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The Great Old Ones (Xavier)

Di Emanuele Calderone - 6 Novembre 2012 - 17:59
The Great Old Ones (Xavier)

In occasione dell’uscita di Al Azif, debut album dei The Great Old Ones, Xavier, chitarrista della band, ci introduce nell’universo lovecraftiano della loro musica…

Parliamo di Al Azif, il vostro album d’esordio che di “debut” ha solo il nome, per doveri cronologici:) si tratta di un lavoro solido, ispirato…quanto tempo ha preso?
Xavier: Ciao e grazie per le belle parole! È servito un anno. Benjamin ha scritto la maggior parte delle canzoni di Al Azif.Scrive canzoni in tempi relativamente veloci, anche in poche ore di fila. Poi perfezioniamo il tutto durante le prove. Otto giorni per registrare il tutto e altri otto per missare il disco.

Lovecraft è ben radicato nell’identità del vostro gruppo; Al Azif tutto ed anche il vostro monicker. Il vostro eccellente debut rispecchia una ben interiorizzata visione di questo immaginario.
Come pensate che possa influenzare in futuro la musica dei TGOO?

Xavier: Lovecraft sarà sicuramente un punto di riferimento per il nostro prossimo album. Abbiamo già materiale e alcune idee da sviluppare. Ma per un futuro più remoto, vai a sapere …

Che mi dici dell’edizione in vinile di Al Azif?
Xavier: Esce adesso, in ottobre, via Antithetic Records, caratterizzato da una grafica particolare.

Lovecraft e più in generale la letteratura che ruota attorno alle paure, le inquietudini, l’ombra e il mistero sono argomenti quasi “abusati” nel nostro panorama musicale, cosa vi ha spinto ad insistere così tanto su Lovecraft affrontando una materia spesso trattata fino allo stereotipo? Al Azif sfugge a questo tipo ti rischio ed io credo che questo possa essere dovuto solamente ad un serio e profondo lavoro di lunga data.
Xavier: Lovecraft è un tema ricorrente nel metal perché i suoi scritti hanno influenzato diverse generazioni di adolescenti, e per molti di loro, il legame tra i dueè stato subito evidente.
Nel nostro caso, la prima canzone che Benjamin scrisse lo portò subito a pensare all’universo di Lovecraft. Così ha naturalmente continuato a scrivere, con questo immaginario nella mente.

Ho individuato, per mia suggestione, quello che ho voluto definire il “tema degli abissi”. Non si tratta ovviamente di un tema musicale ricorsivo (anche perchè potreste giustamente chiedermi “sei sicuro di aver ascoltato proprio il nostro disco?:)) ma di una suggestione profonda, uno sfondo, un “fondale” comune ad ogni vostro brano.
Qualche esempio: dal 4 minuto in Visions of R’yleh fino a oltre il 5 o ancora in
Rue d’Auseil, la melodia di sfondo al blastbeat dal 7° minuto…o ancora e ancora dalla fine del 3° minuto in “The truth”, fino a metà del 4°…potrei trovarlo in ogni brano!

Xavier: Ma certo! Penso che questo sia il nostro modo di scrivere canzoni e queste le sensazioni che vogliamo rievocare. E ‘una sorta di firma del nostro sound. Mi piace la definizione “tema dell’abisso”!

Grazie Xavier…bene!…a proposito del “tema degli abissi” ho voluto scrivere, parlando della vostra musica che questo è anche “La capacità di arrivare in profondità e risalire, senza impazzire”. Si può dire che questo è stato il viaggio della vostra musica nelle profondità di Lovecraft? Un confronto, una sorta di iniziazione.
Xavier: E ‘chiaramente un viaggio nell’universo di Lovecraft. Cerchiamo di riprodurre quel che sentono i personaggi dei suoi romanzi. Ci interessa anche molto descrivere gli aspetti visuali, più prettamente decorativi delle sue opere; sebbene ciascuno di noi alla fine ne faccia un’esperienza comunque del tutto personale.


Sì, anche se non si parla di Poe sono abbastanza pre-condizionato dal maelstrom e dalle derive impossibili di Gordon Pym e così mi chiedo se questo richiamo totale a Lovecraft fin dal vostro nome non possa essere più liberamente la possibilità futura di esplorare universi letterari paralleli, autori in qualche modo vicini alla “letteratura del sogno” e della visione.
Xavier: Certamente Benjamin adora l’opera di Poe, e credo bene che questo autore possa essere un riferimento per il futuro.  Intanto ci siamo già presi la libertà di scrivere alcune storie originali, naturalmente sulla base di elementi lovecraftiani. Prendi la canzone Jonas, per esempio: il testo parla del personaggio biblico Giona, che come è noto è stato divorato da una balena. In realtà nella nostra storia, è stato mangiato da Chtuhlu e vede cose indicibili dentro di lui.

