TrollfesT (Mr. Seidel)
Eccoci di nuovo alla corte delle folli creature che rispondono al nome di TrollfesT. Da poco tornati alla ribalta con il loro bellissimo terzo disco (“Villanden”, leggi qui la recensione) questi pazzi ragazzi norvegesi sono più che felici di fnire nuovamente sulle nostre pagine con qualche curiosità e, ovviamente, qualche divertente intermezzo. Ancora una volta è Mr. Seidel a farsi alcolico alfiere e orgoglioso portavoce di questi irriverenti personaggi, riservando al sottoscritto e TrueMetal (che li segue dai primissima passi) una calorosa e festosa accoglienza…
Buona lettura.
Ehilà Mr Seidel, che accade là nella tana dei Trollfest di questi tempi?
Ehilà amico! Al momento ci stiamo organizzando per un concerto che terremo presto in Olanda. Avremo un nuovo ragazzo con noi, Dag, che ha suonato il sassofono nell’ultimo disco… e questo vuol dire che ci sarà ancora più casino sul palco!
Siete contenti di come sta andando il disco? Che dice la stampa specializzata?
Contentissimi! Tutte le recensioni sono ottime, persino quelle cattive (risate). Questo perché tutti quelli che hanno parlato male del disco hanno enfatizzato aspetti che condividiamo e che abbiamo appositamente ricercato. Te ne cito per esempio una: “Non penso di aver mai sentito un così irritante e seccante hummpah viking prima di oggi. Tre canzoni poi non sono altro che puro folk, così tradizionale che non mi ha nemmeno sfiorato” e questo è esattamente parte di quello che abbiamo cercato di fare con il disco, quindi il problema non è nostro ma di chi ha scritto la recensione. Volevamo fare un album che uscisse dai soliti schemi dell’humppa metal, e dire un bel “fottetevi” a tutti quelli che ci hanno liquidato dicendo che eravamo solo una brutta copia dei Finntroll. Non credo abbiamo mai somigliato ai Finntroll più di tanto e penso che Villanden ne sia la prova!
Onestamente, ve ne frega qualcosa di cosa scrivono le recensioni e di cosa pensa la gente?
Per niente, è solo divertente leggere e farci quattro risate sopra, vedere come le persone descrivono le loro esperienze nell’ascoltare il nostro disco, come lo hanno vissuto. Non ho mai pensato “la prossima volta faremo così e cosà per fare contento quel tizio che scrisse…”. Noi facciamo quel cazzo che ci pare, fregandocene di quello che gli amici, i fan, chi scrive recensioni e compagnia vorrebbe che facessimo. Anzi, credo che molte volte ci siamo ritrovati a fare l’esatto contrario, che è anche peggio. Almeno così hanno qualcosa con cui mettere alla prova il loro piccolo cervellino (risate). Il fatto che la gente apprezzi ciò che facciamo non è altro che un effetto collaterale del fare quello che ci pare.
Adoro i primi due album, Willkommen fu una sorpresona, ma oserei dire che Villanden sia oggettivamente il migliore. Tutti i brani sono ottimi, eterogenei, e anche le melodie ne sono uscite arricchite senza recare danno alla parte più violenta e estrema della struttura. Voi sentite di aver fatto ancora meglio di quanto avevate fatto prima?
Willkommen è un buon album e sono molto felice di quanto abbiamo fatto, quell disco rappresenta esattamente quello che eravamo al tempo. Stesso identico discorso per Brakebein. A mio modesto parere sì, Villanden li supera entrambi! Devo dire che è stata una bella sfida per noi come musicisti e anche i momenti in cui abbiamo lavorato al disco sono stati in un certo modo più interessanti. Ogni membro della band è stato profondamente coinvolto durante la scrittura dei pezzi e le registrazioni e posso dire che abbiamo perfezionato la follia dei Trollfest.
Credo che una caratteristica fondamentale della vostra musica una certa furia primitiva che vi rende una delle band più genuine della scena; mentre la cosa che più vi distacca dagli altri sia il modo in cui unite melodie e linee vocali. Come arrivate a un prodotto del genere?
Grazie mille per le belle parole! Come arriviamo al prodotto finale… bhè, la maggior parte delle idee dei Trollfest nascono quando siamo completamente ubriachi. Il giorno dopo cerchiamo di dare vita a quelle che riusciamo a ricordare. Mettiamo molto impegno in quanto concerne il riffing, le ritmiche, le melodie… e le canzoni solitamente vengono modificate diverse volte prima di arrivare alla loro forma finale. Comunque è dal momento delle registrazioni in poi che i brani cominciano ad avvicinarsi alla loro forgia finale. Ci piace moltissimo sperimentare quando ci troviamo in studio ed è anche il primo momento in cui vogliamo arrivare a qualcosa di definito. Quando entriamo per le registrazioni ci diamo una deadline, qualcosa sul genere “ok ragazzi, le canzoni devono essere finite per questa data” altrimenti rischieremmo di rimanere là in eterno aggiungendo sempre cose nuove a ogni pezzo…
Nell’aprile 2005, appena dopo l’uscita del vostro primo album, facemmo la intervista assieme. Cos’è cambiato in quattro anni? Vi sentite più esperti, più preparati quando si tratta di arrangiare o registrare un brano?
