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Testament (Chuck Billy)

Di - 8 Agosto 2007 - 0:00
Testament (Chuck Billy)

Avevamo tenuto in caldo l’intervista a Chuck Billy, ciclopico e indistruttibile frontman dei Testament, in previsione delle attese esibizioni estive che la band di Oakland avrebbe tenuto alla fine del mese. Purtroppo non si farà nulla: il gruppo ha annullato (rinviato?) la calata sul suolo italico, barricandosi dietro alla necessità di registrare il fantomatico nuovo album e meno credibili complicazioni legate al visto di Nick Barker. L’impressione è che il successore di The Gathering, uscito ormai dieci anni fa (!), si stia rivelando un’ossessione per Peterson e soci, martoriati sì da una serie di eventi funesti (dal cancro di Billy a vari infortuni occorsi di recente), ma altrettanto incapaci di dare la svolta decisiva a un processo di songwriting mai così misterioso e frammentario. Tra pause di riflessione, cambi di line-up e progetti paralleli (il secondo capitolo dei Dragonlord e il debutto del super-gruppo Dublin Death Patrol), l’attesa è divenuta interminabile: le aspettative sono alle stelle e i Testament lo sanno bene, consci di non poter fallire nel momento più delicato della loro carriera.

Ecco cosa ci ha raccontato Chuck Billy, uomo di poche parole ma assolutamente convinto del nuovo corso dei Testament. Una band che non si è mai fermata e si prepara ora a sferrare l’ennesimo colpo letale

Domande di Federico ‘Immanitas’ Mahmoud. Intervista raccolta da Gloria Baldoni.

 

Ciao Chuck, benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it! Iniziamo subito con ciò che più preme ai fan dei Testament: come procede il songwriting del nuovo album? Avete già completato dei brani?

Ciao, grazie a te per il supporto! La risposta è sì, abbiamo già ultimato otto canzoni e contiamo di scriverne altre in seguito; se tutto va bene ad agosto dovrebbero iniziare le registrazioni (l’intervista è stata concessa un paio di mesi fa, NdR). Il disco uscirà verso la fine del 2007 (le ultime voci dicono marzo 2008, NdR) e posso già anticiparti che suonerà molto heavy ma allo stesso tempo melodico.

Recentemente Nick Barker (ex-Dimmu Borgir, tra gli altri) è entrato nella band: come siete arrivati a lui?

Lo scorso anno ci è capitato di dividere il palco, lui è anche salito sul palco per suonare un pezzo con noi. La prima impressione è stata ‘Wow, pazzesco!’. Poco dopo ci siamo trovati nella necessità di reclutare un nuovo batterista, così abbiamo pensato subito a Nick. Ha accettato senza esitazioni, è davvero entusiasta di far parte dei Testament!


I Testament nel 2007: Peterson – Christian – Billy – Barker – Skolnick 

Credi che l’ingresso di Barker, abituato a suonare generi più estremi del classico trademark Testament, possa influenzare la direzione del nuovo album?

Sì, credo che possa accadere.

In che modo?

Beh, raggiungeremo un nuovo standard, un livello più alto (evidentemente Billy non vuole “sbottonarsi”, per cui procediamo oltre, NdR).

Quest’estate suonerete in Italia, un appuntamento molto atteso dai vostri fan: avete già preparato la scaletta?

Sì, è già fatta. Posso anticiparti che sarà composta di classici della band più tre estratti da The Gathering, per un totale che si aggirerà intorno all’ora e mezza.

Cambiamo discorso: è uscito da poco il debutto dei Dublin Death Patrol, super-gruppo in cui dividi il microfono con Steve ‘Zetro’ Souza (ex-Exodus ed ex-Legacy, la prima incarnazione dei Testament). Ti va di introdurre la band ai nostri lettori?

Certamente! Il gruppo è composto dal sottoscritto, i miei fratelli Andie ed Eddie (rispettivamente chitarra e basso), Zetro, suo fratello John (al basso), Willy Lange (basso dei Laaz Rockit), Troy Luccketta (batteria, Tesla) e altre vecchie conoscenze della Bay Area, con cui abbiamo iniziato a suonare già intorno al 1980. Siamo un gruppo di amici che si diverte a suonare pezzi composti oltre venticinque anni fa, niente di più! (ma il progetto Dublin Death Patrol avrà un seguito, NdR).

