Therion (Kristian Niemann)
I Therion sono una delle realtà più camaleontiche e dinamiche della scena metal odierna. Oggi esce il nuovo disco della band, Gothic Kabbalah, ambizioso concept su un mistico del medioevo svedese. Per l’occasione TrueMetal ha fatto una chiacchierata con Kristian Niemann, talentuoso chitarrista della band, non lasciandosi scappare l’opportunità di indagare anche sull’altra creatura dei Niemann, i Demonoid…
Ciao Kristian come va?
Bene grazie. Tu?
Tutto a posto, grazie. Allora, Gothic Kabbalah, nuovo album dei Therion in uscita in gennaio. Parlami un po’ del concept dell’album…
Dunque il disco parla di Johannes Burnus, uno scienziato svedese vissuto attorno al quindicesimo secolo (XVI e XVII per la precisione, ndr) …sai, a dirti la verità non sono molto preparato, è Christopher che ha curato la cosa. Non ti hanno dato il promo con i file promozionali?
Certo, però non posso mandare i file promozionali a tutti i lettori, eheh…
…eheheh hai ragione. Bene, allora diciamo che il disco ruota attorno alla figura di questo scienziato interessato di occulto, magia e capace ci comunicare con gli spiriti che creò una filosofia del paranormale chiamata Gothis Kabbalah, in cui poi in futuro vennero introdotte anche elementi della mitologia nordica.
Guarda parlerei volentieri di mitologia scandinava ma credo sia meglio concentrarsi sulla musica, che dici?
Sì credo sia meglio, anche perchè non sono un grande appassionato di mitologia e di questo genere di cose.
Facendo un paragone tra Gothic Kabbalah e i vecchi album mi è sembrato di sentire certi momenti quasi gothic e soprattutto più parti progressive che in passato. Condividi? È una scelta legata alle tematiche del concept e alle lyrics?
Mmm non saprei se “gothic” sia la parola giusta…
Ho scelto “gothic” perché trovo che le parti vocali femminili della prima parte dell’album, unite a certi momenti delle parti sinfoniche, rendano certi passaggi abbastanza vicino a quello stile…
Sì, forse sì, in ogni caso non era una cosa voluta. Non intendevamo mettere parti gothic nell’album, nonostante il titolo. Per il progressive invece hai ragione, anche se la parola “progressive” lascia aperte tante porte e tante definizioni: c’è chi pensa ai Pink Floyd, chi pensa agli Yes, chi ai Rush, chi ai King Crimson… noi suoniamo metal, siamo legati a un altro tipo di sound, più aggressivo, meno prolisso. In ogni caso penso che Gothic Kabbalah sia un ottimo mix di tante influenze, in cui però il metal gioca sempre la parte principale. Restiamo sempre e comunque una band metal.
I Therion sono sicuramente una band dinamica, sempre in piena mutazione. Qual è il tuo pensiero riguardo all’evoluzione in musica?
È importante, senza dubbio. Importantissima per non diventare ripetitivi e noiosi, ma non è così facile evolversi e non credo nemmeno debba essere per forza radicale: l’importante è non ripetersi, continuare a dare e avere stimoli. Per esempio, Motorhead e Ac/Dc non hanno cambiato radicalmente il loro sound, ma riescono sempre e comunque a rinnovarsi quel poco che basta, a trovare le giuste novità legate al vecchio stile.
Guarda, stai parlando con uno che adora gli Ac/Dc, sono una delle mie band preferite di sempre…
Anche delle mie.
Ti chiedevo a riguardo perché penso che il metal ultimamente stia vivendo un po’ troppo con lo sguardo rivolto indietro, un atteggiamento che rischia di farlo morire al punto in cui è arrivato.
Condivido in pieno! Sotto questo punto di vista, più globale, l’evoluzione è assolutamente necessaria.
Negli ultimi anni si potrebbe dire che siate diventati uno dei punti di riferimento per le giovani band che intendono intrecciare musica classica e metal, specialmente in Scandinavia. Sentite questo ruolo?
