Suidakra (Arkadius Antonik)
Quindici anni di carriera alle spalle e ben nove album pubblicati per i
Suidakra. Nonostante gli ultimi problemi di formazione avuti con l’abbandono
del chitarrista Marcel Schoenen, è arrivata comunque la release di
Crógacht, nuovo album che conferma tutto quello che è il valore e
l’ottimo stato di forma attuale del gruppo di Düsseldorf. Per l’occasione,
abbiamo raggiunto il leader e padre fondatore Arkadius Antonik, per
parlare del nuovo full-length e delle novità in casa della band tedesca. Buona
lettura.
Ciao Arkadius e benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it. Che ne dici di
presentare la band ai nostri lettori?
I Suidakra nascono in Germania nel 1994. Abbiamo una serie album pubblicati sino ad ora, fino ad arrivare al nostro lavoro
numero nove, Crógacht, in uscita per la Wacken
Records. La musica che suoniamo può essere considerata come “Celtic Metal”, ma è
un termine per descrivere un sound che fonde il death metal melodico con la
musica popolare irlandese.
Parliamo subito del nuovo album: da dove arriva il titolo Crógacht? C’è per
caso un concept racchiuso al suo interno?
Crógacht è un parola irlandese che significa precisamente “valore”. Inizialmente
avevamo pensato di usare il titolo “Valour” per il nostro nuovo disco, poi siamo
riusciti a trovare un vocabolo irlandese che aveva lo stesso significato e
quindi abbiamo deciso di utilizzare quest’ultimo.
Per quanto riguarda il concept racchiuso al suo interno: si riferisce alla
mitologia irlandese, più precisamente alle gesta dell’eroe Cuchulainn. Nei testi
ci concentriamo sopratutto di narrare il suo viaggio verso l’isola Skye, dove
lui cerca di imparare alcune tecniche di combattimento dalla donna-guerriero di
Scythian, Scáthach. Le sue decisioni hanno in qualche modo messo in moto una
serie di eventi che provocheranno la tragica morte di suo figlio Conlaoch… e
qui mi fermo, perché non ho nessuna intenzione di dirti come andrà a finire, lo
capirai sicuramente leggendo attentamente i testi (ride, ndr)
Chi si è occupato principalmente della stesura dei testi per le canzoni di
Crógach e da dove arriva l’ispirazione?
L’idea iniziale era quella di coinvolgere Kris Verwimp, un artista grafico con
il quale volevamo già collaborare in occasione dei dischi precedenti; in quegli
anni lui aveva da poco pubblicato alcuni
libri e fumetti sulla mitologia irlandese e la cosa ci interessava tantissimo. Il problema è che, ogni volta, noi
ultimavamo il songwriting poche settimane prima di entrare in studio per
registrare, e quindi non c’era il tempo materiale per poter attuare il progetto.
Dopo la release di Caledonia, incontrammo Kris in occasione di uno show nel
nostro paese (la Germania, ndr), e quindi pensammo che forse era la volta buona
per poter finalmente collaborare con lui. Lui era molto entusiasta all’idea di
lavorare con noi e quindi accettò subito. Non potevo far altro che dargli carta
bianca per tutto il lavoro e, quindi, lui decise di utilizzare quella leggenda
irlandese di cui ti ho parlato prima.
La tua principale fonte di ispirazione è la musica celtica, le melodie
adottate vengono prese direttamente da ciò che ascolti oppure sono composte
usando la tua immaginazione?
Tutte le melodie sono frutto della mia mente. Quando sono in fase di
composizione, ascolto stili di musica differenti l’uno dall’altro. Però il folk
irlandese è la mia principale fonte d’ispirazione. Per il resto, le idee possono
arrivare anche da altre fonti, e questo fa sì che alla fine il nostro sound
risulti essere decisamente eterogeneo.
Che ne dici di parlarmi della genesi di Crógacht? Come si sono svolte le fasi
di composizione del disco?
Il songwriting, grazie alla presenza di Kris, è stato molto differente rispetto
al passato. Abbiamo detto a quest’ultimo: “abbiamo nove pezzi pronti, prenditi
tutto il tempo che vuoi per scrivere i testi”. Lui si è messo a dividere la
storia in diversi capitoli da adattare per ogni pezzo. Successivamente gli
abbiamo mandato le parti strumentali, e lui ha scelto le sezioni del concept che
meglio si adattavano ai nostri pezzi. Che dire? Veramente un nuovo modo di
comporre. Più che la scrittura di un album, mi è sembrato di partecipare alla
colonna sonora di un film.
Al suo interno, ci sono pezzi che preferisci di più rispetto ad altri?
Mi spiace, non riesco davvero a scegliere un pezzo preferito. Ogni traccia ha la
propria atmosfera, un carattere tutto suo. Ogni volta che ascolto il disco per
intero, non riesco a decidere quale sia il brano migliore, è veramente
difficile.
