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Void Of Silence (Riccardo e Malfeitor Fabban)

Di - 3 Marzo 2002 - 11:53
Void Of Silence (Riccardo e Malfeitor Fabban)

i Void Of Silence ci hanno appena deliziato con la loro nuova creatura dal nome “Criteria Ov 666”. Truemetal.it non poteva non cogliere l’occasione per rivolgergli qualche domanda, e così è stato fatto. La parola a Riccardo e Malfeitor Fabban…Innanzitutto complimenti per la qualità del vostro ultimo lavoro e subito una domanda al riguardo: quali sono le vostre aspettative per questo album e come è stato accolto fino ad ora dalla critica?

Mf: Personalmente vorrei tanto che la gente che ascolta “Criteria ov 666” sprofondi assieme a me nelle viscere della terra. Tutti giù con me, all’inferno. La critica non mi interessa più di tanto. Siamo soddisfatti al 666% da questo disco. Per noi una prova, abbondantemente superata in fatto di classe, stile e abilità nel manipolare e musicare concetti, visioni, paranoie e quella che è la lugubre realtà di tutti i giorni.

E’ evidente la complessità del song-writing di alcuni brani. Come nasce una tipica canzone dei Void Of Silence?

Rc: E’ un processo molto complesso. I brani nascono tutti istintivamente da intuizioni, pensieri, sogni, incubi. Cerchiamo di figurare delle immagini dandogli prima la forma. Successivamente c’è un grande lavoro di arrangiamento durante il quale le atmosfere vengono enfatizzate il più possibile. Solo dopo che l’idea iniziale e stata realizzata come volevamo, a questa forma viene data la parola con l’innesto delle liriche.

Dalla vostra musica traspare fortemente la vostra predisposizione verso sonorità elettroniche. Ci sono alcuni gruppi in particolare che vi hanno influenzato in tale senso?

Mf: Non credo che nel sound di Void of Silence ci sia “elettronica”. L’elettronica è ben altro. In VOS esiste una forte propensione alla manipolazione e alla ricerca sonora, in seguito adagiata, filtrata, modificata a seconda dei casi. Musicalmente, dietro un disco di VOS, si nasconde un lungo e faticoso processo di sintesi votata a sonorità tetre, criptiche.
Rc: Io lo chiamerei “Rumorismo di fondo” piuttosto che elettronica. Pensando all’elettronica mi vengono in mente i Kraftwerk o i Future sound of London che con noi non hanno nulla a cui spartire. All’inizio probabilmente chi più ha influenzato il mio modo di intendere il fare musica è stata la scena industrial/ambient europea con artisti del calibro di Raison d’Etre, Amon e Arcana, poi però ho sviluppato una mia personale ottica di composizione che tiene sicuramente conto di queste fogge, ma arricchendole di altri elementi.

Sempre a tale riguardo, cosa pensate dell’utilizzo dell’elettronica in campo metal? Vi pongo questa domanda perchè in questi ultimi anni è un fenomeno sempre più frequente: basti pensare ai lavori di Berzerker, Thorns o degli stessi Aborym.

Mf. Penso che il futuro, nella musica così come nella vita di tutti i giorni, va ricercato nella tecnologia, nel bene e nel male. La stessa natura umana, da sempre, è protesa verso l’autosuperamento, la ricerca del nuovo, del “migliore” ottenuto con più velocità-facilità. Un processo contrario sarebbe contro-natura.

Altro filone che credo abbia influenzato la vostra musica è quello folk-apocalittico. Confermate questa mia affermazione?

Mf: Si, personalmente stimo molto i Current 93, così come Blood Axis, Death in June, Sol Invictus e molti altri pionieri del genere. Ma il folk apocalittico non è l’unica influenza per una creatura complessa come Void of Silence.
Rc: Musica industriale, umorismo, harsch noise, dark/ambient sono generi che normalmente ascolto, così come la musica d’avanguardia, le colonne sonore, la musica sinfonica e i canti sacrali.

Tra le cose che mi hanno portato ad adorare alla follia “Criteria Ov 666”, non lo nego, devo inserire anche la produzione eccellente. Quanto credete sia importante per i Void Of Silence il suono?

Rc: Criteria è stato prodotto per le parti musicali nei Syrion Sphere Studio di mia proprietà, in modo tale da avere un ben preciso controllo del sound che volevamo ottenere. Non si parla di pulizia sonora o voci cristalline, ma di atmosfere apocalittiche di cui sono pregne la musica, i testi, l’artwork e la produzione doveva essere ovviamente allineata a questi standard fondamentali. Il post produzione è stato affidato poi ai Fear studio di Ravenna e successivamente ai New Harrow Studio (London) di Alan Perret, colui che ha prodotto album di Nine Inch Nails e Ramnstain, e il risultato è un suono saturo di morte che trasuda oscurità in ogni singola parte del lavoro.

Ho letto che i testi sono stati scritti tutti da Fabban. C’è un filo conduttore che li collega o non sono uniti da nessun concept?

