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Sodom (Tom Angelripper)

Di Tarja Virmakari - 30 Agosto 2013 - 22:40
Sodom (Tom Angelripper)

Non capita tutti i giorni di poter fare una bella chiacchierata con il leader indiscusso dei Sodom, Tom Angelripper… Un’occasione che la Nostra Tarja Virmakari non si è fatta sfuggire, per poter analizzare approfonditamente, grazie alla voce del suo principale autore, il nuovo arrivato “Epitome Of Torture” e fare il punto in casa Sodom tra presente e passato. Perciò, buona lettura!

Intervista a cura di Tarja Virmakari, tradotta e trascritta da Vittorio Cafiero

 

 

Ciao Tom, sono Tarja. Benvenuto su Truemetal.it. Il vostro album è uscito da poche settimane, come vanno le cose?

Sono molto eccitato e allo stesso tempo orgoglioso e soddisfatto. E’ già molto popolare, è entrato nella classifica tedesca direttamente al 32° posto (un record per la band, ndr), la stampa lo ha recepito molto bene. E’ davvero un buon lavoro da tutti i punti di vista, dalla produzione all’artwork e anche la promozione sta andando bene. Non vedo l’ora di iniziare l’attività live e di presentare i pezzi dal vivo.

– Prima di iniziare a discutere del nuovo album, per favore parliamo del nuovo arrivo tra le vostre fila, Markus “Makka” Freiwald, alla batteria dal 2010. Come vi siete incontrati?

Quando Bobby (Schottkowski, ndr) ha lasciato i Sodom ed è stato il momento di reclutare un nuovo drummer, abbiamo subito contattato Markus: lo conosco sin dalla fine degli anni ’80, quando suonava nei Despair, successivamente ha fatto parte dei Voodoocult ed ha suonato anche nel mio progetto Onkel Tom. Lo abbiamo chiamato ed abbiamo fissato una serie di prove insieme. Già al termine della prima sessione, avevo capito che sarebbe stato il nuovo batterista dei Sodom, le cose sono andate bene da subito. Abbiamo suonato alcuni show, all’inizio era spaventato della possibile reazione dei fans soprattutto per il fatto che Bobby era molto popolare e perché non ha un look particolarmente aggressivo. Gli ho fatto capire che i fans sono unicamente interessati alle sue qualità di musicista. Infatti il pubblico lo ha accettato e con il nuovo album è contentissimo di essere tornato a far parte della scena metal.

 

 

– Veniamo ad “Epitome Of Torture”, ora. Come si è svolto il processo di realizzazione?

Più o meno come sempre. Ci siamo incontrati in sala prove due volte a settimana; non siamo soliti scambiarci file nella fase di pre-produzione, lavoriamo alla vecchia maniera, jammando insieme sui nuovi pezzi e mettendoli insieme poco alla volta, come del resto abbiamo fatto nel passato. Sono anche soddisfatto della partecipazione dello stesso Markus, già coinvolto nella stesura dei nuovi brani, ha contribuito con le sue idee. “Makka” è un drummer accurato e veloce, tanto che ne abbiamo approfittato per scrivere pezzi più veloci, appunto, rispetto a quelli di In War And Pieces. “Stigmatized” e “S.O.D.O.M.” sono due buoni esempi da questo punto di vista. Markus, oltretutto aveva già suonato nel passato in diverse band professionistiche ed è molto motivato nel rientrare a far parte attiva della scena, per lui è la realizzazione di un sogno. Sono tra l’altro convinto che sia uno dei migliori batteristi tedeschi.

– Da dove avete trovato ispirazione per i testi?

Guarda, la vita reale è il miglior contesto in assoluto per trovare spunti. Siamo una thrash band abituata a parlare delle cose negative della realtà e non di rose e fiori (risate, ndr): ci basta ascoltare le news quotidiane per trovare idee…la situazione è desolante, guerre in continuazione in qualsiasi parte del mondo, prima la Corea Del Nord, poi la Siria…non siamo attivisti, non possiamo cambiare le cose. Possiamo solo urlare la nostra rabbia e il nostro desiderio di fermare questi massacri: “fermatevi, ora!”. Non sono solito sedermi e tirare giù dei testi, le cose mi vengono naturali, a volte mi capita di svegliarmi di notte con delle idee e tirarle giù, altre volte sono i fatti della vita ad ispirarmi. Ad esempio, per il pezzo “Katjuscha” del nuovo album, mi sono ispirato al famoso sistema lanciarazzi: poco tempo fa dovevamo suonare a Tel Aviv, in Israele, ma abbiamo dovuto annullare la data a causa delle tensioni in atto, concretizzatesi proprio nel lancio di razzi con questo sistema. E’ terribile, ma i Sodom continueranno a parlare di questo e descrivere la tremenda situazione del mondo in cui viviamo.

– Dalla tua prospettiva, qual è il vostro punto di forza nella composizione dei pezzi?

