The Dogma (Cosimo Binetti)
Lo splendido debutto degli italiani The Dogma, Black Roses, sta ottenendo un grosso risultato di vendite, Germania in testa. Mike Terrana (Rage) e Wacken 2006 sono i primi traguardi raggiunti dal quintetto tricolore. Ho raggiunto il determinato leader, Cosimo Binetti, che avevo già avuto modo di conoscere quattro anni fa in occasione del demo “Symphonies of Love and Hate”. Questo il resoconto della colorita chiaccherata. Buona lettura.
Caro Cosimo, sono passati quattro anni da quella telefonata nella quale ci siamo conosciuti e parlato del vostro ottimo demo “Symphonies of love and hate” che, peraltro, ho qua tra le mani. Sono felice che, proprio quel demo, vi abbia portato al debutto discografico con la Drakkar Records: secondo te, cosa ha convinto un’importante etichetta come la Drakkar a spingersi così in avanti coi The Dogma?
Ciao Gaetano! Eh si, sono passati quattro anni dalla realizzazione del nostro demo, quattro anni in cui la band si è evoluta tantissimo. Non ho un’idea precisa del motivo per cui la Drakkar si sia innamorata di noi, comunque in questi anni abbiamo avuto numerose offerte da varie case discografiche ma, abbiamo voluto aspettare che arrivasse un’etichetta che fosse in grado di promuoverci seriamente, e la Drakkar lo è di sicuro. Forse potrebbero essere stati colpiti dalla professionalità con cui abbiamo realizzato il nostro demo.
Domanda sul nostro Truemetal: so che segui costantemente il sito e ritieni che sia tra i migliori in circolazione. Cosa ti convince e cosa ti spinge a seguirci?
Il vostro sito è, a mio parere, altamente professionale! E’ tenuto da gente con i controcoglioni, con pura passione, gente che scrive quello che effettivamente pensa perché non ha un secondo interesse nello scrivere una recensione o un articolo. Io credo molto nelle webzines in quanto il mezzo di comunicazione musicale più sincero.
Ora sono davvero curioso di sapere se l’incontro con i tuoi compagni sia stato davvero fato o coincidenza: vuoi raccontare per filo e per segno come hai messo in piedi i The Dogma e come hai conosciuto gli altri ragazzi della band?
La nostra storia è veramente particolare e segnata da coincidenze. Io ho vissuto nella mia vita in più posti sebbene i miei genitori siano pugliesi. Ho conosciuto Daniele quando mi sono trasferito ad Ancona al funerale di una persona che fino ad allora era stata molto importante per me. Mi trovavo in un momento difficile della mia vita e non avendo mai avuto un cazzo di momento buono negli ultimi anni quel giorno ero veramente disperato. Daniele si è avvicinato e, pur non conoscendomi, mi ha parlato come non lo aveva mai fatto nessuno; sembrava ci conoscessimo da sempre. Le sue parole mi sono state di conforto, è come se lui conoscesse il dolore che stavo provando in quell’istante, sembrava avessimo entrambi toccato con le nostre mani la stessa sofferenza. Inizialmente ero incuriosito dalla sua personalità in quanto è strano e solitario, pensa che spariva per alcune settimane senza darci notizie per poi riapparire all’improvviso, a volte capitava di sentirlo parlare pochissimo. Insomma capivo che eravamo diversi: io venivo dalla strada in quanto cresciuto nei quartieri malfamati del sud Italia e lui cresciuto in solitudine. La cosa più strana è che ogni giorno scoprivo che vi era qualcosa che ci accomunava tantissimo, forse il dolore o forse qualcosa di veramente più grande.
Ho conosciuto invece Stefano in una stazione di polizia: in quel periodo capitavo spesso in quel cazzo di ufficio a causa di risse, frequentavo gente di merda e quel giorno ero incazzatissimo. Stefano era proprio vicino a me, lui era deejay nei rave party che definirei “poco legali” e lui e altra gente erano stati beccati dalla polizia. Stefano sembrava davvero un matto! Parlava da solo, era fuori di se ma diventammo amici in pochi minuti! Stefano è un ragazzo dalla personalità pazza e stravagante, io personalmente lo ammiro tanto in quanto persona brillante.
Quando ho voluto formare una band ho subito pensato a Daniele che cantava già in altre band e a Stefano che mi era da subito apparso un gran tastierista.
Ho fatto una proposta a Marco in quanto riconosciuto da tutti (e lo è effettivamente!) il miglior batterista della zona.
Saltiamo da un argomento all’altro e raccontaci come siete arrivati a collaborare col micidiale Terrana, batterista dei Rage. Anche qui una incredibile e “sfortunata” coincidenza vero? Che tipo di persona è Mike? Ha imposto le sue regole oppure ha ascoltato i vostri consigli e viceversa?
Si, purtroppo proprio prima di entrare nei Woodhouse Studios in Germania Marco ha avuto un brutto incidente! Ce la siamo vista brutta! Ho subito chiamato la nostra casa discografica spiegando loro l’accaduto; avevamo bisogno di un batterista con grande esperienza in quanto il tempo era veramente poco. Loro ci hanno detto: “Che ne dite di Mike Terrana?”. Puoi immaginare ovviamente quale sia stata la nostra risposta. Mike ha voluto prima sentire le versioni demo del disco, dopo qualche giorno ricevo una telefonata, era lui che mi diceva : “Hey Cosimo siete veramente forti, sarà un vero piacere suonare con voi!”. Suonare con lui è stata un esperienza unica! Ci ha insegnato tantissimo sia come musicista che come uomo! E’ a mio parere il miglior batterista metal ma è anche una delle persone più modeste che io abbia mai conosciuto. Abbiamo tutti capito perché Mike è così amato dai suoi fan.
A quanto pare, Black Roses sta andando veramente bene a livello commerciale. Cosa rende vincente la formula The Dogma?
Mah… a mio parere i motivi potrebbero essere due: è musica originale con numerose e varie influenze, è musica che viene dal cuore.
Può una band nata in circostanze sfortunate e catalizzatrici di sofferenza trarre vantaggio da questa situazione e risultare più credibile sul disco? Permettimi di dirti che i The Dogma mi hanno convinto proprio da questo punto di vista: Black Roses pare sia suonato con morbosa passione.
Noi tutti abbiamo una morbosa passione per la musica e credo che adoperiamo la stessa passione nel suonarla. Nella nostra musica ci sono le nostre emozioni; quelle di tutti i giorni, i nostri dolori, le gioie, le passioni…
Torniamo alla produzione e specifica cosa ha a che fare la particolarissima copertina coi testi dell’album. Cosa identificano le rose nere?
L’idea della copertina l’abbiamo avuta con la nostra casa discografica. Siamo stanchi di vedere le solite copertine metal tutte uguali, volevamo qualcosa di diverso che rispecchiasse maggiormente la nostra musica. Noi tutti siamo stati molto attratti dalla figura della triste sposa con le rose nere nelle mani sanguinanti nel giorno del suo matrimonio. La figura delle rose nere è una figura malinconica triste ma anche romantica proprio come la nostra musica, quale nome migliore per descriverla?
Black Roses è un ottimo album che ha dalla sua una produzione di tutto rispetto, un songwriting curatissimo e dotato di un suono decisamente ficcante. C’è qualcosa che non va e che avresti, a posteriori, voluto correggere?
Ti ringrazio Gaetano, sono contento che tu abbia notato la minuziosità con la quale abbiamo lavorato. Personalmente non cambierei assolutamente niente in “Black Roses”, abbiamo lavorato tantissimo giorno e notte, abbiamo curato gli arrangiamenti nei minimi dettagli utilizzando un orchestra e un intero coro lirico. Credo inoltre che la produzione sia divina! Abbiamo avuto la possibilità di avere come produttore Siggi Behm il quale ha già lavorato con band del calibro di Angel Dust, Kovenant, Theatre of Tragedy, The Gathering, Tiamat, Samael e tantissimi altri.
