Thyrfing: speciale ristampe
Karmageddon Media (ex Hammerheart Records) lo scorso mese ha finalmente deciso di pubblicare le attese ristampe dei primi tre album dei Thyrfing, annunciate addirittura il settembre scorso e finalmente giunte sugli scaffali dopo un’attesa di ben nove mesi. Il mercato quindi ottiene nuovamente ciò che aveva gradualmente perso in passato, ovvero la discografia di una delle band più imporanti (e seguite) del panorama viking.
Oggi più che mai quindi è interessante ricordare attorno a un fuoco le gesta di una band che ha sempre dato molto al panorama musicale estremo, e si è distinta sempre in maniera onorevole tra le band proprie pari, saltando con una certa disinvoltura dal black più canonico all’epic / war metal, fino ad approdare a un eclettico, eccellente black sperimentale con l’ultimo Vansinnesvisor.
Ogni album dei Thyrfing è sicuramente figlio dei propri tempi, e in un certo senso ha seguito sia l’evoluzione stilistica che quella della “moda” del momento, specie in Svezia, con il grande pregio di non risultare mai banale o commerciale. È difficile trovare un punto “fallimentare” della loro discografia, e questo è dovuto presumibilmente alla grande mente di Patrik Lindgren, da sempre dotato di un modo di fare metodico e preciso, e molto attento ai cambi di rotta dei propri Thyrfing. A differenza di altre band, infatti, è difficile catalogare il genere musicale proposto dai Thyrfing, e spesso si ovvia al problema catalogandoli semplicemente grazie al filo conduttore che unisce tutti i loro album: la mitologia nordica e il popolo vichingo.
La storia dei loro album è dilatata nello spazio di 9 anni, dal 1995 al 2004, e consta di 2 demo, riuniti in un album unico nel 1997 (prima edizione) e nel 2000 (seconda edizione), e di quattro album, il cui ultimo ovviamente non necessita di ristampe perché uscito sul finire del 2002. Troverete sicuramente utile a questo riguardo la biografia pubblicata su Truemetal il 19 marzo del 2002, che comprende la storia della band e un’analisi strutturale e concettuale degli album fino ad allora pubblicati.
Su Truemetal inoltre è stata trattata e recensita la loro discografia completa, che si porta dietro anche delle storie interessanti che, in occasione di questo evento, è piacevole ricordare.
La prima recensione pubblicata su Truemetal fu il terzo album della loro storia, URKRAFT, e fu la mia prima recensione in assoluto su Truemetal nonché la seconda recensione di viking metal in assoluto dopo Blood on Ice di Bathory.
Urkraft comparve sul mercato nella prima metà 2000 con un rifinito digipak, che ebbe un difetto diventato abbastanza famoso tra i fans: non esisteva una tasca, né qualunque supporto in grado di reggere il libretto, che quindi era assolutamente libero di scivolare ed essere perso, pericolo condiviso specie da chi conserva i propri CD in posizione verticale. In seguito il digipak esaurì e venne stampata l’edizione normale, in jewel case, dapprima con una costoletta di plastica nera, sostituita in seguito con una costoletta in plastica trasparente. Tuttavia, la versione in jewel case difettava della bonus track “Over the Hills and Far Away”, eccellente cover catartica in chiave heavy di un classico di Gary Moore.
Il secondo album ad apparire su Truemetal fu il secondo della loro carriera, VALDR GALGA, recensito a distanza di molti mesi da Urkraft, ma insignito dello stesso voto: tuttora li considero due ottimi album, complementari e ottimamente prodotti. Anche la prima ondata di Valdr Galga uscì in digipak, ma ebbero la buona pensata di dotarlo di una tasca molto spaziosa in cui alloggiare il libretto. In seguito il digipak sparì dalla circolazione, anche perché fu prodotto nella metà di copie rispetto a quello di Urkraft, e venne pubblicata l’edizione in jewel case, dai contenuti identici.
