Stigma: unica band italiana a Wacken 2005 (Vlad)
Tra numerosissime band finlandesi, americane e tedesche, a questo Wacken 2005 c’era un’unica formazione italiana: gli Stigma. Abbiamo raggiunto il singer Vlad per scambiare qualche parola su questa esperienza.
Buona lettura.
Per cominciare benvenuti su Truemetal e complimenti per il bel traguardo raggiunto. Prima di addentrarci nello specifico del Wacken racconta chi sono gli Stigma: da dove vengono, come e perchè nascono…
Ciao Zac, grazie mille per il supporto e per i complimenti! Gli Stigma nascono nel 2000 come una band hardcore composta da ragazzi, quasi alle prime armi, di età compresa tra i 14 e i 16 anni. Dopo qualche concerto e un paio di successi in piccoli concorsi della zona la band si sciolse a causa di divergenze tra la fazione “Facciamo new metal” e quella, che comprendeva me e Morgan, dei “ E diamogliene con il death metal!”. Nel settembre 2002 decisi di ricontattare Morgan e di rimettere su la band con gli innesti di Flavio al basso e Stefano alla batteria, così decidemmo di mettere su i primi cinque brani e registrarli con a Udine con Gaetano Dimita: “Metamorphosis” venne stampato in 300 copie e finì sold out in circa 4 mesi. L’attività live andava parecchio bene e dopo esser giunti secondi alla “Battle OF The Metal Bands” indetta da Metal Hammer nei primi mesi del 2004, a settembre i venne data la possibilità di aprire per gli Entombed a Milano. Galvanizzati dalla cosa decidemmo di registrare altri due brani preso i Db Studio di Ettore Rigotti dei Disarmonia Mundi e di farli uscire per una piccola label italiana con cui eravamo in contatto. “Epitaph Of Pain”, che è uscito per Nocturnal Brights a febbraio di quest’anno, comprende anche una traccia multimediale con foto, testi e i brani del primo ep, per permettere a tutti di consocere anche la nostra prima uscita. Quest’anno per noi è stato particolarmente felice con l’invito al Metal Camp di Tolmin con bands del calibro di Anthrax, Slayer e Children Of Bodom, il contratto di endorsement con la Manne (www.manne.com) , che fornirà a Morgan e Flavio strumenti personalizzati, la collaborazione con la Eyed Suicide Clothing e infine la presenza a Wacken…
Come siete arrivati a suonare a Wacken? (non rispondermi in macchina…)
Per un attimo ci ho pensato, te lo giuro!!! Siamo stati molto fortunati, perché ci è stata data la possibilità di suonare a Wacken grazie ai ragazzi di Metal Maniac che avevano assistito, ai tempi come redazione di Metal Hammer, alla finale del contest dell’anno scorso. Tornati dalla bellissima esperienza di Tolmin abbiamo ricevuto la proposta telefonicamente e, dopo un collasso generale di circa 15 minuti, abbiamo accettato immediatamente!
Cosa si prova a prendere parte al festival metal più importante del mondo?
Tanta soddisfazione e anche un po’ di responsabilità, perché eravamo l’unica band italiana presente al festival quest’anno. Penso che sia il sogno di ogni band esibirsi in un festival così ambito, addirittura Robert Flynn dei Machine Head mi ha detto che erano anni che sperava di esibirsi al W:O:A!! Tutti e quattro non ci dimenticheremo mai quei tre giorni e abbiamo voluto considerare queste nostre esperienze come una grande motivazione in più per continuare a migliorarci e raggiungere obbiettivi sempre più importanti.
Siete stati soddisfatti del vostro show e del trattamento che avete ricevuto? Avete trovato un ambiente sereno e competente oppure avete riscontrato dei problemi?
A dire il vero non è andata come ci saremmo aspettati… Eravamo la prima band a doversi esibire sul WET Stage il sabato e, forse anche a causa delle cattive condizioni atmosferiche, i tecnici hanno iniziato a montare il set molto tardi, causando quindi una progressiva diminuzione del tempo a nostra disposizione per tenere il concerto! Alla fine abbiamo potuto suonare solo 20 minuti e non ti nascondo che alla fine eravamo decisamente delusi, trovarti davanti ad un pubblico come quello di Wacken e non avere il tempo di esibirti come avevi preventivato è stato un po’ avvilente! I ragazzi dell’organizzazione si sono dimostrati disponibili e molto cordiali, soprattutto Jorg (il batterista degli Stratovarius), un po’ meno lo sono stati i responsabili del WET Stage, che a quanto ho saputo in seguito hanno creato qualche problema anche a bands più importanti di noi.