Siggi ha capito perfettamente ciò che volevamo e lui stesso ci ha dichiarato di esser rimasto affascinato dal lavoro finale!
Ti segnalo i brani che preferisco: Black Roses, Queen of the Damned e Sands of Time su tutti. Sono anche i pezzi nei quali riconosco una migliore prestazione di Daniele che non mi è parso convincente su tutto il disco: sono convinto che debba ancora maturare dopo il chiaro salto di qualità da Symphonies a Black Roses. Che ne pensi?
Io a dir la verità, Gaetano, sono troppo di parte, amo la sua voce più di quella di qualsiasi altra persona. E’ il mio cantante ideale, è questo il motivo per il quale riesco a scrivere brani perfetti per la sua voce: è piena, acuta, calda ma sempre molto personale, non potrei chiedere di meglio.
Ci sono molte “rose nere” nell’Italia dell’Heavy Metal? Se si quali? Cosa c’è che non va da noi?
Credo che in Italia la “situazione metal” negli ultimi anni sia migliorata tantissimo rispetto al passato, mi sembra che il popolo del Metal stia aumentando di anno in anno. Inoltre pare che molte case discografiche straniere stiano puntando sulle band italiane. Sempre di più.
Il popolo italiano è da sempre legato alla canzonetta d’amore ma, considerando il passato, la situazione è decisamente migliorata.
C’è qualche band italiana che ti affascina e qualcuna che invece non sopporti? Quali e, soprattutto, perché?
Di band italiane valide ce ne sono tantissime! Mi affascinano molto i Lacuna coil per la professionalità con cui si espongono, i Rhapsody perché la loro originalità e i mitici Domine perché sono una band che suona musica “vera” che non si fa influenzare da nessun trend, ma ci sarebbe da fare una lista lunghissima di ottime band italiane!
Non ho alcun motivo per cui non debba sopportare una band del mio paese.
Wacken è una meta che il novantacinque per cento dei gruppi tricolore vede col binocolo. Voi ci siete arrivati al primo disco pubblicato. Che sensazioni provi? Ci sei mai stato da semplice “tifoso”? Ora ci arrivi da artista… pazzesco vero?
Sono già adesso emozionantissimo per avere avuto la possibilità di suonare al più grande festival del Metal, ci sono stato da “tifoso” e credo che l’atmosfera che si respira in quel posto non si respira da nessun’altra parte. Il motivo per cui gli organizzatori ci abbiano chiesto di suonarci è che tutta la stampa tedesca ci ha considerati la migliore band debuttante, abbiamo venduto in Germania 5000 copie già solo nella prima settimana di vendite sebbene sembrano vadano bene anche in paesi più inaspettati come l’America… La cosa non è passata inosservata.
Ok, ora parliamo del futuro: avete firmato per uno o più dischi con la Drakkar? Che progetti ha per voi la stimata label?
Abbiamo firmato un contratto che ci vede legati alla label tedesca per vari anni, immagino che abbiano buoni progetti per noi.
Una domanda di attualità che non ha niente a che fare con la musica: se segui il calcio, cosa pensi del caso “moggiopoli”? Esiste qualcosa di simile anche nel mondo dell’heavy metal?
Non ne ho idea in quanto fin’ora non mi è capitato di vedere niente di simile nel campo musicale, ma non si sa mai….
Bene, siamo alla fine della nostra prima intervista Cosimo, complimenti ancora per l’album e a te l’onore di salutare i tanti utenti di Truemetal. Grazie per la disponibilità!
Ringrazio te Gaetano per la seria disponibilità nei nostri confronti, tutti i lettori della vostra splendida webzine e invito tutti coloro i quali siano interessati alla nostra band a visitare il nostro sito www.thedogma.net e ad ascoltare 3 minuti di 3 nostri brani nel nostro blog www.myspace.com/thedogma. GRAZIE ANCORA!