Skylark (Eddy e Brodo)
Intervista a cura di Simo Narancia.
E’ da qualche mese uscita la doppia compilation “In The Heart Of The Princess“, succoso best of degli Skylark, band milanese che fu tra le prime, più di dieci anni fa, ad uscire allo scoperto nel filone del power symphonic metal. Quale migliore occasione per fare due chiacchere con Eddy (tastiere) e Brodo (basso)?
Se pensiamo che qualche tempo fa eravate quasi sul punto di mollare tutto, sembra quasi incredibile parlare oggi per gli Skylark di un doppio cd celebrativo: dieci anni di attività, sette LP di cui i cinque pubblicati sotto Underground Symphony sono i più venduti della piccola etichetta italiana, alcuni singoli ed EP e un buon seguito di fedelissimi fan, soprattutto in Giappone. Tirando le somme, quanto siete soddisfatti del vostro percorso fino a questo punto?
(Eddy) Questa è una storia veramente buffa. Già alla fine del ’98 ero intenzionato a far diventare gli Skylark solo una studio band per una miriade di ragioni, poi l’affetto e l’incitamento dei fans mi spinsero a continuare anche con i concerti Live. Nel 2002 invece avremmo dovuto smettere definitivamente, registrare “Wings” e chiudere il nostro capitolo ma anche questa volta sono stato spinto a rivedere le mie intenzioni per due sostanziali ragioni: il successo raggiunto in Giappone e l’entrata di Kiara in gruppo. I fans del Sol Levante hanno davvero giocato un ruolo determinante, pensa che prossimamente partiremo per il nostro terzo tour in quelle terre; non voglio dire che ormai suoniamo solo per loro, diciamo però che sarebbe stato stupido rinunciare a queste tournée dove noi e i ragazzi Giapponesi festeggiamo insieme il lungo percorso degli Skylark. Se questo è il motivo affettivo, l’avvento di Kiara è invece la ragione artistica del perché siamo ancora qua: con lei ci stiamo addentrando in una diversa dimensione compositiva che mi affascina parecchio e permette di metterci alle prove con arrangiamenti e atmosfere parzialmente inedite.
Mi chiedi comunque di tirare le somme: direi che “In The Heart of the Princess” è la testimonianza più tangibile di quello che sono stati e che sono gli Skylark. Questa compilation nei miei desideri sarebbe dovuta uscire già ad inizio 2003 ma allora l’Underground Symphony non appoggiò questo progetto ritenendolo inutile e così fummo costretti a rimandarlo.
E cosa manca ancora?
(Eddy) Tutto e niente. Se penso che nel mondo girano ormai più di 100.000 dischi (fra CD, cassette e LP) degli Skylark, che siamo l’unica metal band Italiana ad essere andata due volte in tournée in Giappone, che nel resto dell’Oriente e in Sud America ci sono un sacco di ragazzi che stravedono per noi non posso altro che dire di essere andato oltre le più rosee previsioni e di aver raggiunto traguardi nemmeno ipotizzabili quando abbiamo iniziato nel 1994. Ovvio che a livello assoluto questi risultati valgono meno di zero: ci sono gruppi che le centomila copie le fanno con un solo singolo in un paio di giorni, noi ci abbiamo messo dieci anni, un sacco di album e una faticaccia incredibile… tutto deve essere ponderato, tutto può essere visto in un senso o nell’altro. Io sono contento e non posso che ringraziare una volta di più tutti coloro che hanno speso anche un solo attimo del loro tempo per considerare la nostra proposta.
(Brodo) Io credo che in sostanza manchino almeno altri dieci anni di attività e ovviamente un nuova compilation celebrativa per festeggiare i vent’anni degli Skylark.
Come sono stati gli inizi? Personalmente ricordo di quando promuovevate “The Horizon and the Storm” anche nei piccoli festival studenteschi…
(Brodo) Sono stati davvero entusiasmanti. È stata un’esperienza indimenticabile essere a contatto con i fans nei cortili delle scuole. In quel periodo a Milano era già difficile poter avere i Gamma Ray o gli Angra che proprio tra il ’94 e ’95 rappresentavano una assoluta novità in campo dei concerti live, figurati se era ipotizzabile organizzare serate in certi tipi di locali con gruppi minori. Diciamo che almeno fino al ’97 le scuole rappresentavano una delle piazze più consone per poter far esprimere i gruppi metal emergenti, ovviamente si parla di un livello più basso ma sicuramente affascinante e genuino.