Cosa è cambiato? Il mio fegato è decisamente più piccolo… e sì, ci sentiamo molto più preparati quando si tratta di lavorare sui pezzi in studio, decisamente!
Poi un anno dopo ci trovammo di nuovo per Brakebein e mi dicesti che il processo di registrazione per quel disco fu brevissimo. Impiegaste molto meno tempo di quanto avevate fatto con Willkommen. Che mi dici di Villanden? Sono passati quasi tre anni, quindi suppongo abbiate cambiato di nuovo idea…
Dopo l’uscita di Brakebein abbiamo deciso di prenderci una breve pausa dal songwriting per cercare di re-inventare il sound dei Trollfest. Non volevamo rifare un disco uguale al precedente, ma sinceramente in principio la pausa non doveva durare così tanto. Poi ci offrirono di suonare qualche concerto e i tempi si allungarono. Ci piacque molto l’idea di suonare dal vivo, così abbiamo allargato il gruppo (con Per Spelemann alla chitarra e Manskow a fisarmonica e banjo) e speso un sacco di tempo in riarrangiare i brani per il palco piuttosto che scriverne dei nuovi. Trollbank è stato uno delle chiavi di Villanden, ricordo che al nostro primo concerto in Germania ha tirato fuori un paio di nuovi riff e li ha registrati sul suo mp3. Per esempio il primo riff di Villanden, con tutti noi che urlavamo “GA-GA!!”. Abbiamo amato subito le sue sonorità e deciso di continuare sulla scia bulgara/est europea delle melodie.
É Villanden un concept album? Ho dato un’occhiata ai titoli con un amico che parla norvegese e direi di no… ma non si sa mai…
No, non è un concept.
Non so a cosa si riferisca il testo di Die Kirche undt der Mache, ma penso di aver centrato il segno per quanto riguarda Per, Pal og Brakebeins Abenteuer (giuro che ho riso come un matto per questo titolo) e God Fart, che dovrebbe essere qualcosa tipo “a tutta velocità” o “buon viaggio” in norvegese ma che tutti sappiamo cosa diventi se tradotto dal significato in inglese… parlami di questi pezzi!
“Die Kirche undt der Mache” è uno schiaffo in faccia al cristianesimo e alla Chiesa. Nessuno ha mai ucciso così tante persone, ma come dicono loro va bene tutto finchè lo fai in nome di dio (risate). Così Trollmannen ha deciso di prendere a calci nel culo questi ritardati amanti di Gesù! C’è una favola in norvegia chiamata Per, Pål og Espen Askeladden. Racconta di tre fratelli, Per e Pål sono I due maggiori e prendono sempre in mezzo Espen, ma alla fine Espen ottiene la mano della principessa e metà del regno. Abbiamo sostituito Espen con Brakebein, e anche Brakbein alla fine risulta il vincitore… poiché si mangia sia Per che Pål. Storia semplice ma versi davvero divertenti! Come dici tu “God fart” significa “a tutta velocità” o “buon viaggio” in norvegese ma ben altro in inglese… il brano parla di questo gruppo di troll che gira di villaggio in villaggio divorando preti e cristiani.
Che mi dici degli altri brani invece? Di cosa si tratta?
Hmmm… come hai già intuito ci sono un sacco di testi anti-religiosi… per il resto si parla di bere (la cosa credo non ti stupisca), un’anatra impazzita di nome Svina e vecchie divinità bulgare.
La title track è in qualche modo legata al lavoro di Ibsen?
La parte finale del brano è preso dal testo di Ibsen, mentre per il resto si tratta delle avventure di Svina, personaggio nato nella folle mente di Trollmannen.
Ibsen parla di anatre in almeno un paio dei suoi libri, alcuni dei piatti tipici norvegesi sono a base di anatra (Anatra all’aceto, Anatra ripiena di mele e prugne), sono così importanti per voi o semplicemente ne avete in grande quantità? C’è qualcosa che dovrei sapere e non so nel rapporto tra norvegesi e anatre? Forza diventiamo come Discovery Channel…
Bella domanda! (Risate) Bhè non ne ho idea, forse sì visto che sono ovunque e sembrano apparire ovunque! Stavolta pure sulla nostra cazzo di copertina! Forse dovrei mettere su Discovery Channel e sperare in qualche risposta illuminante (risate)…
Prima l’abbaiare in Helvetes Hunden Garm e ora le starnazzate in Villanden. Non credi che la vostra discografia presto diventerà una vera e propria fattoria? Prometto di smettere con questa storia dell’anatra…
(Risate) Ci siamo già fatti questa domanda: quale animale sarà il prossimo? Una mucca? Una pecora? Chissà… la fattoria dei Trollfest sarebbe un posto interessante da visitare con tutti questi animali indemoniati! Pensa a Garm e Svina che gironzolano assieme!
Mi piace molrto la copertina del disco. Chi ha avuto l’idea e chi, poi, ha realizzato il disegno?
