Ulver: aggiornamenti dallo studio
Kscope ha annunciato che gli Ulver sono stati l’ultimo acquisto dell’etichetta, annoverati ora nel roster della stessa. Nel 2010 il percorso artistico della band ha avuto il proprio culmine nella performance tenutasi al Norwegian National Opera, importante teatro che ha registrato un’enorme partecipazione del pubblico all’evento. Gli Ulver sono stati la prima band operante al di fuori della scena musicale convenzionale norvegese ad essere stata invitata a suonare all’opera e verrà distribuito un DVD di questa decisiva performance a cura di Kscope, nel corso del 2011.
Durante gli ultimi due anni, la band ha trasferito la propria attività dal territorio sicuro dello studio a un tipo di lavoro più tradizionale, fronteggiando la musica invece di nascondersi nell’ombra. Tutto può succedere, di conseguenza accade: “War Of The Roses” ne è un esempio concreto. Si sono fatti una reputazione forte in particolare per l’apparente noncuranza con cui hanno attraversato imprevedibili e impavidi trasformazioni radicali. Una delle conseguenze più impattanti è stata l’improvvisa accessibilità della band a un pubblico più vasto, che ha cominciato a considerre le raffinate sfumature del pop e del rock. Il brano di apertura “February MMX“, disponibile in streaming di seguito, ne è un esempio tangibile.
Ovviamente con gli Ulver non ci si può che aspettare ambivalenza. Appaiono figure ai margini del lavoro, come l’intenditore del genere horror Stephen Thrower (Coil, Cyclobe), il guitar-guru profondamente sperimentale Stian Westerhus e le leggende dell’improvvisazione libera Steve Noble ed Alex Ward. Giocano tutti ruoli molto importanti nel nuovo album e le loro personalità spontanee si adeguano perfettamente allo stile degli Ulver.
L’album si conclude con “Stone Angels“, una lunga e tortuosa divagazione sul mondo onirico narrato da Daniel O’Sullivan (membro cardine del gruppo dal 2009). Il testo è stato scritto dall’acclamato poeta e traduttore americano Keith Waldrop, una conoscenza di Jørn H. Sværen, l’autore della band.
Dal punto di vista tematico, entrano in gioco, come sempre nella visione degli Ulver, la condizione umana ed un mondo in rovina. Ma questa volta lo scenario è percepito da una prospettiva aerea, puntando più sulla cultura e la tradizione piuttosto che sulla vulnerabilità personale come nei precedenti album.
Secondo le parole di Julian Cope: “Gli Ulver stanno catalogando il trapasso culturale da due decenni prima che chiunque altro si accorgesse del suo inevitabile crollo“.
“Wars Of The Roses” è stato prodotto dallo straordinario John Fryer (Depeche Mode, Cocteau Twins, Swans).