(Eddy) Periodo bellissimo ed incosciente. In quegli anni, vedendo le reazioni entusiaste del pubblico, commisi l’errore di credere che un prodotto valido e portato avanti con passione poteva valere più di qualsiasi lancio pubblicitario. Così ho praticamente trascorso tutta la nostra carriera combattendo contro i mulini a vento nell’incoscienza che gli Skylark potessero imporsi solo sul loro valore e sui risultati conseguiti. La realtà è diversa ed io per primo l’ho sempre saputo anche se non volevo ammetterlo. Più gli Skylark ottenevano risultati in proprio, senza l’apporto di grandi manager e grandi etichette più gli addetti ai lavori si scagliavano contro di noi, tagliandoci fuori da tutti gli avvenimenti che contano nonostante le nostre vendite avrebbero meritato diversa considerazione. Normale legge di marketing, dimostrare che si possono raggiungere da soli certi traguardi da fastidio… stupido e avventato io nel pensare di poter cambiare le regole, anche se devo riconoscere che in Giappone la mia, la nostra perseveranza è stata riconosciuta e i nostri fans sono riusciti a far cambiare parere agli addetti ai lavori… un’emozione da brividi quasi paragonabile ad un miracolo. Ma in Europa, in particolare in Italia ho fallito sotto tutti i punti di vista e senza ombra di dubbio. Diciamo che mi sento un po’ come Mace Windu (uno dei Jedi di Star Wars) prima di essere scaraventato nel vuoto da fulmini di forza maligni e forse anche accecato da una certa benevola arroganza/presunzione che involontariamente si era impadronita di lui.
Parlando del Best Of : so che la scaletta è stata scelta dai fan giapponesi tramite un sondaggio. C’è qualche brano che avreste voluto inserire e che manca? Qualcuno che invece avreste preferito eliminare? (Io mi sono stupito per la mancanza di Princess of the Snow, ad esempio).
(Brodo) Avessi potuto avrei inserito tutto “Dragon’s…” e tutto “Horizon…” ma non avrebbe avuto senso… “Princess of the Snow” è arrivata quarta nelle scelte di “Dragon’s…” dopo “Light”, “Skylark” e “Creature of the Devil”; comunque stiamo progettando un remake da inserire in un futuro album. Forse questa canzone è proprio il top armonico dell’intero repertorio. Avrei poi inserito più brani di “Wings” ma il disco è ancora troppo recente e così abbiamo limitato la presenza alla sola cover dei Def Leppard che è il brano tramite il quale i Giapponesi si sono innamorati della voce di Kiara. In generale sono comunque soddisfatto della set list e della rimasterizzazione fatta da George Marino. La mano sapiente di chi da sempre lavora con artisti del calibro di Iron, Bon Jovi, Metallica, Dream Theater ha contribuito a rinvigorire il sound generale.
Non vi nascondo che ho sempre avuto una certa predilezione per i brani contenuti in “The Horizon…”, mi ha fatto dunque piacere vedere che alcuni di essi siano stati inseriti nella tracklist di questa compilation. Vi va di raccontarmi come è nato quel disco e come è stato risuonare una canzone come Little Girl?
(Eddy) “Horizon” è il classico lavoro di una band esordiente che vuole dire tutto in pochi minuti non sapendo se avrà mai una seconda chance. E’ questo il segreto di quel lavoro, la freschezza, l’energia, la spontaneità. Purtroppo mancavano soldi ed esperienza e la registrazione lascia molto a desiderare. Praticamente è un disco suonato e cantato in diretta con alcune parti di batteria triggerata perché avevamo finito le tracce a disposizione. Per questo piano piano abbiamo riregistrato molti brani provenienti da quell’album. “Little Girl” in particolare è stata riproposta perché si voleva dare giustizia ad uno di quelli che io considero ancora tra i nostri migliori brani.
Bene o male l’unica che manca all’appello è Cristal Lake, a quando una nuova versione?
(Eddy) Mi spiace ma al momento la rivisitazione di questo pezzo non è prevista. Ma non si sa mai…
Numerose le collaborazioni che avete avuto durante questi anni con alcuni protagonisti del metal italiano, come Thorsen, Mazzoni, Tiranti, Orlandini ecc., tanto che nel doppio “Divine Gates” avete un po’ anticipato il tema della Metal Opera. Come sono nate e cosa vi hanno dato a livello professionale e umano?
