Trinakrius (Claudio Florio ed Ezio Montalto)
Tornati da poco sul mercato con
The Black Hole Mind, i siciliani
Trinakrius
possono essere considerati come una delle più piacevoli sorprese del panorama
musicale tricolore. Per l’occasione, abbiamo raggiunto il drummer Claudio Florio
e il chitarrista Ezio Montalto per parlare di questa nuova e interessante
release. Buona lettura.
Ciao e benvenuti sulle pagine di TrueMetal.it. Siete attivi sin dal
lontano 1995, che ne dite di spendere qualche parola su questi tredici anni di
attività e presentare la band ai lettori che non vi conoscono?
Claudio – Ciao Angelo, il gruppo nasce a Palermo nel 1995 come cover band di Black Sabbath, Iron Maiden, Metallica, Judas Priest. Da subito avevamo la necessità
di proporci come band a tutti gli effetti, e nel 1996 è nata la prima demo dal
titolo Intrinakrius. Dopo una pausa in occasione di un momentaneo scioglimento, nel 2004
riprendiamo di nuovo il progetto Trinakrius dove realizziamo un doppio EP dal
titolo Inquisantism che riscuote ottimi consensi. Nel 2005 firmiamo per Doom
Symphony che da alle stampe Sancta Inquisitio anche questo lavoro riscuote
ottimi risultati seguito da alcuni live tra cui due trasferte in Germania. Agli
inizi del 2007 ci mettiamo al lavoro per realizzare The Black Hole Mind, nel
frattempo nella band entra Flavio Rezza che sostituisce Michele Vitrano
alla voce, ristampiamo Inquisantism tramite la label Austriaca Psychedoomelic
Records e veniamo confermati per un festival greco dal nome Up The Hammer
Festival che si è svolto lo scorso aprile
ad Atene. Tutto il resto è storia recente.
Prima curiosità: da dove nasce l’idea per il monicker Trinakrius?
Ezio – Semplicemente dal fatto che essendo Siciliani, abbiamo usato e
latinizzato il nome antico delle Sicilia, Trinacria e poi ci piaceva anche come
suonava per una Heavy Metal Band..
Nel 2006 è stato ristampato Inquisantism. Buona parte dei
brani presenti al suo interno sono già presenti sul full-length Sancta
Inquisitio, posso sapere il perché di questa scelta?
Claudio – La ristampa come dicevo prima è stata fatta dalla Psychedoomelic
Records, loro stessi ci hanno contattati e l’offerta era pure interessante, perché
rifiutare? sapevano che la prima versione del 2004 era autoprodotta e in
questo modo Inquisantism è stato ufficializzato.
Parlando dell’ultimo full-length, che cosa rappresenta la copertina?
Ezio – Visto gli argomenti trattati nei testi che riguardano la pazzia e le sue
sfaccettature, ci è piaciuta questa immagine che secondo noi rappresenta il
lato oscuro di questa patologia e che non conosce tempo.
Per quanto riguarda i testi: chi si occupa di trascriverli, di cosa parlano
e, in caso, sono legati ad un unico concept che rappresenta tutto il disco?
Ezio – I testi sono scritti da me, come dicevo prima della follia sia dal punto
di vista patologico che dal punto di vista sociale, non si tratta di un concept
ma di storie diverse tra loro non necessariamente legate ma che riguardano un
unico argomento.
Come mai, contrariamente a come avevate fatto in passato, non sono state
registrate tracce cantate in lingua madre?
Claudio – Questa idea non è stata assolutamente abbandonata, ma in questo caso è
una questione di
ispirazione che in questo lavoro non si è presentata, ma non e detto che non si
ripresenti in futuro.
Volete parlarmi di come si sono svolte le fasi di composizione e
registrazione del nuovo album?
Ezio – Di solito si svolge in cinque fasi: scelta dell’argomento, scrittura dei testi
(Ezio), la parte musicale proposta il più delle volte da Francesco, quindi
l’adattamento testi; musica e arrangiamenti vari ad opera dell’intero gruppo e infine entriamo in studio.
Fra i punti di forza c’è sicuramente una produzione d’altri livelli, con chi
avete collaborato per ottenere questo ottimo risultato?
Claudio – In questo caso ci riteniamo molto fortunati per il semplice fatto che
ci siamo avvalsi della collaborazione di alcuni amici. L’album è stato
registrato in due studi diversi nella nostra città, esattamente ai Raven Studios
di Dario Di Matteo, e gli Hangar 18 studios di Giulio Di Gregorio,
entrambi oltre grandi amici, ottimi professionisti.
Siete sotto contratto con la tedesca Hellion Records, come vi siete messi in
contatto con loro e siete soddisfatti del lavoro che hanno svolto sino ad ora?
Claudio – Dopo l’uscita di Sancta Inquisitio nel 2006, Jurgen Hegewald, boss
della Hellion Records, nonché organizzatore dell’Headbangers Open Air, ci ha
contattato proponendoci di partecipare al
Festival, da lì avendolo conosciuto di persona ne è nata una grande amicizia che
ci ha portati a collaborare insieme. Siamo comunque molto contenti del loro
lavoro svolto fino ad ora, anche perché ci troviamo di fronte ad ottimi
professionisti nonché “ Tedeschi “
Volete parlarmi di quelle che sono le vostre influenze come musicisti?
Claudio – Riguardo le nostre influenze musicali ognuno di noi ha diverse
preferenze che variano fra Power Metal, Thrash, Hard Rock, Death e Doom Metal
classico. Comunque ci troviamo d’accordo insieme sull’Heavy Metal in generale.
Come definireste la musica che suonate?
Claudio – Dal nostro punto di vista per noi è molto Power Heavy Doom, anche
dalle prime recensioni pervenute dalla Germania. Ci rendiamo conto che i
precedenti lavori erano più Doom rispetto al nuovo lavoro, dove abbiamo spinto
un po’ di più il pedale, ma tutto è avvenuto in modo
spontaneo, lo stampo Doom comunque sarà sempre la base dei nostri pezzi..
Che ne dite di darmi la vostra definizione di “Doom Metal”?
Ezio – Il Doom Metal è quel ramo dell’Heavy Metal che si lega a tutto quello
che è oscuro e occulto.
Che cosa ne pensate della scena Heavy e Doom internazionale, ci sono band che
hanno attirato la vostra attenzione di più rispetto ad altre?
Claudio – Certamente sì, ci sono gruppi con cui abbiamo in comune delle analogie
dal punto di vista musicale come Candlemass, Solitude Aeternus, Opeth e i
grandi Black Sabbath. Per quanto riguarda la scena internazionale odierna, tutto sommato è positiva.
Spostiamo il discorso verso la nostra penisola: che cosa ne pensate della
scena italiana?
Ezio– In Italia ci sono ottime band che lavorano bene, purtroppo il nostro paese
fa orecchie da mercante, diversamente dal resto d’Europa
Per una band tricolore agli esordi, quanto è difficile riuscire ad esibirsi
nei locali, a farsi notare e, in qualche modo, a riuscire ad emergere
dall’underground?
Ezio – Appunto, queste sono “dolenti note” del nostro paese: si arranca per
quanto concerne le
esibizioni live perché non essendoci grande cultura e conoscenza del mondo Heavy
Metal gli organizzatori sono scettici e non ti aiutano in al senso.
In questo contesto come se la sono cavata e come se la passano attualmente i
Trinakrius?
Claudio – I Trinakrius da un paio di anni a questa parte, sopratutto dalle nostre
parti, cominciano
a muovesi, ma comunque sempre con grossi problemi organizzativi, infatti
puntiamo molto oltre confine dove le situazioni sono migliori sotto tutti i
punti di vista.
Volete esprimere un vostro parere su quella che è la situazione in Sicilia e
nel Sud Italia?
Claudio – A questa domanda stendiamo un velo pietoso perché come dicevo nella
precedente risposta, da noi al sud e tutto più difficile e non solo nella
musica.
Avete in programma un tour per promuovere l’uscita del nuovo disco? Vi
spingerete anche oltre i confini della madre patria?
Ezio – Al momento un tour vero e proprio no, abbiamo in programma delle date
singole da pianificare per la promozione del disco, tutto però dipende anche dai
dati di vendita. Preferiamo
comunque fare poche date di un certo valore come i festival dove hai sempre
quelle 1500/2000
persone che ti seguono.
Cosa vedete nel futuro dei Trinakrius?
Ezio – Più che vedere, speriamo che la gente continua a comprare i nostri lavori
in modo da essere sempre motivati ad andare avanti e realizzare nuovi album, e
ovviamente suonare il più possibile.
Questa era la mia ultima domanda, a voi la parola per i saluti finali.
Claudio/Ezio – Grazie ancora per lo spazio che ci avete dato, un saluto a
tutta la redazione e ai lettori di TrueMetal.it
Angelo ‘KK’ D’Acunto