Tyrant (Joe e Steve)
I Tyrant provengono da Milano, nulla a che vedere con i californiani autori del leggendario Legions of the Dead. “Questi” Tyrant si sbattono sin dagli anni Ottanta nel proporre il loro HM variegato e, senza puzza sotto il naso, suonano laddove sia possibile, denotando, oggi come allora, l’umiltà che solo i grandi posseggono per davvero.
Cronaca di una chiacchierata con Joe e Steve, rispettivamente chitarrista e cantante/chitarrista dei “Tiranni meneghini”.
Buona lettura,
Steven Rich
Come vi siete formati, tanti anni fa?
Joe – Era il 1984 quando ho scoperto un genere musicale che ha cambiato la mia vita e… credo anche quella degli altri componenti. La passione ci ha fatto unire e non avrei mai pensato che a 47 anni fossi ancora qua a parlare di Metal!
Da dove deriva la scelta del Vostro nome?
Joe – Cercando un nome originale scelsi Tyrant dal titolo di un brano dei Judas Priest, che secondo me dava enfasi e impatto.
Eravate a conoscenza dell’esistenza dei Tyrant americani, quelli di Legions of the Dead, quando l’avete scelto?
Joe – Ahimè poi lo scoprimmo, e successivamente venimmo a conoscenza di quelli irlandesi, australiani, tedeschi… Oggi sulla rete trovi un a trentina di band che hanno il nostro stesso nome… Viva l’originalità, potremmo fare una community e chiamarla U.T.O.T.W. United Tyrant Of The World!
Cosa pensate di questi ultimi?
Joe – Che cosa dire… Pensiamo ogni bene visto che loro hanno fatto dei buoni dischi, comunque mi ha divertito un loro profilo sulla rivista Classix Metal dove sono stati presi un po’ in giro!”
Quale l’origine del Vostro logo?
Joe – Ebbene… in origine il nostro logo era Tyrant con il carattere alla Judas Priest, poi successivamente cambiato, primo perché dei Judas non abbiamo lo stile e non siamo una cover band, poi perché volevamo un qualcosa di più originale e così abbiamo scelto questo che è un mix di caratteri dei Raven e gli Anthrax.
Da quale idea nasce la composizione della copertina di Blues, Booze & Nothin’ to Lose?
Joe e Steve – Guarda, la band voleva un immagine che rispecchiasse l’essenza del gruppo e si lega a tutti i componenti… l’armonica, la bacchetta, la chitarra… e così via, la lattina in copertina e le bottiglie di birra che fanno di contorno nelle nostre foto fanno parte comunque della band che immancabilmente dopo le prove si ritira nel Birrificio artigianale Brioschi a Milano di proprietà di Sam! Il Joker è la nostra carta… nothin’ to lose!
La copertina del disco Blues, Booze & Nothin’ to Lose
Spiegate il significato del titolo del disco.
Steve – Anche il titolo secondo me rispecchia l’essenza del gruppo… Blues dall’uso del l’armonica, booze dalle nostre serate goliardiche e nothin’ to lose (jocker), perché effettivamente non abbiamo nulla da perdere.
Quali aspettative riponete in Blues, Booze & Nothin’ to Lose?
Joe – era doveroso coronare la fatica di quasi 30 anni di musica e amicizia, di sudore e divertimento passati sui palchi underground lombardi.
Ci sono dei brani all’interno del disco ai quali siete particolarmente legati e che volete descrivere?
Joe – per me Midnight dream ha un significato speciale , è il sogno che tutti noi rincorriamo, è il sogno che piacevolmente rifaccio, salvo poi svegliarmi… e ritornare alla realtà.
Se non vado errato qualche brano è stato ripescato dai Vostri demo del passato, giusto?
Joe – certo, non avendo mai fatto un cd abbiamo inserito tre brani che per storia, qualità e affetto hanno rappresentato i Tyrant più maturi e sono Wild, Midnight Dream e You said you love me.
All’interno del booklet c’è scritto che il disco è dedicato a Ivano Testori e Francesco “Ciccio” Visconti. Parlate di queste due persone, se vi aggrada, ovviamente. Prego…
Joe – Ciccio Francesco è un amico morto negli anni ’80: ascoltava Metal e frequentava, sempre negli Eighties, la sala prove sotto la Metropolitana alla fermata di Gambara a Milano.
Ivano invece era mio fratello minore, purtroppo deceduto anche lui, secondo cantante dei Tyrant con il quale ho registrato 2 demo. Successivamente lui ha cantato con i Hide Row, Dinasty e i Vantage… Be’ aveva una gran bella voce!
Nella foto: Joe
Potete parlare della varie fasi della lavorazione del disco?
