Fa piacere constatare che pure in Italia ci siano ragazzi che raccolgono i frutti da anni di duro lavoro. Non sono in tanti quelli che possono definirsi dei professionisti, ma ce ne sono! Uno di questi è Francesco Jovino, batterista dei metaller lombardiEdge of Forever e, dal 2004, pure alle pelli degli U.D.O., storica heavy metal band capitanata dal carismatico cantante Udo Dirkschneider (ex-Accept). Francesco è una persona semplice, una di quelle che non bisogno di darla a bere a nessuno. Sudore, passione, impegno, dedizione: questi sono i semplici obiettivi che permettono di raggiungere le mete sperate… Ecco a voi Fracensco che apre la chiaccherata parlando dell’imminente show…
Sono davvero contento di poter scambiare quattro chiacchere con voi. Sono Francesco jovino, batterista degli U.D.O. e degli Edge of Forever, mia storica band nata nel 2003. Oggi è un giorno importante! Suoneremo al Gods of Metal, credo inizieremo per le 16:45. Per il resto abbiamo appena finito il tour di “Dominator”, andremo a Wacken a suonare al Wacken Open Air.
Siete giunti a conclusione degli impegni live mi sembra di capire… avete intenzione di comporre nuovi pezzi a breve?
Certo, stiamo già lavorando ai nuovi brani del prossimo full-length che uscirà entro fine gennaio 2011. Al momento abbiamo una quindicina di pezzi, ma credo ne verranno scelti circa dodici. I restanti, come sempre, andranno a costituire il blocco di bonus track per le edizioni limitate.
Avete lavorato senza intoppi alla stesura dei brani?
Sì, è stato tutto abbastanza naturale. Ci conosciamo ormai da tanti anni, sei anni! Tutto ormai è rodato e fila liscio. Anche il fatto di aver condiviso dei lunghi tour assieme ha giovato all’affiatamento. Posso dire che le cose stanno andando avanti davvero bene, sia sul palco, sia in studio.
Vorrei ci raccontassi le emozioni che hai provato nel momento in cui sei stato contattato per diventare il batterista di una band rappresentata da un personaggio così importante come Udo Dirkschneider.
Lui ha fatto la storia dell’heavy metal. È stato uno dei primi ad ‘urlare’. Ero in America, stavo registrando “Feeding The Fire”, esordio degli Edge of Forever, e là ho conosciuto un po’ di gente. Torno in Italia e dopo qualche giorno ricevo la telefonata di Igor Gianola, chitarrista degli U.D.O. Erano le sette del mattino, il giorno prima avevo suonato e fatto festa per cui avevo dormito solo due ore. Alzo la cornetta e Igor mi dice: ‘Guarda, ci sarebbe la possibilità di suonare con noi. Il nostro batterista ha lasciato la band per motivi famigliari’. Lì per lì non avevo afferrato perchè ero abbastanza in coma, ma ho risposto: ‘Ok, non c’è problema. Ma quanto tempo a disposizione ho per imparare i pezzi?’. Lui mi risponde: ‘Cinque giorni!’. Ho dovuto quindi farmi il mazzo per suonare con loro. Ma non è finita qui. Io non parlavo inglese e ho dovuto fare i salti mortali anche per quello!
Sbaglio o hai avuto anche la possibilità di suonare negli Accept?
Non sbagli. Sono stato batterista degli Accept nel 2005, quando c’è stata la reunion; studiavamo e facevamo le prove per gli show. Poi è ritornato Stefan Schwarzmann, il loro storico batterista, e non ho avuto la possibilità di salire on-stage.
Mi dicevi che il nuovo disco dovrebbe uscire a gennaio. Quando pensi finirete i lavori?
Considera che il disco dovrebbe uscire entro fine gennaio 2011 mentre con fine febbraio/inizio marzo dovrebbe partire il tour di supporto. Credo quindi che i lavori si concluderanno entro fine novembre, diciamo che quella potrebbe essere una data fattibile.
Mi dicevi che la vostra attività live sta giungendo al termine. Avete finito il tour promozionale, state per andare a Wacken. Poi vi fermerete?
Non lo so, c’è sempre l’opzione America in programma, ma dato il particolare andamento e tendenza del mercato musicale statunitense è ancora tutto in alto mare…
Ci sono dei problemi particolari nell’organizzazione dei concerti in America?
Sì, il metal in America sta ritornando di moda dopo l’avvento del grunge negli anni novanta, ma non ha ancora ripreso piede come s’era abituati negli anni ottanta. Tanti tour finiscono ancora prima di iniziare perchè non sei certo di avere garanzie in termini di pubblico e promozione. Un fattaccio è accaduto qualche anno fa quando eravamo pronti per un mese e mezzo di tour su suolo americano e due giorni prima della partenza ci hanno chiamato annullando tutto. È stato un disastro sotto molti punti di vista.
Tu sei un musicista che è arrivato a togliersi qualche bella soddisfazione. Dovessi cosigliare dei ‘modi di fare vincenti’ ai ragazzi che ti leggono, cosa diresti?
Sembrerà banale la risposta, ma è importante migliore sempre, giorno dopo giorno e, giorno dopo giorno, crederci sempre di più. Non si finisce mai di imparare e più si impara, più si è soddisfatti di se stessi. È fondamentale. Poi quando ti capita per le mani l’occasione della vita tutto cambia radicalmente. Si arriva a un altro livello. Quando sono entrato negli U.D.O. ho cambiato il mio modo di suonare. Confrontarsi con i professionisti è tutta un’altra cosa, ti rendi conto che non arrivi mai a un punto che ti soddisfi e tutti si aspettano sempre di più dal tuo operato.
Bene, è arrivato il momento dei saluti, lo show s’avvicina. Lascio a te l’ultima parola…
Ringrazio TrueMetal.it per l’occasione concessami e ringrazio chiunque leggerà l’intervista e verrà ai nostri concerti. Ragazzi, credete in tutto quello che fate, mi raccomando!