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The Monolith Deathcult (Michiel Dekker)

Di Alberto Fittarelli - 15 Ottobre 2005 - 23:18
The Monolith Deathcult (Michiel Dekker)

Intervista a cura di Stefano “Beix” Risso

Sono gli autori dell’album rivelazione dell’anno, quel The White Crematorium
che ha fatto gridare al miracolo, quasi unanimemente, sia la critica che i fans:
stiamo parlando dei giovani olandesi The Monolith Deathcult, una vera promessa
per il futuro di un genere che ormai da troppo tempo, ciclicamente, si sta
lanciando nell’involuzione tipica di ogni sottogenere del metal. La parola al
chitarrista/cantante del gruppo, Michiel Dekker.

Ciao Michiel, come stai? È un piacere poter intervistarti. Per prima cosa puoi introdurre i The Monolith Deathcult a chi non vi conosce?

Certo. Siamo i The Monolith Deathcult e veniamo dall’Olanda; suoniamo una forma “libera” di brutal death, il che significa che facciamo brutal con influenze di gruppi come Slayer, Strapping Young Lad, My Dying Bride, Slipknot e ovviamente Nile e Hate Eternal. Abbiamo pubblicato nell’inverno del 2002 un promo di quattro tracce intitolato “Obliteration of the Despised”. Un mese dopo abbiamo stretto un accordo discografico con la Cold Blood Industries e abbiamo pubblicato il nostro debutto “The Apotheosis”. Nel 2003 abbiamo fatto due tour europei con i The Crown. Nel
2004 abbiamo composto il nostro ultimo album “The White Crematorium”, che è stato
pubblicato nel marzo del 2005 dalla Karmageddon Media. Al momento sono tornato da appena due giorni da alcuni concerti in
Gran Bretagna coi Macabre (USA) e con i Screamin’ Deamon (UK).

The White Crematorium è un gran bel disco, decisamente meglio rispetto al vostro album d’esordio “The Apotheosis”. Puoi spiegare cosa è cambiato tra un disco e l’altro? Come è stata la realizzazione dell’album?

Il primo cd è stato scritto e registrato sotto cattive circostanze. Io ho avuto alcuni problemi privati e l’album doveva essere pronto prima di marzo perché dovevamo essere pronti per intraprendere il tour con i The Crown. Fu un periodo molto stressante ma tutti ci occupammo del disco. Fu un lavoro infernale e tutti noi siamo molto orgogliosi di quel lavoro. A quel tempo eravamo dei
“novellini” del death metal e The Apotheosis è il risultato di una band che esisteva appena da cinque mesi.
The White Crematorium presenta canzoni migliori e un’appropriata produzione. Abbiamo registrato l’album da soli nel mio appartamento ed è stato mixato e masterizzato da Pascal Altena del Ground Zero Holland. Una grossa
differenza rispetto al debutto è l’utilizzo di synth e di sample. Questa è la musica che ci piace suonare. The White Crematorium è l’inizio del progetto per i prossimi lavori.

Come nasce un brano dei TMDC? Componete insieme o separatamente?

La maggior parte dei brani sono composti da me. Io suono a lungo la chitarra a casa e sono anche uno studente. Ho moltissimo tempo a disposizione. Compongo riffs e strutture a ripetizione. Gli altri membri del gruppo danno il loro contributo d’idee e la canzone nasce. I testi sono curati da Robin (basso e voce) a da me.

Siete soddisfatti di come è stato accolto il disco dalla stampa e dai sostenitori?

Assolutamente sì!! Per noi è stato rischioso utilizzare parecchi synth in questo disco. Questa è la musica che ci piace comporre e siamo molto soddisfatti che la gente apprezzi il nostro lavoro.

Il vostro brutal death è in particolar modo ispirato dai Nile. Come mai questa scelta di unire la pura violenza sonora a parti più epiche ed evocative?

I Nile sono una delle poche death metal band che non mi annoiano. Suonare veloce è uno sport, ma per scrivere buone canzoni hai bisogno di qualcosa in più. Tutti i membri danno il loro contributo ai brani. Ciò crea tracce epiche con numerosi cambi di tempo. Alcune parti di The White Crematorium suonano come i Dimmu Borgir;
leparti doom richiamano i Type o Negative e alcuni riff mi ricordano i riff nu-metal degli Slipknot. L’immenso muro di suono e l’uso di synth mi ricordano i
Nile, ma alcune persone, dopo un concerto, ci hanno chiamato gli Strapping Young Lad del death metal. Ciò è davvero bello!

I testi delle vostre canzoni sono molto particolari, specialmente rispetto alla maggioranza delle band brutal in circolazione. Come mai avete scelto di scrivere questo genere di testi? Siete appassionati di storia?

Io sono uno studente di storia e noi tutti odiamo gli stupidi testi grindcore o death metal. Testi che parlano di escrementi sono per bambini. I testi gore sono divertenti se vuoi scioccare i tuoi genitori. Noi non abbiamo nulla in comune con il satanismo o l’occulto. Noi scriviamo dei massacri della storia con ironia e humor nero.

I vostri testi trattano temi politici contrapposti. Avete ricevuto critiche da qualcuno che non ha visto di buon occhio i temi trattati?

Sì, parecchie. Ma noi non gli diamo importanza. Non supportiamo nessuna cattiva ideologia, ma ci piace mettere “sale sulle ferite”. La gente è troppo arretrata per vedere di buon occhio i nostri testi. Noi amiamo le controversie e ci piace schernire la gente. Questo è il metal, prendere o lasciare.

I TMDC sono un gruppo emergente, ma voi componenti siete musicisti con una buona esperienza alle spalle. I vostri progetti passati e paralleli hanno condizionato in qualche modo i TMDC?

No. TMDC è il mio gruppo principale. Oltre ai TMDC io sono bassista nei Beyond Belief. Martijn (chitarra) suona anche nei Toxocara.

I TMDC hanno la priorità nei confronti dei vostri impegni paralleli?

TMDC è la mia band principale. Non ho tempo per altri progetti musicali. I Beyond Belief non richiedono molto tempo.

Parliamo di mp3 e filesharing: i file mp3 possono favorire i gruppi meno conosciuti, ma sono un grave problema per l’industria discografica. Che idea hai in proposito?

L’industria discografica si crea i problemi da sola. Lo scambio di file mp3 è al giorno d’oggi il principale commercio. L’intera carriera dei TMDC si è basata su internet. I cd sono troppo costosi. Il nostro disco costa 17.99 € nei negozi. Questo è ridicolo. 12€ sono più che sufficienti per un disco. L’industria musicale non vincerà mai la guerra contro il filesharing. Che abbassino i prezzi dei dischi o finiranno in rovina.

Il 2005 è stato particolarmente prolifico per il lato più estremo del metal, con numerosi dischi di alto livello. Ne hai ascoltato qualcuno? Di solito che musica preferisci ascoltare?

Non ascolto mai i nuovi dischi delle band emergenti. La maggior parte dei gruppi mi annoiano. Ho avuto il nuovo album dei Nile in vinile e ne ho tratto ispirazione per il nuovo disco dei TMDC, hehehehe…Io ascolto un sacco di musica. Mi piacciono Alice In Chains, Slayer, Slipknot, My Dying Bride, Belphegor, Cradle Of Filth, Guns’n’Roses,
King Diamond ecc…

Quanto è stato difficile per voi superare le barriere dell’underground e farvi conoscere anche all’estero?

Nessuna difficoltà. Prima di cominciare a suonare, noi ci siamo posti all’esterno dell’ambiente underground. In Olanda l’underground significa cattivi musicisti, brutti cd con una terribile
produzione, e a noi una situazione del genere non piace. Suoniamo esclusivamente death metal “popolare”, che non è prodotto nell’underground.

Che obiettivi vi siete preposti nel momento in cui avete fondato il gruppo? Li avete raggiunti? Sperate in futuro di poter essere paragonati alle migliori band del genere?

Abbiamo raggiunto tutto quello che speravamo ma c’è ancora molto da fare. Le reazione durante i concerti sono molto buone.
Abbiamo la nostra immagine, la gente ha sentito parlare di noi e diventa curiosa.
Siamo gia comparati alle maggiori band! La gente dice chi i TMDC rimandano ai Nile e agli Hate Eternal. Tutto questo è buono, ma può essere ancora meglio.

Avete gia delle idee sul futuro dei TMDC? Un tour, un nuovo disco, ecc…

Abbiamo intenzione di scrivere una nuova forma di brutal moderno. Siamo in equilibrio ai confini del death metal e cerchiamo di miscelare parecchi stili tutti assieme. Rimarrà sempre brutal comunque, niente paura.
Speriamo di andare in tour con un grande band. Ci stiamo lavorando, tenete d’occhio il nostro sito web. Speriamo di venire ancora in Italia in futuro.

“We are the salt in the ancient wounds”. Puoi spiegare cosa significano queste parole scritte sul retro del vostro libretto?

Scriviamo di vicende storiche e molte persone ci odiano per questo. Loro pensano che noi siamo una formazione nazista
perché scriviamo tracce che parlano del Terzo Reich. Alcuni ci descrivono come una band razzista perché contestiamo l’Islam invece della Cristianità. Le vecchie ferite sono i fantasmi del passato. Le persone non
ricordano le azioni odiose dei propri avi, così noi le aiutiamo un po’.

Grazie mille per il tempo concessoci, a te la chiusura.

Nessun problema. E’ stato bello rispondere alle tue domande.