The Defaced (Jens Broman)
È da poco uscito Anomaly, terzo full-length degli Svedesi The Defaced,
side-project (o band vera e propria?) di membri già in forza a gruppi del
calibro di Soilwork, Darkane, Hypocrisy e Kayser. Per l’occasione, abbiamo
raggiunto il cantante Jens Broman (singer dei Darkane) per scambiare
qualche parola su questa nuova release. Buona lettura.
Ciao Jens, benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it. Possiamo considerare i The
Defaced come una band a tutti gli effetti piuttosto che un semplice side-project?
Sì, anche noi stessi ci consideriamo come un gruppo vero e proprio, senza ovviamente
dimenticare i nostri impegni con i rispettivi gruppi di provenienza.
Come mai Jorgen Löfberg, Henrik Sjöwall and Henry Ranta Hanno lasciato il
gruppo?
Jorgen ha lasciato il progetto per impegnarsi interamente alla causa Darkane, mentre Henrik Sjöwall
ed Henry Ranta hanno mollato a causa di alcuni problemi familiari.
I nuovi elementi che si sono integrati nelle file della band insieme a te, hanno
contribuito in qualche modo alla stesura dei pezzi che sono andati a comporre
Anomaly?
Beh, con Mattias Andersen siamo ottimi amici, ha una buona tecnica ed è un
ottimo compositore. Lui ha un modo di suonare molto particolare e intricato che
aggiunge nuove dimensioni alle armonie create dalle chitarre. Ovviamente il suo
innesto non ha fatto altro che giovare alle composizioni della band.
Siete svedesi, ma il vostro sound si rifà moltissimo al new-thrash di stampo
americano portato alla ribalta da gruppi del calibro di Machine Head e simili.
Come definiresti quella che è la vostra proposta musicale?
Non so davvero. Forse può considerarsi come un heavy metal classico in stile
Black Sabbath combinato
con qualcosa di più pesante come il sound dei Pantera. Siamo svedesi ma abbiamo
quest’attitudine americana di cui parlano un po’ tutti gli esperti del settore,
ma alla fine dei conti questo è il nostro sound, è quello che ci viene da
suonare quando componiamo… tutto qui.
Oltre ai già citati Machine Head, ci sono altri gruppi che vi hanno
influenzati musicalmente?
Per quanto riguarda me, attualmente sto seguendo tantissimo la scena progressive,
se devo fare qualche nome citerei Tool ,Porcupine
Three e King Crimson. Fra le mie principali influenze ci sono i grandi maestri del metal classico come Dio, Judas Priest,
Black Sabbath e altri non propriamente heavy come Whitesnake e Pantera.
Passiamo al nuovo album: come si sono svolte le fasi di composizione per Anomaly?
Abbiamo cominciato a scrivere i pezzi nel 2004, alcuni fra questi si
avvicinano moltissimo al precedente Karma In Black. Per quest’album abbiamo
inserito parti più progressive stabilizzandoci molto su ritmiche meno
violente per lasciare largo spazio alla melodia (senza tralasciare troppo la
violenza dei primi album, ovviamente). Il titolo del disco rappresenta
perfettamente quello che è il nuovo sound della band: i pezzi presenti in questo
disco sono di gran lunga differenti rispetto a quelli vecchi e possono essere
visti come una sorta di “anomalia” se paragonati a quelli presenti nei primi due
lavori.
E per quanto riguarda i testi, chi è che si occupa di trascriverli e da dove
arriva l’ispirazione?
Siamo io e Mattias ad occuparci della trascrizione dei pezzi. Ci ispiriamo ad esperienze
personali, a cose e situazioni che ci rendono tristi e di cui vogliamo parlare.
Ad esempio Circle VIII parla di un incubo che ho fatto, il quale mi è sembrato
così reale da avermi turbato profondamente.
La canzone The Test è riferita al fatto che a volte la nostra esistenza risulta
essere come un banco di prova, nel senso
che nella vita andiamo incontro a problemi che devo essere sempre risolti per
migliorarci come persone.
La qualità delle tracce a disposizione nel disco è veramente omogenea, ci
sono pezzi ai quali sei legato di più rispetto ad altri?
Grazie mille, era proprio questo il nostro intento. Volevamo creare un album più solido
e omogeneo, che
tu, come ascoltatore riesci ad ascoltare dall’inizio alla fine senza stancarti
durante tutto il percorso della tracklist. Personalmente adoro Blood Of Emeralds
e Circle VIII.
Questo è il vostro terzo album che viene pubblicato dall’italiana Scarlet
Records: siete soddisfatti del lavoro svolto per la promozione del disco?
Ancora non posso esprimere nessun giudizio. Siamo giusto all’inizio della fase di promozione dell’album e
rispondiamo alle interviste. Ma ci riteniamo soddisfatti di come è stato trattato
l’album Karma in Black e siamo in buoni rapporti con il management della Scarlet
Records
Che reazioni ti aspetti da parte del pubblico e della critica?
Pensiamo di aver fatto l’album più maturo che potevamo comporre e siamo pienamente
soddisfatti di come è uscito fuori Anomaly.
Speriamo che piaccia anche a fans e critici.
Dal tuo punto di vista, quali sono i migliori gruppi della scena musicale
svedese?
Fra i primi ci sono sicuramente gli In Flames, i quali hanno da poco pubblicato
un altro grandissimo album. Poi, personalmente adoro Great Cold Distance dei
Katatonia e per quanto riguarda gli altri gruppi, citerei The Haunted e Dark
Tranquillity.
Che cosa vedi nel futuro dei The Defaced?
Per adesso abbiamo programmato il tour di promozione per Anomaly, dovremmo
cominciare ad andare on-stage in autunno. Per il resto, speriamo di poter
continuare su questa strada in modo da riuscire a toglierci ancora tante altre soddisfazioni.
Grazie per la disponibilità, lascio e a te l’onore di chiudere l’intervista.
Grazie per le ottime domande e a presto.
Angelo ‘KK’ D’Acunto