The Prowlers (Claudio “Dr. K” Cappabianca)
I romani The Prowlers si sono fatti largo nel panorama musicale europeo con il secondo full-length “Devil’s Bridge“, pubblicato dalla Locomotive Records pochi mesi fa. Il batterista Claudio risponde alle nostre domande svelandoci i retroscena dell’album e le speranze future di una band che ha intrapreso la propria strada dopo aver iniziato come tributo agli intramontabili Iron Maiden.
Ciao ragazzi. Benvenuti sulle pagine di TrueMetal.it (finalmente, oserei dire!). A voi subito la parola per potervi presentare ai nostri lettori.
Eh sì, era ora!!! ;-)) Ci tenevamo particolarmente a questa intervista!
Ci affacciamo spesso sul vostro sito per leggere news, recensioni e commenti vari…E’ davvero ben fatto e vanta un seguito come pochi in Italia.
Allora: i Prowlers nascono in quel di Roma nel 1996 come tribute band degli Iron Maiden, dopo circa 3 anni, però, la passione per la musica ci ha portato a scrivere canzoni nostre anziché suonare solo quelle degli altri e così, dopo non poche peripezzie discografiche, nel 2003 abbiamo realizzato il nostro debut album “Souls Thieves” e, 3 anni dopo, il secondo “Devil’s Bridge”. Ma per maggiori dettagli riguardo la Band, invito i lettori a visitare il nostro sito web (www.theprowlers.com) dove troveranno biografia, foto, MP3 e tutto (o quasi) ciò che ci riguarda!
Tra le prime cose a cui date risalto nella vostra biografia c’è il fatto che ogni componente della band partecipa attivamente alla stesura dei pezzi… E’ difficile far quadrare il tutto nel complesso, soprattutto quando si ha a che fare con una band numerosa (6 elementi) come la vostra?
Dal punto di vista degli arrangiamenti strumentali devo dire di no, ormai siamo abbastanza affiatati. E’ divertente e molto stimolante vedere come quelle che erano semplici idee o “accozzaglie” di riff portate da un singolo, una volta elaborate tutti insieme, diventino dei brani di senso compiuto! La parte più difficile, di solito, è trovare linee vocali che si adattino al meglio alle basi strumentali ed ai testi.
Spiegateci com’è nato l’ultimo album, “Devil’s Bridge” e in cosa si differenzia dalla precedente release, “Souls Thieves”. Ci sono emozioni particolari che avete voluto rendere in musica?
La differenza più evidente è la presenza delle tastiere di Max De Stefano, che si è unito al gruppo nel 2003, subito dopo la release del primo album. I brani sono nati come sempre, da singole idee sviluppate tutti insieme, e le influenze prog di De Stefano si sono fatte sentire non poco! Ci siamo anche divertiti a far suonare il mandolino ad un nostro amico sul brano “Devil’s Bridge Pt.2”!!
Le emozioni sono quelle che solo questo tipo di musica può dare: scosse di adrenalina, energia positiva ed atmosfere prog, cercando di essere originali senza dover essere forzatamente innovativi.
Di cosa trattano i testi e come si legano all’idea dell’artwork?
I testi trattano temi diversi, possono essere la trasposizione di sogni, riflessioni sulla vita, sulla società in cui viviamo e su come si cambia col passare del tempo, possono essere tratti da racconti che abbiamo letto o da leggende popolari.
L’idea dell’artwork (secondo me molto bello!) è nata dal testo della canzone che da titolo all’album. La leggenda del Ponte del Diavolo: gli abitanti di un villaggio non riuscivano a costruire un ponte e per questo chiedono aiuto al Diavolo. Egli accetta di aiutarli ma in cambio chiede l’anima del primo che lo attraverserà. I mortali, una volta conclusi i lavori, inganneranno il maligno facendo attraversare il ponte ad una capra…
“Devil’s Bridge” è stato dato in mano niente meno che a Tommy Hansen (Helloween, Circus Maximus…) per quanto riguarda il mixaggio. Come vi si è presentata questa possibilità? Vi siete fidati ciecamente della sua esperienza o avete avanzato qualche richiesta particolare durante la “lavorazione”?
Tommy Hansen ci è stato consigliato dal nostro management (la danese Intromental).
Noi avremmo preferito effettuare il mixaggio a Roma, per ovvi motivi, ma loro hanno insistito a tal punto da convincerci e in effetti hanno avuto ragione! In una sola settimana è riuscito a mixare 10 brani dando alla nostra musica un sound brillante e roccioso che nessuno di noi si sarebbe mai aspettato.
Conoscere di persona una leggenda vivente come lui, poi, è stata davvero un’emozione!
La giornata tipo in quel di Horsens si svolgeva così: ci alzavamo con calma, giretto per la simpatica cittadina danese e, dopo pranzo, andavamo algi studi per sentire cosa il buon Tommy nel frattempo aveva prodotto e per la chiacchierata di rito. Poi lui ci metteva su CD il brano mixato e durante il pomeriggio ce lo risentivamo a casa segnandoci cosa, secondo noi, andava sistemato. Stessa cosa nel tardo pomeriggio (alle 18 in punto, crolli il mondo, Tommy smette di lavorare).
Le cose sono andate lisce come l’olio e sia Tommy che la moglie si sono rivelate due persone fantastiche!