Creiamo i pezzi senza nessuna particolare influenza o ispirazione dall’esterno, entriamo in sala prove e componiamo jammando. Non dobbiamo seguire nessuna direttiva per scrivere in questo o quel modo. So che, ad esempio, i fan e i magazine sono in attesa del nuovo lavoro dei Tankard o dei Kreator, etc. Non ce ne curiamo: scriviamo semplicemente musica per noi e per i fans, non c’è davvero nessun ordine da parte dell’etichetta: facciamo quello che vogliamo. Questo dovrebbe essere il fil rouge del thrash metal: fa quello che vuoi, suona la musica che ti piace senza fini commerciali. Il nostro punto di forza è proprio questa grande autonomia. Inoltre, non ci preoccupiamo del passato, non entriamo in studio con l’idea di fare un disco altrettanto buono come Agent Orange o in uno stile particolare…ci basta mantenere lo spirito Sodom vivo, ed è proprio quello che è successo con il nuovo lavoro.

 

– Se dovessi suggerire l’ascolto di una canzone a qualcuno ancora indeciso sull’acquisto, quale traccia sarebbe e perché?

La risposta è difficile! Se proprio dovessi scegliere, direi “S.O.D.O.M.”, un pezzo tipicamente Sodom e, se vuoi, il pezzo più semplice, ma che riflette bene la nostra essenza e quello che abbiamo fatto nel corso degli ultimi 30 anni. Una sorta di tributo a me stesso e ai fan.

– E’ anche il tuo pezzo preferito?

Mah, difficilmente c’è un solo pezzo che davvero preferisco in ciascun album…in questo caso, mi piace la roba più pesante come “Stigmatized”, così veloce, ma anche quella più melodica, come “Tracing The Victim” o “Into The Skies Of War”. Ma non ho mai il mio pezzo preferito in assoluto. Non saprei, in generale mi piacciono i pezzi più heavy…ma comunque è una scelta difficile, proprio perché la forza di questo album è la combinazione tra i riff pesanti di Bernemann e i suoi assoli melodici. Molto semplicemente, non ho né un mio album preferito della discografia dei Sodom, né tanto meno un singolo pezzo.

– Perché avete scelto “Epitome Of Torture” come titolo?

Mi piace come titolo, è davvero buono. Sta bene, considerata la copertina e la tracklist, è ‘catchy’! Testi, titoli, copertina…è una cosa sola, un lavoro di insieme. In definitiva, lo abbiamo scelto perché è davvero impattante!

– Effettivamente anche osservando la copertina…si tratta davvero di una “personificazione della tortura”, è così dettagliata…

Già, non è un semplice dipinto, è un misto di pittura, schizzi e photoshop. Tutto il booklet è molto soddisfacente, con le foto e tutto il layout. L’ha fatta un artista tedesco mio amico (Meran Karanitant, già al lavoro con Leaves’ Eyes, Six Feet Under, etc. ndr). Di solito non è facile cogliere i dettagli, ma sono contento che l’etichetta abbia acconsentito all’uscita anche nei formati collezionistici che permettono il riconoscimento e la valorizzazione di certi particolari.

 

 

– Si avvicina il momento del tour, quali sono le vostre aspettative? Includerete nella setlist molti pezzi dal nuovo disco?

Guarda, per me si tratta semplicemente di un nuovo album. Tuttavia, un buon album merita sempre di essere opportunamente presentato dal vivo. Abbiamo tutto l’anno occupato, tra festival in Germania e in Europa, singole date in Sud America, parteciperemo a festival in Mexico….è importante suonare dal vivo per una band, anche perché, in tutta franchezza, non riesci più a vendere dischi a sufficienza. Allo stesso tempo, però, è importante organizzare tour in modo oculato, non a caso. Non puoi prendere rischi, ci sono troppe band in tournée, la scelta per il pubblico è ampia e il rischio di insuccesso è dietro l’angolo. Il mio sogno? Un piccolo tour, qualche data selezionata con i BIG 4 del Teutonic Thrash Metal, con Kreator, Destruction e Tankard. Sarebbe davvero qualcosa di speciale per i fan, anche se difficile da gestire a causa di etichette, piani e interessi diversi. Per il momento, non c’è un tour vero e proprio pianificato, perché suoneremo singole date qua e là.

– E quali sono i piani immediati successivamente alla stagione live estiva?

Certo…un nuovo album (risate, ndr)!! Abbiamo già iniziato a scrivere i pezzi per il nuovo lavoro, già 3 o 4 tracce, stiamo mettendo insieme idee per testi e musica. Sicuramente, vogliamo uscire con il nuovo disco per l’anno prossimo: i Sodom devono essere in grado di uscire con un cd nuovo di zecca ogni anno. Ovviamente, dobbiamo avere il via libera dell’etichetta per motivi contrattuali, ma non voglio che i fan debbano aspettare troppo. Idealmente, sarebbe opportuno uscire ogni due anni al massimo. Questo è il nuovo standard imposto dal business.