Mmm non saprei… in verità direi di no. Certo è stupendo poter essere fonte di ispirazione per qualcuno, essere quello che primi Metallica e primi Maiden sono stati per noi, però non credo oggi ci siano le condizioni per definirci tali.
Alcuni giorni fa avete fatto un concerto a Bucarest con un’intera orchestra. Com’è andato?
Guarda, penso sia stato un buon concerto, ma credo che se dovessimo rifarlo andrebbe molto meglio. Diciamo che è stato un bello show ma non è stata di sicuro la nostra serata migliore. Era la prima volta che affrontavamo qualcosa del genere, abbiamo avuto pochi giorni per provare con l’orchestra e tanti problemi tecnici, a partire dai suoni. Ci siamo accorti di quanto sia difficile unire strumenti classici a quelli amplificati e distorti, trovare i volumi giusti… poi per esempio ci siamo trovati in difficoltà nel trovare il giusto feeling e la giusta interpretazione per unire due modi di suonare completamente differenti…
Dici a livello di accenti, cadenze e cose del genere?
Esatto, sono due mondi molto diversi, due mentalità molto differenti, assolutamente non facili da unire.
Resta comunque una grande esperienza per un musicista, non credi?
Assolutamente, su questo non ci sono dubbi, anche se dal palco è stato difficile rendersi conto di come stavamo andando e di come sia risultato l’insieme. È stato così differente da quello che facciamo di solito.
So che avete suonato composizioni di Wagner, Verdi, Dvorak e Mozart. Sono questi i vostri compositori preferiti?
In verità è Christopher il vero fan della musica classica, è lui che ha scelto i brani e li ha arrangiati. Io preferisco compositori più moderni, più sperimentali. Magari tu invece sei un fan del movimento classico…
Assolutamente. Adoro Wagner, Strauss, Bach, il romanticismo e tutta la musica rinascimentale…
Eheh, sai Bach è imprescindibile per chiunque (prendete nota del suggerimento di Kristian!) poi anche a me piace ascoltare di tanto in tanto musica, risalente a prima del ‘700/’800. Però abitualmente ascolto compositori moderni.
So che hai studiato tanti anni chitarra jazz, hai ancora contatti con quel tipo di scena oppure ti sei dedicato completamente al metal?
Ascolto ancora jazz, ma non lo suono più. Anche a livello di ascolti comunque mi sono staccato molto, continuo ad ascoltare grandissimi personaggi come Miles Davis, ma oggi preferisco dedicare il mio tempo libero a cose tipo fusion moderna. Per quanto riguarda suonare, mi sono reso conto di voler far metal e ho proseguito su quella strada. Suonare jazz è molto più difficile, serve un grande senso dell’improvvisazione, grande tecnica e io conosco i miei limiti.
Guarda Kristian se mi permetti non penso tu sia assolutamente un chitarrista mediocre. Anzi, ti ritengo un ottimo strumentista all’interno della scena metal, e i premi e concorsi che hai vinto negli anni ’90 ne sono testimoni…
Ah grazie mille! Però quelli erano in ambito metal…
Sì, ma mi pare di ricordare che non fossero contest per sprovveduti. Il metal non è sicuramente un genere di incapaci e di grandi chitarristi ce ne sono molti, a tutti i livelli.
Allora grazie di nuovo.
Nel 2004 avete fatto la strana scelta di pubblicare sul mercato due diversi studio album in contemporanea. Com’è andato il riscontro di vendite e di gradimento? Qual è stato il più apprezzato? Tu quale preferisci dei due?
Sono andati entrambi molto bene, e la cosa interessante è che sembra che nessuno abbia visto Lemuria e Sirius B come due album diversi. Le vendite sono state praticamente identiche: probabilmente chi ha preso uno ha preso anche l’altro. Se non ricordo male Secret, che uscì da solo, ha venduto meno di entrambi. Personalmente preferisco Sirius B, ma credo che la maggior parte della gente li reputi sullo stesso livello.
