Tankard (Andreas ‘Gerre’ Geremia)
Eccoci qui ancora una volta a raccontare delle prodezze alcoliche e musicali dei cari vecchi Tankard, inossidabile metallo tedesco d’annata mai domo di fronte alle mode e ai trend del momento. Una teleonata con Gerre è sempre un’occasione per conciliare divertimento a qualche sana considerazione più seriosa, senza dimenticarsi del nuovo nato in casa della band più etilica di Francoforte.
Buona lettura.
Allora Gerre, un altro album dei Tankard nei negozi: l’ideale regalo di Natale per grandi e piccini… tanto questa volta non c’è ‘Fuck Christmas’…
Si esatto! (risate) ‘Thirst’ non è sattamente il nostro miglior album, ma siamo molto soddisfatti perchè è sicuramente un album 100% Tankard inside. Diciamo che continua perfettamente sulla linea intrapresa da B-Day: un sound classico con una produzione un pochino più attuale. Forse è un pochino più melodico degli ultimi, con alcune parti un pelo più lente.
Condivido pienamente la tua analisi, direi che da B-Day in poi stiate vivendo una seconda giovinezza.
Sì, il nuovo produttore ha significato molto per noi, senza contare che la pausa da Kings of Beer è stata lunga e in un certo senso anche abbastanza profonda. Abbiamo un attimo riorganizzato le idee e trovato una nuova spinta.
Non smetterò mai di chiedermi come mai siate così poco contenti di Kings of Beer e Disco Destroyer, che invece a me piacciono molto. Specialmente il primo. Anche quando parlai con Olaf qualche mese fa ebbi la stessa impressione…
Non è che non mi piacciano o che li rinneghi, assolutamente, credo non siano i migliori album che abbiamo fatto. Non era il miglior periodo per i Tankard e forse sono troppo diversi dagli altri, specialmente se paragonati quelli degli anni ’80…
Passiamo un attimo al songwriting di ‘Thirst’. Sempre parlando con Olaf in occasione dell’uscita di Best Case Scenario mi diceva che il fatto di continuare ad avere un normalissimo lavoro e non essere economicamente legati all’andamento dei Tankard vi dava una certa tranquillità…
Sì, io penso che i Tankard si possano definire semi-professionisti e Olaf ha ragione. Non ci interessa di quanto venderà il disco. Siamo assolutamente indipendenti e questo significa avere la possibilità di fare quello che ci pare. La cosa più importante, poi, è che continuiamo ad amare questa musica e a divertirci suonando e scrivendo nuovi pezzi.
Qual’è la tua preferita del nuovo album?
Senza dubbio Sexy Feet Under.
È anche la mia.
Grande! È un pezzo folle è molto divertente. Una sera ero seduto davanti al tavolo, stavo giocando al gioco di società e dopo un paio di birre mi è venuta in mente questa storia e ho deciso di farci un pezzo.
Ti piacciono proprio zombie e alieni eh?
Assolutamente! (risate) Eravamo indecisi se mettere Sexy Feet under all’inizio o alla fine del disco perchè di solito si vuole sempre aprire e chiudere con i brani migliori, poi abbiamo deciso di metterlo alla fine.
Altri brani a cui sei più affezionato?
Octane Warriors, Stay Thirsty!, Deposit Pirates… poi c’è When Daddy Comes To Play che è leggermente diverso dagli altri, con addirittura il coro femminile, credo sia un ottimo brano.
Se ti chiedessi per quanto riguarda la discografia dei Tankard invece? Diciamo la tua top five…
Oooh, questa è una domanda difficilissima, vediamo… Rectifier.
I’ll chase your ass till you expire! Grandissima scelta! (risate collettive)
Ovviamente Empty Tankard, il brano che chiude i nostri concerti e un pezzo davvero da baldoria!
Classico tra i classici direi.
Esatto. Poi adoro Slipping from Reality.
Ah un pezzo molto recente, un brano martellante con ottima presa live, uno dei miei preferiti dal vivo.
Ancora un’altra dagli anni ’80… diciamo Zombie Attack.
Oh yeah.
E per chiudere Sexy Feet under. Però sai, questa è la mia top 5 di stasera, domani le cose potrebbero già essere cambiate.
