Steve Vai: “Ho trovato grande ispirazione da alcune recensioni dei miei lavori”
In una nuova intervista su Metal Global, Steve Vai, fresco di pubblicazione dell’album “Inviolate“, ha detto di leggere le recensioni dei suoi lavori. Ha inoltre spiegato quanto incidano per lui nel modo in cui si approccia alle composizioni. Queste le parole del leggendario chitarrista:
Ho letto un sacco di recensioni in passato. Lavoro per la stampa da 41 anni, per cui ho letto tutto quello che si possa leggere al riguardo. Non leggo le mie intervista al momento. Quello che ho notato nella mia carriera è che una buona critica, un buon critico musicale è colui che apprezza davvero la musica. Inoltre – e ne conosco diversi così – quando ascoltano musica, non passano il tempo a criticarla. Le loro critiche sono in linea con la loro comprensione dell’artista, la loro comprensione della carriera dell’artista. In linea con la loro conoscenza dei punti forti e delle mancanze dell’artista. Quali siano le sue potenzialità e quale il suo punto focale.
Una buona critica ascolta e tiene a mente tutte queste cose e scrive la recensione basandovisi. Non sulla loro opinione. La loro critica è sempre utile se apprezzano l’artista. Una critica basata sulla conoscenza della provenienza dell’artista e dei suoi obiettivi. Ho trovato grande ispirazione da alcune recensioni dei miei lavori. Conoscevano quello che faccio; sapevano quando sono andato a segno; sapevano quando non sono stato all’altezza e ascoltano ogni nuovo tassello del mio lavoro. Sono interessato a quello che hanno da dire, perché di solito hanno ragione. Possono accorgersi di cose che a me erano sfuggite. Non che mi metta troppo a pensare se quello che dicono sia corretto o meno. Ma una buona critica può spingere l’artista a riflettere. “Uhm, ok, quello che dice ha senso”.
Una pessima critico, invece, mette insieme una sequela di aggettivi per professare il proprio senso di falsa superiorità, cercando di smontare la carriera di qualcun altro. Me ne tengo alla larga. E comunque puoi subito riconoscerlo, quando leggi un critico, che non è una persona felice.