Transatlantic (Neal Morse)
È da poco uscito nei negozi The Whirlwind, il nuovo studio album che segna il ritorno dei Transatlantic. Per l’occasione abbiamo avuto modo di scambiare qualche parola con un Neal Morse piuttosto socievole e, soprattutto, paziente, visti i problemi “tecnici” che hanno non poco afflitto entrambe le parti nel corso dell’intervista telefonica. Buona lettura.
Ciao Neal, sono passati otto anni dall’ultimo studio album dei
Transatlantic. Quando avete cominciato a pensare che fosse arrivata l’ora di
rimettere in piedi il progetto?
Cavoli, sono passati davvero così tanti anni? In realtà non abbiamo pensato a un
momento ben preciso per far tornare in vita i Transatlantic. Prima di tutto
bisognava trovare del tempo a disposizione, visti i vari impegni di Mike con i
Dream Theater, Roine con Flower Kings e altre band delle quali non ricordo i
nomi (ride, ndr) e via dicendo… insomma, ci siamo ritrovati a parlare
qualche mese fa di provare a tornare a suonare insieme, accorgendoci che le idee
per fare un disco c’erano tutte, ed eccoci qui con il nostro nuovo studio album.
A tal proposito mi viene spontaneo chiederti cosa rappresentano per te i
Transatlantic, se un semplice side-project oppure una band a tutti gli
effetti… visti anche gli impegni che ognuno di voi ha nei confronti di altri
gruppi.
Non ho mai pensato ad una vera e propria definizione per i Transatlantic… band
vera e propria o progetto parallelo? Non ha così tanta importanza in fondo. Per
me, personalmente, è un modo per divertirmi, per comporre musica, insomma, per
fare quello che mi piace. Penso comunque che sia così anche per gli altri
componenti del gruppo.
Parliamo subito di Whirlwind, il vostro nuovo studio album. Il primo CD
racchiude solo la title-track, che è una lunga suite di quasi settantacinque
minuti… potremmo anche definirlo come un nuovo record storico! Come vi è
venuta in mente l’idea della sua realizzazione?
Addirittura un record? Probabile, anche se non era nelle nostre intenzioni, o
almeno non inizialmente. Come ti dicevo prima, ci siamo trovati innanzitutto per
provare un po’ insieme e per vedere quali fossero le idee che ognuno di noi
aveva in mente. Man mano che il processo del songwriting andava avanti, ci siamo
ritrovati a mettere insieme tutti e dodici i primi pezzi, rendendoci poi conto
che avrebbero funzionato ugualmente anche se fossero tutti uniti fra loro, come
una lunga suite, appunto. Da lì è poi stato semplice adattare i testi che
avevamo in mente con la musica che era appena stata composta.
Non avete pensato che gli ascoltatori si sarebbero scoraggiati trovandosi di
fronte ad una traccia così lunga?
Uhm, non penso, dai. Può darsi anche faccia l’effetto contrario, ovvero che
susciti qualche curiosità in più. Ma questo non possiamo saperlo, magari vedremo
quali saranno i dati effettivi delle vendite (ride, ndr).
Avrete modo di suonare tutto il pezzo dal vivo, magari nel prossimo tour?
Ah, questo non so dirtelo, davvero. Ancora non abbiamo parlato di un possibile
tour, se ci sarà o non ci sarà, di quale sarà la scaletta dei brani. Certo che
suonarla tutta dal vivo è un po’ dura, sia per noi, visto che ci vuole un bel
po’ di preparazione per suonare una traccia così lunga senza commettere errori,
sia per chi verrà ai concerti…
Per quanto riguarda il secondo disco, i pezzi presenti sono per caso gli
scarti della lunga suite di cui abbiamo parlato?
Nono, i quattro pezzi presenti nel secondo CD sono tutto tranne che dei semplici
scarti. Sono stati composti a parte, successivamente alla realizzazione della
title-track.
E cosa mi sai dire delle quattro cover sempre presenti sul secondo disco?
Ognuno di voi ne ha scelta una seguendo il proprio gusto?
No, non è esattamente così. Ci siamo sempre divertiti a suonare cover dei gruppi
del passato. Così come era stato per i Pink Floyd, o per i Beatles, anche adesso
abbiamo deciso di comune accordo quali pezzi inserire in questo disco. C’è però
da notare anche la cover conclusiva di Santana, un po’ atipica forse… e, a
dirla tutta, non ricordo nemmeno chi sia stato a proporla. Io non di sicuro,
forse Mike, visto che le idee più strambe arrivano sempre da lui (ride, ndr).
A proposito di idee “particolari”, chi ha deciso di utilizzare direttamente
le vostre voci per i voicever da mettere sul disco promozionale? Di solito
queste cose, anche se solo su di un promo, non mi piacciono… ma devo dire che
in questo caso la considero come una mossa abbastanza divertente.
Ecco. Puoi arrivarci da solo, dai… chi può aver avuto un’idea del genere?
Stiamo parlando di Mike?
Esatto!
Ah ecco, non lo avrei mai immaginato, guarda (risate, ndr)
È successo tutto dopo che avevamo finito di registrare i pezzi del disco. Non
ricordo con precisione se la “via del voice-over” ci fosse stata proposta
dall’etichetta (l’InsideOut Music, ndr) o meno… comunque l’idea di
mettere sul disco le nostre voci è stata tutta di Mike. E, anzi, ti dirò di più:
dopo che ognuno di noi aveva finito di registrare le proprie parti da mettere
nel bel mezzo dei brani, ci ha proposto addirittura di lasciarle anche sulle
copie che poi sarebbero finite sul mercato. Su questo punto siamo stati tutti
irremovibili… a chi vuoi che importi di sentire i nostri messaggi promozionali
nel bel mezzo di una canzone? Roba da pazzi! (ride, ndr).
Beh dai, alla fine è stata una cosa piuttosto divertente. Scommetto che a
lavorare insieme a Mike non ci si annoi per niente…
Già, escluse alcune fra le sue idee discutibili (ride, ndr), è un ragazzo
molto divertente e socievole… oltre ad essere un ottimo batterista,
naturalmente.
Avrete modo di andare anche i tour, passando magari anche dall’Italia?
Non ne ho la minima idea. Al momento siamo tutti impegnatissimi e non sappiamo
se e quando riusciremo a fare un tour con i Transatlantic. Può darsi che che
rimanderemo il tutto alla prossima primavera/estate, ma è ancora da decidere.
Che programmi hai in mente invece per il prossimo futuro?
Sto lavorando ad un nuovo progetto personale, ma sono ancora agli inizi, quindi
non posso dirti niente di preciso. Per il resto continuo ad essere impegnato con
la chiesa, oltre che con la realizzazione di un musical incentrato sulla figura
di Gesù.
Benissimo, siamo giunti al capolinea. Ti ringrazio per la disponibilità e per
la pazienza che hai avuto, visti i problemi che ci sta dando la linea
telefonica…
Ma scherzi? È stato un piacere. Sono io che ringrazio te per questa
chiacchierata e per la tua pazienza. Un grazie anche al pubblico italiano,
sempre pronto a sostenere a dovere la mia musica e, in questo caso, quella dei
Transatlantic. A presto!
Angelo ‘KK’ D’Acunto