l’Underground Symphony o altre etichette a noi legate. Secondo me i musicisti devono rendersi conto che al 99 per cento dei discografici non frega un cazzo delle sorti del gruppo, qualsiasi cosa che fanno o non fanno è finalizzata soltanto al loro portafoglio. Loro sono degli imprenditori che fanno scelte sbagliate o giuste ma solo per quanto riguarda il proprio business. I musicisti devono metterselo in testa, è inutile lamentarsi, quando firmi un contratto con una casa discografica devi mettere nero su bianco tutto quanto si ritiene indispensabile. Il più delle volte è già una lotta per ottenere che il contratto sia rispettato, quindi le parole non contano e tutto quanto arriva in più è regalato. Aprite gli occhi, questa è una normale regola di vita. Non serve a niente lamentarsi a posteriori perché il discografico è un fetente… per me lo è solo se non rispetta quanto firmato sull’accordo mentre le altre promesse sono solo aria fritta che fanno parte del gioco, ripeto, della vita non della musica. Lo so che è triste ma è così.

Ho letto recensioni che hanno osannato “Wings” come un disco innovativo, a molti miei colleghi che amano l’hard rock il vostro ultimo cd è davvero piaciuto. Credi che il pubblico degli Skylark si allargherà con “Wings”? Credi che il disco sia inquadrabile nell’abito dell’hard rock sinfonico?

Non so, credo sia difficile perché il momento di mercato non è propizio e le nostre distribuzioni si rivolgono per lo più ad un pubblico power metal. Il rischio che Wings non accontenti nessuno, Giapponesi a parte, è alto proprio per questo, visto che potrebbe essere troppo morbido per i metallari ma troppo duro per un ascoltatore più moderato. Non so e francamente non è che mi stia rompendo la testa per esaminare la situazione. I nostri fans più stretti, i Giapponesi, stanno apprezzando veramente Wings e questo per noi è importantissimo. Gli altri nostri supporter in giro per il mondo lo accolgono in maniera diametralmente opposta, qualcuno lo ama altri come te sono scioccati in senso negativo e con loro stiamo cercando di confrontarci. Per i denigratori qualunquisti ho già detto più volte che uno dei motivi per cui è stato ultimato Wings è per regalare a questi signori la possibilità di ficcarselo dritto su per il culo.

Non ti è mai successo in questi mesi di pensare a “Wings” mettendo in discussione quello che avete registrato? Ritieni che “Wings” rappresenti il migliore corso che gli Skylark abbiano mai seguito? Siete ancora legati al vostro passato artistico oppure ci sono album che ora non vi soddisfano più se vi guardate indietro?

Per quanto riguarda le idee compositive per me Wings è inferiore, forse, solo a “Dragon’s Secrets”. Per il resto tutte le produzioni Skylark mantengono il significato espresso al momento della loro pubblicazione.

Questo è quanto per me, se vuoi aggiungere altre considerazioni qui sei libero di scrivere quello che desideri. Io non posso che ringraziarti e rinnovarti la mia stima anche se in questo caso siamo su due posizioni divergenti. Resto un fan degli Skylark.

Grazie a te! Usufruisco di questo ultimo spazio, sempre che qualcuno stia ancora leggendo il mio interminabile soliloquio per commentare le ultime dichiarazioni di Michael Kiske. Ha ragione! Premetto che il suo sound rock alternativo a me non piace, ma questo non è un problema, il problema è che tutti noi, me compreso, vorremo che lui tornasse a fare Power. Ma cazzo, sarà libero di esprimersi come meglio crede? Se non ci piace quello che fa non siamo obbligati a comprarlo ma lasciamolo lavorare e trovare la sua strada da compositore e cantante. Sento gente che dice che non è più in grado di cantare (sentitevi Key yo the Universe e vergognatevi, non si può cantare meglio di così, forse dobbiamo smettere tutti se quello è il termine di paragone), che non sa comporre (e allora We got the Right, A little Time, Kids of the Century, Always, New Horizon?) che Deris è un cantante migliore di lui….io spero solo che trovando tranquillità mentale ci fornisca in futuro composizioni che regalino emozioni, non importa se metal o pop, reggae o blues….. meglio una Key to the Universe ogni dieci anni che un album degli Helloween con Deris ogni mese.

Eugenio Giordano
metalgenio@libero.it