Symphonity (Libor)
Intervista a cura di Luca Palmieri.
Il chitarrista Libor dei Symphonity, dalla Repubblica Ceca, ci parla del loro secondo album “Voice from the Silence“. Conosciuti in precedenza come Nemesis, sono tornati sulla scena power con un nuovo monicker e con un cantante più conosciuto: Olaf Hayer, già cantante del progetto solista di Turilli, Dionysus e Magic Kingdom.
Un saluto ai Symphonity, è un piacere parlare con voi. In cosa è impegnata la band oggi?
Al momento stiamo rilasciando interviste e ci stiamo preparando un po’ perchè stiamo cercando un nuovo batterista in pianta stabile. Dopo che lo avremo trovato, ci attendono le prove generali con la band al completo. Ci vorrà un po’ di tempo perchè tutti noi siamo impegnati anche coi nostri lavori.
Credo che la maggior parte dei nostri lettori non vi conoscano ancora molto bene. Potete raccontarci un po’ della vostra storia?
In breve, ho fondato la band tanto tempo fa in compagnia del mio Tomas Suchacek alla batteria. Negli anni la line-up è cambiata molte volte, così come è successo con il monicker. Nel 2003 l’etichetta italiana Underground Symphony ha pubblicato il nostro debut album “Goddess Of Revenge”. Nello stesso anno venne pubblicato anche in Giappone dalla Hot Rockin’. Durante i lavori per il nuovo disco, il cantante Vilem Majtner lasciò il gruppo, ma per fortuna riuscimmo a rimpiazzarlo con il ben più conosciuto Olaf Hayer. Fu a questo punto che cambiammo il nome in Symphonity e che Limb Music Products ci offrì un contratto.
Perchè avete scelto di cambiare il precedente monicker “Nemesis”?
Il motivo principale che ci spinse a cambiare il nome fu che ci rendemmo conto che di Nemesis ce ne sono e ce n’erano praticamente in ogni paese e la cosa ci creava problemi. Al giorno è sempre più difficile trovare un nome originale, in quanto il numero di gruppi è aumentato spropositamente. Prima di firmare pe la Limb, abbiamo deciso di cambiare in Symphonity. Penso che sia anche meglio per i nostri fans, visto che ora è molto più facile trovare tutte le informazioni che ci riguardano.
Parliamo della vostra musica. Come descrivete il vostro stile?
Preferisco in assoluto descriverci come “Melodic Metal”. La nostra musica è per coloro che amano melodie forti, riff potenti, doppia-cassa veloce e voce acuta, ma potete anche trovarci elementi prog e neo-classici. Di tanto in tanto abbiamo preso ispirazione da altri generi musicali. Per esempio, sul nuovo album c’è anche un brano tipicamente AOR e la cover di una hit pop (“Irgendwie, Irgendwo, Irgendwann”, n.d.r).
“Voices from the silence” è stato pubblicato in agosto. La gente che non vi conosce si potrebbe far già un’idea della vostra musica anche solo guardando la copertina dell’album. Chi l’ha disegnato e quale spiegazione ci sta dietro?
La cover è stata creata da Derek Gores, già autore delle copertine di gruppi del calibro di Kamelot, Edguy e Dionysus. Abbiamo chiesto a Derek di disegnare l’artwork quando ancora non eravamo sicuri del titolo definitivo del disco. Dopo che abbiamo scelto il titolo, Derek ci ha fatto alcune proposte e ci ha illustrato le sue idee. Ci sono piaciute e da lì al concept finale è bastato poco. Derek è stato molto creativo e la cooperazione con lui è stata assolutamente senza intoppi.
Nella mia recensione ho sottolineato le somiglianze tra voi e Stratovarius, Edguy e Rhapsody of Fire. Per te è una cosa positiva o negativa?
Ho letto la recensione grazie al traduttore di Google perchè non so l’italiano. Hai ragione, ma cerchiamo di trovare il nostro volto anche se i nostri idoli emergono tra le righe della nostra musica. Non credo che siamo solo una copia di queste band. Anche i gruppi citati furono comparati ai loro precedessoti e in questo caso potresti dire che sono tutti una copia degli Helloween anni ’80 e che gli Helloween sono una copia di… etc.
Il punto chiave di questo album è Olaf. Quanto e con che cosa ha contribuito?