Una delle melodie di tromba che c’è in Villanden ci ha fatto venire in mente la sigla di un cartone animato fatto di origami che era molto popolare sul canale di cartoni animate norvegese quando eravamo piccoli (clicca per vederne una puntata su youtube). Eravamo ubriachi, come al solito, quando Trollmannen ha cominciato a starnazzare sopra la traccia e subito abbiamo deciso di mettere un’anatra demone sulla copertina! Io e Trollmannen siamo grandi appassionati di una serie di fumetti svedese chiamata “Herman Hedning”. Abbiamo mandato una email a Jonas Darnell (mente e penna di “Herman Hedning”) chiedendo se gentilmente avesse avuto voglia di disegnarci un’anatra, visto che il suo stile sarebbe stato perfetto per i Trollfest. Dopo poco ci ha risposto dicendoci che sarebbe stato più che felice di farlo! Francamente non penso che qualcuno al mondo avrebbe potuto fare un lavoro migliore! E chissà… forse in futuro si prenderà cura di alter delle nostre copertine… attenzione, ti ho avvisato…
Le tre cose che preferisci dei Trollfest…
Uno: la completa libertà in campo artistico quando si tratta di sperimentare
Due: viaggiare e sbronzarsi
Tre: avere birra gratis
… e a seguire tre cose che vorresti fare o vorresti aver fatto con i Trollfest…
Uno: più birra gratis
Due: più viaggi
Tre: sperimentare di più musicalmente
Ricordo che nella nostra prima intervista dicesti che tutti adorate i Finntroll. Che ne pensi dell’ultimo disco e del cabio in line up?
Mi piace il loro ultimo lavoro e credo non ci sia nulla di male da dire riguardo ai loro cambi in line-up.
Che mi dici della scena pagan? Ci sono band che ti hanno colpito particolarmente o con cui vorresti condividere un palco?
Onestamente non seguo nessuna scena, sfortunatamente sono troppo impegnato. Capita che mi imbatta in qualche nuova band per caso, o che qualcuno mi onsigli qualcosa, e ci sono davvero diverse ottime band là fuori per citarne solo qualcuna… tutte le volte che siamo in giro per suonare incontriamo diverse ottime band e artisti.
Cosa ascoltate nel tempo libero? Mi pare di ricordare i Guns n’ Roses in uno dei video sul vostro sito…
Ascoltiamo di tutto, io sono un fan sfegatato dei Metallica, da quando ero bambino. Ultimamente sto ascoltando il nuovo Cannibal Corps, l’ultimo Hate Eternal, Keep of Kalessin, Satyricon e Queen. Sì, capita anche che ascoltiamo i Guns n`Roses quando siamo ubriachi.
Seidel non è un nome di una birra norvegese…? Sì talvolta me ne esco dal nulla con domande strambe…
(Risate) Sì, è una birra norvegese mooooolto economica ma con un ottimo sapore. Quando ero uno studente bevevo solo Seidel perchè era la più economica che avessero al negozio, e anche per il gusto hehe…
Avete già suonato diverse date in giro per l’Europa, divertiti? Com’è stato suonare dal vivo i pezzi dei Trollfest?
Sì siamo stati fortunate ad avere l’opportunità di suonare in alcuni festival in Germania. Ci siamo divertiti un sacco ed è stato grandioso poter condividere la nostra musica con tanti pazzi!
Vi siete trovati in difficoltà a riadattare e ri-arrangiare i pezzi per la sede live?
No, non eccessivamente. L’unica difficoltà è stata non ubriacarci prima di salire sul palco!
Prova a fare una lista degli strumenti che avete usato su Villanden……………. quanti sono?
Oohh, haha… hmm.. Bene: batteria, chitarra a 7 corde, basso, balalaika, basso acustico, chitarra acustica, chitarra a 12corde, banjo, fisarmonica, tromba, sax, tamburino, uova… e altri 148394. Il primo che ci invia la lista completa vince un premio!
Qualche idea per un video clip o un dvd. Al giorno d’oggi non si necessita più di grandi somme di denaro, specialmente per girare qualcosa di folle e selvaggio…
Mmm so che due dei pezzi che abbiamo fatto al Ragnarök Festival lo scorso anno finiranno sul loro dvd; per il resto non abbiamo nessun piano di questo tipo, anche se sarebbe molto divertente realizzare un dvd!
Siamo al classico “progetti per il futuro?”
Speriamo molti concerti, poi ci sarà un EP e le ristampe dei primi due album con materiale bonus… ops! Avrò detto troppo?
Bhè Mr Seidel, grazie come sempre per la disponibilità, sentiti libero di aggiungere quello che vuoi, il finale è tutto tuo. Come amano dire i Trollfest: Av mjøden vart du vis og klok, så drekka mer! Tutto il meglio ragazzi… ehm, troll!
Grazie infinite a te per l’intervista e il prezioso supporto che apprezziamo moltissimo… e come hai detto giustamente tu: Av Mjøden Vart Du vis og Klok, så DREKKA mer!! Kvakk kvakk!!!
Alessandro ‘Zac’ Zaccarini