(Eddy) Le cose molte volte nascono così per caso, sicuramente ogni collaborazione, famosa o no che sia, porta del valore aggiunto. Mentre per quanto riguarda i chitarristi il più delle volte si è trattato di una necessità (quando registrammo i due “The Divine Gates” Pota era appena entrato in gruppo e non aveva la necessaria esperienza per potersi sobbarcare la registrazione di un doppio album) usare diversi cantanti è sempre stata una soluzione che mi ha affascinato e che ha permesso di avere un contenuto compositivo più ampio.
(Brodo) Io credo che esseri precursori di un certo genere possa addirittura fondere in te la convinzione che se non fossi stato tu ad aprire quella via forse allora non sarebbe esistito neanche il seguito. Non abbiamo la controprova ma non è poi così follia affermare che, forse, non ci sarebbe stata Metal Opera senza Divine Gates. E’ stato il primo lavoro di quel genere (peccato tu sia uno dei pochi ad essertene accorto) ed è il capostipite di un periodo. Se esamini ad esempio la struttura di Avantasia ti puoi rendere facilmente conto di come quel lavoro ricalchi tantissimo il materiale Skylark sia dal punto di vista dell’uso delle differenti voci, e quindi dei personaggi, che dal punto di vista delle liriche. La storia alla base credo sia la riconquista della Luce, che richiama la nostra Light di “Dragon’s…” scritta nel 1996. Dal lato umano poi, lavorare con grandi artisti è sempre qualcosa di fenomenale, e il più delle volte un enorme piacere reciproco.
Lo zoccolo duro della band siete voi e Fabio. Vi lega un’amicizia particolare? E a cosa sono dovuti tutti i cambiamenti dietro la chitarra e la batteria?
(Eddy) In molti gruppi va così, pensa che anche ad alto livello ci sono musicisti che rinunciano a fama e soldi allontanandosi da band famose. La realtà è che tenere unite cinque o sei teste pensanti ed autonome per molti anni non è facile. Possono nascere divergenze musicali, cambiare le priorità nella propria vita o insorgere incompatibilità caratteriali. Si rompono i matrimoni dove l’unione principale è composta soltanto da due persone, figuriamoci un gruppo musicale. La cosa che a me dispiace è che il più delle volte la dipartita di un musicista alteri definitivamente anche i rapporti personali. Per quanto riguarda i nostri rapporti all’interno del gruppo abbiamo deciso di tenerceli soltanto per noi scusa quindi se non ti do dettagli.
(Brodo) E’ comunque innegabile che io e Eddy abbiamo sempre rappresentato la linea di continuità del songwriting e degli arrangiamenti degli Skylark nonché la testa pensante dell’azione manageriale. Questo non per una scelta specifica ma perché le cose sono andate in questa direzione naturalmente.
Per chi conosce la vostra discografia è impossibile non notare l’evoluzione nel vostro sound, dagli esordi molto cupi ed sfacciatamente heavy-power di “The Horizon…” fino ad arrivare alle sonorità ariose e quasi celestiali di Wings, passando per il power sinfonico del periodo centrale. Un evoluzione naturale? Un esigenza che si è fatta strada pian piano?
(Brodo) La realtà è che non esistono discorsi pianificati a tavolino così che ogni disco possa nascere in maniera spontanea e senza che nessuno sia in grado prevedere come suonerà alla fine. Questa è la ricetta semplice degli Skylark; non abbiamo mai iniziato a comporre cercando di dare al sound una direzione più power o più sinfonica piuttosto che più melodica. Reputo ogni lavoro diverso anche se tutti riconducibile allo stile Skylark e perfino Hell e Heaven, registrati nella stessa sessione, non suonano alla stessa maniera. Penso sia il frutto di sottili equilibri, che talvolta risentono anche della presenza stilistica di guest come nel caso di Olaf Thorsen.
(Eddy) Direi che possiamo parlare di evoluzione forse più umana che musicale. Come ti ho detto “The Horizon…” era l’album dell’incoscienza, poi è arrivato “Dragon’s…” che per me rimarrà sempre la miglior creazione degli Skylark; con Wings abbiamo probabilmente riacquistato una certa libertà compositiva ma ritengo che ogni album degli Skylark, preso singolarmente, conservi alcune caratteristiche peculiari è questo mi soddisfa. Credo che ascoltando un singolo brano, vuoi per la sonorità, vuoi per gli arrangiamenti, sia abbastanza facile capire da quale disco proviene.