Ai tempi del vostro esordio la scena americana era un fermento collettivo, uscivano gruppi incredibili in continuazione! Oggi come descriveresti la situazione negli States?

A mio parere è buona, c’è stato un discreto ricambio generazionale. Oggi la scena americana gode di ottima salute anche grazie a nomi come Trivium e Shadows Fall.

Negli anni il thrash metal ha perduto la sua forma originaria, finendo per contaminarsi e / o accogliere altre influenze al suo interno… Ti piacciono le versioni più moderne del genere, o sei un inguaribile passatista?

Onestamente mi piace tutto il thrash, anche la versione più “moderna” dei gruppi che ti ho citato prima. Ma se devo scegliere, preferisco nettamente i dischi usciti negli anni Ottanta e nei primi Novanta.

E se ti chiedessi di fare una classifica all-time dei tuoi dischi thrash preferiti?

Al primo posto metto senza esitazione Bonded by Blood degli Exodus, un disco incredibile! Per il secondo sono indeciso tra Reign in Blood e South of Heaven, entrambi di marca Slayer… anzi, Reign in Blood lo metto al terzo posto. Un altro lavoro che mi piace particolarmente è il debutto dei Forbidden, mentre al quinto posto scelgo i Metallica, ma sono indeciso tra Kill ‘em All e Ride the Lightning.

Cosa gira nel lettore di Chuck Billy questi giorni?

Come ti dicevo apprezzo particolarmente i Trivium, mi capita spesso di mettere su il loro ultimo disco. Ultimamente ascolto anche i nuovi dischi di The Haunted e Slayer.

Tu ed Eric avete tenuto in piedi il gruppo anche quando sembrava tutto finito: c’è stato un momento in cui hai pensato veramente di lasciar perdere?

No, assolutamente. Non ancora, almeno… probabilmente quando saremo troppo vecchi e il sottoscritto non avrà più un filo di voce saremo costretti a ritirarci, ahahahah!

Nelle fila dei Testament si sono succeduti tanti artisti di spessore, specialmente dietro le pelli: di chi conservi il ricordo più bello?

Sai, è difficile scegliere qualcuno in particolare. Ho avuto la fortuna di avere a che fare sempre con persone oneste, con cui mi sono trovato subito a mio agio. Probabilmente i ricordi migliori sono legati alla prima incarnazione della band: quelli erano anni intensi, e quando dopo tanto tempo ci siamo ritrovati tutti insieme, sul palco… beh, è stata un momento molto emozionante, quasi magico oserei dire.


La formazione classica della band di Oakland

Qualche anno fa siamo stati tutti in apprensione per la tua salute, ora hai vinto una battaglia difficilissima. Ho letto che ti sei anche recato da uno sciamano, è vero? Cosa conservi di quella esperienza?

Sì, è vero. È stata un’esperienza unica, un passo molto importante nel mio cammino verso la guarigione perché mi ha aiutato a essere sempre ottimista e a non disperare mai… Continuiamo a vederci spesso anche dopo la mia completa guarigione, anche se fortunatamente non ho più bisogno del suo aiuto.

Porti ancora avanti la tua battaglia per i diritti degli Indiani d’America? Come descriveresti la loro situazione attuale?

Non ho mai abbandonato il mio impegno con gli Indiani, e sono felice di poterti dire che finalmente le cose vanno molto meglio per loro: hanno ottenuto il permesso di gestire casinò nella loro area, una conquista che permetterà loro di uscire dalla povertà assoluta in cui hanno vissuto per anni. Siamo sulla buona strada.

Bene, questa era la mia ultima domanda: prima di lasciarci, hai qualcosa da dire ai fan italiani?

Scusateci se abbiamo fatto passare così tanto tempo dall’ultimo album, ma abbiate fede: il nuovo lavoro sarà assolutamente killer, l’attesa non sarà vana! Intanto vi aspettiamo numerosi quest’estate! (e sappiamo tutti com’è andata a finire, NdR).