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Spock’s Beard (Nick D’Virgilio)

Di - 20 Novembre 2006 - 0:05
Spock’s Beard (Nick D’Virgilio)

Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con il leader degli Spock’s Beard, il cantante/batterista Nick D’Virgilio. Un ringraziamento speciale a Gloria Baldoni per la preziosa collaborazione.

Prima di tutto, complimenti per il vostro nuovo album. Ti va di presentarlo brevemente ai nostri lettori?

Spock’s Beard è il nostro nono album e il terzo da quando abbiamo cambiato line-up. Per quanto riguarda lo stile, lo definirei come un deciso ritorno al vecchio sound degli Spock’s Beard – allo stesso tempo tuttavia ci sono degli elementi a mio parere innovativi, come una marcata influenza rock’n’roll. In fase di songwriting infatti hanno avuto molto peso i nostri ascolti di quando eravamo ragazzi, e siamo tutti dei grandi fan del rock’n’roll!

Saprai che i promo di solito non arrivano con il libretto per cui non ho avuto modo di leggere le lyrics.. Me ne parli un po’ tu?

Beh, abbiamo sempre scritto dei testi un po’ bizzarri, anche se credo che col passare del tempo siamo migliorati come parolieri… Ma no, diciamoci la verità: i nostri testi in genere non significano proprio niente!

Da Feel Euphoria in poi ho notato un ritorno a ciò che considero la vera attitudine prog. Qualcuno potrà essere scontento del fatto che le sperimentazioni siano sparite, ma personalmente ho apprezzato molto questo “new old sound”, privo di influenze nu-metal e molto più ricco di melodia. Suppongo che per te sia lo stesso, è stata una scelta ragionata o qualcosa di spontaneo?

Quello che dici è giusto: sebbene infatti gli Spock’s Beard abbiano sempre seguito con coerenza una determinata linea stilistica, è anche vero che ogni album è una storia a sè ed è naturale che nel corso del tempo ci sia stata un’evoluzione. Noi abbiamo sempre fatto di tutto per migliorarci e progredire sia come musicisti che come band, quindi sarebbe stato impossibile rimanere sempre fermi allo stesso punto: tutti i nostri album sono come delle tappe della nostra maturazione. Spock’s Beard non fa eccezione e ti assicuro che siamo tutti davvero soddisfatti perchè volevamo fortemente ritornare alle nostre vecchie sonorità – ma stavolta con un bagaglio di esperienza maggiore e quindi diverse possibilità interpretative.

Questo significa che il vostro periodo più “sperimentale” è da imputare a Neal Morse?

Non me la sentirei di affermare che fosse Neal il principale responsabile delle scelte prese in quel periodo, però da quando se ne è andato qualcosa è effettivamente cambiato. Prima eravamo forse troppo impulsivi nello scrivere i pezzi, andavamo in sala prove e semplicemente vedevamo cosa sarebbe venuto fuori! Adesso invece c’è molto più ragionamento dietro ai nostri pezzi, direi che siamo maturati come autori.

C’è una canzone di cui vorrei che tu mi parlassi, cioè la suite “As Far As The Mind Can See”: io la trovo un perfetto esempio di quello che si intende per vero progressive rock. Tu che ne pensi?

Sono d’accordissimo con te, in ogni disco prog c’è un pezzo elaborato e vario come “As Far As The Mind Can See”, ed è stato proprio ai grandi nomi del prog che abbiamo voluto ispirarci. E’ una delle mie canzoni preferite perchè al suo interno vi sono tanti passaggi stilisticamente diversi: fusion, prog.. E’ stato soprattutto Dave (Meros, bassista della band) a scrivere il pezzo, e trovo che la sua bravura sia stata nel mantenere una grande coesione tra un passaggio e l’altro.

Ogni cambiamento nel sound di un gruppo può da un lato far guadagnare nuovi fan e dall’altro deluderne altri. Nel caso degli Spock’s Beard, come si riflette questo nelle vendite dei dischi? Quali sono i paesi in cui siete più amati?

Di certo sarebbe spiacevole sapere di aver deluso i propri fan, però come ti dicevo prima non si può pretendere che dei musicisti dopo tanti anni di esperienza non sentano il bisogno di rinnovarsi! Per fortuna non ci sono state flessioni nelle vendite, perlomeno non nei paesi in cui abbiamo il più largo seguito. In linea di massima siamo più amati in Europa che negli Stati Uniti; il nostro mercato forte è senza dubbio la Germania, ma abbiamo molti fan anche in Olanda, Francia e Regno Unito mentre in Italia purtroppo vendiamo davvero poco.

Convinci una persona che non ascolta gli Spock’s Beard ad acquistare il vostro ultimo disco…

Questo disco è quasi un viaggio attraverso la musica: ci sono pezzi rock’n’roll, pezzi prog, anthem… Chi lo compra sarà sicuramente soddisfatto, perchè ce n’è davvero per tutti i gusti!

Parliamo un po’ della dimensione live: come vi trovate sul palco da quando Jimmy Keagan è alla batteria e tu alla voce?

Ci troviamo benissimo, abbiamo trovato subito l’intesa giusta. Jimmy è un musicista eccezionale e sapevamo di poter mettere la mano sul fuoco su di lui. Per quanto riguarda me, spero di non far rimpiangere chi mi ha preceduto!

A proposito, hai trovato difficile cantare le canzoni di Neal?

Ti confesso che all’inizio non è stato per niente semplice. Neal ha una voce molto diversa dalla mia, a volte quasi tendente al growl, e in ogni caso io non volevo essere il suo clone, per cui ho cercato di interpretare i pezzi in un modo tutto mio adattandoli alla mia voce.

I fan italiani non hanno occasione di vedervi on stage dal 2001. Pensate di includere il nostro paese nel vostro prossimo tour?

Spero proprio di sì! Purtroppo non siamo più venuti perchè come ti dicevo in Italia le vendite non vanno per niente bene, ma stiamo organizzando il tour proprio in questi giorni (a proposito, partirà il prossimo aprile) e stiamo facendo pressione per poter suonare anche da voi. Oltretutto io ho origini italiane e per me ogni occasione è buona per visitare quella che sento come mia seconda patria.

Cosa pensi di fare da grande?

Giocare a golf e riposarmi! Non hai idea di quanto sia stressante la vita del musicista… Di certo ci si diverte ma non c’è mai un momento di relax!

Bene, Nick, abbiamo finito. Grazie mille della tua disponibilità! Prima di salutarci, c’è qualcosa che vorresti dire ai fan italiani?

Innanzitutto vorrei ringraziarli per il loro supporto. Spero davvero che apprezzeranno il nuovo album perchè noi ce l’abbiamo messa tutta, e spero anche che avranno la possibilità di vederci on stage il prima possibile!