È andato tutto come vi aspettavate? C’è stato qualcosa che vi ha sorpreso?
A parte i problemi che ti ho già accennato è andato tutto come ci aspettavamo. Wacken, si sa, è un mondo a parte: gente fantastica, chaos, cibo indescrivibile, ottimi concerti… E quest’anno anche il fango! Meglio di così?! E’ La Mecca del metallaro, è impossibile descrivere cosa ti passa davanti agli occhi, bisogna andarci per forza!
Hai qualche aneddoto particolare di questa 3 giorni?
Direi di si! I nostri viaggi di andata e ritorno, durati il primo 19 ore e il secondo 22, costernati di sfighe di ogni sorta, per non parlare del furgone stipato all’inverosimile e della quantità biblica di acqua e fango che ci siamo presi! Ci sono stati anche episodi divertenti, tipo Timo Tolki che mi ha detto di essere italiano, la chiacchierata con Messiah Marcolin e il mio idolo Mikael Akerledt e le innumerevoli birre offerte ad Onkel Tom… Aaaaaah! Se ci penso mi viene la malinconia…
Infine, veniamo alle “note dolenti”: come mai un festival come Wacken trova posto per band emergenti provenienti da tutto il mondo, mentre invece in Italia i grandi eventi continuano a sbarrare la strada a queste iniziative? Io dico che la colpa va divisa tra organizzatori e pubblico, tu cosa ne pensi? Condividi?
Ti do pienamente ragione! Il problema è sempre il solito, in Italia guardiamo sempre e solo all’estero senza renderci affettivamente conto che ci sono alcune bands veramente ottime… Gli organizzatori preferiscono andare in contro alle bottigliate aggiungendo una band che non ha nulla a che vedere con le altre presenti nella bill piuttosto che chiamare una band nostrana e sicuramente il pubblico non aiuta muovendosi solo in occasione dei solite tre o quattro grandi nomi e sommergendo di bottiglie di insulti gli act emergenti. Wacken è un miliardo di anni luce avanti anche per questo… Sei un defender e i Marduk non ti interessano? Vai a farti un giro e torni per gli Hammerfall! Non esitono scene come quelle a cui ho assistito al Gods dove gente, alle 11 del mattino, urlava “Maiden! Maiden!” tra una canzona e l’altra dei Mudvayne!!
Secondo te, quali sono le differenze sostanziali tra un festival come Wacken e un festival italiano?
La mentalità! In Italia si mira a far venire i grandissimi, ma le strutture e l’organizzazione non sono all’altezza! Come fai a far stare 50000 persone sotto il sole a picco, in mezzo al polverone, senza cessi e far pagare il biglietto quasi come tre giorni a Wacken? Lo stesso problema vale anche per i servizi extra concerto… Se a Wacken ti rompi vai al Metal Market e passi il tempo alla grande, se in Italia ti annoi non hai niente di più delle solite due bancherelle o del paninaro che ti rifila una piada scotta a prezzi da capogiro! Non voglio sembrare troppo insofferente, è che dobbiamo imparare da chi ha più esperienza di noi in queste cose… E’ l’unico modo per farci conoscere e apprezzare anche all’estero! La formula dell’Evolution Festival, per esempio, penso sia stata la migliore di quest’estate, è quella la direzione da prendere, abbiamo i paesaggi che tutto il mondo ci invidia: sfruttiamoli!
Io ti ringrazio della disponibilità, ti lascio il finale e mi auguro di rivedervi presto a qualche manifestazione importante, magari italiana…
Grazie a voi da parte di tutta la band, speriamo di poter proseguire al meglio e di poter sfornare, il prossimo anno, un album d’esordio che sia veramente convincente! Veniteci a trovare su www.stigmahc.com e seguiteci ai nostri concerti, come il Dintegrate Festival a Padova il 4 e 5 Novembre… In Mosh We Trust!