Nelle vostre produzioni fino al ’99/2000 riconosco una certa freschezza compositiva: brani come “Ligth”, “The Triumph” o “Belzebù” (solo per citarne alcune) non vengono fuori per caso. Freschezza che, permettetemi di dire, pare si sia un po’ affievolita nell’ultimo periodo (pur con le dovute eccezioni di brani come “Another Reason to Believe” o “Journey Through the Fire”). Ora come vi sentite a livello di idee? Eddy, hai mai pensato di lasciare più spazio anche a Roberto (che da sempre ti aiuta per gli arrangiamenti) o comunque agli altri ragazzi della band?
(Eddy) Come potrai immaginare non sono d’accordo. Per me “Wings” è secondo solo a “Dragon’s…” e come compositore preferirei essere ricordato più per “Rainbow in the Dark” che per “Belzebù”. Intendiamoci, i pezzi del periodo centrale degli Skylark mi piacciono, ma li ritengo più elementari, insomma meno raffinati. Credo che se vuoi capire la vera mentalità degli Skylark devi ascoltare i primi due dischi o “Wings”, se invece vuoi una visione globale della band allora la compilation è quasi perfetta e anche i pezzi power più diretti acquistano più significato. Lo so, ci sono un sacco di ragazzi che ritengono “Gate of Hell” il nostro miglior album: io non la penso così ma in fondo anche quello è un periodo degli Skylark ed è affascinante e curioso che il messaggio può aver raggiunto il cuore dei fans anche dove noi pensiamo sia più debole. Segno che, come è giusto, la stessa musica e i medesimi brani provochino in ognuno di noi sensazioni diverse, tutte comunque rispettabili. Quando lo stesso brano provocherà precisi effetti alla globalità delle persone sarà la fine della musica. Speriamo che quel giorno non arrivi mai ed è per questo che detesto l’importanza che i media hanno ormai nel mondo artistico: il rischio di appiattimento è troppo rilevante. Per quanto riguarda i compositori, “Wings” è stato curato a quattro mani da me e Brodo, così come buona parte del nuovo “Fairytales” e come avvenne per “Dragon’s…”. Kiara ha invece scritto alcune liriche sempre per il nuovo Fairytales”. Gli altri musicisti saranno sempre i benvenuti quando vorranno partecipare alla scrittura di qualche brano.
(Brodo) A me non sembra proprio si sia persa freschezza compositiva, piuttosto “Wings” si addentra in dimensioni musicali più ampie e questo magari può spiazzare qualcuno dopo il primo ascolto; ripetere sempre la medesima ricetta può in fondo essere più semplice e sicuro ma anche assai inutile e frustrante per un compositore e per un musicista in generale; come dice Eddy molti ritengono l’album migliore “Gate of Hell” ma io ho sentito dei fans apprezzare tantissimo anche “The Princess’ Day” e allo stesso tempo Dragon’s Secrets che sono decisamente diversi tra loro (curioso che il più venduto sia invece “Gate of Heaven”). E poi ho visto altri ragazzi cantare durante i concerti brani provenienti dai diversi album con lo stesso entusiasmo.
Che dire? Sono sempre stato ben disposto alle “sperimentazioni” e sono sempre stato ben disposto ad un sound più leggero e magari influenzato dall’hard rock melodico e pomposo (Bon Jovi, Def Leppard, Ten etc etc). E infatti non penso sia questo il problema di un disco come Wings. Notavo solo, dopo avervi seguito per tanti anni, che in Princess’ Day e Wings ci sono alcuni cali di tensione, alcune cose non del tutto riuscite o, meglio, non del tutto in linea con le mie aspettative. Insomma rispetto al passato ci sono casi in cui mi avete colpito non positivamente. Ovviamente è solo la mia modesta impressione, ma come dite voi ben vengano le sensazioni diverse.
(Eddy) Credo quindi che siamo d’accordo… nel vasto repertorio Skylark esistono degli episodi che possono convincere più o meno i fans poi alcuni li possono trovare in un disco piuttosto che in un altro, è ovvio, naturale e sarà sempre così per tutte le band.
Parlando ancora della vostra proposta cosa potete dirmi dell’evoluzione futura che avrà il vostro sound alla luce dell’inserimento in pianta stabile di Kiara? Ad essere onesto nel sentirla alle prese con i brani scritti originariamente per altre voci (Dream e The Princess’ Day) mi ha lasciato qualche dubbio che spero verrà fugato con i prossimi lavori in studio.