Ieri ho intervistato Chris Boltendahl dei Grave Digger. A gennaio farete un tour insieme a loro e ora ti chiedo le stesse cose che ho chiesto a lui: cosa pensi musicalmente dei tuoi compagni di palco e cosa ti aspetti da questo tour.
Sinceramente i Grave Digger non li ho praticamente mai sentiti. Sono sempre in giro e non mi è capitata l’occasione. Penso sarà una bella esperienza per entrambi suonare con una band così diversa, può essere anche un’opportunità per far conoscere ai fan degli uni la musica degli altri.
Vorrei parlare qualche minuto dei Demonoid se non ti dispiace…
No figurati, anzi mi fa molto piacere!
Bene, prima di tutto volevo sapere se avete pensato a un nuovo album, se avete qualcosa in programma. Insomma il punto della situazione…
Certamente! Faremo un nuovo album, ci teniamo molto anche se per adesso le cose procedono a rilento. Abbiamo un po’ di materiale da parte, tra cui brani inediti mai utilizzati, scritti durante le sessioni per il primo album. Se tutto va bene dovremmo completare i lavori entro la fine del 2007. Dopo l’uscita dell’album spero in un tour: non abbiamo mai suonato live con i Demonoid e invece è una cosa che mi piacerebbe molto poter fare, quindi spero ne capiterà l’occasione.
Detta schiettamente, non è che hai fondato i Demonoid perché i Therion ormai hanno abbandonato certe sonorità e tu sei rimasto un po’ nostalgico del panorama estremo?
Mmm. si e no. Ti spiego: quando esplosero il thrash, il death e il black metal io ero giovane, suonavo jazz e non ero dentro la scena metal. Con il tempo sono diventato un grande fan di questi generi, li adoro, e sicuramente una parte di me è molto vicina al metal estremo. Quindi sì, la voglia di suonare quel genere c’è eccome, anche se poi non è che sia un disco quadrato con tutti i canoni death/thrash old-school…
Ecco, infatti mi pare che nel disco non siate poi così ortodossi. Insomma è pieno di venature diverse: death old-school, black moderno…
Fantastico! Ti ringrazio per quello che hai appena detto perché questo era proprio il nostro obiettivo sin dall’inizio: cercare di inserire tutti i nostri ascolti più disparati in un disco. In questo modo ci sono finite dentro influenze che vanno dal thrash al prog-rock ed è questo il modo in cui mi piace lavorare. Inoltre è un modo per divertirsi suonando tutto ciò che piace!
Chiudiamo sui Therion. Programmi per il futuro?
Oltre al tour programmi veri e proprio non ce ne sono. Abbiamo queste date europee con i Grave Digger, poi qualche festival estivo e poi in autunno faremo Messico e Sud America. Non c’è ancora nulla di programmato ma spero ci sia la possibilità di andare a suonare anche in Asia e Giappone. Poi penso ci prenderemo un break, non credo scriveremo immediatamente il nuovo album, servirà una pausa che spero di poter utilizzare con i Demonoid.
Bene, io ti ringrazio del tempo che mi hai concesso e ti lascio salutare i nostri lettori e i tuoi fan italiani.
Grazie a te per la bella intervista! Tu ci sarai a Milano? Abiti nei paraggi?
No sto a circa duecento km ma credo sarò presente, sono un fan dei Grave Digger e apprezzo molto la vostra musica, quindi è una grossa opportunità per vedermi due band con un unico viaggio. Onestamente credo dipenderà molto dal tipo di scaletta che sceglieranno di fare i Grave Digger (risate di entrambi), comunque tendenzialmente direi proprio di sì.
Bene allora spero di vederti a Milano in gennaio! Un saluto a tutti i lettori, spero darete una possibilità al nostro nuovo album e spero lo apprezzerete… e anche con voi l’appuntamento è a Milano. Ciao!
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini