Vario

Stigma (Vlad)

Di - 27 Marzo 2008 - 0:00
Stigma (Vlad)

In occasione dell’uscita del primo full-length degli Stigma,
When
Midnihts Strikes!
, Truemetal.it ha raggiunto il frontman
Vlad
. Buona lettura.

Ciao, per prima cosa puoi presentare gli Sitgma ai nostri lettori.

Si certo! La storia della band inizia grosso modo quando frequentavamo i
primi anni delle scuole superiori, nel nostro caso mi trovai tra le mani una
vecchia compilation della Burning Heart Records che conteneva un brano dei
Raised Fist, all’ascolto di quella canzone rimasi letteralmente stregato e
decisi di coinvolgere da subito Morgan e altri amici, tra cui il nostro attuale
fonico live Matteo, tentando quindi da subito la via dell’hardcore old school,
sull’orma appunto di bands quali Arkangel, Stampin’ Ground e i già citati Raised
Fist. Dopo un paio di anni spesi tra concerti in zona e qualche concorso per
bands emergenti, mi resi però conto che era giunto il momento di rendere il
progetto un po’ più serio, così insieme a Morgan decidemmo di ricominciare da
capo e di cercare un altro bassista e un nuovo batterista alla fine dell’estate
2002, trovando, di lì a breve, i musicisti giusti in Flavio e Stefano,
rispettivamente basso e batteria, portando il nostro sound verso territori
sempre più death metal prima e deathcore poi. Nell’arco di dieci mesi scrivemmo
i nostri primi cinque brani e registrammo “Metamorphosis”, un ep autoprodotto
che divenne sold out nell’arco di poche settimane, per poi dedicarci alle prime
date fuori dalla provincia e, allo stesso tempo, alla scrittura di due brani che
potessero inquadrare meglio la nostra proposta e allo stesso tempo permetterci
di presentare gli Stigma ad un pubblico più vasto. “Epitaph Of Pain”, il nostro
secondo ep, venne registrato pochi mesi più tardi, presso i Db Studios di Ettore
Rigotti, ed uscì in collaborazione con una piccola etichetta bolognese, la
Nocturnal Brights Records. Grazie alla realizzazione di quell’ep riuscimmo ad
esibirci in giro per tutta la penisola, migliorando quindi l’affiatamento tra i
membri della band e la resa “live” dei nostri brani, raggiungendo poi il
traguardo di uscire per la prima volta dal nostro paese per esibirci in due
festivals come Wacken Open Air e al Metal Camp nell’estate del 2005. Di ritorno
da quell’estate così ricca di soddisfazioni, per una band che aveva fino a quel
momento fatto uscire solo due ep, decidemmo di dedicarci alla scrittura dei
brani che ora compongono “When Midnight Strikes!”, mantenendoci però sempre
impegnati sul fronte live, aprendo anche molti concerti di bands straniere. Un
anno più tardi, nel tardo autunno 2006, ultimammo la composizione e da prima con
il supporto di un’etichetta australiana che dichiarò una presunta bancarotta a
due settimane dal nostro ingresso in studio e poi con la firma del contratto e
l’aiuto di Pivotal Rockordings, iniziammo i lavori in studio per registrare “When
Midnight Strikes!”, nuovamente presso i Db Studios, ultimando il tutto quasi un
anno dopo con l’arrivo nella line up del secondo chitarrista Andrea…

Devo farvi i complimenti per When Midnight Strikes! Una delle primissime
recensioni che ho scritto per il portale è stata quella del vostro secondo demo
Epitaph of Pain, e devo dire che siete migliorati molto…

Ti ringrazio molto per i complimenti, siamo molto fieri del nostro debut
album, ma sapere che piace anche alla gente e agli addetti ai lavori ci rende
ancora più entusiasti! Ritengo tuttora “Epitaph Of Pain” come un discreto ep,
soprattutto per il fatto che ci ha permesso di capire definitivamente quale tipo
di musica volevamo creare e anche per tutte le soddisfazioni che ci ha permesso
di realizzare nonostante contenesse solo due brani ahah! In ogni caso “When
Midnight Strikes!”, per quanto mi riguarda, è quello che avrei sempre voluto
fare dai tempi in cui andavo matto delle prime bands che univano riffing metal a
strutture hardcore, siamo riusciti a rileggere le nostre influenze e a
realizzare un qualcosa che ci rappresenta tutti e cinque.