(Eddy) Per la seconda volta non siamo in perfetta sintonia. Questo credo sia il segno di un evidente problema di relazione tra i fans italiani e gli Skylark. Con disarmante ripetitività posso solo dirti che altrove e questa volta non solo in Oriente e in Sud America la sua voce è assai apprezzata. Pensa che Burrn magazine le ha dedicato già quattro diversi articoli in meno di un anno e che ha distribuito alcuni suoi oggetti personali ai fans Giapponesi tramite un loro classico concorso. La mia modesta opinione è che Kiara sia in grado di riprodurre con la dovuta tecnica, emissione ed intonazione qualsiasi linea vocale dei vecchi brani Skylark, tranne un paio di parti di Wings esageratamente basse per una donna, è questa è per me l’unico aspetto oggettivo fondamentale. Se prendiamo grandi cambi storici dietro al microfono come Kiske-Deris, Scheepers-Hansen, Matos-Falaschi beh, qui i successori hanno stravolto le linee vocali precedenti per evidenti incapacità tecniche ma non ho quasi mai visto tanti addetti ai lavori scandalizzarsi, anzi la mancanza di tecnica veniva sempre giustificata con esigenze di interpretazione. Ovvio, comunque, che esistano anche gusti e rilievi soggettivi ma su questo c’è poco da fare, almeno credo.
Io ho passato gli anni a difendere Fabio, tutti gli addetti ai lavori lo insultavano in maniera indecente, dicevano che faceva cagare che era la rovina degli Skylark, che pronunciava da schifo, che era sfiatato, stonato e immobile sul palco; la Noise ci aveva anche offerto un contratto soltanto se avessimo cambiato cantante. Adesso con Kiara è ancora peggio. Su molti forum ho visto che quando vengono postati commenti positivi che la riguardano scatta immediatamente la censura, mentre impazzano dichiarazioni del tipo “è la cantante più incapace del mondo, sembra un travone, ecc…”. Secondo me il suo contributo in “In the Heart of The Princess” è almeno da otto, ma la mia opinione non conta. Mi fa solo un po’ dispiacere che se entro alla Tower Record a Tokyo trovo i dischi degli Skylark con commento del tipo “grande raccolta per una delle metal band Italiane più valide; ascoltate la grande voce della New entry Kiara”; se invece vado nei negozi Italiani i dischi degli Skylark… non li trovo nemmeno.
Poi, tornando alla tua impressione su Kiara mi dispiace il fatto che essendo tu un fans degli Skylark non apprezzi la nostra nuova importante voce femminile, ma non posso altro che rispettare i tuoi gusti e magari sperare che le nuove composizioni ti convincano di più.
(Brodo) Io mi auguro che certe diffidenze nei confronti di Kiara siano dettate più che dalla “paura” della novità che da altro; ricordo che dopo “Walls of Jericho” non mi piacevano le versioni cantate da Kiske pur essendo oggettivamente migliori di quelle di Hansen semplicemente perché erano diverse; quindi non credo sia un problema di qualità o di un paragone tra Fabio e Kiara anche perché Kiara si sta disimpegnando in brani Skylark cantanti anche da Folco Orlanidini, Roberto Tiranti e altri singer. Ritengo che le nuove inedite composizioni dovrebbero far giudicare Kiara in maniera più autonoma e non sempre in termini di paragone.
Ero sicuro di non trovarvi d’accordo. Il problema secondo me non è di relazione tra voi e i fan italiani. Primo perché quelli che insultano non sono i vostri fan, tutt’altro. E questo purtroppo fa parte di un abitudine tutta italiana (meglio dire di una parte di italiani) che consiste nel parlar male di ciò che non piace piuttosto che concentrarsi su ciò che piace (fidatevi se vi dico che la stessa sorte tocca anche a gruppi come i Rhapsody che nonostante o forse in virtù della notorietà acquisita, sui vari forum italiani vengono letteralmente massacrati). Quindi non mi curerei di queste cose. E non legherei le impressioni sulla prestazione di Kiara neanche alla questione della novità, visto che bene o male avete sempre inserito delle voci femminili nei vostri brani (ricordo Cynthia Di Gennaro, tanto per fare un esempio). Direi invece, molto più semplicemente, che è una questione soggettiva. Ad alcuni è piaciuta ad altri no . A me personalmente è piaciuta meno alle prese con i vecchi brani. Ma non la metto in discussione a livello tecnico, è solo una questione di feeling (come cantava Riccardo Cocciante).