Oltre alla sua voce magnifica, che è un tratto distintivo della band, ha scritto anche i testi di “Bring Us the Light” e “Searching You”. Ha cambiato alcune linee vocali ed è anche menzionato come co-compositore di “Searching You”, perchè il chorus è opera sua. Sfortunatamente si è unito alla band quando era già quasi tutto pronto. In futuro abbiamo intenzione di dargli molto più spazio.
Spero che diventi parte integrante della band a tempo pieno…
Sì, in realtà lo è già ora. Non lo era quando abbiamo iniziato a lavorare insieme, ma nel frattempo i Dionysus si sono sciolti e Olaf è entrato a far parte dei Symphonity.
La suite “The silence” si riferisce ovviamente al titolo del disco. Come l’avete scritta? Era un lungo unico brano diviso in tre parti o tre brani divisi?
C’era la parte principale della trilogia “In Silence Forsaken” che è stata poi completata con una intro e una outro. A causa della lunga durata l’abbiamo suddivisa e abbiamo fatto una specie di trilogia. L’intro e l’outro al pianoforte non sono così comuni per una power metal band, anche perchè suonano più come dei pezzi di musica classica. E’ più una questione di sentimento e tra l’altro sono state suonate senza metronomo.
Ultima domanda su “Voices from the silence”: cosa ne pensate del mixaggio finale? Com’è stato lavorare con Sascha Paeth?
Il mix di Sascha ha completamente soddisfatto le mie aspettative. E’ potente e fantastico e allo stesso tempo chiaro e tutti gli strumenti si sentono alla grande. Ha fatto un buon lavoro sul sound del basso anche se non era registrato molto bene. Sascha è assolutamente professionale e una persona molto gentile. Devo dire che ha proprio fatto un gran bel lavoro!
Ora, parlando di musica in generale. Cosa ne pensi dell’era di internet? Intendo, ovviamente, di MySpace e del file sharing.
Il file sharing è un problema serio perchè l’industria della musica non riesce a reagire a questa situazione. In alcuni casi, il p2p può essere utile, perchè molte persone possono sentire la tua musica, ma alla fine solo in pochi compreranno il tuo CD. E la verità è che noi abbiamo ancora bisogno delle case discografiche, perchè non credo che un principiante sfondi le classifiche solo condividendo l’album sulla rete. Non funziona per i gruppi sconosciuti: solo le band famose possono pubblicare i loro dischi su internet perchè sono già bene conosciute. C’è bisogno di un’etichetta con una buona distribuzione in tutto il mondo e di promozione. Nessun altro è capace di fare tutte queste cose su larga scala. D’altra parte, tutti questi casi della RIAA (Recording Industry Association of America, n.d.r.) contro la gente comune sono ripugnanti. Non è questo il modo di risolvere il problema.
Quali sono i migliori e peggiori trend nel metal di oggi?
La cosa peggiore è sicuramente il fatto che ci siano troppe band in un genere. A volte ho la sensazione che ci siano più musicisti che fans ;-). La cosa migliore? Non lo so, forse che ci sono più ragazze tra i metal fans ;-).
Sicuramente conoscerete i Rhapsody of Fire… Ci sono band italiane nella vostra lista dei gruppi preferiti?
In passato mi piaceva parecchio “Return To Heaven Denied” dei Labyrinth. Conosco anche altre band italiane, ma non sono tra le mie preferite. Mi vengono in mente Vision Divine, Athena, Skylark e White Skull. Sembra che ci sia stato un grande boom di symphonic metal bands in Italia dopo il successo dei Rhapsody, ma molti gruppi non erano dello stesso livello di Luca Turilli e Alex Staropoli. La maggior parte ha solo cercato di copiare lo stile dei Rhapsody e la maggior parte l’ha fatto anche male.
Quali sono i piani futuri dei Symphonity?
Nel prossimo futuro vorremmo andare in our con qualche band di grosso calibro. Dipende chiaramente da come andranno le vendite e da tante altre cose. Quindi, vedremo…
Le ultime parole sono per voi. Grazie per la chiacchierata.
Grazie per l’intervista e per il vostro interesse nei Symphonity. Auguro a tutti i lettori di Truemetal.it e a tutti i fans italiani un sacco di buona musica in futuro. Stay Metal!