The 69 Eyes (Jyrki 69)
In occasione dell’uscita dell’ottimo
Back In Blood abbiamo raggiunto
Jyrki
69, leader dei 69 Eyes sicuramente dotato di una certa simpatia ma, purtroppo,
non così incline al dialogo come si sperava. A lui la parola.
I 69 Eyes sono attivi da circa vent’anni. La scena musicale è cambiata in
questo lasso di tempo, quali sono le differenze che noti rispetto ai 90’s?
I generi del glam e del metal sono ancora vivi. Le vecchie formazioni
classiche, dai Mötley Crüe ai Morbid Angel, sono ritornate in attività e
questo ovviamente è più che positivo. Gli anni ’90 sono stati in parte inquinati
da schifezze di ogni tipo… ora però il periodo è nuovamente positivo, grazie
soprattutto ad un sostanziale ritorno alle origini.
Che cosa avete in programma per celebrare i vent’anni d’attività?
È in uscita il Back In Blood, il nostro disco migliore. Direi che non ci sono
altri modi per celebrare tutti questi anni carriera, se non prendendo a calci un
po’ di culi.
Lo scorso anno è uscito il vostro primo live album, Hollywood Kills – Live at
the Whisky a Go Go. Come mai avete scelto proprio questa location per
registrarlo?
È stato registrato durante il nostro primo tour negli U.S.A., che si è svolto
nell’anno 2006. Volevamo scegliere un posto “particolare”, e il leggendario
Whisky a Go Go di Hollywood ci sembrava quello più adatto. Tra l’altro, ci siamo
esibiti circa quarant’anni dopo che i Doors hanno tenuto il loro primo show
proprio in quel locale.
Parliamo di Back In Blood, il vostro nono full-length ufficiale. Come si sono
svolte le fasi di composizione e registrazione del disco?
Abbiamo iniziato a scrivere i pezzi insieme al nostro chitarrista, Bazie. Lui mi
ha fatto avere il demo-tape… ooops, questo è successo negli anni ’90. Allora, mi
ha fatto avere il cd-r… uhm, no, questo è di cinque anni fa, scusa. Mi ha
mandato via mail le versioni demo dei pezzi in mp3 e io ho cominciato a lavorare
su testi e linee vocali. Poi siamo passati alla fase di registrazione, per
ritrovarci con ben venticinque pezzi pronti. Successivamente il produttore, per
l’occasione Matt Hyde, ha scelto i dodici pezzi migliori che sarebbero finiti
all’interno del disco.
Devo dire che il sound di Back In Blood è differente rispetto ai lavori passati,
decisamente più orientato verso l’hard rock ottantiano. Sei d’accordo con me?
Possiamo considerarlo come la naturale evoluzione del vostro sound?
Assolutamente d’accordo! Aggiungendo, ovviamente, che c’è anche una buona dose
di gothic che non guasta mai.
Ci sono pezzi che preferisci di più rispetto ad altri?
Non ho nessuna preferenza.
Che reazione ti aspetti da fare di pubblico e critica specializzata dopo la
release del disco?
Mi aspetto ottimi responsi, sopratutto per quanto riguarda il tour.
Back In Blood verrà immesso sul mercato dalla Nuclear Blast Records. Cosa vi ha
portato a firmare un contratto con loro?
Il disco uscirà sotto Nuclear Blast in Europa (esclusa la Finlandia) e America.
Sono veramente orgoglioso di tutto questo, anche perché molte delle mie band
preferite sono sotto contratto con questa label. I 69 Eyes sono onorati di far
parte del loro roster!
Quali sono invece i gruppi che ti hanno influenzato maggiormente nel corso della
tua carriera artistica?
Gli Hanoi Rocks sono fra i più importanti per quanto riguarda la prima parte
della carriera, mentre fra gli altri ci sono Elvis e i Rolling Stones.
Che cosa ne pensi della scena musicale internazionale, ci sono gruppi che ti
piacciono di più rispetto ad altri?
Primi su tutti i Morbid Angel. Sono in attesa del loro nuovo lavoro! Poi la mia
attenzione è rivolta soprattutto verso i gruppi più datati, come ad esempio
Motörhead, Mötley Crüe, AC/DC, ecc…
Avete già programmato le date per il prossimo tour? Passerete anche dall’Italia?
Ovviamente! Apprezziamo tantissimo il vostro paese. L’Italia è il primo stato
estero nel quale abbiamo avuto modo di esibirci nella metà degli anni ’90, e
devo dire che sia pubblico che addetti ai lavori si sono sempre comportati in
modo fantastico nei nostri confronti.
E per quanto riguarda il recente tour con i Tiamat, che ne dici di spendere
qualche parola riguardo a questa esperienza?
È stato fantastico! Noi siamo sempre stati dei grandissimi fan dei Tiamat e da
adesso possiamo considerarli come dei veri e propri amici. Sono veramente
soddisfatto di aver avuto l’opportunità di suonare insieme a loro. Il tour è
stato fantastico: Tiamat, 69 Eyes e Ava Inferi, tre band di culto della scena
dark sullo stesso palco.
Che programmi avete in mente per il prossimo futuro?
Stiamo preparando tutte le date per il tour. Passeremo sicuramente dall’Italia
agli inizi del prossimo anno.
Angelo ‘KK’ D’Acunto