Gerre in quel di Prato mostra soddisfatto la sua leggendaria pancia
Torniamo un attimo a parlare del nuovo album. Nonostante le sbronze colossali, l’hangover e la festa fino a mattino siano da sempre i vostri temi preferiti non avete mai rinunciato a un certo tipo di denuncia sociale. So che la cosa ti sta molto a cuore…
Sì vero. Sin dai primi album abbiamo sempre cercato di trovare un equilibrio tra i testi alcolici e divertenti e alcuni spunti più seri. Va bene prendere in giro se stessi, creare parodie di quello che ci circonda, ma la vita vera, la realtà, non sono fatte solo di birra. Specialmente negli anni ’90, con album come ‘Two Faces’, abbiamo provato a dire la nostra ma la realtà è che la gente non ci ha mai preso sul serio più di tanto…
E dire che i Tankard sono sempre stati impegnati socialmente quando possibile…
Sì, ci piace farlo. Però la gente preferisce avventure a base di birra e whiskey. Onestamente dopo tanti anni fare dieci brani con lo stesso tema è abbastanza noioso. Mi diverte questa iconografia che ci siamo scelti, ma credo sia giusto spezzare con un paio di argomenti più seriosi ogni tanto.
Continui a sentire molta musica? Ti interessi di nuove band o sei rimasto sui classici?
Guarda, il solo fatto di aver scelto di lavorare anche come dj la dice lunga. Spendo quasi tutto quello che guadagno in cd e dvd. Non sono un fan di black e death metal ma mi ritengo di mente abbastanza aperta e nonostante tutto provo di tenermi sempre aggiornato e spendere ogni minuto libero ascoltando più musica possibile. In macchina mentre vado al lavoro, quando mi alzo la mattina… per esempio quando siamo in tour porto sempre dischi interessanti e li sentiamo in bus con gli altri ragazzi. Poi ovviamente ho i miei preferiti e sono quasi tutte band vecchie, più che altro perchè con gruppi come Anvil, Overkill o Exodus ci sono cresciuto.
Come vedi la scena di oggi? Specialmente quella thrash (e con thrash intendo ovviamente il thrash classico). Io credo le cose non siano messe così male, ci sono addirittura giovanissime band che stanno facendo il nome grosso nella scena… penso a Violator o Municipal Waste… Secondo me dischi come ‘The Art of Partying’ o ‘Chemical Assault’ mancavano da un po’ e sono davvero dei punti di ripartenza per la scena.
Hai ragione. Non che al thrash siano mai mancate band di qualità, ma forse ora si è riacceso un po’ l’interesse verso questa musica, specialmente nel formato più classico. E ovviamente se c’è interesse la scena ne guadagna, nascono più band, cresce il pubblico ai concerti… e così via. Le band che hai citato tu possono davvero fare grandissime cose, già ora vedo che occupano posizioni di tutto rispetto nelle classifiche di gradimento specifiche.
Per quanto riguarda l’Italia posso dirti che siamo molto orgogliosi di quello che hanno fatto e stanno facendo gli Hyades, nel nome di band come Exodus, Anthrax e perchè no Tankard, visto che hanno partecipato anche al tributo uscito con ‘Best Case Scenario’. Conosci? Ricordi? Che ne pensi?
Sì me li ricordo, ottima band, giovani ragazzi davvero in gamba! Ed è un piacere che per questi ragazzi anche i Tankard siano in qualche modo un modello a cui ispirarsi.
Gerre, se penso a quella VHS del concerto a Berlino mi pare del ’91, io credo che quello che manchi ora ai Tankard sia un bel Dvd.
Sì, al momento stiamo seriamente pensando alla possibilità di far uscire qualcosa in questo senso. Abbiamo il concerto che citavi tu e una registrazione molto buona girata all’Hard Rock Festival del 2007. Per il momento dovete accontentarvi del nuovo videoclip messo online proprio in questi giorni su youtube.
Siamo arrivati al momento dei “progetti per il futuro”, specialmente in chiave live.
Ovviamente stiamo cercando un suonare il più possibile, non è sempre facilissimo perchè dobbiamo conciliare tutto con i nostri lavori. Non possiamo andare in tour per settimane quindi cercheremo di concentrare tutto il più possibile nei weekend. Quando c’è da decidere la scaletta ci sono sempre grandi discussioni quindi questo ci ruberà un altro po’ di tempo (risate). Andy vuole suonare un sacco di roba nuova (risate).
Bene Gerre io ti saluto e ti ringrazio, come sempre è stato un piacere. Ti auguro tutto il meglio per il nuovo album e per il continuo dei Tankard, siete un esempio di tutto quello che purtroppo manca oggi alla musica. Ti lascio chiudere come preferisci.
È stato un piacere anche per me. Ti auguro una buona serata e ti ringrazio per il supporto e la bella chiaccherata. Cercheremo di passare nella ‘bella Italia’ con qualche data per fare festa tutti assieme ancora una volta. Siete un grande pubblico, folle davvero, e speriamo di capitare là al più presto!
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini