Tainted Nation (Mark Cross e Pontus Egberg)
…abbiamo anche molti altri impegni e sono certo che sarà dura, ma vogliamo davvero fare in modo che i Tainted Nation continuino ad esistere. Amiamo molto la musica che ci caratterizza come tali e ci divertiamo un mondo nel suonare assieme!
(Pontus Egberg)
Interessante intervista con Mark Cross (Firewind) e Pontus Egberg (The Poodles), nomi decisamente conosciuti del panorma heavy rock europeo, coinvolti in un nuovo stimolante side project chiamato Tainted Nation.
Un moniker attualissimo quello scelto dal composito gruppo di artisti – costituito da elementi di spicco come nella migliore tradizione delle all star band – che ben si rispecchia nella visione fosca e disincantata della società attuale. Impressioni d’insofferenza verso un mondo ingiusto e malato che ci derivano direttamente dalle parole dei due musicisti, a volte opposti negli atteggiamenti, eppure uniti e compatti negli ideali e nell’intento di offrire un po’ di buona musica, della quale il debut “F.E.A.R.” è ottima testimonianza.
Intervista raccolta da Fabio Vellata
Ciao ragazzi! Per primissima cosa, direi sarebbe il caso di dare un paio di cenni biografici sui Tainted Nation: l’idea, dati i nomi coinvolti, è quasi quella di una all-star band…
Mark: Davvero? Suvvia, vorresti forse dire che siamo così famosi? WOW!
Scherzo ovviamente: è partito tutto nel corso del 2012, quando Pete Newdeck, il nostro singer (ed anche batterista degli Eden’s Curse) e Ian Nash, attuale chitarrista di Grim Reaper e Lionsheart, hanno iniziato a lavorare su alcune canzoni.
Pete mi ha poi mostrato un po’ di brani e idee e sono rimasto molto colpito dalle linee vocali: quando mi ha chiesto se ero interessato a contribuire, incidendo le parti di batteria, non ho avuto dubbi…
Sulle prime, ho pensato potesse essere un buon esercizio da svolgere in studio, ma quando Pontus si è aggiunto alla crew, è cambiato tutto quanto.
Ci siamo trovati molto bene insieme anche se distanti gli uni dagli altri, ed abbiamo fatto crescere quegli ottimi demo sino a farli divenire un bell’album suonato alla grande. Et voilà, eccoci!
Il moniker che avete scelto, così come la copertina, evocano situazioni di disagio e difficoltà sociale.
Quali sono le ragioni che vi hanno spinti verso un’immagine così forte?
Pontus: a dire il vero non avremmo mai voluto farlo, ma il mondo di oggi è pieno zeppo di corruzione, bugie e disonestà. I leader politici sembrano interessati solo a racimolare soldi per il loro portafogli e tutto sta peggiorando sempre più. Il nome Tainted Nation, l’artwork e più in generale l’intero album, sono in qualche modo la nostra visione di questo mondo attuale…
Mark: magari la prossima nostra copertina, ritrarrà quello psicopatico di Kim “Bumm” Jong con uno dei suoi missili ficcati direttamente nel culo…
Sono d’accordo con Pontus, stiamo vivendo in un mondo sorretto da politici corrotti, banchieri che rubano soldi e uomini di legge che mentono…
Credo a questo punto che anche i brani abbiano la medesima connotazione. Ce n’è qualcuno in particolare al quale siete legati?
Mark: sono tutti quanti pezzi riusciti, ma penso che “Don’t Forget Where You Came From”, “Haunted” e “What You’re Waiting For”, siano indubbiamente tra i migliori…
Pontus: sono totalmente d’accordo. Queste sono grandi canzoni per come la vedo. Aggiungerei tuttavia anche “Dare You” e “Don’t Tell Me”, due delle mie preferite!
C’è da dire che lo stile dei Tanited Nation si presenta un po’ come una sorta di contenitore di varie influenze. Dal rock al modern metal con qualcosa addirittura di power.
Chi potremmo annoverare tra i vostri principali ispiratori?
Mark: hummm…I Village People?
Ahaha, ma proprio solo per il loro essere un po’ strani e per il look “differente”!
Scherzo nuovamente, anche perché hai ragione da vendere: ci sono molti colori nella nostra musica, dal rock classico sino all’industrial. Probabilmente era proprio quello che volevamo, il fuggire dal sound tipico che chiunque si sarebbe atteso da noi…
Sono felice di accorgermi che abbiamo centrato l’obiettivo e che la visione di Pete è divenuta realtà: ci ha ispirati molto il tenerci lontani dai classici cliché metal…forse solo gli Shinedown potrebbero essere definiti come una specie di “influenza”…
Pontus: c’è così tanta bella musica la fuori. Ok è vero, ci sono anche tante schifezze.
Ma non è questo il punto.
Il fatto è che abbiamo raccolto influenze un po’ ovunque: dopo tutto, per me conta se una cosa mi piace realmente. Anche se non è necessariamente rock o metal. Può essere qualsiasi cosa.
Dopodiché, quando devo preparare il songwriting di un nuovo album, prendo tutto e lo mescolo insieme … e quello che esce può avere mille sfumature differenti!
Mi soddisfa poi l’idea di aver utilizzato il baso doppio in sole due canzoni, nell’intro e nell’outro e di essermi potuto concentrare maggiormente sul groove!
Le vostre esperienze passate hanno dunque giocato un ruolo fondamentale…
Pontus: sono state assolutamente la nostra fonte primaria d’ispirazione per questa band e per il modo in cui l’album è venuto.
In particolare per quanto riguarda il modo in cui abbiamo registrato: non credo sarebbe uscito altrettanto bene se non fossimo stati tutti quanti dei musicisti esperti…
Mark: invecchiare significa acquisire sicurezza. Va da se che quando hai esperienza il tuo modo di suonare diviene più maturo. C’è molta, molta esperienza in questa band ed è esattamente quello che puoi constatare in F.E.A.R..
Suppongo, dato quello che mi state dicendo, che il risultato finale in termini di produzione e mixaggio, vi abbia lasciati del tutto soddisfatti.
Pontus: proprio così, siamo davvero molto contenti del modo in cui “F.E.A.R.” è uscito. Il processo di registrazione è stato un po’ diverso dal solito giacché non abbiamo mai messo piede nello stesso studio contemporaneamente. Forse Pete e Ian, ma non Mark ed io.
Io ho inciso tutto nel mio studio in Svezia, Pete mi spediva i file non appena Mark aveva concluso le sue parti batteria, dopodiché io partivo con l’aggiungere il mio materiale.
È piuttosto divertente se ci pensi: alcune canzoni sono state incise ancor prima che ci incontrassimo di persona per la prima volta!
Mark: penso sia venuto un buon lavoro davvero nonostante la lontananza. Quando eravamo in fase di pre produzione, infatti, ognuno di noi ha iniziato a registrare individualmente.
Oltre alle line di basso di Pontus, incise in Svezia, la mia batteria l’ho registrata al Basement Studios di Atene, nel 2010. Le vocals di Pete e le chitarre di Ian invece, al Two Rivers Productions in Inghilterra.
Poi tutto quanto è stato mixato e masterizzato da Dennis Ward in Germania!
Beh, quando si dice Europa Unita…
Ok, quindi? Come vogliamo definire il vostro stile in pochissime parole?
Mark: hummm…qualcuno lo ha definito “Rock 2013”… secondo me suona benissimo!
Pontus: sì…suona davvero bene, è una definizione che piace molto anche a me!
Ma se dovessi descrivere il “Rock 2013” a qualcuno, direi che è potente, ricco di rff e di groove. Melodico e molto diretto come un bel pugno in faccia.
Quel tipo di pugno che ti mette in ginocchio ma che ti fa sperare di prenderne ancora!!!
Piccola curiosità. In “Never Promised You Anything” spicca la presenza del singer dei Danger Danger, Ted Poley.
Com’è nata questa collaborazione?
Mark: è stato Pete a coinvolgerlo, visto che è un suo carissimo amico. Semplicemente gli ha chiesto se era interessato a comparire come ospite.
Grande cantante ed ottimo lavoro!
Diciamoci la verità. Data la distanza che vi separa, è facile supporre che questo album rimarrà un caso isolato per un semplice side project.
Sbaglio o per i Tainted Nation sarà ben difficile diventare una band vera e propria?
Pontus: credimi, dal nostro punto di vista questa è una band reale e concreta, non un semplice side project destinato a durare solo lo spazio di un singolo album.
Infatti, stiamo proprio pensando di incidere quanto prima un nuovo cd e di trovarci quanto prima per gettare le basi di un tour assieme. Ovvio, abbiamo anche molti altri impegni e sono certo che sarà dura, ma vogliamo davvero fare in modo che i Tainted Nation continuino ad esistere. Amiamo molto la musica che ci caratterizza come tali e ci divertiamo un mondo nel suonare assieme!
Considerando che il disco è già fuori da qualche mese avrete certo dei riscontri che vi spingono nell’idea di proseguire…
Mark: le reazioni sono state davvero notevoli. A quanto pare il disco è piaciuto parecchio e la stampa specializzata ne ha scritto piuttosto bene.
Ne siamo molto lieti: a dire il vero, non pensavamo nemmeno di ottenere esiti tanto positivi. Sai com’è, consideravamo di ingenerare qualche diffidenza proprio perché – come hai detto tu stesso – siamo una sorta di All Star Band. Questo tipo di side project a volte sono buoni, più spesso non lo sono per nulla e lasciano il tempo che trovano.
La nostra forza risiede probabilmente nell’aver approcciato sin da subito il lavoro con lo spirito di una band autentica, dando un forte impatto già dallo studio.
Proprio per questo, come già ti ha sottolineato Pontus, abbiamo deciso di portare I Tainted Nation on stage.
Abbiamo già fatto qualche apparizione nel 2010 e nel 2011, cosa che stiamo ripetendo proprio nel corso di questo mese di aprile. Poi parteciperemo anche a qualche festival estivo in Francia e Spagna…e speriamo anche in Italia!
Sempre se riusciremo a trovare qualche data utile per venirvi a mostrare di cosa siamo capaci insieme!
I Tainted Nation al completo con il nuovo innesto Joel Peters (Fury)
Il fatto di essere una band che ha uno spirito così europeo e così “unito”, spinge a forza una domanda inevitabile. Come la vedete questa UE?
Mark: è una merda di cui nessuno è contento. I politici continuano ad essere sempre gli stessi: siamo governati dalla solita razza bastarda di bugiardi che saccheggia i nostri soldi ed inizia guerre solo con lo scopo di accrescere i propri interessi finanziari ed economici.
Banchieri, uomini di legge…chiamali come vuoi!
La moneta unica ha fatto il suo sporco lavoro ed ha portato il mondo intero verso la bancarotta totale…
Tutti quanti blaterano di riforme e cose simili, ma alla fine della giornata siamo sempre più al verde. Ogni mese dobbiamo pagare sempre di più guadagnando sempre meno… Non può essere giusto. Non può essere questa l’Europa!
Una Nazione Corrotta (Tainted Nation NdA): è tempo di una rivoluzione brava gente!
Pontus: sì, è una Nazione Corrotta senza dubbio. Non ho la risposta a tutti questi problemi, ma posso solo dire che, in effetti, c’è davvero troppo marciume che scorrazza libero su questo pianeta e che deve essere bonificato prima che le cose possano andare almeno un po’ meglio…
Ebbene, dopo questa risposta molto esplicita da parte di entrambi, una domanda veloce solo per Pontus.
Beh, Pontus, nel giro di poche settimane esce il nuovo disco dei The Poodles…non posso non chiederti una dichiarazione veloce, veloce in merito!
Pontus: COMPRATELO! Poche balle!
Cosa posso dirti: il disco nuovo dei The Poodles “Tour De Force” uscirà il prossimo 17 maggio ed è un grande album.
Siamo molto soddisfatti dei risultati e non vedo l’ora di scoprire quale sarà l’accoglienza che gli riserveranno pubblico e critica.
Vedremo!
Ragazzi, siamo in conclusione… a voi…
Pontus: è stato un vero piacere Fabio, grazie per averci ospitati sulle vostre pagine!
Mark: siate duri e cercate di star bene! E speriamo di vederci presto!
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Fabio Vellata
Discografia:
“F.E.A.R.” – (2012, Massacre Records)