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Thunderbolt (Vegard Waske)

Di Stefano Ricetti - 15 Settembre 2006 - 10:47
Thunderbolt (Vegard Waske)

Curiosa intervista con Vegard Waske, il batterista dei norvegesi Thundebolt, personaggio che conosce gruppi italiani come Locanda delle Fate e Balletto di Bronzo e ignora che i Saxon abbiano scritto in passato un inno generazionale come Heavy Metal Thunder, brano con lo stesso titolo peraltro presente sul loro ultimo disco Love&Destruction, già recensito su TrueMetal qualche tempo fa.

Buona lettura, tra una stranezza e l’altra…

Stefano “Steven Rich” Ricetti 

Se non erro finora siete passati un po’ inosservati per quanto attiene la promozione sulle riviste specializzate qui da noi: intendo a livello di interviste, pubblicità etc etc.

Sinceramente non so dirti di più, evidentemente nel vostro paese eravamo poco conosciuti fino alle date che abbiamo effettuato con King Diamond nel tour. Penso però che il nostro nome inizi a girare grazie ai concerti di cui sopra e alla release di Love&Destruction.

Qual è l’origine del nome Thundebolt? Me lo sono chiesto pensando a eventuali connessioni con il bombardiere usato nella seconda guerra mondiale.
 
E’ stato scelto proprio perché il nome richiama subito un concetto di potenza, turbolenza, durezza, caratteristiche che possono attribuirsi al famoso P47 Thunderbolt usato durante l’ultimo grande conflitto mondiale, così come all’attuale Fairchild A-10 “Tank Killer” or “Warthog” in uso dall’aeronautica degli Stati Uniti. La sua origine comunque non è stata influenzata solamente dai due aerei di prima, anche il significato nativo di Thunderbolt (fulmine) ha influito nella scelta del nome: una scarica impressionante di energia di solito seguita da un rombo assordante!

Come mai una copertina così strana per Love&Destruction?

Strana? A noi sembrano strane le copertine piene di guerrieri, nani, elfi, spade e dragoni ovunque…

Nella foto: la “strana” copertina di Love&Destruction

Qual è il migliore gig della vostra carriera? 

Belgrado in Serbia, probabilmente. L’atmosfera era fantastica, lo sbrago fra i kid era generalizzato e contagioso: pensa che hanno iniziato il body surfing fin dalle prime nostre note, cantando insieme a noi ogni singolo pezzo. Penso che attualmente, per quanto riguarda le audience HM, non vi siano uguali in Europa, la fame di metallo delle regioni dell’Est è palpabile e questo si traduce in concerti pienissimi e tonnellate di entusiasmo! Vedremo di tornare là a breve appena possibile!  

Quando hai iniziato a suonare avresti mai pensato un giorno di fare un tour insieme a un personaggio come King Diamond?

Naaah, ammetto che non lo conoscevo assolutamente quando iniziai e anche successivamente non mi sono mai considerato un suo fan. Devo dire che mi sono però ricreduto girando insieme alla sua band e conoscendo meglio il loro sound.

Cosa pensi del nostro paese?

Good food, nice guys, beautiful women, e un’architettura e uno scenario ancora più bello di queste ultime! Non mi spiego però come possa un paese come il vostro permettersi di chiudere i negozi a metà giornata, per la pausa pranzo! Sono cose inconcepibili per dei norvegesi come noi, davvero!

Hai apprezzato i concerti in Italia?

Oh si, parecchio. La maggior parte dei Thunderbolt non era mai stata in Italia e il vostro paese è una delle nazioni più importanti d’Europa, per questo eravamo molto gasati nel suonare da Voi. Quello che ci è dispiaciuto parecchio è che in effetti non abbiamo visto nessuna delle grandi città dove abbiamo suonato in quanto, evidentemente per una strana vostra tradizione, i club dei concerti erano all’interno delle aree industriali. Quello che abbiamo visto di Milano, per esempio, sono stati parcheggi di grandi camion, magazzini e svincoli autostradali… Pensa che qualcuno ci ha detto che è proibito suonare heavy metal in centro alle città perché la chiesa cattolica non lo permette. Immagino però che questa persona mi stesse prendendo per i fondelli… ah,ah,ah!

Come descriveresti un personaggio come King Diamond?

Ti devo confessare che noi l’abbiamo visto solo nei rari momenti nei quali arrivava nel backstage, per di più appena prima del Suo show. Non appena finiva la performance si precipitava in Hotel, come faceva il grande Elvis! Quindi public relations=zero! Per questi motivi non ti posso dire di più su di lui. Completamente opposta la situazione con i membri della sua band: Mike Wead, Andy la Roque, Hal Patino e uno sbalorditivo Matt Thompson sono semplicemente fantastici, così come i ragazzi della crew di King Diamond: gente con la quale abbiamo passato tantissimo tempo e ci siamo divertiti un casino. Non esagero quando ti dico che penso siano stati alcuni dei migliori momenti della mia esistenza!

Come sei divenuto un metallaro?

Tutto nacque sentendo gli Ac/Dc, poi approfondii gli aspetti legati ai grandi interpreti di rock blues degli anni sessanta/settanta, per poi passare alle heavy band vere e proprie. Da lì in poi la folgorazione… ah,ah,ah!

