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The Poodles (Jakob Samuel e Pontus Egberg)

Di - 21 Marzo 2007 - 0:00
The Poodles (Jakob Samuel e Pontus Egberg)

In occasione della loro prima tournèe europea abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere con gli hard rockers svedesi “The Poodles” e precisamente con lo scatenato singer Jakob Samuel ed il nerboruto bassista Pontus Egberg  pronti, dopo il successo in madrepatria, a conquistare anche il pubblico italiano. Buona lettura.

Marco “Homer Jai” Ferrari

Innanzitutto benvenuti su Tuemetal.it, sono decisamente curioso di scoprire un po’ meglio il fenomeno che ha entusiasmato il pubblico scandinavo.

Jakob: Grazie per il benvenuto, non vedevamo proprio l’ora di arrivare qui in Italia.

Durante l’ascolto del vostro stupendo esordio sono rimasto immediatamente colpito dalla trascinante allegria della title track, “Metal Will Stand Tall” che mi è parsa una vera dichiarazione d’amore nei confronti del nostro genere.

Jakob: Si hai ragione ed è forse il pezzo che meglio rappresenta ciò che più amiamo: la forza e l’allegria dell’hard rock sono una vera bandiera sotto la quale milioni di persone in tutto il mondo si riconoscono, si divertono e imparano a star bene gli uni con gli altri.

A proposito di “Metal Will Stand Tall”, ho scoperto tra i crediti che a dettare con te, Jakob, c’è la classica persona che non t’aspetti…

Jakob: Si tratta di Tess degli Alcazar. La collaborazione è nata per caso visto che in Svezia abbiamo lo stesso management. Inizialmente anche noi eravamo un pochino scettici quando ci hanno proposto questa collaborazione ma, devo dire che Tess ha sorpreso tutti e ci ha subito conquistati: è una persona eccezionale ed una grande cantante… e poi lei non lo dice in giro, ma è una fan sfegatata degli AC/DC (risata generale ndr).

Altro pezzo che mi ha fortemente colpito è “A Song For You”. Da dove nasce l’originale idea di incastonare la voce operistica in un quadro tipicamente hard rock?

Pontus: Ammetto che è colpa mia (risata generale ndr): era un progetto che avevo da anni, e precisamente da quando vidi uno dei primi Pavarotti and Friends ed in particolar modo quando Big Luciano cantò con gli U2, una grandissima occasione per scoprire che tutto sommato la musica lirica ed il rock non sono mondi poi così distanti. Oltretutto è una canzone che avevo pronta da molto tempo e aspettavo solo il momento e le persone giuste con le quali condividerla.

Beh, sono curioso di scoprire a chi appartiene quella stupenda voce operistica.

Pontus: Si tratta di Jonas Samuelson che tra l’altro è il  fratello maggiore del nostro Samuel: in Svezia è un cantante operistico di una certa notorietà…

Davvero? Ecco, tra tutte le possibili risposte questa era quella che meno mi sarei aspettato di sentire…

Jakob: Eh si sono proprio la pecora nera della famiglia (risata generale ndg).

 

Ho letto che i vostri primi tre singoli sono diventati subito disco di platino, prima in Svezia e subito dopo anche in Finlandia. Siete rimasti sorpresi da tutto questo improvviso successo?

Pontus: Quando ci hanno detto che il nostro primo singolo, “A Night of Passion” aveva vinto il disco di platino dopo solo tre settimane dalla sua uscita eravamo entusiasti, ma soprattutto increduli. Dopo moltissimi anni di gavetta ci siamo trovati, di colpo, proiettati sotto i riflettori ed è una cosa che sinceramente, per quanto da tempo la sognassimo, non ci aspettavamo avvenisse in maniera così repentina. Comunque sia è una sensazione incredibile.

La cosa che forse più mi ha colpito in positivo del vostro debut album è la freschezza delle composizioni e l’originalità del sound che proponete, non si tratta solo di hard rock, c’è qualcosa di più. In che modo hanno influito le vostre passate esperienze e collaborazioni con band del calibro di Talisman, Candlemass, Thin Lizzy, Alice Cooper e Whitesnake?

Pontus: sono state grandi esperienze, artisti incredibili che ci hanno aiutato a crescere, ma credo che per quanto riguarda la nostra musica, quella dei The Poodles, si tratta solo di ciò che ci piace suonare e su questo aspetto le influenze sono state minime. Per me, ad esempio, ogni esperienza è stata veramente indimenticabile, sia a livello umano che artistico, ma come puoi ben sentire sul disco, la musica che ci piace scrivere è libera da eventuali standard. Alla fine la musica è un modo di esprimere noi stessi e non può che essere una cosa estremamente personale.

Jakob: Le esperienze sono state belle e varie in termini prettamente musicali ma, il vero divertimento per me è arrivato ora, con la nostra musica da far conoscere calcando il palco ogni sera. Non che prima non mi sia divertito ma, come artista, non posso che trarre le massime soddisfazioni dall’esprimermi con la mia musica.

Nonostante l’album sia uscito qui in Italia da poco, ha visto la luce in nord Europa più di un anno fa. State già pensando al secondo disco?

Pontus: Si ci stiamo pensando e abbiamo già pronti sette pezzi. Alla fine del tour ci concederemo una breve vacanza e poi ci concentreremo sulla stesura dei brani mancanti per poter entrare in studio il prima possibile.

A proposito di musica ed influenze quali sono le vostre preferenze?

Jakob: Personalmente ascolto di tutto, mi piace spaziare da band quali i Candlemass e cose più allegre in stile AC/DC, ma anche musica classica. Insomma amo la buona musica.

Pontus: Anch’io come Samuel sono di mentalità molto aperta quando si parla di buona musica anche se devo ammettere che nel corso degli anni sono rimasto stregato dagli Iron Maiden e dall’incredibile esordio dei Guns’n Roses, grandissimo album.

Jakob: Grandissimo disco mi ero dimenticato di citarlo e pensare che lo ascoltiamo spessissimo sul tour bus. Hard rock veramente incazzato…posso dire incazzato? (risata generale ndr).

Si figurati non mi scandalizzo per così poco. A proposito di tour bus, questa è la prima volta in cui vi trovate a sostenere un lungo tour tutti assieme. Come sta andando questa esperienza?

Pontus: Beh a parte Samuel che ci fa dormire pochissimo, direi che sta andando alla grande (risate ndr). È stata un grande opportunità quella di affiancare gli Hammerfall in giro per l’Europa, da sfruttare al meglio per farci conoscere e per far divertire i ragazzi con la nostra musica.

Jakob: Si concordo, oltretutto ci stiamo divertendo un sacco, seppure la giornata sia piena di impegni riusciamo sempre a stare bene insieme e a scoprire quanto sono belle le città europee. Questo tour è stato un vero spasso.

A proposito di città europee, avete avuto modo di visitare Milano?

Jakob: Oggi purtroppo siamo arrivati un po’ tardi, ma sto raccogliendo informazioni su dove poter andare a mangiare e bere del buon vino dopo lo show. A fine intervista vorrei avere anche qualche tuo consiglio se possibile.

Certo, con molto piacere. Torniamo un attimo in tema musicale. Quali sono le band che apprezzate maggiormente in sede live?

Jakob: Personalmente sono rimasto colpito dall’esibizione che fecero i Motley Crue e gli Skid Row quando vennero in tour assieme a Stoccolma, veramente incredibili.

Pontus: Come ho detto prima amo molto gli Iron Maiden, ed il tour che fecero per la reunion fu veramente impressionante.  Forza, potenza e classe.

E se vi dessero la possibilità di tornare indietro nel tempo quale band vorreste vedere?

Jakob: Sicuramente gli AC/DC con Bon Scott.

Pontus: Concordo, non dormirei la notte per un concerto del genere.

Per concludere vorrei chiedervi di dare un consiglio a tutti i ragazzi che sognano di diventare musicisti.

Pontus: L’unico consiglio che posso dare è quello di non mollare mai e di dedicarsi anima e corpo alla musica, fate le vostre esperienze e soprattutto divertitevi: rende tutto più semplice.

Jakob: Tenete duro…d’altronde lo diceva lo stesso Bon Scott: “It’s a long way to the top if you wanna rock’n roll…”: parole sante!

Marco Ferrari