Che reazioni ti aspetti da parte del pubblico e della critica specializzata
dopo la release di Crógacht?
Sono sicuro che Crógacht piacerà sia al pubblico, sia alla critica. Ho già avuto
modo di leggere alcune recensioni, e devo dire che la stampa specializzata ne
parla davvero bene. Inoltre, piacerà ai nostri fan più affezionati perché
contiene tutta la nostra forza e, soprattutto, perché è perfettamente bilanciato
fra musica metal e folk.
Che ne dici di parlarmi della tua formazione come musicista? Ci sono artisti
che ti hanno influenzato di più rispetto ad altri?
Ce ne sono molti. Steve Vai ad esempio, la sua tecnica è unica, ed è sicuramente
il mio primo idolo. Anche se io, personalmente, non amo badare alla tecnica, ma
tengo sempre un occhio di riguardo per le emozioni e per la semplicità. Ed ecco
perché adoro anche Jimmy Hendrix e Rory Gallagher, giusto per citarne due.
Recentemente, Marcel Schoenen ha lasciato la band. Puoi dirmi che cosa è
successo? Siete rimasti ugualmente in buoni rapporti?
Marcel ha perso gran parte del proprio entusiasmo con il passare del tempo,
sopratutto a causa del lavoro che svolge all’infuori dell’ambiente musicale. Il
precedente Caledonia è stato scritto in gran parte da me e dopo la sua release,
Marcel mi ha detto che questo sarebbe stato il suo ultimo album con i Suidakra.
A quel punto bisognava prendere una decisione: sciogliere il gruppo, oppure
continuare anche senza di lui. La scelta definitiva, come hai potuto notare, è
stata la seconda, e quindi eccomi ancora qui, con la mia band e con l’album
numero nove della carriera. Siamo
rimasti comunque in buoni rapporti con Marcel e mi aspetto di sentire i suoi
commenti su quest’ultimo album.
Vista l’assenza di Marcel, per l’occasione, chi è stato ad occuparsi delle
parti di voce pulita?
Me ne sono occupato io. Questa era una nuova sfida e un’esperienza
piuttosto speciale, sopratutto perché è stata la prima volta per me. Cantare in
pulito è nettamente diverso rispetto allo scream, e questo lo sanno tutti. Ho preso
appositamente lezioni di canto per circa sei mesi prima di cominciare a scrivere
le linee vocali dei cori. Non ero tanto sicuro che questa cosa potesse
funzionare, anche perché non lo avevo mai fatto prima d’ora. Ma in ogni caso, tutto è
andato per il meglio e posso ritenermi soddisfatto del risultato ottenuto.
Che ne dici di parlarmi della scena musicale folk-metal tedesca? C’è il nome
di qualche band interessante che ti va di segnalare?
Ho notato che ci sono molti gruppi di questo genere, sopratutto nuovi, ma devo
ammettere che non li conosco più di tanto. È come ogni trend, ci sono molti
gruppi che spuntano fuori dal nulla e spariscono con la stessa velocità, a volte
dopo un solo album pubblicato.
Come vedi invece la scena metal internazionale, ci sono gruppi che ti
piacciono di più rispetto ad altri ancora?
Sono felice della reunion dei Gorefest e di altre Death Metal band degli anni
’90. È stata un’esperienza bellissima quella di poter vedere lo show dei Carcass
al Wacken Open Air Festival. Per il resto, ascolto molti generi differenti di
musica come il Rock ‘n Roll, Heavy e musica classica. Uno dei miei compositori
preferiti, ad esempio, è Hans Zimmer.
Avete già programmato le date del tour di supporto al nuovo disco? Passerete
anche dal nostro paese?
Abbiamo programmato un tour negli Stati Uniti per il mese di marzo, poi saremo
presenti ad alcuni festival estivi e, infine, partiremo per un nuovo tour nel
periodo autunnale. Speriamo di tornare nuovamente in Italia, ogni volta che
abbiamo suonato nel vostro paese, ci siamo divertiti da matti. Vedremo se sarà
possibile.
Che programmi avete per il vostro futuro?
Prima di tutto spero di poter programmare tanti live show in Europa al mio ritorno
dagli Stati Uniti. Successivamente, cominceremo subito a scrivere i pezzi che
andranno a comporre il prossimo album… anche perché non possiamo fermarci qui,
abbiamo bisogno di continuare a proporre la nostra musica (ride, ndr).
Questa era la mia ultima domanda. Grazie mille per la disponibilità e a te
l’onore di chiudere l’intervista.
Spero di incontrare tanta gente nei vari tour che faremo quest’anno. Per il
resto, visitate pure la nostra pagina ufficiale di
MySpace per tenervi aggiornati sui
nostri lavori. Grazie mille per il supporto!
Angelo ‘KK’ D’Acunto