Stormwarrior (Lars Ramcke)
Intervista a cura di Luca Palmieri.
E’ la prima intervista su questo portale per i giovani Stormwarrior, considerati dalla critica i figli naturali di quel sound grezzo e potente che affonda le radici nei primi anni 80, Helloween su tutti. In occasione dell’uscita del loro terzo album, “Heading Northe“, ho scambiato quattro chiacchiere col frontman Lars Ramcke, cantante e chitarrista degli Stormwarrior. Buona lettura!
Salve Lars! Come va?
Ciao Luca! Molto bene, grazie.
Prima di cominciare a parlare del nuovo album, ripassiamo un pò la storia della band?
Beh, prima della release dell’omonimo album, gli Stormwarrior hanno pubblicato due demo (“Metal Victory” e “Barbaric steel”) e due EP (“Possessed by metal” e “Spikes & Leather”) che hanno avuto una buona risposta nell’ambito underground un pò dappertutto. Successivamente abbiamo incontrato Kai Hansen ed abbiamo prodotto con lui i primi due album, ed è stato anche registrato un live (“At foreign shores”) nel tour di supporto ai Gamma Ray nel 2005. Infine, quest’anno uscirà il nostro terzo studio-album, “Heading Northe”, che può essere inquadrato come un naturale sviluppo dello stile personale degli Stormwarrior, un barbarico heavy-speed metal con testi basati sulla cultura e mitologia nordica.
La Germania ha sempre dato e continua anche oggi a fornire supporto alla visione classica del metal in contrapposizione al trend moderno di “estremizzare”. Voi probabilmente siete considerati il modello perfetto di “defenders”, la cosa ti fa piacere o ti irrita?
Sì, ovviamente mi piace! Anche se abbiamo avuto un pò di problemi di line-up lo scorso anno e soprattutto abbiamo perso il nostro studio personale dopo la release di “Northern rage”…
In che senso avete perso lo studio personale?
Beh, il bunker dove un bel pò di band avevano costruito i proprio studi è stato venduto. Anche i Gamma Ray avevano il loro studio lì (alcune immagini di questo bunker si possono vedere nel DVD “Lust for live” dei Rayz, ndL). Comunque, nonostante questi problemi, non abbiamo mai preso in considerazione l’idea di scioglierci e abbandonare tutto. Ci ha sempre dato forza la nostra fede nell’Heavy Metal e abbiamo sempre saputo che gli Stormwarrior erano l’unica possibilità di vivere e di esprimere l’Heavy Metal. Questo non è mai cambiato, e mai cambierà in nessun modo! E a parte l’influenza nordica, la difesa del nostro stile di vita è sempre stata una caratteristica degli Stormwarrior fin dall’inizio.
Partiamo da lontano. “Metal victory”, 1998. Chi eravate, e come avete deciso di metter su una band?
Gli Stormwarrior a quei tempi erano un manipolo di convinti metallari che pensavano solo ad attaccare gli strumenti e suonare del sano Heavy Metal. Abbiamo registrato il primo demo su un vecchio registratore a cassette in un piccolo centro per la gioventù vicino ad Amburgo senza sapere assolutamente nulla di come si registrasse o producesse. Ricordo di aver messo solo un pò di delay alla voce e… Questo è stato la fase di missaggio! Ahah! Comunque, siccome “Walls of Jericho” è il mio disco preferito di tutti i tempi e nessuno faceva quella musica mi son visto costretto a farla da me. Sai, tutte le band che sostengono di avere influenze dagli Helloween alla fine sono delle copie malfatte delle zucche dei Keepers, e nessuno ha quel sound selvaggio e poderoso dei primissimi tempi.
E infatti avete avuto la fortuna e il merito di incontrare Kai Hansen. Lessi tempo fa una sua intervista dove diceva, riferendosi a voi ovviamente, “They have the fire”. Come e quanto vi ha aiutato a crescere Kai?
Davvero tantissimo, naturalmente. E’ diventato una sorta di mentore per noi in quel tempo e gli siamo molto riconoscenti e siamo davvero molto orgogliosi di questa amicizia col “maestro”! Quando registrammo il nostro primo demo incontrai Kai in un pub ad Amburgo e gli parlai della nostra band, e ovviamente gli diedi il nostro demo. Il giorno dopo c’era il meet&greet dei Gamma Ray agli Hansen Studios ed io ed il bassista di allora eravamo stati invitati; conobbi anche Piet Sielck lì, e comunque Kai aveva già ascoltato il nostro demo e disse che gli ricordava tantissimo i suoi vecchi tempi quando suonava con gli Helloween. Ovviamente il materiale e la performance sul tape non erano buoni abbastanza per cominciare subito a produrre il primo album, ma ci disse anche che aveva notato quel “fuoco” che mancava a tante band di oggi, e che se ci fossimo impegnati a lavorare duramente avremmo potuto buttar giù un album quando ci fossimo sentiti pronti. Quando poi raggiungemmo un accordo con la Remedy Records fu chiaro che era giunto il tempo di produrre il nostro primo album insieme a Kai. Durante quella produzione abbiamo imparato un sacco di tutto ciò che riguarda l’arrangiamento delle chitarre, delle linee vocali, e naturalmente ne facciamo tesoro ancora oggi.
Che sensazione hai provato a suonare con lui i vecchi brani di “Walls of Jericho” al W:O:A?
E’ stato come vivere un sogno che avevo da quando ho cominciato a fare musica, è stato spettacolare e ciò che ha reso il tutto davvero perfetto sono state le parole di Kai nel backstage. Ci ha detto che aveva provato le stesse emozioni che sentiva negli anni 80 con la band originale! Ora col nuovo album dobbiamo concentrarci sui nostri concerti, ma siccome tutti hanno apprezzato lo spettacolo con Kai, c’è possibilità di ripetere uno show così tra qualche tempo… Chi lo sa? Penso comunque che sia stata una grande emozione per il pubblico e per tutti i fan dell’heavy metal old-school vedere e sentire le vecchie canzoni cantate di nuovo da Kai. Quest’anno uscirà anche il DVD di quel concerto, quindi fatelo vostro!
Torniamo ancora una volta indietro. Il vostro album omonimo creò praticamente scompiglio quando fu pubblicato; buona parte delle persone scontente della evoluzione musicale degli Helloween si riversò sul vostro album, che a parere di tutti è considerato un figlio naturale di “Walls of Jericho”.
In tutta sincerità, il nostro piano era proprio quello… Haha! Volevamo semplicemente dimostrare quale tipo di Heavy Metal è sempre stato il migliore ad Amburgo. E credo che il fatto che sia gli Stormwarrior che Kai siano di Amburgo ha dato ulteriore potenza al disco.
La maggior parte delle critiche che vi furono rivolte sostenevano che finita la verve iniziale, agli Stormwarrior toccasse la prova del nove, e cioè pubblicare un secondo album partendo da zero. E voi, per tutta risposta, pubblicaste un altro godibilissimo disco, “Northern rage”.
Certo, è stato un pò più difficile scrivere il materiale per il secondo album, anche se avevamo qualche canzone da parte che non è finita su “Stormwarrior”, però dovevamo capire prima verso che sound portare il nuovo disco. Non volevamo fare una copia del primo, come han fatto ad esempio gli Hammerfall, allora abbiamo optato per qualcosa di più fresco come “Odinn’s warriors” o l’epica “Lindisfarne”. Ma ovviamente non volevamo cambiare nulla per cui il sound dovesse avere un brusco cambiamento come han fatto gli Helloween con “Walls of Jericho” e i Keeper. In definitiva, “Northern rage” suona comunque selvaggio e diretto ma ha comunque un margine di maturazione abbastanza importante.
Arriviamo ai giorni nostri. “Heading Northe” è forse l’album che segna il raggiungimento dell’indipendenza di fondo dagli standard di “Walls of Jericho”. Ho sentito più influenze di tradizione Running Wild, stavolta, e anche una maggior armonizzazione delle chitarre debitrice dei migliori Helloween.
Sì, stavolta volevamo davvero renderci più indipendenti, ed abbiamo lavorato duramente su ogni singola parte di ogni singola canzone. Per alcune parti avevamo anche dieci versioni diverse registrate, e tutte suonavano divinamente, così è stato a volte anche difficile prendere la decisione migliore, ma credo che ci siamo riusciti. Ci siamo anche concentrati molto di più sulle linee vocali e sugli arrangiamenti dei cori, e in questo Yenz c’è stato di grande aiuto; tutti i cori li abbiamo registrati io e lui. Come ho detto prima, volevamo creare un qualcosa nel nostro stile ma che evidenziasse anche la nostra maturazione, ora più che con “Northern rage”. Abbiamo lavorato tanto anche sulle variazioni e sulle atmosfere, creando qualcosa di diverso come “The revenge of Asa Lande”. Credo sia un ottimo mix di più particolarità, anche se i nostri piedi rimangono ben piantati nella tradizione dei primi Helloween e Running Wild, con l’aggiunta di di atmosfere più maestose, mistiche ed epiche.
Da dove nasce la vostra passione per la mitologia nordica?
Guarda, siamo tutti dell’area più settentrionale della Germania, che una volta faceva parte della Danimarca. Yenz è di Copenaghen, e alcuni miei antenati erano svedesi e danesi. Per noi quest’area appartiene alla Scandinavia e quindi c’è una un profondo legame col nord, specialmente nella mentalità. A parte ciò, prima che iniziassi a studiare da tecnico del suono, frequentavo l’università ad Amburgo in archeologia, storia e lingua scandinava. Così è stato naturale portare queste influenze nei testi che scrivevo, già in “Northern rage”. E questo tema è ormai diventato il marchio degli Stormwarrior come quello dei pirati per i Running Wild. Credo sia perfetto per lo stile e la musica che facciamo, non credi?
Certo! E siccome hai citato Yenz, non posso fare a meno di notare quanto i rapporti coi bassisti siano stati sempre poco, come dire, confortanti. Che spiegazione dai a questi frequenti cambi di lineup?
All’inizio il nostro primo bassista Tim faceva parte della band non tanto per le sue qualità di bassista quanto per il suo modo di vivere heavy metal, come noi. Trovare una persona del genere è estremamente difficile ad Amburgo, tutti vogliono suonare death o black senza ricordare i vecchi fasti di questa terra. Anche per questo motivo nei primi tempi nessuno ci prendeva sul serio ad Amburgo… Haha! Comunque, ad un certo punto Tim si trasferì in un’altra città e ci dividemmo. Il tizio sulle foto nel nostro primo album non è mai stato un membro della band a tutti gli effetti. Ci aiutava nei concerti, e ancora dovevamo decidere se farlo rimanere in pianta stabile con noi. Durante le preparazioni del primo album poi divenne chiaro che le nostre posizioni erano inconciliabili. E quindi nell’estate del 2002, dopo la release dell’album, Jussi aveva già sostituito il precedente bassista, ed è rimasto con noi finchè i nuovi impegni con la casa discografica ci hanno imposto tempi di lavoro maggiori, cosa che contrastava col lavoro e l’università di Jussi. Non è più con noi, ma siamo ancora ottimi amici e non ci sono mai stati screzi con lui.
E Yenz?
Sì, i primi contatti con Yenz li abbiamo avuti in occasione degli show dell’estate scorsa, il Wacken e il Magic Circle, dove lui ci ha fatto da turnista, e s’è divertito tantissimo. Dopo il Wacken era chiaro a tutti che il bassista perfetto per noi era lui, e che ci avrebbe aiutati a fare un altro salto di qualità. Infatti è stato coinvolto molto nella produzione di “Heading Northe”, tutte le linee di basso son sue ed anche qualche testo, e come ti ho detto prima, anche tutti gli arrangiamenti dei cori. Ha davvero una bellissima voce, e siamo molto soddisfatti del suo ingresso negli Stormwarrior.
Yenz è un ottimo amico ed anche bassista nei Savage Circus e negli Iron Savior di Piet Sielck, il vostro nuovo produttore. Il sound, ad essere sinceri, ha fatto un salto di qualità rispetto alle produzioni di Kai Hansen; vi trovate meglio ora o preferite il sound grezzo di una volta?
Li adoro entrambi! Ma credo che i primi due album non avrebbero reso nello stesso modo col sound di Piet, e viceversa quest’album non sarebbe così potente col sound di Kai. Quest’ultimo era più ruvido e grezzo, l’ideale per i nostri primi lavori. Ma “Heading Northe” ha più arrangiamenti atmosferici e ci serviva un sound più chiaro, anche se Piet ha reso il tutto molto aggressivo e potente.
Quali sono ora i vostri piani per il futuro? Devo ammettere che speravo tantissimo foste presenti al Gods of Metal.
Proprio ora stiamo facendo un sacco di promozione e interviste e stiamo anche preparando le nuove canzoni per gli show di quest’anno. Abbiamo alcuni festival confermati in Grecia, Slovenia, Svezia e Germania e in queste settimane abbiamoa vuto altre richieste un pò dappertutto nel mondo, perciò credo che sarà molto probabile un nostro concerto o da soli o in festival in Italia. Forse avremo anche modo di fare un piccolo tour europeo. Dobbiamo ancora vedere che succederà nelle prossime settimane, ovviamente, se il nuovo disco avrà buone vendite avremo possibilità di suonare del rude Heavy Metal dappertutto!
E a proposito di Italia, che ne pensi delle band storiche che provengono dal nostro paese? Ne cito alcune: Rhapsody of Fire, Vision Divine, Domine, Lacuna Coil.
Ad essere sincero ho sempre preferito un sound più grezzo e più ottantiano, perciò per quanto riguarda l’Italia mi sento in dovere di nominare i magnifici Doomsword.
Ti lascio le ultime righe per salutare i fans italiani, alla prossima, Lars!
Yeah! Spero che tutti voi apprezzerete il nostro nuovo album “Heading Northe” ed anche il DVD del concerto con Kai al W:O:A. Speriamo con tutto il cuore di poter venire in Italia per incendiare i vostri palchi, e ricordate… Heavy Metal is the law!