…ad esempio un concept su Gordon Pym….penso già all’avvistamento della “nave fantasma” (e a come potrebbe illustrare tutto Jeff).
Xavier: Posso immaginarlo…prendete la copertina della versione digipack di Al Azif dove si può vedere la città di R’lyeh sopraffatto dalla nebbia. Si riesce a malapena a vedere. E ‘intrigante, minacciosa e affascinante allo stesso tempo. Ci vorrebbe un approccio visuale simile alla Nave Fantasma.

“R’yleh, this is not your time/ R’yleh, continue to dream minds/ under the sign of The Great Old ones”. Così in Visions of R’yleh.  Cos’è R’yleh per voi? Il luogo stesso della vostra musica?
Xavier: Magari suonassimo nella Città di R’lyeh accanto al grande Chtulhu! Più seriamente, già ti parlavo del fatto che si cerca di descrivere gli aspetti visuali-decorativi dell’universo di Lovecraft, e R’lyeh è chiaramente l’immagine che abbiamo in mente quando si scrive musica, lo stesso quando Jeff dipinge.

Jonas!  mi sembra il pezzo più lento e sfuggente del disco, quanto riconoscete al doom del vostro sound?
Xavier: Jonas è una canzone speciale per noi. E ‘il primo pezzo che abbiamo scritto tutti insieme. Quindi, penso ci siano le più disparate influenze al suo interno. E credo che il doom rimarrà una buona parte di questa musica.

Rue d’Auseil, brano che ha dell’imprevisto. Di là del bellissimo inizio con violino e arpeggio tenue di chitarra (le note appena pizzicate e il violino fondo e protagonista), contiene un solo di chitarra quantomeno imprevedibile per sonorità e richiami per nulla black e inerenti il mood del disco…chi ha avuto in mente questa bella follia? 🙂
è un tributo personale ad un tipo di musica/gruppo/musicista particolarmente importante per voi?

Xavier: Jeff è l’autore di questo solo. La storia è semplice. Eravamo in jam session su questo pezzo, e lui ha improvvisamente iniziato a suonare alcune note casuali, dal sapore blues su questa sezione. Abbiamo subito pensato che fosse il giro adatto e via! Nessun omaggio in particolare…

In ogni modo è una gioia per le orecchie ascoltare quel solo! Ecco un’occasione per parlare del missaggio. Questo è un altro punto a favore del disco che suona come piace a me: suoni non troppo impastati ma nemmeno “roboticamente” distinti. Insieme agli strumenti suonano i “materiali” e tutto è più concreto.
Xavier: Ogni musicista è libero di suonare nel modo che più preferisce. Nel nostro caso, sapevamo di non volere che Al azif suonasse come il classico album metal di genere. Volevamo un sound dinamico, vivo, con il suono ad avvolgerti completamente. Ecco il motivo per cui abbiamo lavorato con Cyrille Gachet, che è il tecnico del suono degli Year Of No Light, un altro gruppo da Bordeaux. Il lavoro che ha fatto con il loro ultimo album Ausserwelt è spettacolare.

Ultima domanda di rito: progetti futuri?
Xavier: In questo momento ci stiamo concentrando sul tour per promuovere Al Azif sul palco. La nostra musica acquista un’altra dimensione quando si suona dal vivo. Saremo in tour in Europa nel mese di dicembre con Make A Change … da uscirne devastati! Poi ci sarebbero alcuni concerti nel Regno Unito all’inizio del 2013…saremo anche in Italia, presso il Carlito’s Way di Retorbido (Milano) il 19 dicembre…nel mentre stiamo anche lavorando al secondo disco…

Ottima notizia!..bene, è tutto Vi ringrazio e non retoricamente, per l’occasione di questo approfondimento fra musica e letteratura, sperando otteniate, e non dico per dire, la giusta visibilità. Ed è questa anche un’occasione per sottolineare la qualità della proposta musicale della LADLO productions che ha promosso non solo la vostra musica ma anche quella di alcuni altri validissimi gruppi.
A presto!

Xavier: Grazie a te per questa intervista! LADLO è realmente una label di grande spessore qualitativo, portata avanti da persone la cui passione è autentica..è un onore lavorare con loro!