Sbaglio o avete messo un po’ in secondo piano la componente melodica che si
sentiva nel vostro precedente lavoro, in favore di un approccio molto vicino al
deathcore?

In realtà abbiamo semplicemente corretto un po’ il tiro affinando le
strutture e miscelando in maniera meno scriteriata le nostre idee, ma è indubbio
che “When Midnight Strikes!” è molto più cattivo e meno caotico dei precedenti
ep!

Puoi parlarci di come è nato il disco?

Certo! Fin dai primi tempi dall’arrivo di Flavio e Stefano ci siamo sempre
dedicati al songwriting in maniera da lasciare a tutti lo spazio di intervenire
in maniera attiva, portando idee e lavorando in fase di rifinitura nella maniera
più attenta possibile. Solitamente partiamo da un’idea di chitarra o da un
pattern di batteria, per poi estendere il tutto al basso e alle seconde linee di
chitarra e concludere con le mie linee vocali, i testi e alcuni appunti utili
per la produzione una volta che si inizieranno i lavori in studio. “When
Midnight Strikes!” è nato dopo un anno di lavoro, senza grandi decisioni a
tavolino, ma solo con tante tante ore di sala prove!

Fra i miglioramenti accennati sopra, penso che oltre a un avanzamento a
livello tecnico, siate giunti su un buon livello compositivo. Il disco è molto
compatto, ma non stanca come la maggior parte degli album dello stesso genere.

Questo infatti è uno dei pochi vincoli che ci eravamo imposti fin dall’inizio
dei lavori, ovvero che pur trattandosi di un disco di matrice estrema avrebbe
dovuto raggiungere l’obiettivo di avere una buona longevità, in modo da non
finire nel ripiano dei cd dopo giusto un paio di ascolti! Gli elementi più
importanti che giovano a favore di questo proposito sono sicuramente, oltre alle
canzoni in sè, le ottime idee di produzione maturate da Ettore quando eravamo in
studio e, a parer mio, il concept che va a toccare un’epoca davvero fondamentale
per tutti gli amanti dell’horror, ovvero quello dei primi grandi classici
compresi tra il “Nosferatu” dei primi anni ’20 e i film interpretati da Bela
Lugosi e Boris Karloff. Anche questa è stata una nostra scommessa, volevamo da
subito dare il massimo su tutti i fronti, e la scelta del concept, seppur più
difficoltosa e a tratti vincolante del tema libero, ci ha davvero permesso di
dare una marcia in più a “When Midnight Strikes!”.

Quanto è stato difficile dare un’identità netta ai brani? Credo che questa
sia la qualità migliore del disco.

Volevamo semplicemente che i nostri brani potessero miscelare il death metal
scandinavo dei grandi padri della scena con l’hardcore metallizzato e alcuni
passaggi più vicini al thrash, al grind e, perchè no, al death made in USA. Il
fatto di essere riusciti a far nostre tutte queste diverse correnti del metal
estremo ci ha permesso di scegliere con cura come realizzare i singoli brani
cercando di tenere il più lontano possibile lo spettro del “già sentito” come la
scelta di soluzioni di comodo… Speriamo siano in tanti a pensarla come te in
merito a questo aspetto 🙂 !

Oltre alla qualità dei brani, When Midnight Strikes! è molto curato anche
nella produzione. Immagino siate soddisfatti.

Indubbiamente si! La coppiata Ettore Rigotti – Alessandro Vanara non ha
davvero nulla da invidiare a nomi molto più celebri della scena metal mondiale,
e penso che “When Midnight Strikes!” lo possa dimostrare in pieno. Quando
decidemmo di lavorare presso i Db Studios volevamo ottenere suoni potenti e
“internazionali”, pur senza cadere nella trappola del “tutto finto” di certe
produzioni americane, così grazie alla pazienza e alla devozione di Ettore siamo
riusciti a mantenere una buona parte di suoni al naturale, puntando poi su un
taglio più cattivo in fase di missaggio, evitando quindi gli ambienti asettici
di certi dischi odierni e aggiungendo un po’ di sana cattiveria al tutto! Ahah!

Avete fatto le cose per bene anche sotto l’aspetto grafico. Siete voi quei
cinque zombie sulla cover (e nel videogioco sul vostro sito ufficiale)?

Ti ringrazio! Si, come ti ho accennato in precedenza, abbiamo cercato di dare
il massimo sotto tutti i punti di vista, e questo, grazie anche all’aiuto
dell’etichetta, si è materializzato anche nel super artwork ad opera di Davide
Nadalin, che aveva già lavorato con Nile, Extrema, Sadist, Kataklysm e molti
altri, in cui siamo riusciti a ricreare una delle tipiche ambientazioni del
cinema a cui si rifà il concept, mantenendo anche quell’aurea un po’ grottesca
di alcune pellicole, aggiungendo appunto le nostre cinque figure in versione
zombie nella copertina! Per quanto riguarda il videogioco, anche quella è
un’idea che ci è venuta per permettere a chi ci segue di vincere una copia del
disco in anteprima, basta ucciderci a colpi di fulmine e fare il miglior
punteggio in un minuto! Ahah!

Come mai avete deciso di scegliere Dracula come argomento principale dei
testi?

In realtà il concept non tratta solo di Dracula, ma anche di tematiche care
ai primi B-Movies, oltre a richiami a molti altri film horror di quell’epoca
come “White Zombie”, “La Moglie di Frankenstein” e altri ancora. In ogni caso il
Conte rappresenta sicuramente uno dei personaggi più ricorrenti nei miei testi,
sia perchè sono sempre stato un grandissimo fan di Bela Lugosi e in generale di
tutto ciò che riguarda il vampirismo, ma anche per i richiami gotico-romantici
che rievoca quella figura.

Capitolo collaborazioni, come è nata l’idea di “ospitare” Alberto Zannier
e Ivan Odorico degli Slowmotion Apocalypse, e Mike dei Dark Lunacy?

Per rendere il disco ancora più ricco decidemmo di invitare alcuni musicisti
che, oltre alle proprie doti tecniche, fossero anche amici e persone che sono
state vicine alla band nel corso dei primi anni della nostra storia. Albi e
Ivan, oltre a far parte di una delle migliori melodic death metal bands in
circolazione, sono due persone splendide e ci hanno permesso di dare davvero una
marcia in più ad un brano tecnico come “To Be Really Dead… That Must Be
Glorious!”, per quanto riguarda Mike invece, è uno dei primi se non il primo
musicista di fama internazionale che ci ha supportati ed aiutati fin dai tempi
di “Metamorphosis”, per cui duettare con lui su “Walking The Fields Of
Apocalypse” mi sembrava un gesto dovuto, oltre che una grande
gioia per noi tutti. Hai dimenticato di nominare Tim dei The Classic Struggle
che canta con me sul singolo “I Am Dracula”, se ne avete la possibilità andate
ad informarvi sulla sua band perchè sono davvero dei killers!!

Grazie mille Vlad, a te la conclusione dell’intervista.

Grazie mille a te per lo spazio che ci hai concesso e grazie anche a tutta la
redazione e ai lettori di Truemetal! Spero che possiate dare tutti una chance al
nostro album, ci abbiamo davvero messo l’anima (nera) nel realizzarlo! Ahah!! A
presto!

Stefano Risso