The Cure: Robert Smith contro i costi aggiuntivi dei biglietti dei concerti, “E’ una presa in giro”
Il frontman dei The Cure, Robert Smith, ha raccontato in una recente intervista con il programma Sidetracked di BBC di quando nel 2023 si è schierato contro Ticketmaster per avere biglietti dei concerti più economici.
Il musicista inglese è poi riuscito ad ottenere un rimborso parziale per gli spettatori del tour americano della band nel 2023 perché riteneva che i costi aggiuntivi per i biglietti fossero eccessivi:
Ero arrabbiato perché avevo pianificato l’intero tour e mi ero basato su quanto pensavo valessero gli spettacoli, sul valore dei biglietti, su quanto avremmo guadagnato e su quanto avremmo pagato la crew. Volevo che i nostri biglietti fossero venduti a 25 dollari, che per uno concerto di tre ore e un gruppo di supporto è un buon rapporto qualità-prezzo. E ho pensato che un pubblico più giovane sarebbe stato incoraggiato a venire a vedere i Cure, un pubblico che altrimenti non sarebbe venuto a vederci se i biglietti fossero stati di 50 o 75 dollari.
Nella mia mente erano bilanciati dai biglietti nelle prime file, che sono per persone ricche che possono permettersi 175 dollari per le prime tre file. Il problema è che mi è stato detto più volte che non si può vendere un biglietto a 25 dollari e mi sono reso conto che il motivo era che stavo creando un precedente con un prezzo molto basso. Ho ricevuto molte telefonate da manager di altre band, perché noi non abbiamo un manager e quindi devono parlare direttamente con me, che mi dicevano: “Ci stai facendo fare una brutta figura, ci stai facendo sembrare avidi!”. Chissà qual è il motivo… è perché voi siete avidi! Fate pagare troppo il vostro merchandise. So quanti profitti state facendo, so tutte queste cose…
Ad un certo punto, dato che sono davvero l’unico che fa così, mi sono stufato e ho accettato un accordo che diceva che avrebbero addebitato agli acquirenti dei biglietti solo i “costi straordinari”, e ovviamente quello che loro considerano “straordinario” è diversa da quello che considero io. Mi hanno fatto degli esempi da 10-15$, cose tipo manutenzione del locale, pagare lo staff, va bene, queste sono cose che posso capire. Ma alla fine gli spettatori finivano a dover pagare cifre come 51.75$ per biglietti che dovevano costare 25$. Questo mi ha davvero indignato e mi sono sentito preso in giro.
Cosa è successo poi? Gli sei andato a parlare?
Non so come ho fatto a convincerli a rimborsare i fan.
Parlando con loro mi sono reso conto che se non fossero stati direttamente loro, qualcun’altro li avrebbe spinti a mettere quei costi aggiuntivi perché hanno alle spalle degli azionisti, l’obiettivo è sempre fare più soldi possibile.
Il problema è il sistema e io odio il sistema.
Quindi gli ho detto, capisco la vostra posizione, ma quello che posso controllare è il fatto che questo è il nostro show, siamo noi che saliamo sul palco, perché non posso decidere quanto costano i biglietti per il mio concerto? Siamo noi a subire una perdita.
Il risultato è che abbiamo avuto più spettatori e abbiamo incassato di più che in qualunque altro tour della nostra carriera, quindi abbiamo avuto ragione in ogni aspetto della cosa.Ticketmaster non cambierà mai come opera, considereranno il nostro caso una battaglia che hanno perso [e continueranno a fare lo stesso].
Mi da fastidio perché pochissimi altri artisti ci hanno supportato, magari anche comprensibilmente, e non voglio dire che si siano nascosti dietro al loro management, ma Live Nation e Ticketmaster hanno un sacco di potere e sono praticamente un monopolio, quindi gli artisti hanno paura di andargli contro.
Io ormai mi avvio verso la fine della mia carriera e onestamente non mi interessa. Magari se avessi 20, o 30 anni di meno, sarei un po’ più cauto.E sei anche in una posizione in cui puoi parlare e la gente ti ascolta [per la dimensione del seguito dei Cure].
Però ci sono altri artisti che sono ancora più grossi di noi, ma davvero pochi vanno contro questo sistema.