Vario

Slavior (Mark Zonder)

Di - 3 Aprile 2007 - 8:25
Slavior (Mark Zonder)

Intervista a Mark Zonder che, dopo Warlord, Fates Warning e Temple Within prova a spiazzare tutti con le sonorità progressiste di Slavior. Buona lettura.

Ciao Mark e congratulazioni per la tua nuova creatura discografica: Slavior. Il disco è potentissimo, moderno e originale. E’ completamente diverso da tutto ciò che hai pubblicato sin qui, non è così?

E’ così. Tutto è partito dalla necessità di esprimere nero su bianco le mie idee, volevo fortemente intraprendere una nuova direzione musicale. I miei amici Wayne e Gregg sono stati parte integrante di questa idea e ci siamo trovati daccordo su tutto, fin dal primo istante. Credo possa essere considerato un disco originale anche per gli americani, non soltanto per gli europei.

Ti va di presentarmi Gregg e Wayne?

Certamente! Wayne Findlay è chitarrista e tastierista, in passato ha suonato con Michael Schenker. Wayne è un gran lavoratore, per registrare le sue tracce si è chiuso in studio per tre o quattro settimane e mi ha presentato un lavoro perfetto, non aveva bisogno del minimo ritocco. Le idee di Slavior sono partorite dalla mia e dalla sua mente, è giusto che si sappia in giro. Gregg Analla è il cantante della band, ex Tribe Of Gypsies. Mi ha impressionato per la sua versatilità, si è abituato subito ai suoni moderni di Slavior, ha dovuto re-impostare la sua voce. Ho trovato due persone speciali.

Guarda, la voce di Gregg mi ha impressionato; espressiva e di una potenza non comune!

Oh Yeah Man! Gregg è un grandissimo singer! Non per vantarmi ma reputo la sua voce una mia scoperta, attualmente è uno dei migliori cantanti americani in circolazione. Ti dico una cosa: all’interno del disco, sono gli strumenti che si adattano alla voce di Gregg, e non il contrario.

Dopo ciò che ho sentito non stento a crederti Mark. Come mai hai deciso di chiamare la band Slavior? E’ una parola composta che deriva da Slave (schiavo) e Savior (salvatore)?

La band originariamente si chiamava Temple Within. Il sound è prima mutato poi cambiato totalmente rispetto agli esordi, da qui la scelta di modificare anche il nome che, se mi permetti di aggiungere, suona potente come la musica. Non avevo mai preso in considerazione le parole Slave e Savior ma adesso che ci penso… la prossima volta che mi fanno una domanda sul monicker, risponderò come mi hai suggerito involontariamente ahahahah. Entrambe hanno un significato che si rispecchia nei nostri testi!

Ah bene, felice di essermi reso utile in qualche modo, ehehehehe. Mark, consideri Slavior una band a lungo termine o un semplice progetto?

Una band a tutti gli effetti! Saliremo sui palchi di mezzo mondo e staremo in tour per un sacco di tempo, impossibile parlare di progetto a breve termine.

Vi vedremo qui in Italia?

Lo spero. Noi vogliamo suonare ovunque. Quando abbiamo messo in piedi la band il nostro obiettivo era quello di girare il mondo promuovendo le nostre idee musicali e, con molta probabilità, ci riusciremo. Il nostro management sta valutando l’opportunità di farci partire per un lungo tour europeo di supporto ad una grande band. Purtroppo, non posso ancora sbilanciarmi.

Torniamo al disco. Recentemente hai dichiarato che Slavior “is designed for the masses”, ma ho paura che ti sia dimenticato una parolina in mezzo: “Slavior is designed for the American masses”. In Europa, come anticipato, il vostro genere ha poco mercato. Ne sei al corrente?

Certo, ne sono al corrente e capisco cosa vuoi dire. Sono dell’idea che gli europei hanno buon gusto e sapranno riconoscere quella che è buona musica senza pensare troppo all’etichetta che l’accompagna. E’ una cosa nuova per gli europei, è vero, forse non è metal, non è power metal ma… l’importante è che si stia parlando di qualcosa di speciale, qualcosa di nuovo, qualcosa di piacevole da ascoltare.

Non mi permetto di aggiungere altro, sei riuscito a fotografare il mio pensiero espresso, oltretutto, in sede di recensione. Passiamo al songwriting. Escludendo la voce di Gregg, credo sia la batteria lo strumento guida di Slavior. Sei partito da lì per la costruzione dei brani che compongono il disco?

Direi proprio di sì: la batteria è lo strumento che ci ha permesso di dare un’anima, il mood e la dinamica del sound di Slavior. Tutto parte da lì.

Ok, ora ho una domanda un po’ particolare Mark: ti piace il Wrestling?

Il Wrestling? No, nel modo più assoluto! Non lo sopporto.

Soltanto per dirti che la splendida Origin sarebbe perfetta come soundtrack di un wrestler tipo The Edge o Batista…

Ah ora capisco! Beh, in tal caso comincerei ad apprezzare il wrestling ahahahahah. Confermo e aggiungo: Origin potrebbe diventare la soundtrack di un film d’azione! Pensi davvero possa andar bene per uno show televisivo?

E cosa le manca rispetto a quelle che già ci sono?

Beh, in effetti…

Come mai hai deciso di inserire quella singolare ghost track?

La ghost track è il primo brano sul quale abbiamo seriamente lavorato. E’ una demo, non è mai stata ritoccata e come puoi sentire è un pezzo atipico rispetto al resto. E’ una canzone ispirata dalle melodie degli Indiani d’America ed è cantata nella loro lingua.

Altar è la killer track di Slavior, non riesco a farne a meno.

Bella vero? Gregg ha tirato fuori il meglio di se. In tanti hanno nominato Another Planet, il brano successivo, come top song del disco. Forse perché è quella più aggressiva. Altar invece è molto melodica, è il brano che ha richiesto un lavoro più approfondito del solito… e piace molto!

Parlami della Inside Out, c’è un motivo specifico che ti ha spinto a firmare con loro?

Business, money… soldi Gaetano. Ci hanno offerto un contratto più vantaggioso, tutto qui. Conosco da molto tempo i ragazzi della Inside Out, ci abbiamo messo poco a trovare un accordo che potesse soddisfare tutti inoltre, abbiamo una grande copertura in quanto a distribuzione.

Mark, ho tenuto appositamente questa domanda per la fine dell’intervista: ti mancano i Fates Warning?

No!!! (poi si scusa per la risposta secca e ride di gusto ndg)

Inutile farti la seconda credo: pensi che in futuro potresti riunirti con i tuoi vecchi compagni?

Sono rimasto in buoni rapporti, abbiamo suonato dischi meravigliosi, ho vissuto con loro quattordici anni indimenticabili ma sono dell’idea che tutto ha un inizio e una fine. I Fates Warning si sono “ammalati” a causa del business, io continuo a suonare ciò che più mi aggrada.

Bene Mark, è tutto e ti ringrazio per il tuo tempo, se ti va puoi lasciare un messaggio agli utenti di Truemetal.

Grazie a te. Un saluto a tutti i lettori di Truemetal e a tutti gli italiani. Non vediamo l’ora di poter suonare per voi!

Gaetano Loffredo