Mf: L’intero disco è basato su un concept, che ho maturato dentro di me negli anni, guardandomi intorno ed osservando me stesso, la gente, il creato, e tutto ciò che mi circonda. La conclusione, probabilmente scontata e ovvia, alla quale sono arrivato è una ed una sola: niente speranze, niente salvezza… Siamo destinati a rimanere dimenticati venti metri sotto terra. Verremo mangiati dai vermi e continueremo a diffondere il male nella nostra vita di tutti i giorni. Tutto ciò che vedo attorno è male, l’uomo è male, lo stesso utopistico concetto di “bene” è male nella sua sfumatura più concreta e visibile. L’uomo costruisce per poi distruggere. L’uomo è il più intelligente veicolo del male. L’essere umano vive in funzione del Maligno, da lui stesso amplificato attraverso la sempre più spaventosa carenza spirituale, la de-cristianizzazione che sta vivendo la sua fase più energetica, la deprogrammazione di massa, il materialismo, il denaro, il successo, la tecnologia, attraverso i nuovi lager e i nuovi dittatori, attraverso la guerra, la distruzione, lo scempio ed il progressivo vergognoso stupro del sistema naturale del pianeta terra. Noi abbiamo creato tutto questo e ora ne siamo inermi vittime inconsapevoli, inconsapevoli di ciò che in breve tempo avverrà. La fine del mondo… e i demoni che guarderanno il tutto dall’alto… sorridendo.

I testi vanno a parare anche su situazioni concrete o sono su un piano totalmente astratto?

Mf: Probabilmente sono stati scritti in maniera ermetica, in modo da incuriosire e stimolare la riflessione, ma i concetti portanti sono molto concreti, fanno parte della vita di tutti i giorni che ognuno di noi è chiamato ad affrontare, quitidianamente. E’proprio la quotidianeità la cosa che mi spaventa. Ogni giorno chiunque, ognuno di noi si fa portavoce del male nella sua vita, dalle piccole alle grandi cose. Viviamo in un sistema sbagliato, corrotto dal denaro, dal potere… L’uomo ha infangato il proprio spirito in nome del futuro, dell’intelligenza massificata, del perbenismo falso, della morale inesistente. Fingiamo spudoratamente, crediamo di essere ma non siamo, non siamo altro che pedine manovrate da un’entità immortale, che vive e si genera al centro della terra. Vril. Noi siamo le foglie… sotto di noi ci sono possenti radici nel terreno… radici che si nutrono, ogni giorno e che ci permettono di generari i frutti, che crescono e poi muoiono.

Quanto è importante secondo voi la sperimentazione? E’ o no parte integrante dei Void Of Silence lo sperimentare?

Rc: Beh, sinceramente credo che la cosa sia palese già da un primo ascolto. Non conosco band che abbiano miscelato sonorità così distanti fra loro come il Doom metal e il dark/ambient, l’industrial e il folk apocalittico. E’ ovviamente un rischio nel quale è molto facile sbagliare, ma le nostre così diverse influenze hanno permesso che la cosa risulti il più naturale possibile. La mancanza di sperimentazione significa la morte per una band. Una volta il mercato voleva uno standard e chi si allontanava da questo veniva letteralmente boicottato, salvo poi rivalutarlo successivamente. Noi ce ne sbattiamo di questi standard, usiamo le tecnologie a nostra disposizione per comporre musica, non per dare prova di capacità tecniche con gli strumenti, quello che vogliamo sono emozioni e non la stretta di mano di nessuno.

Diciamocelo chiaramente: la vostra musica, pur essendo di qualità elevatissima, non è per il grande pubblico. Questa situazione vi da fastidio o vi lascia indifferenti?

Rc: Se avessimo pensato a questo non avremmo mai composto album come “Criteria ov 666″ e il precedente”Toward the Dusk”. Noi componiamo quello che ci piace, poi se piace è tutto di guadagnato. Ovviamente non si potrà mai parlare di proventi miliardari, ma un buon seguito da la possibilità a una band di esistere (commercialmente parlando) e di avere una promozione e una distribuzione sviluppata in ogni parte del mondo. In questo periodo gli sforzi che si stanno compiendo in nostro nome ci conferma il fatto che il nostro stile non sia così difficile, perché Criteria è, a detta di voi media, un grandissimo lavoro, e se è piaciuto così tanto a voi non vedo perché la massa non possa apprezzarlo.

Quali sono, a vostro parere, i gruppi attualmente più importanti della scena italiana? E in generale?

Mf. Senza dubbio nessuno dei tanti che infestano le tante tristissime riviste metal “made in Italy”. Massimo rispetto a Monumentum, Kirlian Camera, Spiritual Front, Devil Doll, Camerata Mediolanense… Per quanto riguarda l’elettronica adoro Kebabtraume e Narr… nel metal… giusto Adversam, Mord, Novembre e pochi altri…
Rc: In campo italiano Amon, Ordeal (strepitoso l’ultimo lavoro), Ephel Duath, Ataraxia.

Cosa vedete nel futuro dei Void Of Silence?

Mf. Preferiamo vivere il nostro presente.

Chiudo questa intervista facendovi ancora i complimenti per l’incredibile lavoro che avete portato a termine, ringraziandovi a nome mio e di tutto Truemetal.it per la disponibilità e affidandovi la chiusura.

Rc: Grazie a voi per l’interessamento. Per maggiori informazioni potete contattarci mediante il nostro sito www.dauphins.com/void
Ciao.