Cosa pensi degli sconquassi (omicidi, suicidi, chiese buciate etc etc) creati da alcuni esponenti di band Black Metal del Nordeuropa in passato?

Fondamentalmente non ci hanno mai interessato più di tanto. Penso che il Black Metal abbia avuto un grandissimo impatto all’esterno dei paesi nordici molto più che dove sia nato, questo perché noi nativi non siamo molto coinvolti nella trattazione dei miti molto cari al genere. Tutti i musicisti seri, inclusi molti black metaller, considerano quegli omicidi e quelle profanazioni alle chiese una parentesi molto triste della nostra storia nordeuropea. Episodi assolutamente evitabili, compiuti da menti bacate, questo è quello che pensa la gente perbene da noi.

Molte delle chiese bruciate erano antiche, in legno, e rappresentavano un patrimonio storico inestimabile anche per le modalità con le quali erano state edificate originariamente. Il famoso omicidio compiuto da Varg Vikernes dei Burzum è la prova tangibile di quanto dicevo prima: la follia di un demente certificato che anche adesso che è in prigione qui da noi in Norvegia continua a vomitare becera propaganda nazista e razzista. Come avrai capito noi Thunderbolt odiamo qualsiasi manifestazione sia nazista che razzista e personalmente ritengo il libro Vargsmaal scritto da Burzum una delle maggiori ca..ate che abbia letto in vita mia.          

Il vostro HM è molto riconoscibile fin dalla prima nota: le influenze dei maestri degli anni ottanta si sprecano… sei d’accordo?

Le nostre influenze sono troppe per essere elencate, non mi limiterei però a citare le grandi band degli anni ottanta, che comunque stimiamo. Molte altre sono le ispirazioni che ci guidano e penso sarebbe sorprendente sapere quanti altri gruppi precedenti avrebbero influenzato i maestri degli eighties che citavi prima…

Quando curai la recensione di Love&Destruction e lessi nella back cover il titolo Heavy Metal Thunder mi sarei aspettato una cover del celeberrimo brano dei Saxon invece si trattava di un vostro pezzo. E’ una cosa voluta o cos’altro?
 
Ammetto candidamente di essere all’oscuro dell’esistenza di un brano dei Saxon con un titolo del genere… si, lo so, ti sembrerò un eretico dopo aver detto una cosa del genere ma è la pura verità!


Nella foto: Thunderbolt

Dammi un tuo pensiero stringato sulle seguenti band, che nella recensione ho definito come le vostre maggiori influenze (tranne le ultime due)

JUDAS PRIEST – vero cuoio accompagnato a bei pezzi

SAXON – ottime copertine nei loro dischi

IRON MAIDEN – fui un loro grande fan alle scuole superiori

DIO – piccolo uomo, grande voce

RIOT – questo è quello che esattamente succede quando nel nostro backstage manca la birra… ah,ah,ah! 

CANDLEMASS – non sono svedesi?

METAL CHURCH – ottimo nome come band

FATES WARNING – il nostro chitarrista, Frank, è un loro grande estimatore

Ultimi due:

IMMORTAL – nice

MARDUK – mai sentiti!

Conosci qualche band italiana?

Certo che si: PFM, Locanda delle Fate, Goblin, Balletto di Bronzo, Museo Rosenbach e tutte le vostre migliori 70’s prog rock band. Poi anche i Rhapsody of Fire, che a livello di pomposità in musica sono in inimmaginabili… anche se non sono un loro grande fan, onestamente!

Come consideri Love&Destruction rispetto al precedente Demons and Diamonds?

Il suono e i testi di quest’ultimo sono più dark, Demons and Diamonds era più romantico.

Nella mia recensione di Love&Destruction vi ho criticato nell’uso della batteria in generale: secondo me doveva suonare più “cattiva” e veloce, non disdegnando l’uso della doppia cassa in alcuni passaggi, a la Running Wild tanto per capirci. Cosa pensi di queste mie affermazioni tu, che sei l’uomo dietro le pelli dei Thunderbolt? 

Non sono assolutamente d’accordo! Sono forse così popolari i Dragonforce da voi in Italia…? A parte gli scherzi Steven, non utilizziamo volutamente la doppia cassa proprio perché la usano tutti, in primis le band che qui da noi vengono definite “hero metal”: grandi velocità e melodie a gogò, spesso stucchevoli, dalle quali vogliamo differenziarci. Hai ragione però sul fatto che in un paio di occasioni potevamo darci dentro di più, ma per la ragione di cui sopra ci siamo astenuti.     

Pensi che tornerete in Italia in qualche altra occasione a breve?

Sarebbe meraviglioso ma fino all’anno prossimo non se ne parla. Abbiamo prosciugato le nostre finanze per andare in tour con King Diamond in quanto ci siamo pagati tutto da soli pur di farlo. Sarebbe magari bello partecipare a qualche festival… chissà!

Come stanno andando le vendite di Love&Destruction?

Oh yeah, bene! Ne stiamo vendendo a tonnellate… ah,ah,ah! In realtà non so proprio, tieni conto che fino a ottobre non uscirà in Norvegia quindi finora non ci siamo ancora interessati ai dati di vendita. 

Chiudi come vuoi l’intervista…

Prima di tutto grazie per il tuo tempo, italian metal maniac: riascoltati il nuovo album e ti consiglio di berti una birra alla mia salute!

Cheers,
Vegard Waske

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti