Studio Report: nuovo album dei Cyrax
A distanza di un anno dal loro brillante esordio “Reflections”, i milanesi Cyrax si rendono nuovamente protagonisti grazie al secondo lavoro “Pictures”, in uscita ufficiale a breve.
Abbiamo avuto la possibilità di ascoltare l’intero disco in anteprima presso il Rec Lab studio di Buccinasco alle porte di Milano. Come da invito, hanno presenziato all’evento un gruppo di amici e sostenitori della band che, oltre ad essere qui per l’ascolto, sono stati pronti a festeggiare con un giorno di anticipo il compleanno del cantante Marco Cantoni, ottimo padrone di casa.
Dopo una fetta di torta ed un brindisi, è tempo di entrare in sala per immergersi nell’ascolto dei sette brani di cui è composto questo nuovo cd.
Cyrax
Apertura diretta e senza fronzoli che si ricollega al disco precedente. La fusione tra generi diversi come prog, industrial, symphonic, risulta di assoluto impatto. Il drumming preciso, quasi maniacale, e la voce sporca e graffiante sono i due punti cardine di questo pezzo, che di sicuro non sfigurerebbe come opener in sede live.
The 7th Seal
Sfidiamo chiunque a non rivedere in questo brano le immagini dell’omonimo film di Ingmar Bergman. Pezzo più votato alla sinfonia rispetto all’apertura, reso ancora più di effetto grazie alla presenza della voce femminile,ì che regala anche un tocco di epicità.
Cockroach
Da un brano più atmosferico, si ritorna alla dura realtà con un misto di prog, industrial e un pizzico di elettronica (che non guasta se usata saggiamente). Ed è ancora una volta la personalissima voce di Marco, che arriva quasi al limite dello scream, a rendere questa terza traccia una delle più interessanti di questo album.
These Greenvalleys
“Ci mancava una ballad”, queste le parole del cantante per commentare un pezzo lirico, caratterizzato da un duetto tenore/soprano degno di un teatro e da una melodia a tratti oscura che si insinua in profondità nell’ascoltatore. Impossibile rimanere indifferenti. Bellissima la chiusura con il pianoforte, che ai più sensibili strapperà certamente qualche emozione.
Oedipus Rex
Tra le fonti di ispirazione della band le opere teatrali ricoprono certamente un ruolo fondamentale, e se nel lavoro precedente ad essere omaggiato dai nostri fu Shakespeare, ora è il turno di Igor Stravinskij, segno di quanta attenzione venga rivolta a personaggi che hanno fatto dell’arte la loro vita. Complesso in tutte le sfaccettature, curato in ogni dettaglio, è forse il brano meno immediato e tale da assicurarsi un ascolto più approfondito.
Shine Through Darkness
Track che doveva essere inclusa nel precedente lavoro, questa lunga suite si snoda in tre parti e rappresenta un meraviglioso esercizio di stile per il quintetto milanese. Continui cambi di tempo, l’intervallarsi tra parti di natura più progressive a quelle più melodiche, le improvvise accelerazioni, sono dimostrazioni di come ai Cyrax piaccia stupire e spiazzare gli astanti con grande personalità e farina del proprio sacco.
Phunkrax
Chiude l’album un brano puramente funky, con una impressionante sezione ritmica a farla da padrona, lontanissimo da qualsiasi cosa abbia a che fare col metal, ma decisamente piacevole e rilassante, a sottolineare ancora una volta come questi ragazzi non abbiano paura di spingersi su terreni ancora inesplorati.
Un solo ascolto non è, come ovvio, sufficiente al fine di cogliere tutte le sfumature di questo lavoro, curato – a prima vista – con notevole dovizia di particolari, sia per quanto riguarda la produzione sia in termini di sonorità e songwriting.
Resta il sospetto che procedendo più in profondità, sia possibile cogliere altre meraviglie che solo in sede di recensione potranno essere rivelate.
Rimaniamo insomma curiosi, nell’attesa di poter ispezionare con maggior cura quello che si preannuncia come un album di sicuro interesse per tutti i fan del power metal più elegante e solidamente concepito.