– 14 full-length sotto SPV/Steamhammer, senza contare EP, live, compilation e video. Penso si possano spendere due parole sull’etichetta…

SPV non è più un’etichetta grande come in passato: dopo i problemi di 3 o 4 anni fa (fallimento e successiva ripresa delle attività in scala minore nel 2009, ndr), ora è una label più piccola, ma in questo modo riesce ad esserci più attenzione e più spinta promozionale per le singole band del roster. Con i nostri ultimi due album è andata molto bene in questo senso e alla fine gli album riescono ad essere distribuiti in tutto il mondo. Sono molto soddisfatto, alla fine dei conti. Sono oltretutto degli amici, mi riferisco ovviamente a Oliver Hahn e Georg Schröder (A&R della SPV/Steamhammer), il che non guasta. Potremmo cambiare per etichette come Nuclear Blast e Century Media, sempre molto interessate ai Sodom, ma perché? SPV ha sempre svolto un ottimo lavoro e va bene così. In definitiva, la relazione è ottima, oltretutto sono sempre molto trasparenti a livello economico.

– Mi piacerebbe ricordare anche il leggendario Chris Witchhunter (batterista morto all’età di 42 anni, nel settembre del 2008). Rimarrà sempre nei nostri ricordi con la sua performance colossale in album come “Agent Orange” e “Better Off Dead”…

Non posso che conservare un grande ricordo di Chris, certamente. Devo dire che in un certo senso, quando è mancato Jeff Hannemann degli Slayer poco tempo fa, non ho potuto non pensare a lui. Penso davvero che avessero problemi simili, in termini di abuso di alcol e di problemi al fegato…Chris, in ogni caso, era IL batterista dei Sodom per antonomasia, nella band dagli inizi, ha contribuito a creare la band e a forgiare il nostro suono. Era anche un mio buon amico ed è stato molto triste quando, nel 1992, in quanto leader della band, sono stato costretto a mandarlo via…non potevo fare altro, i problemi con droga e alcol erano diventati davvero troppo gravi per poter continuare. E’ stata davvero una decisione difficile per me, ma volevo che la band andasse avanti, mentre lui continuava a mancare agli appuntamenti in studio, in sala prove…Sono comunque contento di essere riuscito a portare a termine “The Final Sign Of Evil” (2007, ndr), sono così orgoglioso che sia riuscito almeno a portare a termine il suo lavoro, nonostante stesse già male. Rimasi ovviamente molto scioccato quando mi arrivò la notizia della sua morte, ero in Sud America all’epoca. Lui era i Sodom e rimarrà sempre nella storia della band. Che riposi in pace, lo ricorderò sempre come uno dei miei migliori amici. La vita è dura ed è triste quando degli uomini, così come Jeff, muoiono così giovani!

 

Grave Violator, Tom Angelripper, Chris Witchhunter

 

 

– Parlando di gruppi del tuo passato e del presente, con cui hai passato tanto tempo insieme, come Destruction, Tankard, Risk, Assassin, Kreator, Iron Angel…hai qualche storia da raccontarmi sul periodo della vostra giovinezza, quando vi capitava spesso di suonare insieme?

Beh, di storie ne avrei tante, ma stiamo per esaurire il nostro tempo a disposizione o sbaglio (risate, ndr)? Mentre non sono mai stato molto in contatto con Iron Angel, ad esempio, con Destruction, Kreator e Tankard ho condiviso tante volte il palco, abbiamo passato bei momenti insieme…Avrei un sacco di cose da raccontare, quando troverò il tempo, vedrai che scriverò un libro sulla mia vita e sul music business!!

– C’è un gruppo con cui non avete ancora condiviso un tour, ma con cui vi piacerebbe farlo?

Mah, vediamo…domanda difficile! Direi che riuscire ad organizzare il “Big Teutonic 4” sarebbe decisamente grande e speciale per i fan. Poi sarebbe fantastico andare in tour con i Venom, da sempre la mia band preferita. Sì, Sodom e Venom sarebbe davvero un’accoppiata eccezionale. Ma prima, davvero mi impegnerò ad organizzare questo Big 4…se le questioni puramente di business lo permetteranno!

– Tom, siamo all’ultima domanda…anzi, lascio la parola a te per salutare i nostril lettori e vostri fans.

So che in Italia abbiamo un sacco di fan, che ci sostengono e ci aspettano. E’ davvero così importante, lo dico seriamente, sono fedeli, comprano il cd, vengono ai concerti: in poche parole, ci tengono in vita!! Non è facile al giorno d’oggi, spendono i loro soldi per noi! Voglio semplicemente ringraziarli per il loro supporto…Spero di vedervi tutti presto, dal vivo, ai festival, per farci una birra insieme. Grazie per il vostro supporto e la vostra lealtà!!

Grazie per la chiacchierata e la tua disponibilità. Buon lavoro!