(Eddy) Scusa la mia cocciutaggine ma io la ritengo proprio una mancanza di relazione con i fans; credo ci siano due tipi di critiche, quella qualunquista a cui tu hai appena fatto riferimento e che non mi interessa affatto (e che adesso presenta una nuova categoria, ragazzi che affermano di avere molti dischi degli Skyalrk ma che sono stati dei pazzi ad acquistarli…) e quella dei nostri fans veri e propri nei quali ti inserisco. E in questo ambito non posso far altro che riscontrare che il 90 per cento dei fans stranieri sono entusiasti di Kiara mentre la maggior parte di quelli Italiani non l’apprezzano più di tanto. Ed essendo lei il nostro nuovo punto di forza il problema che ne consegue è evidente e il fallimento sul territorio Italiano quasi completo, almeno fino ad ora, poi col nuovo Fairytales chissà…
(Brodo) La questione della novità si riferiva alla riproposizione del vecchio materiale arte nella quale Cynthia non si era mai cimentata; probabilmente se ascoltassi qualche classico Skylark ricantato da Cynthia potresti ricavarne le medesime perplessità (oppure no…), ma credo sia davvero inutile continuare a dibattere su sensazioni soggettive e soprattutto dopo così poco materiale interpretato da Kiara. Vorrei solo che sui vari forum e commenti sul net si fermasse questa malafede lasciando spazio anche ai commenti positivi riguardanti Kiara senza squallide censure.
Passando a Fabio invece: ho sempre apprezzato la sua voce a differenza di chi magari voleva imporvi un cambio. Mi assicurate che continuerà ad essere un elemento fondamentale per la vostra musica?
(Eddy) In Autunno uscirà il nuovo Fairytales e Fabio avrà lo stesso spazio (parlo di minutaggio) che ha più o meno avuto in “Gate of Heaven”. In futuro posso dirti e aggiungerti che ci sarà un pezzo interamente scritto da lui; so che Fabio sta anche lavorando ad un paio di progetti non necessariamente collegati al metal.
In passato si è fatto un gran parlare delle produzione dei vostri dischi e di una resa sonora non proprio all’altezza (con chitarre troppo in secondo piano per non coprire la voce di Fabio), dovuta a quanto pare (e non stento a crederci) a risorse economiche non in linea con il tipo di sound che proponete. Adesso che siete sotto la Scarlet le cose miglioreranno? Nel prossimo Fairytales sentiremo le chitarre “ruggire” come si conviene?
(Brodo) Nella maggior parte dei casi i dischi degli Skylark sono autoproduzioni e così credo rimarrà la faccenda. Noi abbiamo il problema di proporre un genere che richiede grandi difficoltà nel mixaggio e come ho già detto più volte band come Rhapsody o Blind Guardian, che propongono uno stile simile al nostro, usufruiscono di budget almeno dieci volte superiori così si fa quello che si può; parlando di metal e non di pop il giudizio sulla produzione dovrebbe essere secondario, ormai, però, mi rendo conto che non è così e che non siamo più negli anni 80; è comunque davvero frustrante sentire sempre il solito ritornello tipo “Dragon’s è un gran disco, peccato che suona male…” per far suonare bene Dragon’s ci vorrebbero almeno 100.000 Euro per assoldare orchestre, mixare su un SSL e registrare con attrezzature adeguate… qual è la soluzione? faccio “Dragon’s…” al meglio delle mie possibilità oppure un disco con solo chitarroni basso e batteria con la voce di Fabio infossata? Per quanto riguarda il nuovo disco posso solo anticiparti che nei pezzi con Kiara, la cui voce agisce su frequenze meno esasperate in basso e quindi non cozza con le chitarre, le ritmiche saranno più ruvide e in primo piano mentre nei brani con Fabio ci sarà più il classico Skylark sound spero con alcuni passi in avanti. In generale credo che il disco presenterà una produzione più curata grazie all’esperienza e ai soldi che abbiamo deciso e rischiato di spendere. Purtroppo, come affermiamo da anni, far convivere la voce di Fabio, tastiere e chitarre ritmiche aggressive è impossibile se non parliamo di produzioni milionarie.
Onestamente ho sempre badato più alla sostanza del regalo più che all’incarto e concordo con voi che è meglio fare un disco al meglio delle possibilità piuttosto di uno “forzato”. Tuttavia penso che se dieci anni fa si poteva soprassedere su una resa sonora non proprio all’altezza della situazione a patto della bontà del materiale proposto (e penso al vostro Dragon’s Secrets, ma anche all’ottimo No Limits dei Labyrinth), oggi non è assolutamente possibile trascurare questo aspetto. Diciamo che per una band navigata come la vostra è il minimo sindacale richiesto. Nessuno chiede ai gruppi di investire decine di migliaia di euro, ovvio, ma considerando che sono pochi quelli che si possono permettere certe cifre e che invece sono molti quelli che riescono ad avere un sound efficace senza dilapidare enormi capitali (senza andare troppo lontano i vostri When Water Became Ice e Gate of Hell, mi hanno ben impressionato anche da questo punto di vista), allora forse non è una pretesa così assurda. Non trovate?
(Brodo) Questo credo sia l’unico punto sul quale non saremo mai in sintonia. Innanzitutto “Gate of Hell” non ha niente a che vedere con “Dragon’s…” o “Wings” dal punto di vista di stile e arrangiamenti. E’ meno costoso far suonare “Hell” senza ombra di dubbio ma a me non interessa fare quel tipo di musica per tutta la vita. E poi c’è sempre la questione della voce di Fabio, se paragoni la sua prestazione in “Wings” e in “Hell” la resa del secondo è nettamente inferiore e questo soltanto a causa della produzione e non per questioni tecniche (ricordo che anche il vostro Keledan si lamentava a ragione di quanto fosse penalizzato Fabio su alcuni dischi). Hai sentito il cambiamento nel sound generale che c’è in alcuni brani tra la prima edizione e “In the heart of the Princess”? La differenza è una sola, una masterizzazione da George Marino allo Sterling Sound di New York che costa una valanga di soldi. Ma ci sarebbero tante altre modifiche da apportare per ottenere il suono che realmente vogliamo e che permetterebbe di far esprimere al meglio la proposta degli Skylark.
Un’orchestra sinfonica valida per un album da sessanta minuti riesce da sola a prosciugare un budget anche ampio… credimi, vorremmo che la realtà fosse diversa ma forse con gli standard che si sono elevati, adesso è anche più difficile produrre un disco se vuoi che la band mantenga la sua personalità e non si confonda con il calderone del tutto uguale e scontato. Quello che possiamo promettere è di dar fondo alla nostra esperienza e raschiare fino all’ultimo centesimo del nostro budget per confezionare un prodotto onesto, coerente, che rispetti al meglio i musicisti coinvolti e il messaggio contenuto nelle canzoni degli Skylark.
(Eddy) Ritengo in tutta onestà che alcune band (non faccio nomi per non aggiungere altre inimicizie alla mia personale lista visto che ormai ricevo anche minacce di morte…) anche più blasonate di Skyalrk hanno tirato fuori produzioni non proprio mirabili probabilmente perché anche a loro i soldini mancano e non per incapacità. Se ci rifletti forse converrai che queste mie parole sono vere.
Altra domanda ormai diventata un classico: il vostro rapporto con internet? La vedete una minaccia per via del file sharing o una possibilità in più per farvi conoscere da più persone possibile?
(Eddy) Credo che Internet, specialmente per un fenomeno di secondo piano come il metal Italiano, sia un ottimo vincolo pubblicitario. Una volta i ragazzi si passavano i dischi originali per farsi le copie su cassetta adesso si scaricano i file da Internet. Tutto nella norma, poi se un disco piace veramente allora decidono di comprarlo. Dove sta il problema allora? Nel fatto che quando decidono di compralo non ci sono i soldi…ormai siamo arrivati a 20 euro per un CD in un periodo di recessione economica. Follie. E poi a mio avviso esiste anche un problema con le webzine. Quanti promo di un disco vengono spediti alle webzine? Tantissimi, credimi, e rappresentano potenzialmente un bel po’ di copie sottratte alla vendita. Ormai molti ragazzi, se hanno del tempo a disposizione, aprono una webzine così da poter contare ogni mese su un notevole numero di promo e biglietti per assistere ai concerti. So per certo che ormai in Italia esistono gruppi metal che distribuiscono più promo che copie vendute.
Mi levate due curiosità? Come è nato il nome Skylark ? E cosa fanno gli Skylark quando non suonano? Svolgete qualche professione particolare o siete musicisti a tempo pieno?