Come ci si sente nel riuscire a entrare a far parte del roster di una label importante come la Locomotive Records? E come ci si sente a passare da una label tricolore (senza nulla togliere all’ottima Northwind) a una di più ampio respiro e peso come la Locomotive?
Alla Northwind saremo sempre grati per averci dato la possibilità di realizzare il nostro debut quando sembrava davvero che tutte le porte si fossero chiuse! Le differenze riscontrate lavorando con la Locomotive, però, non sono poche, soprattutto per quanto riguarda la visibilità che è stata data al nostro gruppo in Europa e nel Mondo grazie a un’ottantina di recensioni!
Siete soddisfatti del lavoro svolto dall’etichetta? Il vostro rapporto di collaborazione avrà un prosieguo?
A dire il vero ci aspettavamo qualcosa di più dal punto di vista concerti. Ci è stato spiegato in seguito che per decidere se e quanto investire su una band ancora agli esordi, alla Locomotive preferiscono aspettare il report semestrale delle vendite.
Se ne riparlerà, quindi, a gennaio… Incrociando le dita! Il nostro contratto prevede la produzione di 2 album, per cui è possibile che resteremo con loro anche per la prossima release.
A ridosso di quella che doveva essere l’uscita del CD nel mese di giugno, si è registrato un ritardo che ha fatto slittare la release a luglio… In Italia il disco è arrivato sugli scaffali dei negozi quando all’estero era già disponibile. Potete raccontarci cosa è successo?
Pare sia stata una decisione del nostro distributore in Italia, dovuta al fatto che nel mese di giugno avevano già molte uscite discografiche. Per questo hanno preferito spostare alcuni gruppi a luglio.
Non trovate che sia una grossa penalizzazione per le band italiane affacciarsi “per ultime” proprio all’interno del loro mercato con una loro release?
Mah, ti dirò…Alla fine un mese di differenza per una “piccola” band come la nostra non cambia nulla!
A distanza di qualche mese dall’uscita ufficiale di “Devil’s Bridge”, com’è stato l’andamento dei responsi da parte della stampa nazionale ed estera?
I responsi sono stati davvero buoni ed incoraggianti, alcune webzine hanno addirittura eletto Devil’s Bridge come album del mese! Ma sappiamo che c’è ancora molto da migliorare per produrre un album davvero buono e stiamo lavorando per riuscirci con il prossimo!
Vi è capitato di trovare i vostri album nella spirale del downloading illegale online? Se sì, come avete reagito (o come reagireste se ciò non è accaduto)?
E come no!! Su Emule ormai si trovano entrambi gli album con grande facilità!
Vedi, da un punto di vista fa piacere perché significa che i Prowlers stanno raggiungendo una certa notorietà. Il problema, per i gruppi emergenti, è che se non si vendono un certo numero di copie (1000 è già un mezzo miracolo!) difficilmente si trova un’etichetta disposta a produrti un altro album. Per cui, cari fans, se vi piace la nostra musica e ne volete ancora, comprate i CD originali!!! ;-))))
Cosa bolle in pentola in casa The Prowlers ora? Dando un’occhiata al vostro sito ufficiale (www.theprowlers.com) mi sembra di capire che siete ancora occupati con la promozione di “Devil’s Bridge” e che state cercando di intensificare l’attività live…
Sì, come ti ho detto in precedenza non siamo ancora riusciti a realizzare il nostro piccolo sogno di andare in tour di supporto ad un grande nome (ma non demorderemo!). Il problema è che non riusciamo a organizzare neanche concerti fuori dal Lazio! Ci piacerebbe esibirci in locali al nord Italia (da Firenze in su ce ne sono davvero tanti!) ma sembra che dall’altra parte non ci sia nessuno interessato…Possibile?!?!?
Piccolo appello: fatevi vivi, non ve ne pentirete!!!
Nel frattempo abbiamo iniziato a comporre nuovi brani e devo dirti che stanno uscendo fuori cose molto interessanti!
Con quattro demo, due full-length sotto etichetta all’attivo, una storia ormai decennale… Vi sentite ancora come una band che milita nell’underground dello Stivale?
Certo! Non bastano le cose da te citate per dire che una band “ce l’ha fatta”! Noi, in particolare, siamo lontani anni luce dalla realizzazione di questo sogno e viviamo la musica ancora come una passione. Poi, chi lo sa… L’importante è non demordere, più che altro per guardasi in faccia un giorno e dirsi: “E’ andata come è andata, ma almeno ci abbiamo provato!”.
Cosa ne pensate dell’attuale scena italiana e delle possibilità che ha il Metal di emergere in Italia?
Se ti riferisci alle band attualmente in forza nel nostro Paese, credo ci siano ottime possibilità! E’ pieno di gruppi tecnicamente validi che non sfigurano affatto se confrontati con le realtà provenienti dall’estero. Il problema è che noi italiani siamo ancora un po’ troppo “esterofili” e tendiamo a snobbare ciò che viene prodotto qui da noi… Peccato! Poi uno vede gli Iron Maiden primi in classifica e si pone tante domande sulle quali ora preferisco soprassedere…
Il finale è tutto vostro… Vi ringrazio per la disponibilità! A presto!
Grazie a te ad allo staff di Truemetal per il supporto che ci avete sempre dimostrato! Non mi resta che salutare i lettori e ripetere l’appello fatto poco sopra: invitateci a suonare dalle vostre parti, il divertimento è assicurato!!
Ciao!!!