Joe e Steve – È stato un parto, nel senso che abbiamo registrato un po’ alla volta… Mese per mese in base alle nostre disponibilità e a quelle di Danilo il tecnico del suono della Moonhouse studio di Milano, a lui va il merito di non aver mai perso la pazienza ad ogni nostra richiesta e di essere riuscito a produrre un così buon lavoro!
Ci sarà modo di vedere ristampati i Vostri demo in futuro?
Joe – Se questo cd riesce nell’intento di farci conoscere meglio a livello nazionale ed estero per noi non sarebbe un problema tornare in studio e produrre un nuovo lavoro con songs nuove e del passato riarrangiate e suonate con la band attuale!
Quali i motivi per i quali non siete riusciti a uscire ufficialmente in Lp o in Mc negli anni Ottanta?
Joe – Le motivazioni sono molteplici, alcune sono legate ai soldi… i soldi e la mancanza di opportunità.
Stranamente siete stati una fra le poche band maggiormente ignorate dalla critica musicale dell’epoca. Come mai, secondo voi?
Joe – in quell’epoca non avevamo l’esperienza, e ognuno suonava e si divertiva militando anche in più band… E poi la mancanza di internet per un gruppo come il nostro ha rallentato il raggiungimento della visibilità. Comunque un nostro demo nel 1986 ha avuto recensioni su alcune fanzine e poi siamo stati intervistati da Marco Garavelli nel suo mitico programma radiofonico Linea Rock e da Paolo Bianchi nel suo programma Welcome to hell.
Nella foto: Steve
Esistete dal 1984, ma nei primi anni Novanta si assiste alla fine del gruppo. Potete spiegarne i motivi?
Joe – invidie, rancori e come già precedentemente detto progetti paralleli hanno portato a dividere la mia strada da quella di Fico; io fondai gli Exchange e Fico e Steve fondarono i Blacklisted”
Quali i motivi che vi hanno spinto a rimettervi in pista dopo tanti anni?
Joe – il principale motivo è che la voglia di evasione mia e di Fico si era esaurita, quindi dopo esserci guardati in faccia abbiamo rimesso insieme la band, inserendo Sam voce e armonica e Sandro alla batteria. Dopo alcuni anni passati con questa formazione si è aggiunto Steve alla seconda chitarra e voce. La nostra caratteristica è che prima siamo amici, e anche di lunga data e poi musicisti, il nostro motto, che poi è una canzone di Ted Nugent è Good Friends and a bottle of wine!
A livello di concerti, quali secondo voi quelli più significativi della Vostra carriera?
Joe – Mi viene in mente il Metal Disorder del 2006, un live a Carugate insieme ai Folkstone, Diversamente Rock a Bresso con i Weapon, con i Wyvern al Blue rose saloon, ma non dimentichiamo tutte le date che facciamo con bands con cui siamo gemellati come i Ligera 73, Wild side family e i giovanissimi Heartless ! Dimenticavo il nostro primo vero concerto nel 1985 a Urgnano (Bg) con i Blackline band.
Nella foto: Sandro
Un vostro pensiero, uno a uno, per le seguenti band di colleghi degli anni Ottanta, appartenenti al circuito milanese.
Vanadium – la storia del Metal italico… Pietre miliari
Royal Air Force – brillante band me li ricordo al monster of rock di Modena .
Hocculta – gran disco warning game, il cantante un clone di Klaus Meine
Bulldozer – concittadini , i Venom meneghini! Spesso li incrociavamo nella nostra sala prove… Panigada, Cabrini…
Sharks – me li ricordo al Magia in un concerto per pochi intimi…
Havoc – ricordo il cantante Danilo
Bloody Skizz – mi commuovo , avevo il loro 45 giri con cover con stemma e retro con loro dietro al castello sforzesco; anche lì con Danilo alla voce.
Comunque tutte band da antologia, e ne ricordo anche altre come Axton, Bright lights, Homicide, Skw, Twilight Simphonny, Upset noise… Etc
Tyrant line-up 2013
Cosa vi manca maggiormente degli anni Ottanta milanesi?
L’età, è ovvio!
Vi va di descrivere la situazione HM di Milano degli anni Ottanta e infine confrontarla con quella di oggigiorno?
Joe – La situazione è pressoché invariata, il Metal è un genere di nicchia in Italia ed il pubblico italiano è prettamente esterofilo, certo oggi accediamo più facilmente alle informazioni, comunque qui non cambierà mai, Wacken, signori, lo fanno in Germania non per altro…!
Nella foto: Sam e Fico
Progetti futuri?
Suonare, suonare e ancora suonare!
Spazio a disposizione per chiudere l’intervista come meglio vi aggrada, prego…
Un particolare ringraziamento a tutte le webzine italiane che fanno un gran lavoro armate di passione ed un servizio di informazione veramente importante, e agli utenti di TrueMetal auguro un buon long live rock ‘n’ roll!
Stefano “Steven Rich” Ricetti