(Brodo) Per quanto riguarda il nome, beh…è un segreto, scusa ma non posso rivelarlo… Nel metal italiano nessuno (Rhapsody a parte credo) si può permettere di fare il musicista a tempo pieno e molte volte anche in quello internazionale. Quando non suoniamo si fa la cosa più normale che uno possa fare… donne e alcool, mi pare ovvio.
Cosa mi dite dell’attività live? State facendo o farete qualcosa per celebrare questi 10 anni?
(Brodo) Il fulcro sarà ovviamente la prossima tournèe Giapponese. Parteciperemo poi ad un grosso festival Olandese come supporto dei Virgin Steel ma l’attività live sarà sempre più limitata in futuro. Specialmente in Italia dove il più delle volte ci si imbatte in organizzazioni approssimative e in impianti che non ti permettono di esprimere liberamente il tuo sound. Ti porto un esempio per essere più chiaro. Avremmo dovuto suonare al Tradate Iron Fest, poi il nostro concerto è stato improvvisamente annullato senza alcun motivo valido; entro più nei dettagli: dopo averci contattato loro, confermato la partecipazione e sfruttato la pubblicità all’evento con la pubblicazione del nostro logo su tutti i manifesti e siti hanno, di loro libero arbitrio cambiato idea e reputato più comodo cancellare l’esibizione. Ovviamente tutto questo senza rinunciare alla spinta promozionale del logo Skylark che ancora compare sui manifesti. Gli Skylark staranno anche attraversando un momento difficile di relazione con il pubblico Italiano ma siamo pur sempre un nome storico e capostipite del genere power/speed e già ci erano giunte numerose e-mail compiaciute per la nostra partecipazione.
(Eddy) Se sommi insieme le vendite di almeno sei gruppi del Giovedì, giorno in cui avremmo dovuto suonare, queste non raggiungono neanche lontanamente quelle degli Skylark da soli. Ora, non credo che le vendite siano la discriminante per giudicare una band e magari questi sei gruppi sono decisamente migliori degli Skylark ma il vero problema è un altro: qui stiamo parlando di un festival con un biglietto a pagamento e quindi di business! Skylark e le sue vendite rappresentano quindi un nome oggettivamente e internazionalmente importante per la serata di Giovedì e l’organizzazione lo ha sfruttato. Inoltre qualche nostro fans potrebbe credere che siamo stati noi a bidonare l’evento. Ovviamente il nostro legale si sta occupando della faccenda ma questa è una delle buffonate più tristi a cui ho mai dovuto assistere e l’organizzazione dovrebbe vergognarsi del comportamento tenuto.
Prima di finire, qualche altra anticipazione sul prossimo disco? Sarà un nuovo concept? Ci saranno cover?
(Brodo) Il nuovo album si intitola come ormai sai “Fairytales”; uscirà in Giappone a fine Settembre e un paio di mesi dopo nel resto del mondo. Come abbiamo già anticipato i brani cantati da Kiara presenteranno una inedita chitarra ritmica, heavy come mai in precedenza nelle produzioni Skylark. Ci sarà poi una lunga Suite di circa 18 minuti interpretata da Fabio e molto vicina alle atmosfere di “Dragon’s…” oltre ad una cover in versione ovviamente metal del classico di Mike Oldfield “Moonlight Shadows”. Credo che il disco rappresenti un momento importante sia perché in Giappone è molto atteso sia perché ci permetterà di vedere se ci sarà un riavvicinamento tra gli Skylark e i fans Italiani.
Bene, il finale è tutto per voi. Se volete lasciare un messaggio ai nostri lettori…
(Eddy) Non lasciate che i media e le pubblicità influenzino oltre misura i vostri gusti, colgo l’occasione per suggerirvi alcuni dischi passati troppo in anonimato: i debut dei Freedom Call e dei Sonata Arctica; il loro “Ecliptica”: è secondo me un vero capolavoro. Entrambe le band sono diventate più famose quando a mio avviso hanno perso in ispirazione. A chi piace l’Hard Rock consiglio “Bounce” dei Bon Jovi e “Ten” dei Def Leppard mentre come band Italiana continuo a ritenere il miglior disco power di sempre “Return to Heaven Denied” dei Labyrinth ma qui anche i media sono d’accordo. E poi ringrazio sia te che la redazione di Truemetal.it sia per lo spazio concessoci (non come fanno altri mezzi di informazione) che per l’onesto dibattito che abbiamo affrontato senza remore alcuna da una parte e dall’altra.
(Brodo) Cinko to Manko