La terza recensione dei Thyrfing fu VANSINNESVISOR, il quarto album. Vansinnesvisor si rivela in assoluto uno dei cambiamenti più stupefacenti della band, da un epic-viking quasi doom a un black furioso e sperimentalissimo, di una fantasia e di un pregio davvero fuori dal comune. È stata una scommessa importante da parte dei Thyrfing, e a mio giudizio è stato un successo a pieni punti. La recensione ha ottenuto un buon voto, ma a posteriori inferiore al valore reale dell’album: lo shock per i vecchi fans, che si sono trovati di fronte a un tale cambiamento, non è stato breve da superare, e io stesso ne sono stato vittima. Vansinnesvisor è un album geniale e non manco mai di ascoltarlo almeno un paio di volte a settimana. I Thyrfing al momento sono una delle band su cui nutrire speranze per il futuro, specie dopo le defezioni fisiche e concettuali di molte band come Einherjer, Windir, Kampfar, Ensiferum e via discorrendo. Anche di Vansinnesvisor esiste un eccellente digipak e una versione in jewel case di grande prestigio, dotata di un artwork molto valido (anche se l’abbandono di Kris Verwimp avrà demoralizzato più di un fan hardcore).
La quarta recensione se la aggiudicò l’omonimo primo album, THYRFING. Un album di preparazione prima dell’esplosione di Valdr Galga. Thyrfing fu l’unico album che non apparve in versione digipak, ma venne stampato in due ondate successive, senza alcun avviso da parte di Hammerheart: per vedere se possedete la prima o la seconda ondata basta che controllate la costoletta: se il nome della band rasenta la base ed scritto con un carattere sottile, possedete la prima versione; se il carattere è in grassetto e il nome della band è leggermente più centrale, avete la seconda. La ristampa attuale made in Karmageddon ha il logo assolutamente centrale.
L’ultimo album a venir recensito su Truemetal è stato proprio HEDNALAND, la raccolta dei due demo (Solen Svartnar e Hednaland). La storia vuole che sia Solen Svartnar che Hednaland siano usciti in versione 7” e musicassetta. Ovviamente la tiratura è stata limitatissima per entrambe le versioni, e in particolare Solen Svartnar ha raggiunto quotazioni da capogiro nell’ambiente del collezionismo. Curiosamente, le cassette mancavano della copertina originale e sono state snobbate maggiormente rispetto alle proprie controparti viniliche, nonostante il loro valore di mercato dovrebbe tecnicamente essere maggiore per via della tiratura ancor più limitata (stesso difetto di forma occorso tra “Epicus Dominius Satanicus” e “Bathory” (versione caprone giallo) di Bathory, stampati rispettivamente in 127 e 1000 copie, con il secondo valutato almeno 10 volte più del primo).
Interessante anche l’intervista presentata a Lindgren in occasione dell’uscita di Vansinnesvisor: anche quest’intervista ha avuto una storia peculiare, giacché le domande furono scritte in un periodo in cui i Thyrfing avevano intenzione di produrre Vansinnesvisor in una versione diversa da quella definitiva, ma nel cambiamento idea e direzione si scordarono di aggiornare le informazioni contenute sul proprio sito ufficiale (sul quale, parola di Lindgren, non “avevano alcun potere”) – e quindi si trovò di fronte a una serie di domande imbarazzanti poste su basi che chiaramente risultavano imprecise.
Fu in seguito diramata la notizia secondo cui Valdr Galga e Urkraft uscirono fuori produzione, e la loro disponibilità esaurì entro breve. Thyrfing seguì dopo poco la stessa sorte, e Karmageddon Media, rinforzatasi economicamente grazie al cambio di nome e all’accoglienza di alcune band economicamente valide ma concettualmente discutibili, decise quindi di reintrodurre – ed è storia attuale – sul mercato tali lavori, ponendoli nuovamente all’attenzione – e alle orecchie – dei nuovi fans, dei vecchi supporter e del mercato del buon viking/black/epic